martedì 6 maggio 2014

E' colpa nostra se la ferocia violenta dilaga negli stadi. Ennesimo paradosso di una nazione malata


di Sergio Di Cori Modigliani




Prosegue la polemica sul calcio che si tinge della consueta ipocrisia italiota.

E così, finiamo tutti vittime di un grande Paradosso: la verità è che la responsabilità di tutto ciò pesa sugli innocenti in assoluto, cioè noi tifosi, perchè -travolti da legittima passione- seguitiamo a seguire con calore le vicende di questi miliardari viziati e corrotti, pur sapendo che il campionato è falsato, che le partite sono truccate, e che i cosiddetti ultras sono regolarmente foraggiati, sostenuti, in alcuni casi addirittura stipendiati dalle società (in Italia, tutte) in quanto vengono considerate utili bestie: quando serve, sono in grado di provocare l'atmosfera necessaria X che serve per chiudere o non chiudere un certo affare lucroso. 
Un po' come fanno i finanzieri in doppio petto d'alto bordo, con tanto di laurea alla Business Harvard School of Business, i quali non lesinano mai l'incontro con superboss criminali che contano nel mondo degli affari.
La colpa è di noi tifosi, paghiamo come cittadini il prezzo della nostra autentica passione.
Ci hanno sporcato anche questa.
Peggio per tutti noi che siamo innamorati delle puttane, non possiamo lamentarci.
E' come nella Politica: in Italia tutti si lamentano ma seguitano a votare per mafiosi, criminali, mascalzoni, delinquenti, sapendolo.
Quindi, di che stupirsi?
Non esistono bestie napoletane, romane, bergamasche, udinesi, genovesi o sarde. 
Esistono le bestie e le persone civili. Punto. 
Dovremmo fare tutti d'accordo lo sciopero del tifo. 
Questo dovremmo fare, e allora le società e l'industria pubblicitaria si allarmerebbe.
Gli ultras vincono perchè in questo paese la criminalità organizzata è diventata l'elemento portante del marketing sociale e sa come mettere gli uni contro gli altri. 
Tutto ciò è il risultato della cultura dell'odio. 
Una cosa è odiare la squadra avversaria e la città che rappresenta: anticamera della inciviltà bestiale. Ben altra cosa, invece, è amare e sostenere la propria squadra senza sentire necessità alcuna di odiare chicchessia. Se uno è innamorato di una donna che si chiama Carla, questo non vuol dire che sia obbligato a odiare quelle che si chiamano Gabriella o Simona. E' come nel giornalismo e nella politica, e in Italia il disfacimento è forte. Ascoltare sulla Rai, ente pubblico, un Berlusconi che viene intervistato a casa sua e spiega perchè "Grillo è come Hitler" a mio avviso autorizza con semaforo verde qualunque scervellato a fare qualunque cosa in qualsivoglia segmento della vita pubblica. E' la violenza quotidiana del dibattito e dello scambio sociale in Italia che genera odio. Ai livelli più bassi e degradati si riflette poi negli stadi dove esplode la furia del disagio sociale. A mio avviso non c'entra la destra o la sinistra, neppure il campanilismo. 
E' ferocia pura, sdoganata dalla latitanza del Senso Civico. 
Nessuna importante personalità politica denuncia, scandalizzandosi, la presenza di Berlusconi ogni giorno su tutte le tivvù? Bene, il risultato, a livelli più bassi, è lo scatenamento degli impulsi più aggressivi, primitivi, bestiali.
Perchè tutto è lecito, in Italia: vince il più forte.
Leggere oggi, sui quotidiani, polemiche astiose, campanilismi, difesa di questa o quella città, è perdente e inutile. Anzi. Alimenta ancora di più la violenza.
Pensavate che la discussione forte sulla trattativa Stato-mafia fosse una semplice disquisizione intellettuale tra giuristi di scuola diversa?
Nient'affatto, non si trattava di bizantinismi.
I magistrati fortemente dotati e pregni di senso civico, come Paolo Borsellino, sapevano con certezza matematica, che quel tipo di legame avrebbe comportato, lentamente, inevitabilmente, la diffusione della cattiveria e della ferocia in tutto il tessuto sociale.
Quando si invita a cena a casa propria una bestia, anche se ripulita, con una bella maschera da solido finanziere pieno di miliardi, non ci si può lamentare se poi, magari quando nessuno guarda, l'ospite di riguardo stupra in corridoio la cameriera, la quale verrà poi licenziata e identificata come una pazza malata di mente.
Come diceva il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa "con questa gente non ci si prende neanche un caffè".
Tutto il resto è fuffa.
Chi ha rapporti con queste persone è loro  complice. Con l'aggravante della responsabilità dovuta al  ruolo.
In Gran Bretagna, quasi trent'anni fa, hanno risolto il problema degli hooligans.
Dal 1986, in Inghilterra, è vietato per contratto qualsivoglia tipo di contatto o di relazione con tifosi organizzati. Ci sono tre clausole contrattuali che i giocatori devono sottoscrivere se vogliono giocare, a livello professionale, nella Premier League. Chi sgarra, va via. Nel 2013, quattro giocatori noti sono stati cacciati via perché hanno violato questo codice severissimo. Hanno pagato una fortissima penale e sono usciti per sempre dal mercato inglese.
E' colpa dei presidenti delle società.
E' colpa dei giocatori, ingenui o complici, a seconda del carattere.
Oggi, diventa colpa anche di quei giornalisti (soprattutto quelli sportivi) che difendono questa squadra contro quell'altra, questa città contro quell'altra, tentando di politicizzare la questione scomodando addirittura l'antropologia.
Il discorso è invece elementare.
Ma questo, si sa, è appannaggio dei paesi normali.
Noi non lo siamo.
Sabato scorso, nel caso ce ne fosse bisogno, l'ha visto in diretta televisiva tutto il continente europeo.
Non a caso, oggi, sia l'Ocse che le commissioni europee deputate gettano una bella secchiata d'acqua sull'aria di ottimismo renziano imposta dal governo. "La ripresa italiana è di molto inferiore alle aspettative, l'Italia è ancora molto debole e fortemente fragile" hanno dichiarato questa mattina.
Grazie per questo necessario bagno di realtà.
Lo sapevamo già da noi.
Così come sappiamo che i violenti controllano gli stadi italiani e che il calcio italiano è corrotto e sporco.
E' colpa nostra.
Paghiamo a caro prezzo l'amore per uno splendido sport appassionante.
Per fortuna ci sono Sky e Premium, così si possono seguire alla tivvù le imprese delle squadre di calcio spagnole, inglesi, tedesche.
Tra l'altro, giocano molto meglio delle nostre.
E non è un caso.
La mafia, la violenza, la presenza della criminalità organizzata, lo sanno anche i bambini, abbassa sempre il livello qualitativo dello scambio sociale.
Gli italiani ipocriti fingono di scoprirlo soltanto oggi.

5 commenti:

  1. leggo da esule (non in patria ma all' estero), questo blog ormai da tempo. Non spreco parole sulla sua profondita' e veridicita' nell' analisi, da ricercatore quasi. Antropologicamente e storicamente perfetta. Genuina ed ingenua quasi. Ottimisticamente ingenua. I tempi stanno cambiando anche in Italia. Il risveglio collettivo...Mi verrebbe da fare un parallelo con quello che un italiano vive sulla sua pelle all' estero. non ci sono molte differenze tra la Germania, l' Olanda, l' Inghilterra e l' Italia. Sicuramente a livello socio-antropologico mancano in quelle nazioni la ferocia, il malessere sociale, il mercatismo-narcisismo in tutti i suoi strati sociali. A livello sistemico mancano poi quei "pilastri" che fanno le sorti dell' Italia: Stato (come oligarchia-sistema fine a stesso), Mafia (o criminalita' organizzata, come braccio violento della prima ma con propri interessi) e chiesa (come sistema di valori e dogmi conservatori decadenti). Non mi dilungo oltre sulla forte valenza e permeanza nel pensiero del cittadino di ogni nazione della sua credenza religiosa. In Italia essa e' forte piu' che mai. E' percepibile. Sempre rinforzata quotidianamente (il Papa onnipresente sulla Rai...). Come in basso cosi' in alto. Direbbe qualcuno. Per scardinare un poco le tre forze che fanno le sorti dell' Italia si potrebbero delocalizzarle un po'? Tipo spostare il vaticano per 5 anni in Olanda e/o commissionare l' Italia? Mi domando poi a volte se il buon governo di una nazione debba solo essere improntato a principi etico-morali e non anche a principi estetici e psicologici. Ah vero....dimenticavo la "dimensione" culturale italiana attuale...i talk show. Quel Dio che dovrebbe essere "di casa" proprio in Italia, dall' Italia cacciato per sempre.

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  2. Se non fosse che non è più possibile ridere per le stupidaggini trite e ritrite dei politicanti che s'indignano, promettono mari e monti al grido di ora basta! mai più! ecc....tutte cose già sentite in decine di altre occasioni, un po' come lo straccirsi di vesti di fronte all'ennesimo terremoto, l'ennesima frana, l'ennesima alluvione, l'ennesima morte sul lavoro, l'ennesimo stupro ecc....ogni volta il solito teatrino.
    Ho trovato allucinante l'invettiva di Napolitano contro le commistioni tra società di calcio e mondo ultrà, la vergogna per il fatto che lo Stato abbia dovuto trattare con Genny a' carogna, si lo stesso Napolitano che ha fatto distruggere le intercettazioni sulla trattativa Stato-Mafia, lo stesso Napolitano che continua a mantenere un Parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale, lo stesso Napolitano che non pronuncia una parola sull'illegittimità (anche questa dichiarata dalla stessa Corte) del finanziamento pubblico che i partiti incamerano da oltre 10 anni; proprio lui, Napolitano.
    E via dibattiti, ore di discussioni, Talk Show, pagine di giornali, opinioni di opinionisti................ridicolo ancora una volta, ridicoli.
    Ma come un paese il cui Presidente del Consiglio in carica senza che nessuno lo abbia votato è stato condannato in primo grado per danno erariale, un paese in cui gli ultimi 3 Presidenti del consiglio non sono stati votati ma nominati; un paese in cui tutti i giorni abbiamo dei pregiudicati siedono in Parlamento, nei consigli Regionali, Provinciali e Comunali votando leggi e provvedimenti; un paese in cui gente condannata, Totò Cuffaro, continua a percepire un vitalizio di 6mila euro mensili e con un Parlamento che boccia la proposta per far decadere il diritto al vitalizio stesso. Un paese in cui dei pregiudicati continuano tranquillamente a candidarsi per qualsiasi elezione? un paese in cui dei pregiudicati dirigono Banche o vengono nominati a capo di più o meno importanti aziende pubbliche o municipalizzate? Un paese in cui un Condannato in via definitiva ed interdetto dai pubblici uffici scrive le riforme al Presidente del Consiglio (mai eletto), partecipa alla campagna elettorale apparendo ogni giorno in televisione, concede interviste in cui insulta gli avversari e la magistratura (che ce l'ha con lui).
    Bene in un paese simile il simbolo del degrado della società sarebbe Genny a' carogna??????? A quando un DASPO per i condannati ed i corrotti perchè gli si impedisca di ricoprire qualsivoglia carica o incarico pubblico???

    Paolo da Monza

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  3. E' evidente l'incongruenza tra le chiacchiere sparate a raffica nelle interviste e la realtà del loro agire.

    Come definire la scelta del CSM, chissà da chi ispirato, che impone ai magistrati specializzati in inchieste di mafia, contro la corruzione, l'inquinamento ed altri delitti sociali di lasciare le inchieste in corso perché se ne occupano da 10 anni? E' come se un abile chirurgo specializzato in trapianti difficili e delicati dovesse lasciare il bisturi al novello assunto solo perché ha esercitato la sua professione per 10 anni. Ma chi è che le pensa queste norme?Forse perché certi magistrati, che hanno coraggio da vendere nel difendere lo Stato da mafie e criminalità varie, vanno fermati perché danno fastidio? Non potendoli o volendoli fermare col tritolo, come si fece per Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e molti altri, ma i tempi sono cambiati e forse venti anni non sono passati invano, si usano altri sistemi per continuare nella pratica dell'intimidazione e del ricatto.

    Come ai tempi di Piazza Fontana, di Moro e delle Br. Gladio e le varie P2 P3 P4 sono sempre attive... perché tutto cambi ... senza nulla cambiare. Altro che rivoluzione!

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  4. Dopo aver letto l'articolo e i commenti mi sento rincuorata,strano a dirsi data la drammaticità del momento storico,perchè sono cose che anch'io penso ma che troppo spesso non trovano riscontro nella vita di tutti i giorni.L'ipocrisia e la disonestà alterano i rapporti tra le persone,che sempre più raramente possono definirsi umani.La sensibilità e l'attenzione nell'articolazione dei propri pensieri sono rare da trovare.I principi che hanno ispirato UOMINI come i giudici Falcone e Borsellino,sono stati calpestati da una classe politica indegna, che spero venga presto cancellata da un'arma impietosa ma infallibile:la matita,col la quale noi cittadini ci riapproprieremo della nostra sovranità,troppo a lungo offesa.

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  5. Mi dispiace che una persona intelligente come lei faccia un'analisi così in bianco e nero, con la netta dicotomia buono/cattivo. Lei, signor Cori Modigliani, critica tanto la manipolazione mediatica, tranne cascarvici completamente quando non si parla di politica. Se lei crede che i tanti ragazzi che popolano una curva dello stadio siano dei delinquenti, vuol dire che non solo non ha mai messo piede in curva, ma nemmeno in uno stadio per provare a capire più da vicino chi sono questi ragazzi che si agitano con una bandiera e dietro ad uno striscione. Provi a farlo e si sorprenderà: ci sono il figlio dell'impiegato, l'imbianchino, ma anche lo studente fighetto con cinque carte di credito nel portafoglio. E' uno spaccato di società, uno dei più sani. C'è confronto e circolazione delle idee. Ciò che al sistema fa più paura. E se la gogna mediatica è stata così vasta e sproporzionata, decontestualizzata e finalizzata solo al trovare il mostro per riempire le pagine di cronaca, vuol dire qualcosa non va. Anche anche lei, dall'alto della sua intelligenza, c'è cascato come un pesce, così come ci casca ogni qualvolta che lei dice che in Inghilterra hanno debellato il problema della violenza, semplicemente delocalizzata rispetto ai salottini bene che sono diventati i lucrosissimi stadi inglese, dove la working class, e ora anche la middle class a causa del suo impoverimento, è sempre più allontanata per mancanza di quattrini. Lei, caro signor Modigliani, si informa e sa tante cose, ma non lo fa in maniera omogenea su tutti gli argomenti. Tuttavia, se qualcosa non la si conosce, è meglio evitare di parlarne. Ci sarebbe di tutto e di più da aggiungere, ma avendo capito la sua posizione nemmeno insisto. Concludo accennando alla delinquenza all'interno del movimento di aggregazione degli ultras: c'è, ed è quella che va debellata, perché il delinquente da un lato ricatta la società (o ne è persino complice), e dall'altra approfitta della buona fede di chi allo stadio va per passione, ovvero la maggioranza dei ragazzi che nulla possono contro "certi metodi". Ma le sue generalizzazioni, oltre all'esaltazione della partita in TV su Sky o Mediaset Premium (!) penso siano di comodo, di fronte ad un vuoto di argomenti sui quali non si sa nulla e, me lo permetta, anche un minimo incoerenti. Saluti

    Stefano

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