mercoledì 22 ottobre 2014

La partita dell'Europa che conta, Renzi-Merkel: 1-7. Questa immagine rappresenta quel che un certo Dante Alighieri già ci raccontava 800 anni fa.


Sergio Di Cori Modigliani

Il risultato della partita di calcio di ieri tra Roma e Bayern, finita 1-7, è una tragedia per i tifosi giallorossi, una statistica per chi segue il calcio e una sublime chicca per i kabbalisti e gli esperti di numerologia. Un vero invito a nozze.
E' lo stesso risultato inflitto dalla Germania al Brasile ai mondiali del 2014, identico a quello sofferto dalla Roma a Manchester nell'aprile del 2007.
La somma è 8. Un numero che ha una vita tutta sua.
Nella fisica teorica, ad esempio, è considerato "il numero magico per eccellenza".
Nella cultura orientale è l'incontro tra lo Ying e lo Yang.
E via dicendo. Se andate su Google e pigiate 8, Wikipedia vi apre un mondo insospettabile di suggestioni, allegorie, riferimenti, simboli.
Secondo i numerologi, il 7-1 (o 1-7) è, in assoluto, il risultato che contiene la più alta carica simbolico esoterica statisticamente realistica in un incontro di calcio. (quello subito dopo sarebbe 17, ma non è mai accaduto che in un incontro ufficiale una partita si sia conclusa con il punteggio di 10-7 o 14-3.
Questo risultato consente delle riflessioni.
Prendendo in considerazione che in Giappone è il numero sacro, in chimica è il numero atomico dell'ossigeno, nella smorfia è il numero della Madonna, e nel buddismo è il numero che indica il sentiero della Via, il numero 8 si può considerare come nella kabbala il numero rappresentativo che indica la percentuale di consapevolezza e di forza creativa che divide i realisti dai mitomani.
Prendiamone atto, e poichè si tratta di un semplice gioco della mente, giochiamoci su e vediamo se può ispirarci e regalarci, chi lo sa, qualche utile riflessione.
Il numero 8 gode in questo momento storico di una terribile fortuna. Tanto è vero che si trova alla base di un seriale televisivo che ha appassionato questa generazione. In Usa è cosa nota.  Il telefilm si chiama "Lost" e il suo autore e sceneggiatore, presentandolo alla stampa allibita, spiegò che era il frutto di una elaborazione del numero 8 scelto come numero simbolo della equazione di Valenzetti il quale è il vero protagonista dietro le quinte dell'intera serie di telefilm.
E' anche il numero dei minuti di durata della scena del film di cui vedete in bacheca l'immagine di un fotogramma: la più famosa decapitazione della Storia del cinema, datata 1911, un'idea geniale tutta italiana. Un film muto, della durata di 16 minuti, ideato e girato da tre italiani eccellenti, Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Padovan, sceneggiatori, registi e produttori della Helios film di Velletri che un secolo fa fece questo film: "L'inferno di Dante".
Ci sono state diverse edizioni dell'inferno dantesco, e Hollywood ne fece un filmone ("Dante's Inferno") interpretato da Spencer Tracy nel 1935. Uscì l'anno dopo in Italia con il titolo "La nave di Satana" e ottenne un successo di pubblico strepitoso, diventando un film culto dell'epoca. In Usa divenne talmente famoso che nei successivi nove mesi all'uscita del film si vendettero ben 2 milioni di copie della versione tradotta in inglese-americano della Divina Commedia, con il commento e la spiegazione di John Steinbeck.  In diversi cinema sia di New York che di Los Angeles, Chicago e Boston, si proiettava anche il film "Inferno" del 1911, quello girato dai nostri.
La scena della decapitazione è quella centrale, il clou del film.

Il post di oggi è proprio su questo e relativo alla lezione che possiamo trarne.

Fa riferimento a uno specifico personaggio che Dante Alighieri ci propone nel XXVIII canto dell'Inferno, nella bolgia dei traditori, dei facitori di odio.
La descrizione che il divino poeta ci regala è davvero, dal punto di vista iconico e immaginifico, hollywoodiana. Niente fuoco, niente fiamme, ma una specie di deserto brullo che Dante descrive come il simbolo di quello che chiamo "il genocidio culturale dell'Italia" e lui allora chiamò "la malapianta dell'arte dell'ignoranza". In questo deserto silenzioso, a un certo punto, Dante ode dei lamenti, si gira e vede un tronco di uomo che si muove tenendo per i capelli la propria testa. Gli occhi della testa sono pieni di luce e quindi la testa appare come una specie di lanterna nel buio dell'esistenza. Il fatto è che siccome sta all'Inferno, non c'è più niente da illuminare, perchè lì la luce non può entrare. Si tratta, quindi, di una illusione, di un falso. "Ecco, come sono diventato" si lamenta il disgraziato "un uomo sdoppiato, guardato con i propri occhi dalla propria testa che essendo mozza non consente a me di poter vedere la mia faccia". 
E' la legge del contrappasso, ci spiega Dante Alighieri.
Peggio per lui, così impara.
Che sia di esempio a coloro che verranno.
Ma chi è questo signore?
Il suo nome è noto soltanto agli studiosi di storia e filosofia medioevale, periodo in cui era famosissimo.
Visse circa un centinaio di anni prima che Dante nascesse, ma la sua fama e il suo successo duravano ancora 115 dopo quando Dante redasse la sua Commedia e quindi, il nostro poeta, scelse di chiarire la sua posizione condannandolo all'anonimato.
Dante era nato nel 1265 a Firenze.
Costui, invece, era nato nel 1155 ad Aix en Provence, nel sud della Francia, ed era cresciuto nella regione del Perigord, nel cuore della Provenza, affermandosi come poeta e cantore e diventando il più importante intellettuale d'Europa alla fine del secolo dodicesimo. Si chiamava Bertran de Born. Amava cantare e poetare, comiziare e raccontare storie al popolo. Era diventato talmente popolare e famoso che tutte le popolazioni meridionali dell'Europa, dalla Catalogna fino alla Toscana, lo conoscevano e imparavano a memoria i suoi versi. Quando arrivava nei paesini a fare i suoi spettacoli, qualche ora prima faceva affiggere dei manifesti che annunciavano semplicemente "il grande poeta spiegherà come e perchè la guerra sia la più alta espressione, e la più profonda, dell'animo umano, e perchè il soldato guerriero è l'unico uomo vero sulla Terra" e i tamburini che lo precedevano urlavano a squarciagola l'annuncio del suo arrivo imminente e le masse plebee affluivano, e i contadini facevano affari perchè vendevano bibite e panini, affittavano seggiole e ombrelli, lettini da campo, tende per le famiglie, un business gigantesco. La Chiesa andò in visibilio per i suoi versi e decise di sponsorizzarlo. E così, all'apice della sua carriera, nel 1186 arrivava su un gigantesco carro bardato di fiori, frutta, paramenti sacri, preceduto da preti, vescovi, e uno stuolo di servitori al seguito. Fu in quell'anno che la sua lirica più celebre lo consacrò alla fama. Scritta in lingua provenzale venne tradotta in latino e nei conventi e nei monasteri venne dato l'ordine ai frati amanuensi di farne il più alto numero di copie da distribuire dovunque nella diverse lingue locali, tra cui l'italiano volgare. La sua più celebre lirica così si concludeva: ".....nessun uomo è di nessun valore, finchè non abbia inferto colpo su colpo; vedremo della zuffa nel più folto e mazze e spade ed elmi colorati e teste mozzate a rotolar sui sassi, scudi infranti e spezzati, stuoli di vassalli colpire tutti insieme, e i cavalli dei morti e dei feriti errare per il campo alla ventura. E allorquando in battaglia sie entrato, ogni uomo ben nato pensi solo a schiantare teste e braccia, chè assai meglio è morire ch'esser vivi e vinti. Io vi dico e annuncio che nel mangiare, nel bere e nel dormire, non provo tanta gioia che a sentir gridare: "Dalli dalli" da entrambi i lati, e "Aiuto! Aiuto!" e vedere grandi e non grandi frammisti cadere sull'erba e nei fossati e i corpi morti cui dalle coste spuntano i monconi di lance coi guidoni. Signori, a voi tutti è più bello dare in pegno villa, città e castello che alla guerra rinunciare, perchè essa è vita e speranza".
E gli davano retta.
Tanto è vero che ai suoi spettacoli erano sempre presenti un vescovo e due notai, perchè la gente si precipitava e dava le proprie proprietà e i propri averi alla Chiesa pur di avere la possibilità di indossare una divisa, avere un cavallo bardato, essere armato, e partire per la guerra in Terra Santa.
Bertran de Born è stato il più grande guerrafondaio d'Europa. Le sue gesta, canzoni e parole hanno alimentato per quasi 120 anni l'immaginario collettivo dell'epoca.
Finchè non arriva Dante Alighieri che attribuisce alla "vanità intellettuale dei nati servi serventi, co'l pensier più incline alla moneta dei serpenti che alla gioia del viver la luce delle menti" e lo sbatte all'Inferno per l'eternità.
Secondo Bertrand Russel, fu proprio questo canto, il XXVIII dell'Inferno, che rese Dante inviso alla Chiesa e lo sommerse di guai. Questo celebre combattente inglese per i diritti civili, nel 1952 aveva definito Dante "il primo grande pacifista d'Europa, affossatore di guerrafondai e di violenti predatori". 
Lo stesso Dante, nello spiegare a Virgilio il motivo di questa condanna, ci fa sapere che il signor de Born, quando era consigliere del re Enrico II, aveva contribuito "a metter figli contro padri" diffondendo l'odio cieco tra diverse generazioni, mettendo gli uni contro gli altri, impedendo così l'evoluzione e il progresso pacifico. E' la stessa bolgia nella quale, a circa 500 metri di distanza, si trovano Maometto e Alì, condannati a una pena diversa: devono aggirarsi in quel deserto avendo perso il senso dell'orientamento senza sapere dove andranno mai a parare. Non sono condannati per apostasia, no, perché Dante amava l'accoglienza della diversità di cui lui era un grande sostenitore; ma per aver creato zizzania tra i popoli e aver messo i figli contro i padri, impedendo in tal modo la trasmissione della sapienza tradizionale e della "infinita saggezza del buon senso".
La cultura italiana accademica, da sempre al servizio delle suggestioni vaticanensi, ha oscurato questo canto fondamentale definendolo -certamente non a caso- il più scarso e debole dell'intera cantica dell'Inferno. 
C'è chi, invece, negli ambienti colti europei, da quando è uscito il video del califfo, ha recuperato il canto XXVIII approfittando del fatto che l'immagine è la stessa.
E' la condanna all'inferno per l'eternità riservata agli intellettuali che hanno venduto la loro testa e il loro sapere accecando le menti del popolo.
La legge del contrappasso non perdona. E così, Dante gliela mozza di netto. Non solo. Li costringe a tenerla per i capelli "quasi fosse una lanterna" con i propri occhi che guardano ciò che resta di loro. E' l'impossibilità degli artisti e degli intellettuali venduti  "alla vil moneta dei serpenti" di poter aspirare ad avere una vita interiore, di riflettere, di elaborare, di produrre "visioni" perché la loro corruttela e avidità ha determinato e provocato la perdita dell'intera testa.

Ah! Fortunata l'etnia e il popolo che ha avuto un così grande maestro.

Siamo figli di Dante, e quindi ancor più colpevoli per aver dilapidato una colossale fortuna.
Non ce l'ha presa nessuno la cassaforte della nostra grande cultura, dato che l'Europa ci ha sempre riconosciuto di aver fondato la Grande Arte e la Grande Scienza, con Dante Alighieri e Galileo Galilei.
Se noi, che siamo gli eredi di questa tradizione, non siamo stati in grado di metterla a frutto, la responsabilità è di tutti coloro che hanno scelto di dar retta a Bertran de Born.
Per questo la Germania vince.
Perché ad incontrare la Merkel ci va Renzi.
Perché contro una squadra come il Bayern si va all'attacco frontale invece che in difesa
Poi, sul campo, si corre il rischio che vada a finire 7-1.
Altro che pugni sul tavolo.
Ringraziamo il cielo se ancora non hanno deciso di praticare l'eutanasia assistita: siamo agonizzanti con il boccaglio attaccato a una macchina e fingono tutti di essere dei grandiosi combattenti in smagliante forma fisica con splendide idee creative, dentro un cassetto.

11 commenti:

  1. Oggi alcune commissioni del Comune di Roma erano riunite in una seduta congiunta, con i componenti a discutere se fornire il "pubblico interesse" al progetto di uno stadio di calcio, di proprietà NON della società as roma, ma di una società di proprietà dell'attuale presidente della as roma.
    Per realizzare l'opera i proponenti, tra cui un noto costruttore romano che ha realizzato uno dei centri commerciali più grandi d'europa, chiedono anche di poter costruire, accanto allo stadio, tre grattacieli alti 220 metri, per uso ufficio, così da far comparire nella città una nuova centralità urbana in un'area che nessun piano regolatore aveva definito tale.
    Tra l'altro l'area, oltre ad essere zona di esondazione del fiume Tevere, è situata accanto al più grande depuratore cittadino, con gli odori che si possono immaginare.
    E' chiaramente una operazione speculativa, che non porterà alcun vantaggio nè alla cittadinanza, che anzi subirebbe i danni di una nuova centralità urbana in un'area inadeguata ad ospitarla e nemmeno alla società di calcio, che continuerebbe a pagare un affitto per potervi giocare.
    Il ruolo di De Born è, nella vicenda, interpretato dal sindaco, i membri della giunta, della maggioranza (qualcuno anche dell'opposizione) e da tutte quelle persone che, conoscendo perfettamente i termini della vicenda, compresi quelli più "oscuri", ne avallano la realizzazione.
    Mentre la squadra del Bayern divide la proprietà del suo stadio con l'altra squadra cittadina e mette a frutto il proprio bene (che non è di proprietà di un'altra società del suo presidente), qui a Roma si pensa a come far rientrare dei propri crediti "incagliati" un primario istituto bancario (oramai di proprietà più internazionale che italiana). Purtroppo la lezione impartita dai grandi artisti del passato non è stata imparata (e nemmeno capita), allo stesso modo di come i nostri amministratori conoscono la grammatica italiana. Ascoltare un assessore, riferendosi a due differenti linee di metropolitana, dire: "entrambe le due", fa capire quale sia il livello raggiunto dai nostri concittadini. Se questi sono i "nostri" rappresentanti...altro che 1 a 7!

    Paolo

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  2. I grandi pescatori(più spesso pescatrici) di perle , ogni tanto , ne portano in superficie una particolarmente luminescente....
    Tanto,che si sente il bisogno di esserne illuminati più da vicino,e di restituirle con un'accogliente carezza ,un caldo abbraccio, il bene comune che ha suscitato.

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  3. Ogni paese ha le sue peculiarità. La nostra, come italiani, è quella di essere furbi, di quel tipo di furbizia che spesso si tramuta in stupidità. La peculiarità dei tedeschi è quella di essere nazisti.
    Vien da se che in un’ipotetica partita, nazisti contro furbetti, i primi vincerebbero 7 a 1, ma questo non li rende migliori.
    Ho conosciuto, in gioventù, ragazzi tedeschi e devo dire che, presi singolarmente, mi piacevano. Erano onesti, specie nei confronti dei sentimenti, dell’amicizia, cosa che invece spesso non si può dire di noi. Gentili e disponibili all’inverosimile (sempre per i nostri standar), ma poi in gruppo si trasformavano. Rossi di alcol si trasformavano in gente volgare, violenta e completamente assimilata alle logiche del gruppo.
    Non so perché, ma noi italiani abbiamo sempre nutrito un senso di inferiorità nei confronti dei tedeschi. Siamo da sempre i loro lacchè, tranne che durante sporadici episodi, come quello della Lega Lombarda (quella vera, non quella di Bossi), per poi tradirli e mollarli al loro destino quando le cose vanno male. Questo aspetto storico dell’Italia loro. I tedeschi, non ce lo perdoneranno mai. La lealtà è la loro migliore virtù e noi ne siamo completamente sprovvisti.
    La Germania potrà anche vincere una partita per 7-1, ma alla fine la guerra la perderà, come al solito e noi, che siamo i loro migliori alleati in questa crociata dell’Europa e dell’Euro, quando le cose si metteranno al peggio, volteremo gabbana, come di nostra abitudine.
    D.

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    1. Io non ho mai capito perche' se i governi italiani cambiano alleanze sono voltagabbana, mentre se a cambiarle sono, che so americani o inglesi, e' sano pragmatismo...

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  4. Solo un appunto alla parte riguardante la Divina Commedia.
    Dante su Maometto ed Alì mentiva sapendo bene quale enorme contributo gli era stato fornito dall’Islam nella composizione.
    In realtà la Divina Commedia è lo spaccato di un percorso iniziatico, il cui sfondo non è che la rappresentazione riadattata dell’universo cosmologico islamico ed il contenuto è gran parte cooptato dall’escatologia islamica.
    Consiglio a proposito la lettura di “Dante e l’Islam” di Miguel Asin Palacios. Testo che può chiarire le idee su Dante meglio di qualunque altro.
    D.

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  5. Che strano, un guerrafondaio che è stato accolto e appoggiato dalla santa romana chiesa...... Di questi tempi avrebbe anche potuto amministrare lo ior.
    Sarebbe bello approfondire certi argomenti, non so se hai visto Lost, io ne ho avuto la sfortuna ed è l'esempio perfetto di spappolamento e appiattimento delle menti, pur amando la fantascienza, Lost è una delle più colossali prese per i fondelli che ci ha servito Hollywood gli Studios o chi per essi. La serie offre un'infinità di emozioni piacevoli o eccitanti (oltre il pathos), ed è recitata da personaggi fighi e glamour pur essendo completamente senza senso.
    La produzione ha sempre affermato che tutto avesse un senso e che bisognava pazientare fino alla fine. Non a caso uscì questo lungimirante video (mi pare prima dell'ultima stagione) : http://www.youtube.com/watch?v=Yk6AyGnnltw .
    Capisco che nel cuore tu abbia ancora gli States e oltreoceano i numerologi sono alla stregua dei predicatori, il mantra del nulla perpetrato dai media all'infinito. Il film "Number 23" potrebbe tranquillamente trattare l'8, il 7, il 10 o il 16, i numeri sono solo numeri e se si prende a caso un punto su di una retta le probabilità maggiori sono quelle di trovare un un numero aperiodico irrazionale. Essendo infiniti non si può affermare che ce ne siano più di un tipo o dell'altro, ma i numeri sono ancora peggio dei pc o dei telefonini smart, quelli che noi capiamo e gestiamo direttamente, anche se approssimati, sono una frazione pressochè infinitesimale della totalità.
    Ora saluto tutti che devo andare a giocare al lotto i miei numeri fortunati

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  6. Ma smettetela con questa storia delle differenze tra tedeschi e italiani...qui i popoli non centrano nulla...noi italiani come popolo siamo circondati e massacrati da forze esterne ed interne al paese senza possibilita` alcuna di scelta...l'unica alternativa rimasta e` la lotta (dura, non necessariamente armata) ma vogliamo risparmiare questo scempio ai nostri figli quindi siamo stretti in un giogo da cui difficilmente ci si puo` districare...chi ci comanda lo sa chi ha creato tutto questo sa benissimo dove siamo finiti e come mantenere lo status attuale a tutto vantaggio di pochi...non ce la menate con queste supercazzole !!!

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  7. Salve...leggo ogni post dei suoi e volevo farle i complimenti, dovrebbero essere letti in prima serata a reti unificate invece di essere censurati..penso ke l Italia non si riprenderà mai il sistema è marcio tutto e il suo controllo è capillare e curato in ogni minimo dettaglio..grazie alla diffusa ignoranza e controllo dei media sono riusciti a neutralizzare anche il M5S

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  8. Il M5S e` certamente stato massacrato dall'impianto mediatico attuale e dal sistema di potere vigente ma ci ha messo del suo e si schianta sull'unico punto su cui si schiantano tutti (sindacati compresi) non ha il coraggio di portare qualche milione di gente in piazza (stanno aspettando qualcuno che li guidi ma questo non si trova) e non al circo massimo a contarsi ma davanti al parlamento con un idea chiara su cosa chiedere e forzare le istituzioni a farlo. Hanno ceduto alla "politica" cominciando a discutere con Renzi&co determinandone agli occhi di chi li vede (e non e' informato) la legittimita` e l'attendibilita` istituzionale (se parli con qualcuno implicitamente lo stai rendendo attendibile come interlocutore) ed era quello che voleva il PD&Co, dopo questo e` stata fatta la frittata, se ci metti insieme che non e` stata ancora applicata una vera forma di democrazia diretta neanche nel movimento a quel punto il castello su cui hanno costruito il 25% iniziale e` volato via in un soffio, detto cio` ci possiamo aggiungere la question euro e la minchiata del referendum che non serve (e` come se per decidere se devo eliminare dal mercato un medicinale che fa male faccio votare tutti e non faccio invece decidere a dei competenti), su questo tema si sono talmente impantanati che l'uscita dall'euro era stata votata dalla base ma elusa dai vertici "perche` coinvolge 60 milioni di persone"(Messora docet) quindi la democrazia direta si applica a discrezione di Messora&Co...sveglia belli

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  9. Anonimo che ha scritto il messaggio qua sopra, il tuo ragionamento in se non è sbagliato, ma manca di un ingrediente cruciale: realismo politico. L'm5s non combatte dentro il blog, ma la fuori e deve usare realismo politico, quindi se gli attacchi mediatici sono all'ordine del giorno e si spala merda ogni giorno, come pensi possano accogliere una marcia verso il parlamento? L'avversario lo si logora, si cerca di mostrarsi ai suoi occhi deboli, si cerca di deviare la discussione ai punti che interessano, si entra dentro le loro case è un lavoro graduale, ma che richiede realpolitik, così come l'uscita dall'euro, argomento c he non poteva essere affrontato prima e non certo prima del 2013 altrimenti il 25% lo vedevano dal lanternino, mentre invece sono sempre stati euroscettici, che è cosa più sana di un'uscita unilaterale dall'euro, che se non cambia il sistema Italia serve a poco.
    Anonimo 2bis

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  10. Copio da un post che trovo su Twitter:

    Is having the Euro good or bad for your country?
    Good - 43%
    Bad - 47%

    Questa e` la risposta IT, siamo proprio sicuri che il 25% con uscita da euro "lo vedevano solo dal lanternino" ? io non ci scommetterei una mano

    Degli esempi pratici rispetto a quello che dicevo o delle controprove se cosi` vogliamo chiamarle le troviamo nell'atteggiamento leghista, attuale "owner" a livello politico del "fuori dall'euro", la lega sta crescendo principalmente per questo argomento che tenta di usare come tavola da surf, il motivo per cui la lega non sfonda del tutto e` semplice, chi come me viene da quella che potremmo definire "sinistra" come ideologia politica di fondo ovviamente non andra` mai a votare per una partito come la lega (dato il passato politico e la base razzista).
    Il M5S dal canto suo ha al suo interno diversi delusi provenienti dalle piu` svariate "correnti politiche", la mia opinione che vale quanto una cicca masticata e` la seguente.
    Se M5S riprende in pieno l'approccio "anti casta" si depura da derive fascistoidi e razziste ed abbraccia in pieno e scientemente la tematica no euro (senza tentennamentti quali referendum), fa portare avanti tematiche tecniche da specialisti riconosciuti (e non da ragazzotti di primo pelo) e acqusisce in pieno l'approccio "democrazia diretta" su tematiche di ordine generale (inteso per le quali non servano competenze tecniche specifiche) allora sfondano. Mi permetto di aggiungere un dato importante, non devono andare in TV ma devono usare un approccio (come stanno tornando a fare da un po) improntato sulle piazze e le comunita`.

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