Questo post contiene due notizie, anzi
quattro: la prima è bellissima, la seconda è bruttissima, la terza è
bellissima, la quarta è bruttissima.
E infine, un breve commento.
La prima bellissima notizia è relativa a quella squisitezza tutta nostra,
unica e italiana, quel valore aggiunto che mescola cultura e creatività, imprenditorialità
e stile, eleganza e rischio, ed è sempre stata (e sempre sarà) imbattibile: il
Made in Italy. E’ ciò che fa dire di noi italiani, in tutto il mondo: “però,
come lo fanno gli italiani, non lo fa nessuno”.
Si tratta di quella che la guida Michelin ha definito “la più bella
libreria del mondo”, quella di cui lo scrittore giapponese Haruki Murakami
parlava in un suo articolo apparso qualche mese fa, in cui raccontava l’esperienza
che ha vissuto quando ci era andato “vale la pena di attraversare il pianeta e
andare da Tokyo in Italia soltanto per andare a trascorrere una giornata in
questo posto a Venezia: è una esperienza mistica zen”. Così, la libreria viene
descritta in un articolo apparso nel maggio del 2013 sul sito “amanti dei libri”
La si può descrivere come una delle
librerie più bizzarre e originali del mondo e si trova proprio in Italia,
a Venezia. Si chiama “Libreria Acqua Alta” e
su internet è stata definita “la libreria più bella del mondo”. I
suoi centomila libri in vendita, fra nuovi e usati, non sono sistemati
ordinatamente sugli scaffali, ma accatastati all’interno di barche, canoe,
gondole e vasche da bagno.
La stravaganza di questa enorme
libreria in Calle Lunga Santa Maria Formosa, ricavata da un
magazzino al piano terra che l’acqua alta “visita” frequentemente, attira
l’attenzione di tutto il mondo: i giornalisti stranieri ne sono affascinati, i
giapponesi hanno già realizzato numerosi servizi per le loro televisioni;
inoltre, i turisti francesi e tedeschi vogliono assolutamente visitarla.
Il suo ideatore si chiama Luigi Frizzo e nove anni fa ha aperto “Acqua Alta”, oggi ha 72 anni e racconta quanto sia importante per lui che l’intelletto, le mani e la creatività siano una cosa sola: “Non si può solo leggere e studiare: bisogna anche fare, creare qualcosa con le mani – dice Frizzo – Solo facendo, si salta fuori: i libri parlano per insegnarci come agire”.
Nella libreria ci sono libri introvabili sulla storia di Venezia, classici in lingua straniera, fumetti, stampe, cartoline, una galassia di esemplari sull’erotismo, e persino i profilattici del Casanova, che i turisti comprano come souvenir. Le uniche cose “tecnologiche” presenti nella libreria sono il telefono e la luce elettrica.
Gianni Coppola, il fidato collaboratore di Frizzo, è colui che cerca tutti i libri che desiderano i clienti e racconta come, quando la marea cresce, i due soci vendano i libri con gli stivali di gomma addosso. In questo posto, infatti, l’acqua entra che è un piacere, ma i libri sono tutti sistemati a quindici centimetri da terra, grazie all’utilizzo di barche, vasche da bagno e una gondola, posizionate lì apposta per mettere in salvo i volumi dall’acqua, ma anche per dare un’identità particolare a questa fantastica libreria.
Il suo ideatore si chiama Luigi Frizzo e nove anni fa ha aperto “Acqua Alta”, oggi ha 72 anni e racconta quanto sia importante per lui che l’intelletto, le mani e la creatività siano una cosa sola: “Non si può solo leggere e studiare: bisogna anche fare, creare qualcosa con le mani – dice Frizzo – Solo facendo, si salta fuori: i libri parlano per insegnarci come agire”.
Nella libreria ci sono libri introvabili sulla storia di Venezia, classici in lingua straniera, fumetti, stampe, cartoline, una galassia di esemplari sull’erotismo, e persino i profilattici del Casanova, che i turisti comprano come souvenir. Le uniche cose “tecnologiche” presenti nella libreria sono il telefono e la luce elettrica.
Gianni Coppola, il fidato collaboratore di Frizzo, è colui che cerca tutti i libri che desiderano i clienti e racconta come, quando la marea cresce, i due soci vendano i libri con gli stivali di gomma addosso. In questo posto, infatti, l’acqua entra che è un piacere, ma i libri sono tutti sistemati a quindici centimetri da terra, grazie all’utilizzo di barche, vasche da bagno e una gondola, posizionate lì apposta per mettere in salvo i volumi dall’acqua, ma anche per dare un’identità particolare a questa fantastica libreria.
Una cosa di cui essere davvero orgogliosi.
La seconda notizia, davvero bruttissima, consiste nel
fatto che la libreria, purtroppo, chiude in questi giorni, e stanno svendendo a
pochi euro i libri per sloggiare: una tragedia. La notizia è stata diffusa
dalla rivista wired sul suo sito web “wired.it” con un titolo a effetto:
https://www.facebook.com/wireditalia/posts/639372132767701 "chiude a
Venezia la libreria più bella del mondo”.
La notizia è stata diffusa due giorni fa
e da allora circola in rete, riempiendo di sgomento e tristezza non soltanto i
veneziani ma tutte le persone che hanno seguito la vicenda.
La terza notizia, davvero bellissima, è
che la notizia diffusa da wired.it è una bufala.
Nel senso di clamoroso e volgare falso.
Una notizia inventata di sana pianta. Ho parlato per telefono dieci minuti fa
con il proprietario e ideatore Luigi Frizzo, il quale mi ha raccontato (davvero
sconcertato) che da ieri è sommerso da telefonate di gente che vuole sapere
quando chiude e lui non capisce che cosa sia accaduto.
Un sito gestito da un gruppo di
veneziani che fanno pubblicità alle bellezze che Venezia può offrire al turismo
internazionale ha pubblicato la smentita che trovate qui
Non chiude la Libreria Acqua Alta. Da un paio di giorni si era
rincorsa per il web la clamorosa e triste notizia di una imminente chiusura
della Libreria Acqua Alta, “the most beautiful bookshop in the world”, come
recita una scritta fuori dal negozio (vedi foto). Allora, sollecitato anche da
una gentile lettrice del blog, in apprensione per la sorte della libreria, ci
sono andato oggi per verificare la situazione di persona.
Uno dei proprietari (non era il
mitico Luigi Frizzo) mi ha assolutamente smentito la chiusura della Libreria
Acqua Alta e mi ha riferito che la voce di una tale eventualità era stata messa
in giro in internet chissà da quali persone. I fedeli clienti di questo negozio
possono quindi dormire sonni tranquilli: continueremo a vedere aperta la Libreria Acqua Alta per molto tempo ancora,
così come si potranno accarezzare i simpatici gattoni che vivono al suo
interno. Comunque, per avere una smentita “ufficiale” della chiusura, mi
recherò nuovamente nella libreria quando sarà presente il Sig. Frizzo. Il quale
spero metterà la parola fine a questa messa in scena, ordita presumibilmente da
chi voleva fare della cattiva pubblicità alla Libreria Acqua Alta.
Infine, la quarta e bruttissima notizia, che consiste
nell’ennesima manifestazione di involgarimento del tessuto connettivo dello
scambio sociale in Italia, basato sull’inganno, il falso e la furbizia. Poiché hanno
capito tutti che la rabbia, il livore, l’incazzatura e lo sconcerto regnano
sovrani, diffondono sciocchezze prive di Senso di indubbio effetto emotivo con l’unico
e dichiarato intento di lucrare sulla vostra ingenua, onesta e sincera
indignazione, facendo presa sullo stato di sfacelo emotivo della
cittadinanza. L’obiettivo è conquistare contatti per guadagnare dalla pubblicità.
E’ una moda ormai dilagante (tutta italiana, ahimè)
che sta velocemente trasformando il web in una immonda spazzatura dove vincono
i più furbi, i più volgari, i meno colti e preparati. La notizia è scomparsa
sostituita dal titolo di forte impatto ma quando si va a cliccare e si entra
dentro non c’è (molto spesso) nessuna notizia e ci si trova sommersi dalla
pubblicità. Campione negativo di questa oscena moda è il sito lafucina.it.
Si cercano soltanto brutte notizie, pugni allo stomaco
per far salire la rabbia e l’odio.
Il tutto condito e accompagnato da roboanti
sottotitoli del tipo “questo sito vi dice cose che nessun altro sito vi dice”
oppure “questo è il sito che vi rivela cose che la casta non vuole che voi
sappiate” ecc,ecc. Questo fenomeno sta provocando una situazione che sta
avvilendo e svuotando l’informazione perché nella stragrande maggioranza dei
casi questi siti e questi blog sono gestiti e diretti da persone che non sono
professionisti, non hanno idee, non hanno nulla da dire, non sanno niente,
copiano roba in giro e veicolano dei sentiti dire e banalità demagogiche
imparaticce e niente di più; si tratta di persone singole (gruppi e aziende)
che hanno bisogno di soldi e hanno capito che se si scrivono delle righe (si fa
per dire, di solito è roba scopiazzata) in cui si manifesta l’odio per le
banche, il disprezzo per i disonesti, l’indignazione contro il privilegio,
allora si fa audience.
E’ la trasposizione sul web del meccanismo mercatista pubblicitario
di Berlusconi, basato sul pedinamento della pancia delle persone per impedire
loro di pensare e di ragionare, regalando la scarica di adrenalina legata all’evento
annunciato nel titolo. La gente, ormai assuefatta, nonostante sia continuamente
ingannata e truffata, seguita a digitare facendo click perché ogni volta pensa
(e spera) che ci sia davvero ciò che il titolo annuncia, e nonostante la
delusione provata ingloba la spazzatura e la volta dopo ci ricasca.
C’è chi aggiunge immagini erotiche molto forti,
dichiarazioni estrapolate dal contesto che falsificano l’evento, notifiche di
eventi mai realizzati.
Andando avanti così, l’informazione sul web finirà
per diventare una piattaforma circense
priva di alcun valore dove la gara è a chi denuncia l’evento più fosco e
torbido, riproponendo un modello televisivo nella versione copia/incolla dallo
schermo tivvù a quello del computer.
E’ un segnale dell’appiattimento culturale della
nazione, che finirà per fare il gioco della televisione e dei loro programmi
spazzatura.
Per poter sottrarsi a questa tragica moda che è ormai
dilagata è necessario cominciare a trovare dei meccanismi pubblicitari di tipo
diverso e originale, non legati cioè ai contatti.
In un paese di furbi truffatori come questo vuol dire
esporsi di continuo al rischio di essere ingannati.
Non è un caso che lentamente si sta creando una forte
spaccatura tra siti e blog solidi (qualunque siano le opinioni espresse) e il chiacchiericcio
di denuncia il cui unico obiettivo è riuscire a imbonirvi, trasformandovi in
piatti robot che pigiano un tasto a comando, senza sapere che siete diventati
degli inconsapevoli procacciatori d’affari per far guadagnare qualche centesimo
di euro a qualcuno che non ha niente da dire e nel caso abbia una qualche idea
su qualcosa non sa come si fa ad esprimerla.
Non ne posso più di queste truffe continue.
Se non cominciamo a praticare una inversione di
tendenza, il web, in Italia, diventerà molto presto inutile, se non per chi
guadagna sulla buona fede delle persone ingenue..
E la cosa più sconcertante, almeno per me, è che uno di questi siti si trova proprio sul blog di Grillo,
RispondiEliminaQual'è?
Eliminatze tze
Eliminaconcordo in maniera assoluta!
Eliminastrillano dei titoli talmente esagerati per alloccare la gente a cliccare che sembrano i titolisti della repubblica!
Tranquillo, comunque c'è il tuo blog e non solo, qualcosa vorrà dire. La buona fede è una buona cosa, l'ingenuità una colpa. Paghino il dazio le persone ingenue per la loro ingenuità e si auguri loro di farne tesoro. La cultura serve per difendersi dagli intellettuali. E' con le parole che si mandano a morire la persone. Affinché si scateni una guerra, è necessario convincere e convincersi che sia giusto: è qui che inizia la strage. Paolo Federico
RispondiEliminaVoglio dire, il mondo è dei forti e dei furbi. Non l'ho detto io, ma è un dato di fatto. Contro i forti non c'è alternativa che affrontarli vincendo la paura, magari proprio mettendosi insieme, facendo comunità intorno alle idee; contro i furbi è necessario dotarsi degli strumenti della cultura, della conoscenza. Non vi sono scorciatoie, in questo senso timore ed ingenuità sono delle colpe che generano esse stesse prepotenza e furbizia. Paolo Federico
Elimina"Timore e ingenuità sono delle colpe che generano esse stesse prepotenza e furbizia".
EliminaSarà mica parente di uno di quei giudici della Cassazione che qualche anno fa decretò che una ragazza pugliese, violentata dal suo istruttore di guida nel 1999, in fondo se l'era cercata indossando quel paio di jeans così provocatoriamente attillati (oltre che così difficili da sfilare, senza il previo e pieno consenso della 'vittima')?
Comunque sia, buone feste anche a Lei (con la speranza che non esageri con l'ascolto di "Sweet Dreams" di Marilyn Manson, tra un ballo del mattone e l'altro).
marilù l.
Signora Marilù, mi creda, quello che volevo dire è lontano mille miglia da ciò che lei ha capito sicuramente per colpa mia, perché non ho saputo spiegarmi bene. Se la ragazza violentata non ha avuto timore di denunciare il suo aggressore, significa che la storia ha avuto un seguito, non è finita lì con una resa, ha avuto coraggio, ha combattuto, in questo caso ha perso, ma il suo aggressore, il prepotente, ora sa che per quanto forte c'è un limite anche per lui, c'è un rischio concreto. C'è una canzone di Vasco Rossi che fa così " guardala in faccia la realtà, è più sicura-guardala in faccia la realtà, è meno dura". Spero tanto di essermi fatto capire. Buone feste anche a lei. Paolo Federico
EliminaGrazie a Lei e a questo Suo sito, abbiamo uno strumento in più per difenderci da truffatori e burloni vari.
RispondiEliminaAuguri sentitissmi di buon Natale e felice 2014 a Lei e a tutti i Suoi cari.
marilù l.
Auguroni a tutti i lettori e un abbraccio a Sergio che prima o poi ci darà solo delle buone notizie!
RispondiElimina:D