di Sergio Di Cori Modigliani
Buone notizie per tutti gli italiani. Notizie vere, che servono a costruire ottimismo.
Pessime notizie, invece, per l'Italia, qui intesa come nazione, paese, Stato.
La repubblica è rimasta al palo, ultima in Europa in tutti i comparti, a combattere con Bulgaria, Grecia e Romania, nel disperato tentativo di finire -entro il 2014- "almeno" penultima. Se non ce la fa, batterebbe il record raggiunto dalla Bulgaria nel 2008: sarebbe la prima nazione dell'Unione Europea a segnare un indice negativo in 100 comparti su 100.
I dati oggettivi sono impietosi.
Vi ricordate il caro leader nel giugno del 2014 quando ha assunto la carica semestrale di presidente di turno dell'Unione Europea?
Disse, allora, che "l'Italia sarà la locomotiva d'Europa" (a Bruxelles) mentre in patria dichiarava che il semestre italiano avrebbe completamente cambiato il paese.
Lo ha fatto.
In peggio.
Statisticamente risulta il peggior semestre di presidenza, in assoluto, per un politico, a nome del paese che rappresenta. Penso che nessuno, prima di lui, nel corso della sua presidenza, abbia visto precipitare in questo modo la situazione interna in campo finanziario, economico, politico, culturale, produttivo, inimicandosi il resto dell'Europa, facendo battere al proprio paese tutti gli indici negativi in ogni settore.
La buona notizia viene alla luce grazie alla BBC, in una recente trasmissione televisiva (una specie di Report della Gabanelli in salsa British) dedicata alle eccellenze locali e al nuovo modo di approcciare le contraddizioni nel mondo del lavoro da parte delle giovani generazioni. Nel presentare il nuovo primario di cardiochirurgia infantile del più prestigioso ospedale infantile inglese -rispettato, stimato e adorato da tutti i suoi colleghi- il cronista iniziava il servizio presentandolo così: "Guess who?" (trad.: indovinate un pò chi è?) e raccontava la storia di un nostro concittadino, di Mestre, in provincia di Venezia, fuggito dall'Italia dove era un medico disoccupato, non raccomandato, non raccomandabile.
Si chiama Simone Speggiorin.
E' entrato nel guinness dei primati.
E' il più giovane cardiochirurgo infantile, responsabile primario, nella storia della medicina inglese.
Ha 37 anni.
Quando è arrivato a Londra, ne aveva 28.
Laureato e specializzato, aveva partecipato a un concorso per un posto come medico nell'ospedale di Ancona. La risposta -peraltro negativa- gli è arrivata tre anni e mezzo dopo.
Nel frattempo, se ne era già andato.
E' una bellissima notizia per noi italiani, abituati a celebrare ormai soltanto i calciatori.
Ma spiega anche (da come la BBC presentava il servizio) la solenne e sonora bocciatura dell'Italia come Stato da parte del resto d'Europa.
E non riguarda affatto i conti economici.
Non ha niente a che vedere con i diktat dei poteri forti.
Non riguarda lettere segrete inviate da Mario Draghi al presidente Napolitano o al presidente Renzi.
Ha a che vedere con il quadro generale (e reale) del nostro paese, una nazione che situa il merito e la competenza tecnica all'ultimo posto.
Il trionfo meritato del nostro Simone, che ci rende orgogliosi come italiani, è contemporaneamente la punta dell'iceberg che segnala il totale fallimento del caro leader e dei suoi annunci farlocchi, la debacle dell'intera classe politica dirigente alla quale si è aggiunta di recente in toto (tragica rivelazione degli ultimi mesi autunnali) la Confindustria, che per bocca di uno Squinzi sempre più slavato sostiene addirittura che "l'economia italiana sta riprendendo quota grazie ai nuovi provvedimenti del governo"; -2,9% di produzione industriale e aumento della disoccupazione.
Consiglio a tutti di andare a leggere l'intervista in esclusiva rilasciata da Simone a Ilsole24ore. Le sue franche parole dovrebbero essere usate come piattaforma politica di ogni battaglia italiana.
Qui di seguito un breve estratto dell'intervista, firmata dalla giornalista Eleonora Chioda:.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-11-11/me-ne-vado-dall-italia-e-diventa-piu-giovane-cardiochirurgo-pediatrico-gran-bretagna-172346.shtml?uuid=ABpk8lCC
......"In Italia? Non torno, non ora. Me ne sono andato perché il nostro non è un Paese per giovani. I miei compagni di università sono quasi tutti all'estero. Eravamo un gruppo di persone consapevoli che, se volevamo qualcosa, dovevamo andare a prendercelo. Del gruppo, io non sono il più bravo. Tra i miei amici c'è Paolo De Coppi, lo scienziato di 41 anni che ha scoperto le cellule staminali nel liquido amniotico. Lavora a Londra. Ho un amico in Silicon Valley che crea una startup dopo l'altra. Un altro mio coetaneo di Padova è professore di economia in Australia. Io rappresento soltanto il campanello d'allarme di un malessere che c'è in Italia. Qui ho raggiunto un livello che sarebbe impossibile nel nostro Paese. Il sistema sanitario italiano è gerarchico. Il sistema inglese mette tutti allo stesso livello. Certo ti pagano bene, ma devi essere pronto. Entri in ospedale con molte più responsabilità, nessuno ti protegge, inizi a non dormire la notte, ci metti la faccia, c'è un alto livello di stress. A 60 anni ti considerano “temporaneo”, a 65 ti mandano in pensione. C'è un'attenzione maniacale ai protocolli, ai dettagli, alla soluzione dei problemi. Tutti possono esprimersi. Anche chi pulisce i pavimenti può segnalare un medico che non si lava le mani, prima di toccare un paziente, come impone il protocollo".
No comment !!!
RispondiEliminaL'Italia non ha futuro, gli italiani si ma all'estero. Per loro c'è sempre un posto a tavola perchè sanno fare tutto e bene.
RispondiEliminaSe l'Italia non ha futuro è perchè la maggioranza degli italiani è pessima! Chi va via è bravo e realista. I bravi che rimangono sono speranzosi e non vogliono cedere alla stragrande maggioranza. Forse amano l'azzardo.
RispondiEliminaPaolo
sono venuta a Londra nel 1992; gia' allora l'andazzo non mi piaceva in Italia: gli asini raccomandati andavano avanti, quelli intelligenti - come me, modestamente - che volevano far da soli - si chiama liberta' - non se li filava nessuno (in Italia devi sempre chiedere favori per vederti riconosciuto un diritto: se no come ti tengono schiavo e sottomesso?). qui un'opportunita' te la danno, magari anche solo perche' gli stai simpatico, e li' te la giochi: se vali te lo riconoscono, se fallisci sei fuori. in Italia e' il contrario: se vali ti rendono la vita molto difficile (non sia mai che qulacuno dia il buon esempio!), se sei un mediocre ti fanno l'inchino.
RispondiEliminaHo girato un po': ho anche vissuto in Spagna e in Francia, che son pur sempre meglio dell'Italia (non ci vuole molto), pero' qui e' dove si sta meglio.
non per niente e' la piu' grande citta' italiana fuori dall'Italia...
cari compatrioti, continuate a votare Renzi e compagnia bella e a farvi infinocchiare con le belle parole (la speranza), pero' poi fate il favore di non lamentarvi, please...
Il Problema dell'Italia è l'autorazzismo, il piacere sadico di dirsi da soli: "facciamo schifo".
RispondiEliminaCari italiani che vi piaccia o no è vero esattamente il contrario, quando lo capiremo ci riprenderemo questo Paese.
e chi non ne è convinto faccia questo interessante giochino:
http://egodellarete.blogspot.it/2014/11/contorsionismi.html
Sono trent'anni che giro per il mondo, il mio è un ambiente accademico e di ricerca. La nazionalità non è importante, ma lo sono le capacità. Quando ho avuto difficoltà economiche dovute ai tagli dei fondi per la ricerca in Italia, mi hanno spesso rimborsato all'estero. Ma non ne hanno fatto una colpa dell'Italia, è sempre stato così, c'è sempre stato un paese in difficoltà (una volta era la Russia) e i colleghi internazionali hanno sempre aiutato a prescindere dalla nazionalità. Questo modello andrebbe esportato anche in altri ambienti. Notate che una forma di baronato esiste anche a livello internazionale e si sa che a livello locale ci sono i baronetti locali che non contano una mazza a livello internazionale. La visibilità internazionale è il miglior criterio di valutazione di una persona in questo settore.
RispondiEliminaDella utilizzazione dei tessuti fetali come metodo di cura (in particolare dei tumori maligni,oggi più comunemente denominati cancro)con le ovvie opportune preparazioni ,se ne parlava già nelle esperienze del dott.G. Fichera ,aiuto del prof.Durante dell'Istituto chirurgico della R.Università di Roma nel ....1909,da Il Policlinico 1910......e qualcuno che la sapeva piùttosto lunga in tema di applicazione di leggi universali,chiosava,in un commentarium (di cui ho copia anastatica del numero di luglio del 1910,che....."""il dr.Fichera verrebbe ad immettere nell'organismo ciò che i suoi poteri naturali non danno""":chiamiamole "SE VUOI" staminali.Resta intonsa la necessità della determinazione del primum movens che annulla le staminali (quelle mancanti) nel nostro organismo,e la pretesa,semplicistica quanto assolutamente illogica, di inocularne di vitali,senza aver capito ""prima""come evitare che muoiano di nuovo,tanto quanto sono morte quelle ex sane naturalmente e primieramente esistenti nell'organismo prima che si ammalasse.
RispondiEliminaSono stato chiaro,senza nulla togliere ai novelli ricercatori.....quando ricercano nella direzione giusta però......
Scusate....riprendo l'ultimo capoverso.
RispondiEliminaSono stato chiaro ? Spero di sì.
Nulla volendo togliere al valore dei novelli ricercatori....quando,però,ricercano nella rirezione giusta.Altrimenti sono soldi e tempo buttati....nelle tasche di chi poi ne saprà approfittare.
Solo a pensarci a cosa questo paese NON mi da, mi faccio il sangue amaro. Avrò molta nostalgia della mia terra (la Sicilia, non l'Italia) ma devo andarmene, non ce la faccio più.
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