domenica 11 agosto 2013

Sallusti e Il Giornale querelati per calunnia e diffamazione dal Presidente della Cassazione: vediamo come se la cavano questa volta.


di Sergio Di Cori Modigliani

Vediamo come la cupola mediatica presenterà la faccenda nei prossimi giorni.

Ecco i fatti: quattro giorni fa il quotidiano Il Giornale, in prima pagina, offriva un'agghiacciante immagine del giudice Esposito, presidente della Corte di Cassazione che ha sentenziato Berlusconi definitivamente.
Venerdì sera, il dott. Antonio Esposito ha presentato regolare denuncia nei confronti del direttore responsabile della testata, Alessandro Sallusti e della proprietà, Paolo Berlusconi, per calunnia e diffamazione. Ecco la citazione dall'atto di querela scritta dal giudice:


«......del tutto diffamatoria è la notizia di aver ricevuto in regalo una Mercedes, così come diffamatorie sono tutte le altre notizie contenute nell'articolo in questione, di cui sarà provata la falsità nelle sedi competenti (cene a sbafo, invece regolarmente pagate come giá documentalmente provato con memoria inviata al Csm nel 1995; casa realizzata in cooperativa con accollo di mutuo quindicennale ecc.). Così ristabilita la verità dei fatti attraverso inoppugnabili provvedimenti giurisdizionali, ogni altra replica sarà affidata alle competenti sedi giudiziarie». 

Il quotidiano Il Giornale, inoltre, aveva scritto che "Esposito fu trasferito dal Csm perché con la sua scuola (l'Ispi -ndr) guadagnava cifre enormi, incompatibili con lo stipendio da magistrato". 

Il giudice Esposito, nella sua querela, afferma invece che «il trasferimento di ufficio, deciso a strettissima maggioranza dal Plenum del Consiglio il 7 aprile 1994 venne dapprima sospeso (doppie ordinanze conformi del Tar Lazio e del Consiglio di Stato) e poi posto nel nulla dal Tribunale Amministrativo del Lazio con sentenza del 27 marzo 1996». Poichè il quotidiano descriveva il giudice Esposito come persona oggetto di regalo di una Mercedes da parte di "ignoti", facendo intendere chissà chi, il presidente del collegio dei giudici della Cassazione ha così replicato nella sua querela ufficiale: "questa vicenda è destituita di ogni fondamento.... a tempo debito la questione era stata posta dal sottoscritto medesimo e venne archiviata, già in fase istruttoria, sia in sede penale, che disciplinare, che amministrativa. In tutte queste sedi si è accertato, con prova orale e documentale scritta, l'assoluta legittimità dell'acquisto da parte del sottoscritto».

Ora, il problema che nasce è il seguente (ma non aspettatevi che la stampa italiana ne parli):  il direttore de Il Giornale non si trova in prigione per assolvere ai suoi obblighi di Legge soltanto per il fatto di essere stato fortunato oggetto della grazia del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, come è nelle sue competenze. Ma la grazia cancella la pena abolendola, ma non cancella la colpa, che rimane. 
Nella sentenza che lo aveva condannato, il giudice aveva specificato di aver identificato in Sallusti, "una personalità recidiva socialmente pericolosa perchè incline alla reiterazione del reato" essendo stato precedentemente condannato ben 7 volte per i reati di calunnia e diffamazione, avendo rovinato diverse vite.
Se in questo caso, il giudice che gestirà la querela dovesse condannare Sallusti, varranno -a termini di Legge- i precedenti del querelato, identificato come delinquente recidivo "graziato". 

La cosa sarebbe comica se non si trattasse di un evento tragico dal punto di vista etico.
Risulterebbe che il Presidente della Repubblica, invece di credere ai giudici che ritenevano Sallusti una "personalità socialmente incline alla reiterazione del reato" quindi socialmente pericolosa per la comunità, ha dato la grazia a una persona che ha approfittato della sua generosità per usare questo regalo come semaforo verde reiterando una colpa già acquisita, dimostrata e formalizzata.

Magari finisce nella stessa cella del suo capo.

La costituzione neppure parla della grazia conferita una "seconda volta" alla stessa persona; si dà per scontato che chi ha usufruito di tale regalo una volta, ben si guarda di finire nei guai per la stessa motivazione di nuovo. Non esistono precedenti, quindi.
Nel caso si dovesse verificare tale situazione, il Presidente di tutti gli italiani sarebbe capace di dare la grazia per la seconda volta alla stessa persona graziata pochi mesi prima che non appena libero commette lo stesso reato?

Vi sembra un paese normale, questo?
Voi, se foste un investitore straniero, verreste mai a investire anche 10 $ in una nazione così?

6 commenti:

  1. nel paese dei balocchi purtroppo tutto è possibile, e queste vergogne ce le dobbiamo subire noi..

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  2. Oltre ad una forte domanda di riforme per ridimensionare poteri e privilegi dei nostri politici e per ribalanciare il peso politico decisionale dei cittadini al rango che si meriterebbe, c'è anche una forte domanda di giustizia.

    L'impunità di questi signori non dev'essere ignorata e dimenticata.

    Grazie per il tema trattato.

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  3. In un mondo alla rovescia,a quale apice si collocherà il Presidente della Repubblica,raggiungendo vertici impensabili e che stanno facendo rivoltare nella tomba gli autentici Padri della Patria ed anche i loro figli?
    Mi domando.Ma LUI dove si colloca interiormente,se una interiorità è sopravvisuta all'olezzo della barbarie istituzionale,politica,morale ed etica che ha così lusinghieramente protetto ....per il bene di tutti.Ovviamente.

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    1. Me lo chiedo spesso anch'io. Spero, soprattutto, che se lo chieda anche lui.

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  4. Ma costui approfitta di un atto presidenziale di clemenza come fosse un placet a reiterare?!
    Ma Napolitano come ci sarà rimasto? Se prima il provvedimento poteva essere solo discutibile, ora è certamente svalutato e, se ne sarà pentito? Potrei capire il Suo probabilissimo imbarazzo. anche perché dopo la frase profferita dal giornalista : "se il presidente mi ha dato la grazia è perché avevo ragione!"... Santo cielo !!!!

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  5. Ma quali vite ha rovinato, se è lecito? E quante di più o di meno di suoi anche più autorevoli colleghi?

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