di Sergio Di Cori Modigliani
Coinvolgere l'Onnipotente definendo lo sconquasso genovese una calamità naturale è davvero un atto di blasfemia. Vuol dire che la classe dirigente politica italiana ha raggiunto un livello di scarico delle responsabilità talmente diabolico e avvilente, da essere arrivati al punto di prendersela con Dio, approfittando del fatto che tanto Lui non può certo dissentire.
Una regione davvero molto particolare, la Liguria. Una piccola striscia di terra che da sempre è stata protagonista e all'avanguardia, sia nel bene che nel male. Per dei motivi di casuale destino ha prodotto i tre comici più importanti degli ultimi 25 anni (Paolo Villaggio, Beppe Grillo, Maurizio Crozza) i due più commoventi chansonnier italiani (Fabrizio De Andrè e Paolo Conte) squisiti politici come il compianto presidente della Repubblica Sandro Pertini e la lista è veramente lunghissima, se vogliamo risalire fino a Cristoforo Colombo.
Ma la Liguria è anche la terra che ha fondato l'ipocrisia moderna, elevandola a sistema di potere.
A metà del Quattrocento, quando si stava affermando in Europa una nuova borghesia mercantile e a Firenze il potere si stava cementando nelle mani della famiglia dei Medici - laica e con una corte multi etnica- la Chiesa interviene sul territorio e inventa il concetto di banca. Nasce così il primo consorzio finanziario del mondo, nel 1456. Lo chiamano "Banco del Monte di Pietà". Non potendo figurare ufficialmente perché il denaro era considerato "lo sterco del diavolo" ed era vietato ai cristiani occuparsi di qualunque forma di transazione di denaro, decidono di lanciare il binario dell'ipocrisia di Stato. Impongono, per decreto, all'aristocrazia ligure, piemontese, lombarda -quella toscana si rifiuta e non accetta- di versare delle quote molto alte per darle in beneficenza ai poveri e distribuire così beni e servizi tra i ceti più disagiati. In cambio la garanzia (de facto) di un interesse molto alto nella gestione dei loro averi. Al comando ufficiale (oggi si direbbe "frontman") convincono quattro famiglie di mercanti, associate da circa 400 anni, che avevano prodotto una enorme ricchezza nella penisola iberica, i Perez Nahmia (ebrei sefarditi residenti a Castilla) e gli Al Shafei El Mohammed (mussulmani di origine siriana e turca residenti a Granada). Costoro erano vissuti per circa 700 lunghi anni in uno stato di perenne pace sociale e di armonia collettiva, insieme a famiglie cristiane locali, in quel di Spagna e Portogallo. Basterebbe questo precedente storico per dimostrare quanto sia artificioso il contrasto anche violento tra ebrei, mussulmani e cristiani: le tre più grandi religioni monoteiste del Mediterraneo, per 722 anni sono vissute senza aver mai prodotto nessuna forma di discordia, di scontro religioso, di contrapposizione, rispettandosi a vicenda e condividendo il territorio. Non è certo un caso che pochi ricordano questo precedente secolare, forse perché è considerato pericoloso, non si sa mai convincesse ebrei, cristiani e mussulmani a tentare di replicare quell'esperienza meravigliosa che ha gettato i fertili semi dell'imminente rinascimento, eredità dell'umanesimo iberico, ricchissima testimonianza di come la contaminazione culturale e religiosa ha dato vita a uno dei momenti più profondi della civiltà colta europea.
Quelle quattro famiglie accettano di gestire la banca del vaticano a Genova, non sapendo (e non capendo) che di lì a 40 anni, i loro eredi sarebbero finiti tutti una parte sul rogo e un'altra parte decapitata per ordine della neonata Compagnia di Gesù, e del cardinale Torquemada, colui che per ordine di Roma allestì i Tribunali della Santa Inquisizione.
Così Genova si afferma in Europa come potenza economica e annuncia il varo della grande ipocrisia sulla quale viene fondato il capitalismo moderno. La Banca del Monte di Pietà esiste ancora, anche se ha cambiato nome nei secoli. Oggi si chiama "Banca Carige" commissariata dal governo un anno fa, con il management direttivo denunciato per truffa, associazione a delinquere, falso in bilancio e riciclaggio.
Nel bene e nel male, la Liguria è sempre stata all'avanguardia.
E Genova vanta clamorosi record, in Europa imbattibili.
Genova è considerata in Europa la città con la più alta permeazione, all'interno del tessuto imprenditoriale, della 'ndrangheta nel mondo.
Chi vuole informarsi, conoscere i nomi e i cognomi, i processi, i precedenti, lo stato attuale della situazione, può andare a leggersi l'intera e ricca e davvero preziosa documentazione messa a disposizione in rete da una onlus di genovesi che si chiama
"Casa della Legalità e della Cultura di Genova.Osservatorio sulla criminalità e le mafie.
Osservatorio sui reati ambientali.Osservatorio sulla correttezza e trasparenza della P.A".
Il link esteso per poter avere accesso al sito
http://www.casadellalegalita.info/speciali-liguria/genova-e-prov/mamone-a-c.html
E se siete operatori dell'informazione, avete quintali di materiale da diffondere.
E' tutto raccontato per filo e per segno.
E vi consiglio di navigarci dentro e andarvi a leggere il post datato 12 ottobre dove spiega che cosa è accaduto e sta accadendo a Bordighera.
L'alluvione di Genova e la morte del cinquantenne travolto dalla piena non è affatto una calamità naturale, tantomeno una sfortuna casuale, lo considero un vero e proprio omicidio annunciato. Ed è anche fuorviante -e dunque pericolosissimo- attaccare oggi le istituzioni e la magistratura sostenendo che i lavori di tenuta e salvaguardia del territorio idro-geologico non sono stati realizzati per colpa della burocrazia.
Chiunque sia stato a Genova anche per un pomeriggio e abbia parlato con i locali, sa che la città è stata costruita su un fiume sotterraneo, il Bisagno. Nel 2002, gli scienziati che si occupano di meteorologia e di prevenzione territoriale si dotarono di uno specifico algoritmo grazie al quale pubblicarono nel 2003 uno studio che spiegava come, nel caso non fossero intervenuti subito, si sarebbe corso il rischio di avere "un tragico allagamento di potenziali proporzioni catastrofiche" almeno una volta ogni otto anni. Nel 2010, in conseguenza anche dei cambiamenti climatici, quello spettro statistico è stato ridotto a tre anni. Il neo sindaco Doria, quindi, nel luglio del 2012, eletto a furor di popolo perché la Vincenzi era stata obbligata alle dimissioni, si mise all'opera per avviare i lavori.
E lì inizia e si manifesta l'altra faccia di Genova, quella dei grandi comitati di affari.
Il cosiddetto "ritardo per motivi burocratici nell'esecuzione dei lavori" è una storia oscura che, secondo me, questa volta non riguarda la lentezza burocratica, bensì la legalità. Infatti, dopo la precedente alluvione, si è sviluppata una reazione civile di indignazione e sdegno, e sono sorti almeno 30 diversi comitati civici (politicamente trasversali) intenzionati a monitorare l'attribuzione degli appalti.
Auspico che almeno nei prossimi giorni si parli anche di questo, dopo aver parlato degli "angeli del fango".
Come italiano ed europeo, mi vergogno di avere gli angeli del fango: il genio civile avrebbe dovuto fare il suo lavoro e il governo avrebbe dovuto commissariare da anni la Regione per eccessiva presenza della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale locale.
Provo per i genovesi una forte compassione umana, la stessa che mi muove sempre dinanzi a ogni disastro, quando si vedono persone per bene crollare nel disagio.
Ma devo anche dire che sono i votanti i primi responsabili di questo disastro.
Rimbocchiamoci le maniche e impariamo l'arte matura di prendercela con noi stessi.
Non lamentiamoci se poi gli investitori internazionali scappano via, se in Europa non vogliono trattare con noi sul pareggio di bilancio, se abbiamo perso ogni credibilità.
Quando si arriva al punto di prendersela con Dio, per incapacità di prendersela con gli umani responsabili, vuol dire che si è entrati in una dimensione infantile e si punta al miracolo.
Il destino del nostro paese è nelle nostre mani.
Si comincia da qui.
Tutto il resto è piatta retorica, perché gli angeli del fango sono la prova della nostra sconfitta come nazione, come paese, come etnia.
E' stato triste vedere ieri sera, in una nota trasmissione di "chiacchiere" (talk show), la negoziante genovese prendersela con Grillo perchè non era lì a spalare il fango e promettendo di non votare più nè il movimento 5 stelle e nemeno altri,
RispondiEliminaCome argomentato molto bene in questo pezzo, se non si eliminano le cause che determinano questi disastri, poi è inutile strillare contro questo o quello perchè non è venuto a dare una mano. Il vero aiuto proviene da coloro che lavorano per evitare questi tipi di tragedie.
Ma se poi i cittadini si vendono i propri voti per 80 euro, si ritorna alla miseria umana che tanti scrittori hanno ben rappresentato nelle proprie opere.
Paolo
Se ci sono commercianti che ragionano così, votano PD e PDL e poi se la prendono con Grillo, hanno avuto quello che si meritano.
EliminaMi piacerebbe approfondire la storia della nascita del Banco di Momte di Pietà e delle famiglie cristiane, ebree e mussulmane che lo dirigevano. Su internet non ho trovato molto materiale, mi può indicare qualche link o qualche libro a cui si è riferito?
RispondiEliminaMartin
Paolo Conte nasce ad Asti, nel 1937.
RispondiEliminaCristoforo Colombo no lo citerei come personalità eccelsa ma come invasore/colonialista legalizzato.
con stima
MT
Mettiamola così: genovese di adozione.
EliminaSe la signora ce l'ha con Grillo è perchè dopo l'alluvione del 2011 ha rivotato i soliti.
RispondiEliminaChi fa così è pronto a vendersi. A meno che Grillo non sia in realtà Giove Pluvio.
Lo dico da grillin fuggiasco.
Come di consueto, la cornice storica da Lei tracciata è di rutilante magnificenza e indubbio fascino; ammetto che mi mancano le approfondite conoscenze storiche per poterne apprezzare fino in fondo collegamenti e annotazioni. Non mi esimo però dall'osservare che Lei configura, in tutta la faccenda della creazione del consorzio bancario del "Banco del Monte di Pietà", una diabolica e incontrastata supremazia della Chiesa del tempo, sia nell'imporre regole amministrative e di gestione di capitali non di propria pertinenza, sia nell'ordire una trappola da far scattare ben 40 anni dopo. Mi viene spontanea la considerazione del fatto che, in realtà, Torquemada, potrebbe essere stato, al contrario, una semplice pedina nelle mani della corona di Spagna, desiderosa di rifarsi al più presto dall'enorme esborso di denaro che le era costata l'avventura della "scoperta" del Nuovo Mondo.
RispondiEliminaComunque, premessa storica a parte, non riesco a capire perché l'irresponsabilità dei votanti genovesi e della società civile cittadina in generale sarebbe la causa indiretta di questo sfacelo. Lei vuol dire che gli elettori erano obbligati a sapere che il sindaco Doria aveva alle spalle burattinai poco raccomandabili? Sempre che sia così che stanno le cose. Ad ogni modo, se gli oltre 30 comitati civici formatisi dopo il disastro del novembre 2011 hanno inoltrato esposti e denunce alle forze dell'ordine e alla magistratura, non sarà il caso di considerare anche almeno quest'ultima un po' (o molto) responsabile del ripetersi odierno della catastrofe?
Concludere con una nota di vergogna per "gli angeli del fango"attuali -- mentre prima le quattro famiglie aristocratiche del 400 'gabbate' dalla perfida curia romana erano solo povere vittime ignare di perfetti delinquenti -- mi sembra francamente fuori luogo, oltre che un po' troppo di parte.
Grazie comunque anche di questo post e del link che, con esso, ci presenta. Lo leggerò quanto prima.
Saluti cordiali, marilù l.
Quella citazione di Orwell andrebbe affissa in tutte le scuole e istituti pubblici e privati di questo paese.Una grande verità,purtroppo.
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