di Sergio Di Cori Modigliani
Sui media, sul loro funzionamento, e sull'organizzazione del Nuovo Ordine Mondiale.
La grande notizia del giorno è una non-notizia.
La differenza tra una "non-notizia" del 1992 (prima dell'era digitale) e una "non-notizia" del 2014 è molto grossa e di ampio spettro.
Fino al 1992, le non-notizie appartenevano a quella dimensione che veniva identificata e definita "contro-informazione". Circolava seguendo binari e tunnel underground, passaparola, certe pubblicazioni note ai suoi fruitori e ogni tanto qualcosina spuntava fuori e finiva per essere pubblicata sulla stampa corrente.
Nell'era digitale, invece, il termine "contro-informazione" non ha alcun senso e non rappresenta nulla, se non la punta dell'iceberg di mai sopite nostalgie ideologiche e il sintomo di una società obsoleta, fuori dal contesto attuale della quotidianità.
La massificazione del web ha comportato l'estensione ai massimi livelli della libertà di espressione. In rete, infatti, non esiste limite alla possibilità di poter divulgare qualunque tipo di notizia. Questa è però una falsa idea di libertà.
La "libertà d'espressione" nell'era digitale è un falso.
Se viene pubblicata una notizia esplosiva ma la leggono in sette, oppure tale notizia non suscita alcun dibattito, discussione, domande, forum e aggregazione, allora quella specifica notizia non esploderà mai. Quindi, chi gestisce il potere ha la possibilità di non dover neppure censurare o reprimere la libertà d'espressione.
L'importante è che non si diffonda.
Ma non basta.
Poiché in rete si trova di tutto e quindi c'è il rischio che, prima o poi, qualcuno scovi la notizia, è necessario costruire un meccanismo collettivo che agisca sulla percezione e sulla capacità di saper connettere i punti. Se le persone vengono messe nella condizione di non sapere dove andare, non ci andranno mai.
La vera libertà, nell'era digitale, è nella distribuzione e diffusione della notizia e nella sua intrinseca capacità di saper produrre un dibattito.
Una notizia che rimane lì e nessuno la raccoglie, diventa, quindi, una "non-notizia".
La vera libertà non sta più nel dire, bensì nella possibilità di diffondere ciò che viene detto.
Quella che secondo me è la più importante notizia del pianeta negli ultimi giorni è stata "vissuta" in Italia nella più totale indifferenza.
Non c'è quindi da stupirsi se la notizia di oggi diventa una non-notizia: nessuno la coglie.
Parlo qui del G20, riunione presentata nel nostro paese con note folcloristiche, senza fornire alcuna spiegazione, senza alcun dibattito, curiosità, argomentazione.
Intendiamoci, nelle nazioni più vive ed evolute non è stato così.
Ma noi ci occupiamo dell'Italia.
E invece quella riunione è stata fondamentale, perchè poteva (e doveva) servire a comprendere quale sia la funzione attuale di Renzi e quindi comprendere verso quale Italia stiamo andando.
Vediamo di sintetizzare ciò che è accaduto negli ultimi 15 anni.
Berlusconi è servito a gestire la fase 1 dell'era digitale.
E' stato come la Gestapo dell'informazione della cultura.
Mentre il suo socio e co-fondatore di Forza Italia gestiva la parte finanziaria affaristica, lui portava fino in fondo la rivoluzione antropologica della colta e intelligente Italia producendo il genocidio culturale necessario per lanciare l'era digitale: si è appropriato di ogni mezzo di distribuzione e diffusione e condivisione di massa dell'informazione.
Conclusa quella fase con successo, dopo aver imbarcato anche il PD, è arrivato Monti.
Il suo compito consisteva nel rendere la crisi istituzionale un evento endemico e standard per garantire la necessità inderogabile di far gestire ai colossi della finanza il tesoro italiano e preparare la fase di de-industrializzazione del paese.
Conclusa quella fase con successo, è arrivato Letta, con la fase 3. Il suo compito, a quel punto, consisteva nel riuscire a congelare la situazione impedendo qualunque forma di dinamica, movimento, anche minimo, fintantochè non avessero risolto il problema di chi stampa moneta, di chi la distribuisce e come. E così hanno venduto le quote di Bankitalia a un consorzio di banche -il cui management era gestito da Monti/Berlusconi/PD- che hanno realizzato un doppio guadagno: si sono trovate in mano la delega di un potere immenso e allo stesso tempo si sono garantite per l'eternità di non fallire mai, di non essere denunciate, di non essere sottoposte a ispezione, ecc., ecc.; è come se lo Stato andasse a denunciare se stesso.
Conclusa quella fase con successo (tutti quei signori, non a caso, sono stati promossi) è arrivato Renzi, con la fase 4. Il suo compito doveva essere quello di governare la fase di passaggio dall'euro al non euro attuando ogni tipo di cambiamento strutturale necessario per fare in modo che a gestire il "paese nuovo del post-euro" fossero gli stessi che avevano gestito "il paese vecchio dell'euro" e che avevano gestito "il paese prima dell'euro".
E' ciò che, a mio parere, sta facendo.
Ed è la ragione per cui, all'improvviso, il fronte del non euro si sta affermando nella percezione di massa. Sembra che abbiano deciso di farlo. Tutto sta nel far credere alla gente che siano stati i popoli a deciderlo, mentre invece sono proprio le banche.
Secondo gli analisti e gli osservatori più attenti e informati, tutto ciò è stato finalmente formalizzato nella riunione del G20, dove il piano di riorganizzazione dell'Europa è apparso chiaro a tutti. In Italia non hanno fatto vedere un bel niente, né la gente ha dimostrato alcun interesse, come se il G20 non fosse ciò che è: il palcoscenico pubblico in cui i detentori del potere planetario si incontrano e fanno capire come intendono gestire l'ordine mondiale.
E' noto che il potere si fonda sul simbolico.
E' fondamentale la produzione, gestione e diffusione di simboli specifici, soprattutto in un'epoca mediatica come la nostra.
Quando Napoleone venne incoronato imperatore, gestì con estrema cura la fase mediatica. In prima persona si occupò della gestione dei simboli da diffondere. Fece sistemare una panca, in prima fila a sinistra, dove vennero invitati 26 tra disegnatori e pittori (i documentaristi e cameramen dell'epoca) per farsi riprendere quando strappava la corona dalle mani del Vaticano e mettendosela in testa pronunciava la frase "Dio me l'ha data guai a chi la tocca". Sei mesi dopo, quella scena girava per tutta Europa in migliaia e migliaia di disegni con la scritta stampata sopra e almeno una ventina di enormi quadri a olio.
Che cosa ci ha detto il G20?
O meglio: che cosa hanno visto gli altri che nessuno in Italia ha voluto vedere?
Non perchè da noi esista la censura. Nell'era digitale la censura non esiste.
Peggio: ormai gli italiani sono diventati ciechi e non vedono più nulla.
In altri paesi, il poco che è stato mostrato ha suscitato discussioni, dibattiti, meeting, forum eccetera.
Tre gli elementi di fondo. Il primo ci spiega che la tendenza del Nuovo Ordine Mondiale attribuisce alle donne un ruolo da protagoniste assolute, non più in seconda linea.
Le quattro big presenti (tutte insieme) sono in grado di aggiustare o distruggere il pianeta con un paio di telefonate; migliorarlo o peggiorarlo, lasciarlo così come sta o cambiarlo.
In diverse parti del mondo si è parlato di quest'aspetto sociologico.
In Italia, non mi pare.
Le signore in questione sono: Peng Liyuan, Angela Merkel, Dilma Rousseff e Christine Lagarde.
Dopo un meeting ristretto di maschi (Obama, Putin, Renzi, il re saudita, Cameron, il premier indiano, Hollande, Xi Jinping, Abe) sono stati raggiunti degli accordi che a qualcuno non sono piaciuti. Era più che visibile. I due tartassati (i video sono impietosi) erano Putin e Renzi. Il premier russo è uscito dalla riunione avvilito, con un'aria davvero afflitta. Renzi, contrariamente al suo standard, mi è sembrato impacciato. Non era in grado neppure di parlare con i giornalisti. Infatti ha confezionato un'unica frase che ha ripetuto, tra l'altro impappinandosi, quattro volte: "Il rigore non basta, è necessaria la crescita e l'Europa deve cambiare strada". Una frase occasionale di circostanza ma che già qualcosa diceva.
Putin, dal canto suo, non riusciva a nascondere il proprio malumore. Ha attraversato l'atrio, è entrato nell'ampio salone che fungeva da tinello ed è andato a sedersi a un tavolo per mangiare. Dopo un po' sono arrivati gli altri, con mogli e interpreti, e si sono sistemati in altri tavoli. Putin è rimasto lì da solo. Peng Liyuan è andata a parlare con la Merkel, la quale ha chiamato la Lagarde. Non c'erano neppure gli interpreti (chissà in che lingua avranno parlato) ma si devono essere capite molto bene. La Merkel ha fatto un cenno a uno dei suoi assistenti il quale ha usato il cellulare. Dopo pochi secondi, dal gruppo si è mossa la Rousseff che è andata a sedersi al tavolo (tondo) con Putin (c'erano coperti per dodici persone). Si è seduta dalla parte opposta, di fronte. La scena aveva qualcosa di ridicolo. Tutti i tavoli erano occupati al massimo della capienza.
La scena era di una tale ovvietà che -è stato subito chiaro- i potenti volevano regalare proprio quest'immagine.
E' naturale chiedersi che cosa fosse successo.
Tra le varie versioni, una mi sembra la più accreditata.
Due settimane fa, a Pechino, c'era stata una importantissima riunione delle potenze del Pacifico (Usa, Cina, Russia, Giappone e le altre minori) nel corso della quale era avvenuto un fatto passato sotto silenzio da noi. Non perché sia stato censurato, bensì per il fatto che in Italia siamo mediaticamente ignoranti. Nel corso di una cena ufficiale videotrasmessa in diretta televisiva in Cina, Putin si era comportato male (secondo i cinesi). Aveva esagerato nel fare i complimenti a Peng Liyuan (la consorte del presidente Xi Jinping) dopodichè si era fatto dare un plaid e lo aveva amorevolmente usato per coprire le spalle della signora che sembrava avesse freddo.
Secondo Putin si trattava di un atto di educata galanteria.
Secondo i cinesi no.
Anzi.
Un vero e proprio insulto che ha indignato la nazione.
A tal punto da far interrompere la trasmissione e i video censurati in tutta la Cina.
Secondo i codici della cultura formale cinese l'atto è stato definito "oltraggioso".
Per diversi motivi, di cui quello politico è per noi il più interessante.
Peng Liyuan è la moglie del presidente dal 1987.
Ma in Cina, notoriamente, negli ambienti politici è considerata lei la numero uno.
Donna molto intelligente, combattiva e combattente, è inoltre la più famosa star della Cina.
Cantante d'opera e di musica tradizionale locale. è considerata la più importante folk singer del paese. Alcuni suoi video musicali hanno avuto anche 250 milioni di visualizzazioni, cifre che da noi non vengono raggiunte neppure da Lady Gaga, Beyoncè e Shakira tutte insieme.
E' una vera icona inossidabile.
E' anche la presidente della fondazione delle arti dell'armata rossa, in quanto è stata soldatessa volontaria dotata anche di medaglia al valore, perchè era andata a 18 anni al fronte, giovanissima, nel 1980, nel corso di un conflitto tra Cina e Vietnam.
Canta, suona, è la prima ambasciatrice dell'Onu in Asia nella lotta contro la diffusione dell'Aids. E' una femminista militante. Ma -ciò che è più importante- dal punto di vista politico rappresenta l'ala, diciamo, europeista filo-occidentale del governo cinese che non si fida di Putin.
L'atto del premier russo è stato quindi interpretato come un tentativo, subdolo e maldestro, di bypassare Xi Jinping (e quindi mostrando al mondo che lui conta meno di lei, il che forse è vero, chi lo sa) e i cinesi si sono davvero arrabbiati.
E così, alla riunione ristretta, forse anche per questa ragione (o solo per questa ragione) Putin si è trovato il presidente della Cina che gli ha votato contro firmando la carta scritta da Obama, Cameron, Merkel, Renzi, Hollande, sulla questione dell'Ucraina.
Come ho sempre pensato, l'elemento del fattore umano è determinante e, in questo caso, entra all'interno delle relazioni internazionali, perché si tratta, dopotutto, di esseri umani.
Putin non se l'aspettava.
Non solo.
E' venuto anche a sapere che il sistema bancario italiano -semaforo verde degli Usa e della city di Londra- gradirebbe molto di più un intervento di qualche centinaia di miliardi di dollari da parte del tesoro cinese invece di quello russo, considerato fragile e inattendibile.
Dolori, quindi, anche per Renzi.
Enorme soddisfazione da parte di Obama e la Merkel (formalmente adesso si adorano) perchè sembra si stia accelerando il programma di abbattimento dell'euro.
Per quanto riguarda l'Italia, la situazione potrebbe essere la seguente: a febbraio, Draghi litigherà ufficialmente con i tedeschi e se ne andrà via sbattendo la porta; in Italia, quindi, sarà gioco facile presentare la sua persona all'opinione pubblica come l'uomo "che ha detto no all'austerity dei tedeschi" e proporlo al posto di Napolitano. Qualche mese dopo, verso la tarda primavera, dopo aver attuato un cambio di passo nel management direttivo delle banche italiane, Draghi inizierà a spiegare che, dopotutto, l'Italia potrebbe anche uscire dall'euro perchè no. E infine, in quanto presidente di tutti gli italiani, propone al parlamento di votare in questo senso -potrebbe farlo- a camere riunite. Con la sua benedizione.
Questo mi sembra essere il trend attuale.
La pessima notizia per Renzi consiste nel fatto che ha preso atto che lui è uno come Berlusconi, Monti, Letta. Pensava di essere diverso, non è così.
E' anche lui un impiegato a termine poiché ormai sembra rappresentare e interpretare vecchie clientele obsolete. Il suo problema, adesso, consiste nel comunicare ai suoi marpioni (che lui ha imbarcato) che vanno rottamati.
Questa è l'interpretazione dei fatti recenti, alla quale personalmente aderisco.
Da cui, la non-notizia del giorno.
Comunicata, stampata e diffusa questa mattina alle ore 9.
Ha dichiarato Draghi
"La zona euro è in sofferenza maggiore di quanto non ci si sarebbe potuto aspettare e non sembrano esserci spazi per manovre d'investimento. Per quanto riguarda l'euro, ci tengo a sottolineare che l'euro è irreversibile ma la BCE non ha alcun potere legislativo di nessun genere, per obbligare i governi dei paesi stati membri a stare dentro l'euro oppure a lasciarlo. Ogni paese membro decide a proprio insindacabile giudizio se stare dentro l'euro oppure uscirne".
Per la prima volta dal 2001 cade l'espressione (usata anche da Draghi) "l'uscita dall'euro non è né possibile né negoziabile".
Sta dicendo, tradotto, che ogni paese dell'euro, se vuole uscire dalla moneta unica, lo può tranquillamente fare se lo vuole.
Si tratta di un cambiamento lessicale a 180 gradi.
Non è possibile non sottolineare la novità.
Vuol dire che se l'Italia politica lo volesse potrebbe chiedere formalmente e ufficialmente al governo italiano di aprire domattina la discussione in aula in relazione a questo fatto.
Da oggi, Draghi e la BCE lo considerano un fatto lecito.
In soldoni, si legge tra le righe del Draghi post G20 australiano: se l'Italia vuole uscire, va bene. Se la Francia vuole uscire, va bene. La Germania è pronta ed è d'accordo.
Il che (e qui finisco) consente di titolare così il mio quotidiano surreale:
"Sorpresa G20: Draghi inizia le manovre ufficiali per uscire dall'euro. L'Italia ne sarà fuori entro il 2015. Nasce il nuovo asse Usa-Cina-Giappone. L'Europa sposta il proprio baricentro economico verso le nazioni del Pacifico".
Ha qualche link o video sull'accaduto? Grazie
RispondiEliminaLa scena del tavolo di Putin l'ha pubblicata Reuters:
Eliminahttp://youtu.be/LA-keQDAV68
è vero, il loro corrispondete ha fatto, inoltre, un ottimo servizio dando molte informazioni.
EliminaQuindi renzi avrebbe capito solo ora di essere semplicemente una pedina e obama invece è presidente usa perché è un genio. La cina vota contro la russia per via di un plaid e la russef si siede al tavolo di putin a seguito di una telefonata della merkel. Mmah. Draghi ci traghetterà fuori dall'euro? Allora marchionne diventerà segretario della cgil e estenderà l'articolo 18 anche alle imprese con meno di 15 dipendenti. Ora vaglielo a far capire agli italiani
RispondiEliminaQuesto commento non lo capisco proprio. A Renzi non gli hanno spiegato che è soltanto una pedina (lo ha sempre saputo) ma gli hanno anche spiegato che il suo mandato è a brevissimo termine (e questo non se lo aspettava). Il plaid -come ho spiegato- è un simbolo. Il potere attribuisce alla simbolica un potere rituale fortissimo. Se lei non capisce i simboli, si metta a studiare. Io non ho detto che Draghi ci traghetterà fuori dall'euro, è una sua illazione. Io ho detto che Draghi gestirà la scelta tedesca. E' una storia diversa. Forse ha letto un altro post.
EliminaInteressante, grazie
RispondiEliminaVerifico le informazioni
Fino al mese scorso non si prevedeva l'uscita dall'euro prima del 2020
Spero sia così come dice
Grazie per l'in-formazione.
RispondiEliminaPer coloro che avessero difficoltà a trovare collegamenti:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-11-17/draghi-in-europa-ripresa-rischio-144414.shtml
" Putin si era comportato male (secondo i cinesi). Aveva esagerato nel fare i complimenti a Peng Liyuan (la consorte del presidente Xi Jinping) dopodichè si era fatto dare un plaid e lo aveva amorevolmente usato per coprire le spalle della signora che sembrava avesse freddo.
RispondiEliminaSecondo Putin si trattava di un atto di educata galanteria.
Secondo i cinesi no.
Anzi.
Un vero e proprio insulto che ha indignato la nazione.
E così, alla riunione ristretta, forse anche per questa ragione (o solo per questa ragione) Putin si è trovato il presidente della Cina che gli ha votato contro firmando la carta scritta da Obama, Cameron, Merkel, Renzi, Hollande, sulla questione dell'Ucraina."
Mi faccia capire , lei veramente considera un fatto del genere realmente possibile, ?!?!?
Io mi ritengo una persona abbastanza aperta nel valutare tutte le possibilita' dato che questa e' una caratteristica essenziale del mio lavoro.
Un articolo come questo tocca i limiti della mia apertura mentale!
Non conosco la tradizione Cinese se non in maniera superficiale per questo non mi sento di escludere la sua versione in maniera totale. Citando Eraclito "chi non si aspetta l'inaspettato non scoprira la verita'.
Personalmente una cosa del genere io la potrei pensare solo facendo uso di sostanze.....strabiglianti!
Il potere detta le regole e gioca a carte coperte, il potere vuole preservarsi a qualunque prezzo. La democrazia a carte scoperte spera di farcela.
RispondiEliminaRenzie e padre sono invischiati in processi e devono decidere se aiutare la democrazia che li può condannare o il potere. Già questo di per sè potrebbe essere esilarante se non fossi italiano, certi marpioni, come ci ha insegnato la politica dal dopoguerra con la DC e tutti i suoi successori, postpongono la democrazia facendoci credere che arriveremo allo scontro che ci salverà miracolosamente.
Il potere non è quello degli arricchiti d'Italia degli ultimi decenni, come diceva sopra un anonimo la maggior parte dei frequentatori del G20 è una controfigura, a noi ne è toccata una da discount, ciò sarebbe un'offesa se non fosse un paese di discount addicted e quindi degno rappresentante della maggioranza, ahimè.
Il potere da sempre usa la scienza e ci darà il colpo di grazia solo quando ci saranno ragionevoli margini di buon fine, le parole del premier mi fanno pensare che ci sarà una specie di ripresa, soprattutto per quanto riguarda l'occupazione, un pò come dare delle carote a un cavallo giusto per poter serrare in tranquillità le briglie. Probabilmente, grazie alla BCE, con un contentino alla stregua degli 80 euro, i meschinetti potranno continuare a vivere della propria ambizione ancora un pò, giusto il tempo che la rete a circuizione necessita per essere chiusa, dopodichè basterà issarla.
Credo proprio che l'essere umano sia ai massimi del proprio stupro spirituale e che si meriti lo schifo che gli arriverà, mi spiace per le minoranze innocenti e immeritevoli di ciò.
Quando sentiremo parole simili a queste http://www.youtube.com/watch?v=xWXo0M1eKHA in italiano saremo a buon punto, ma sarà davvero dura....
Da altre fonti alternative pare invece che Putin abbia una specie di asso nella manica, capace di convincere gli stessi cinesi: alcune centinaia di milioni di dollari in titoli di stato USA che messi sul mercato causerebbero una bella perdita anche ai cinesi, che hanno oltre un miliardo di dollari del debito statunitense. E quando si tocca la finanza internazionale la valanga, una volta avviata in sordina, non può più fermarsi...
RispondiEliminaIn ogni caso il prossimo anno ci vedrà ancora sulle montagna russe.
E' più che altro una leggenda metropolitana. In verità i cinesi hanno mille miliardi di dollari del debito statunitense. Ma il debito americano è di 18.000 miliardi. Quini hanno -come potere di negoziato- un diciottesimo. Siamo messi molto peggio noi. I cinesi hanno 800 miliardi di euro del debito italiano che è 2.100 miliardi. Quindi hanno quasi il 30% dell'economia italiana in pugno. Senza contare il fatto che gli Usa li devono in dollari e loro ne stampano quanti ne vogliono. Noi no. Non è una differenza da poco.
Eliminaciao Sergio, articolo interessante ma che rivela solo una parte del grande schema geopolitico, visto gli accordi sul gas tra Cina e Russia e la nascita di una banca dei brics opposta all'fmi, semmai si tratta al massimo di un piccolo dispetto, ma è chiaro che non presto, ma neanche lontano nel tempo, il nuovo ordine mondiale avrà come figure principali stati asiatici e nuove economie emergenti e la Russia sarà tra le protagoniste, non è un caso che dal 2014 la de-dollarizzazione ha messo la quinta.
RispondiEliminaTron
Buonasera. Dunque eventuali interessi condivisi da Cina e Russia, per contenere l'imperialismo americano, sarebbero da buttare all'aria perche' un cinese "ha perso la faccia". E che capo di governo è un cinese che ritira i suoi dadi buttati sul tavolo del mondo a causa di una reazione emotiva?
RispondiEliminaSofia
La differenza culturale non è da sottovalutare, posso assicurarti che tutti gli uomini potenti sono egocentrici e molto vendicativi, comunque alla fine come con le mafie, gli interessi economici appianano tutto.
Elimina@Sofia. è, per l'appunto, un capo.
EliminaSe l'Italia era così colta ed intelligente come mai la tv spazzatura ha avuto da subito così tanto successo?
RispondiElimina