di Sergio Di Cori Modigliani
Post psico-esistenzialista sull'economia in Italia e in Europa.
Alla fine degli anni'90, quando i colossi finanziari, sorretti dalla destra repubblicana statunitense, riuscirono a imporre a Bill Clinton la tragica decisione di abolire lo Glass Steagall Act voluto nel 1933 da Franklin Delano Roosevelt (atto governativo che imponeva la distinzione tra banche d'affari finanziarie speculative da una parte e banche di credito a imprese e persone dall'altra) i grandi marpioni della finanza si trovarono di fronte a un problema: la più ricca nazione europea, quella che aveva il più alto numero di depositi privati su conti correnti e libretti nelle banche, quella che aveva la più alta massa di liquidità disponibile, era allo stesso tempo la nazione più dedita al risparmio privato, per niente incline al gioco d'azzardo e a spericolate avventure speculative, se non in misura davvero troppo esigua.
Era l'Italia.
Le statistiche parlavano chiaro: nel 1998, i ludòpati in Italia non raggiungevano il 2% dell'intera popolazione.
Per loro stessa ammissione, i primi consulenti dei gruppi finanziari (Goldman Sachs, J.P.Morgan, Morgan Stanley, Citybank) trovarono una enorme barriera di scetticismo e riluttanza da parte dei dirigenti bancari italiani nel lanciarsi a capofitto sui derivati.
I loro consulenti della comunicazione si misero al lavoro.
Quindici anni dopo, l'Italia è diventata la nazione europea con la più alta percentuale nell'intero emisfero occidentale di giocatori d'azzardo; Roma è diventata la città europea con il più alto consumo pro-capite di cocaina, e l'Italia è diventata l'unica nazione europea che si trova ad avere un quadro socio-psicologico di assoluta emergenza per ciò che riguarda la diffusione del gappismo, neologismo che viene da G.A.P (Gioco d'Azzardo Patologico).
Si parla nel 2014 della seconda industria nazionale, più forte di quella del turismo, della culinaria, dell'agricoltura, del tessile, della moda, con una allarmante tendenza in atto che la situa -in teoria- verso il raggiungimento di una posizione leader nel 2016, quando potrebbe diventare il principale motore trainante dell'economia nazionale. L'associazione di categoria Assobar (importante confederazione che riguarda tutti gli esercenti di bar e affini) nelle loro pubblicazioni dichiarano apertamente che il crollo del consumo interno nazionale spicciolo (meno caffè, pasticcini, aperitivi, salatini, tramezzini, amari, ecc.) ha spostato il mercato verso le videoslot creando una situazione per cui -sono loro a dirlo- eliminarle è ormai economicamente impossibile perchè significherebbe il crollo, con relativo fallimento e chiusura degli esercizi, per il 75% dell'intero sistema commerciale del settore, che provocherebbe un aumento della disoccupazione nell'ordine di un 3% immediato.
Il costo sociale del gappismo, per l'intera comunità nazionale, è quindi mostruosamente elevato.
Si parla di centinaia di miliardi di euro.
Nessuno vuole affrontare il problema, non ne vogliono neppure parlare.
Furono Romano Prodi e Massimo D'Alema prima (1998-2001), e Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti poi (2002-2006) a sfondare il mercato liberalizzandolo, lanciando -insieme- il più vasto programma di investimento che l'Italia abbia mai registrato.
Si trattava di realizzare una vera e propria rivoluzione nel tessuto mentale degli italiani, per spingerli a entrare in una dimensione psichica all'interno della quale l'idea stessa del gioco d'azzardo diventa norma consuetudinaria, diffusa, condivisa socialmente.
L'iniziale e massiva diffusione delle sale bingo e delle prime videoslot alla fine degli anni'90 deve aver spianato la strada -dal punto di vista culturale, mentale, e quindi psico-sociale- all'ingresso dal portone principale dei colossi della finanza speculativa che sono poi riusciti a convincere i "dirigenti bancari conservatori" a buttarsi nel loro gioco d'azzardo, per poter arrivare al punto di far conquistare alla finanza un ruolo egemone rispetto a quello dell'economia. Senza questa pestilenza sociale, la finanza speculativa, in Italia, forse avrebbe trovato enormi sbarramenti, ritardi, interrogativi.
Si è trattato, infatti, di permeare i gangli mentali della nazione operando in maniera tale da far passare le sinapsis neuroniche dalla sezione "risparmio preventivo" alla sezione "azzardo a rischio", due zone molto distanti del cervello.
La ludopatia è la finanza speculativa sui derivati per le masse dei ceti meno abbienti.
La diffusione massiccia di cocaina è stata fondamentale perchè -come ampiamente dimostrato dai neurofisiologi- opera nella stessa identica zona neuronale.
A mio avviso, hanno usato, scientemente, il gioco d'azzardo così come i capitalisti statunitensi usarono l'alcool a metà dell'800 per devastare le menti degli indiani e portar loro via le terre.
Ci troviamo quindi davanti a un gigantesco fenomeno sociale che impone l'imperativo categorico di attivarsi per disinnescare questo meccanismo perverso che è diventato il vero cancro della società italiana perchè è andato ad allacciare l'economia, gli investimenti, i profitti, con una zona patologica che sta quindi ammalando l'intera società.
Sono coinvolti soprattutto, i gruppi editoriali, certo non a caso.
Basti pensare che l'unica azienda italiana presente alla Borsa Valori che tra il 2008 e il 2013 ha seguitato ad avere rialzi sul listino è stata Lottomatica. Da aggiungere il fatto -davvero stupefacente- che il 56% delle azioni di questa azienda sono della De Agostini editore, il più antico gruppo editoriale italiano, fondato alla fine dell'800, che poi è presente come gruppo all'interno di mediobanca, mediaset, rizzoli, de benedetti, ecc.
E' quindi impossibile, in Italia, lanciare campagne stampa contro la diffusione del gioco d'azzardo.
La cupola mediatica (altrimenti non la chiamerei così) fa buona guardia per impedire che si verifichi un'educazione collettiva: la loro stessa esistenza dipende dai produttori e distributori di slot, casinò on line, sale gioco, sale bingo, scommesse sportive, ecc.
L'unica modalità per avviare una battaglia vincente consiste nell'azione politica.
Neanche a dirlo, nè Mario Monti, nè Enrico Letta, nè Matteo Renzi, hanno speso neppure una parola su questo problema, facendo quindi capire che non hanno nessuna intenzione neppure di approcciarlo.
Far varare una Legge che imponga la distinzione tra banche finanziarie speculative e banche commerciali, diventa l'unica strada praticabile per poter andare anche all'attacco della diffusione del gioco d'azzardo e interrompere questa manipolazione mentale patologica.
Ed è una battaglia fondamentale per tutta l'Europa: è l'anticamera per abbattere il Fiscal Compact.
Il senatore Giuseppe Vacciano, del movimento a cinque stelle, si è fatto carico di questo problema, e in data 5 luglio 2013 (quasi un anno fa) aveva presentato la proposta di un disegno di legge al Senato della Repubblica, pregando il Presidente di avviare un dibattito in aula tra tutte le forze politiche presenti per saggiare l'opinione di tutti i gruppi politici eletti.
Guarda caso, esattamente lo stesso giorno in cui il senatore Vacciano depositava la propria proposta nelle mani del Presidente della Commissione Finanze, esplodeva in Italia il "caso dei rimborsi elettorali delle diarie" e l'attenzione mediatica generale venne dirottata su quell'aspetto fuorviante e la proposta lì è rimasta.
Nessuno l'ha toccata.
Nessuno l'ha nè promossa nè bocciata.
Nessuno ne ha parlato.
Nessuno ne ha discusso.
Sta lì.
Lì stava, lì è rimasta.
Approfittando del fatto che in questo week end non ci sono notizie importanti su cui dibattere, invito i lettori pensanti di questo blog a dedicare uno spazio di tempo per leggere quella proposta di Vacciano, dibattere sull'argomento, confrontarsi in maniera civile, riprenderla, diffonderla, e fare in modo di chiamare tutte le forze politiche ad avere il coraggio e la decenza di dichiarare formalmente e pubblicamente la propria opinione al riguardo.
Perchè quella proposta di Legge è fondamentale come piattaforma di lotta per le europee.
Perchè si parte da lì per combattere il gappismo.
Perchè la possibilità di fare qualcosa c'è, se uno lo vuole.
Qui di seguito vi propongo il link (datato luglio 2013) del blog di Claudio Messora, byoblu, che si occupa dell'ufficio stampa M5s, relativo alla "lettera aperta alla cittadinanza" scritta dal senatore Vacciano, pubblicata nel Luglio del 2013. Annesso troverete anche il link per andarvi a leggere per intero la proposta legge per dividere le banche d'affari finanziarie da quelle commerciali.
E' l'unica strada per riattivare il credito alle imprese.
Fare un salto culturale e mentale per disintossicarci dalle patologie indotte.
Senza la Cultura non c'è mercato.
E senza mercato non c'è Impresa.
E senza Impresa non c'è ripresa.
Buon week end a tutti
http://www.byoblu.com/post/2013/07/02/finalmente-m5s-via-al-nuovo-glass-steagall-act-per-la-separazione-delle-banche-daffari-da-quelle-commerciali.aspx
” Ciao sono Giuseppe Vacciano, uno degli eletti del Movimento 5 Stelle. Oggi vi parlo di una cosa che sicuramente conoscete molto bene. Già nel 2008, la profonda crisi finanziaria che ha colpito i mercati europei (ma anche quelli di tutto il mondo), partendo ad esempio dalla questione Lehman Brothers, dai mutui subprime, dal fenomeno delle cartolarizzazioni selvagge e quindi dalla crisi che ha portato a una carenza complessiva di liquidità sul mercato mondiale del credito, è stata causata da tanti fattori e ha portato molte conseguenze. Ha portato ad esempio a quello che di fatto è il commissariamento delle democrazie europee da parte della finanza. Ha portato a un’esposizione delle BCE nei confronti delle banche di vari paesi, per poterle salvare. Tuttavia, le hanno salvate non perché fornissero un sussidio fondamentale all’economia reale, ma soltanto perché si sono impegnate sul campo finanziario, investendo i soldi dei risparmiatori e portando a ciò che conosciamo bene. Il nostro caso nazionale ce l’abbiamo, si chiama Monte dei Paschi.
Negli ultimi tempi si è avuta però una presa di coscienza, sia a livello sovranazionale (quindi a livello di BCE), sia a livello mondiale. Faccio un esempio, quello degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti e la BCE si sono resi ben conto che questa crisi trova la sua causa specifica, o almeno è tra le più determinanti, nella mancanza di separazione tra le banche commerciali e le banche speculative. La Banca Universale, che noi nel 1993 abbiamo costituito con una persona che conosciamo bene – si chiama Mario Draghi e adesso ce lo ritroviamo alla presidenza della Banca Centrale Europea – è un modello che non prevede una separazione tra il credito commerciale, ovvero il credito alle famiglie, alle imprese, e il credito speculativo, cioè quello rivolto soltanto alla compravendita, alla negoziazione di prodotti finanziari che nulla hanno a che fare con l’economia reale, ma che laddove incontrano degli scogli, dei problemi, la coinvolgono e la distruggono, assorbendo anche il credito che sarebbe normalmente destinato alle famiglie, normalmente destinato alle imprese.
Per tutti questi motivi, in questo preciso momento sto andando a consegnare la proposta di legge del Movimento 5 Stelle, di cui sono primo firmatario, riguardante la separazione tra banche commerciali e banche di affari, un argomento del quale la politica discute da tanto tempo – e continua a discutere – ma su cui nessuno sembra realmente intenzionato a fare qualcosa. Io sto andando a presentare il Disegno di Legge, dopodiché spetterà al Presidente del Senato Grasso assegnarlo alla sesta commissione Senato, che è la commissione Finanze di cui faccio parte. Immediatamente dopo, toccherà poi al Presidente della nostra commissione, Marino, calendarizzarlo per la discussione, sperando di trovare il più ampio consenso possibile dato che questo non è un problema del Movimento 5 Stelle, non è un problema di un qualunque partito politico, ma è un problema della nazione intera.”
A cavallo tra la fine dei '90 ed i primissimi 2000 tutti i giornali e, soprattutto i telegiornali italiani martellavano a raffica con la locuzione "new economy". Tutti presi a raccontarci le meraviglie della finanza legata allo sviluppo informatico e a convincere gli italiani con dei servizi giornalistici, che in realtà erano in tutto e per tutto degli spot pubblicitari all'interno dei tg, sulle aziende di stato o private che si quotavano in borsa per la prima volta. Poi ci fu la crisi argentina e il termine new economy sparì dai media da un giorno all'altro. Poi ci fu il crac Parmalat ed i tg assunsero la parte di quelli che "ve l'avevamo detto noi" contando sulla proverbiale "smemoratezza" degli italiani. Io penso che la responsabilità dei media italiani nel diffondere il letame del "potere" di cui fanno parte anch'essi sia molto oltre il livello del sopportabile e del perdonabile. E non da poco tempo. Esempio: pochi giorni fa Michela Serra si è scagliato contro i grillini in missione all'expo dandogli degli idioti usando la solita tecnica: quella della citazione o del riferimento colto tanto se l'insulto è dell'intellighenzia de sinistra non è mai veramente un insulto... E dandogli anche degli incompetenti perché non erano ingegneri o architetti ed in base a questo non avrebbero nemmeno dovuto presentarsi. Ovviamente neanche una parola sugli indagati e sugli arresti sui vertici delle strutture organizzative dell'expo. E neanche una parola sui grillini che hanno scortato simbolicamente, ma neanche troppo visto che erano lì di persona, il PM Di Matteo. Grillini che secondo il ragionamento di Serra avrebbero dovuto essere tutti esperti di sicurezza o di servizio di scorta. O almeno tutti laureati in giurisprudenza visto che c'è di mezzo un PM. In caso contrario non presentarsi nemmeno...
RispondiEliminaQuesta è una delle chiavi di tutto! Ma con questo governo, sostenuto dai più beceri poteri finanziari che si sono spolpati la sesta potenza industriale, non passerà. Anzi non ne verrà data nemmeno notizia, non verrà nemmeno discussa, nessuno ne parlerà.
RispondiEliminaCORAGGIO!
Rasti
Effettivamente una legge valida e che si può capire chiaramente ! Questi ragazzi lavorano proprio bene , alla faccia dell'inesperienza , speriamo bene per il futuro !
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