martedì 15 gennaio 2013

Le mummie all'arrembaggio. Ma accanto a Beppe Grillo c'è un ragazzo che se la ride.




di Sergio Di Cori Modigliani


“Ci vuole molto, ma veramente molto molto tempo prima di riuscire a diventare giovani”.

                                                                                                                                   Pablo Picasso

 

 

Certamente la bella citazione di Picasso (avvalorata dal fatto che l’ha pronunciata a 84 anni, quando ha iniziato la sua produzione di disegni erotici)  non può in alcun caso aderire alla definizione dell’attuale classe politica italiana.

Nell’essere testimoni del suo inevitabile declino verso un tramonto annunciato, ogni giorno, a turno, ineluttabilmente, e in maniera davvero impietosa, queste vecchie cariatidi ammuffite imperversano alla tivvù, sulla stampa mainstream, dilagando adesso anche in rete dove valenti titolari di siti on line, bloggers e disperati dell’ultima ora, raccattano qualche briciola d’euro per dire e sostenere falsi, raccontare e pubblicare menzogne, firmando con il loro consueto atteggiamento la cifra anagrafica della nazione Italia: un paese passato dalla dittatura fascista allo sfascismo democristiano, dall’autoritarismo craxiano alla buracritura comunista, per approdare infine alla gerontocrazia istituzionale, con nonno Berlusconi al comando del cabaret elettorale.

 

Sempre in bilico tra la tragedia e un burlesque da remota provincia dell’impero, le mummie riescono a vampirizzare chicchessia, facendo invecchiare anzitempo anche la gente più impensabile, che dopo due comizi avvizzisce e diventa esangue senza rendersene conto.

 

Davvero triste assistere allo spettacolo offerto da Lilly Gruberberg che officiava un paio di sere fa il circo Barnum del minuetto elettorale: Ingroia e La Russa, promossi entrambi a coraggiosi arrampicatori di una impervia montagna fatta di specchi scivolosi. Pur mantenendo alto e inossidabile il senso della mia stima e rispetto per il lavoro svolto dal dott. Ingroia in quanto magistrato, c’è da rimanere sgomenti nel vedere quanto poco tempo gli sia stato sufficiente per trasformarlo in un ennesimo clone intercambiabile, occupandosi di politica secondo un modello talmente arcaico, obsoleto e lontano da ciò che la gente vorrebbe ascoltare, da lasciare davvero sgomenti. Guida una compagine politica che sostiene di volere “la rivoluzione civile” e si avvale della collaborazione di avanzi nostalgici di un passato comunista ed ex candidati che da cinque anni scalpitano per rientrare in parlamento, dato che finora non avevano trovato nessuno che li candidasse. Ho comunque fiducia nella stoffa di Ingroia, spero di essere smentito. Intanto già mi piace come sta reagendo alla richiesta di “patto di desistenza” arrivata dal PD

Viviamo in un paese ammalato di Alzheimer sociale e il prode Oscar Giannino ci ha pure raccontato che sia il PDL che Monti che il PD sono andati da lui con identica proposta: “ti diamo la tua elezione garantita più altri quattro deputati amici tuoi se ritiri la tua lista” e il Berlusconi del rinnovamento candida Cosentino, Papa, Milanese, Dell’Utri, Farina e compagnia bella.

 

Questo tanto per rinfrescare la memoria.

 

In questa palestra degli orrori e degli errori c’è anche qualche giovanotto.

 

Un ragazzo terribile, spensierato adolescente, e come tale poco incline ai giochi di bottega -per via dell’età si intende- il quale scalpita, si dà da fare, promuove il suo politico prediletto  sostenendolo e si diverte, anche perché non è candidato: non gli interessa.

 

Non è una novità, perché la sua scelta era già nota da parecchio tempo.

 

Eppure, la notizia c’è.

 

Si tratta di Dario Fo, il nostro premio Nobel per la letteratura, uno che va verso i 90, e che davvero può permettersi il lusso di poter dire ai quattro venti, come suggerito da Picasso “io ce l’ho fatta a diventare finalmente giovane”.

 

L’Espresso ci racconta che Dario Fo sta scrivendo un libro con Grillo e Casaleggio. Così scrive il settimanale “... Un libro con Grillo? Casaleggio? Che testo è, un dibattito, uno scambio di lettere? «Un libro. Ci stiamo lavorando. Lo pubblica Chiarelettere». E chi ha avuto l'idea? «Sono venuti loro a offrirmelo. Poi per due interi giorni abbiamo imbastito qui da me un dialogo a tre sull'abbandono della cultura in Italia, il misconoscimento della storia, il travisamento dell'economia, Monti e il gioco delle banche e delle tasse, i media e il modo in cui fanno di tutto per stroncare il loro movimento...». 
Lui e Grillo si conoscono da quarant'anni, «ha una forza incredibile, una grande voglia di apprendere, è uno che si documenta, difficilmente lo prendi in castagna. Abbiamo fatto spettacoli insieme, cinque anni fa, in piazza a sostenere un movimento, una battaglia, come a Forlì dove volevano distruggere una valle col pretesto di produrre energia, centomila persone erano lì a vederci». E Casaleggio? «Lui l'ho conosciuto adesso. Bella testa. Colto. Preparato. E nell'organizzazione, nell'inventare meccanismi di mercato è una macchina da guerra». 
Sì, i due gli piacciono davvero. Dario Fo s'immagina un centinaio di 5 Stelle che entrano in Parlamento e mandano tutto all'aria. Nega che siano senza un programma, e comunque «quando scopri che nelle liste Pd ci sono trenta o quaranta figuri degni di galera ti chiedi: ma è tale ormai il distacco dei vertici dalla loro base che nessuno li avverte?». Difende Grillo anche sui dissidenti, Scelsi & Co. cacciati a calci nel sedere da un movimento che si vuole iperdemocratico: «Ma è un tormentone caricato in modo grottesco dai giornali! Se una viene pregata di non mettersi di mezzo in tv perché non ne ha né la facoltà né l'esperienza e ci va lo stesso allo sbaraglio, in qualunque organizzazione chi ha la responsabilità della gestione ha il diritto di espellerla
».

 

In un paese normale, in piena campagna elettorale, questa sarebbe stata una importante notizia in campo politico-mediatico. Grillo e Casaleggio insieme al nostro premio Nobel, tra i rari esempi di intellettuale italiano dall’impeccabile biografia.

 

E invece nulla.

 

Non ne parlano, né in rete si trovano opinioni e confronti su questo curioso terzetto. Neppure sui social networks, dove di solito ci si sbrana a colpi di striscette per un nonnulla.

 

Intendiamoci, sono ragazzi, quindi è comprensibile che i vecchi marpioni non vogliano perdere tempo con i giovanotti che ignorano la realtà dei veri teatri per adulti.

 

Comunque, in un momento come questo, il fatto che il più autorevole rappresentante della cultura italiana, riconosciuto e riverito in tutto il mondo, scelga di scrivere un libro insieme al duo più chiacchierato, avrebbe meritato una enorme attenzione. Dario Fo non è certo persona che ha bisogno di audience, ne ha avuta sempre, tutta quella che voleva e, avendo corollato la sua ambizione con il prestigio di un Nobel, non lo si può certo accusare di star cercando una scorciatoia per mettersi in mostra. L’articolo su L’Espresso descrive  la coppia Fo-Rame, questi due “vecchietti” che a casa loro si divertono a vivere, a creare, a inventare il loro futuro, con un tono tra il nostalgico e il salottiero da bon ton gossip. Non sia mai si parlasse di politica.

 

Viene comunque fuori l’immagine di una coppia giovane, che pensa al futuro, che lo progetta, lo elabora, lo sogna, lo costruisce e, da bravi intellettuali –essendo quella la loro funzione- ci mostrano la strada da percorrere, a noi esuli in patria in cerca di bussola, di punto di riferimento, di sostegno.

 

Nessuno ne parla. Nessuno divulga questo evento che, a mio avviso, è l’unica novità in campo editoriale e intellettuale verificatasi in Italia negli ultimi dieci anni.

 

Lo trovo sconcertante.

 

Ma non mi stupisce, né tantomeno mi sorprende.

 

In compenso abbiamo la Littizzetto che parla e scrive e si veste come una ragazzina, ma è già mummificata, sembra la vecchia zia democristiana di Franca Rame.

 

Questo è ciò che passa il convento oggi.

 

Ecco perché mi insospettisce sempre la demagogia del razzismo anagrafico e la continua tiritera sul “largo ai giovani”.

 

Non è l’età che conta, ma la visione esistenziale.

 

E le mummie, potete starne certi, poichè rappresentano un’idea del potere, della società, del mondo che è già defunta e battuta dalla Storia, se ne guardano bene dal consentire che si parli dei “giovanotti doc”, delle nostre eccellenze, dei cittadini pensanti che, proprio in virtù di una lunga esperienza, la sanno lunga su ciò che sta accadendo, e soprattutto su ciò che ci stanno preparando nelle solite cucine di sempre.

 

Volevo soltanto ricordare al pubblico che c’è un giovanotto dotato che ci sta mostrando una certa via possibile da seguire.

 

Noblesse oblige.

 

Informatevi.

 

Ne vale davvero la pena, e non c’è neppure bisogno di affidarsi alla consueta dietrologia.

 

Dietro non c’è nulla.

 

I veri giovani sono sempre come appaiono.

 

Perché non ce l’hanno un dietro e un passato, ma soltanto un davanti e un futuro.

 

Questa è la vita nel post-Maya.

 

Il più anziano tra gli intellettuali e artisti italiani è in realtà il più giovane, ottimista e fiducioso sostenitore dell’idea che c’è un futuro possibile per tutti noi.

Dipende da come si guarda il mondo e dalle scelte che si fanno.

 

E siccome lo suggerisce un meritatissimo premio Nobel, c’è proprio da pensarci su.

 

Vale molto di più di qualunque tipo di sondaggio e di statistiche.

 

 

 

17 commenti:

  1. Caro Sergio
    Grazie della segnalazione, che già conoscevo.
    Volevo conoscere la tua opinione sulla vicenda Grillo-Casapound ed al contempo farti avere la mia.
    Penso che Grillo è forse troppo in anticipo sui tempi.

    Chiedere a Grillo se è antifascista è come chiedere a chi vuole abolire il gioco del calcio se è antijuventino o antiinterista, non ha senso. Grillo chiede uno scatto in avanti, la rinuncia alla mediazione dei partiti, in tal senso sarà tanto antifascista quanto antisocialista o anti chissà cosaltro. E' chiaro che se poi si volesse fare il gioco della torre e chiedergli chi butta giù tra CasaPound e Berlusconi risponderebbe CasaPound, come in effetti ha già fatto, proprio nel corso della conversazione incriminata, e casualmente riportato da nessuno. Chiaro che chi non conosce il discorso a monte rimane disorientato come un uomo dell'ottocento di fronte a Guernica.
    E forse di questo Beppe dovrebbe tener maggior conto.

    Grazie del tuo prezioso lavoro

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    1. E' stata una montatura bella e buona; interpellato di persona, per strada, da ceffi e gaglioffi che avrebbero anche potuto passare velocemente ai fatti, Grillo ha detto che non ha pregiudiziali contro nessuno per principio, purchè sia incensurato, non iscritto a partiti, ecc. Per la precisazione ha poi scritto

      “Il tempo delle ideologie è finito. Il MoVimento 5 Stelle non è fascista, non è di destra, né di sinistra. E’ sopra e oltre ogni tentativo di ghettizzare, di contrapporre, di mistificare ogni sua parola catalogandola a proprio uso e consumo. Il M5S non ha pregiudiziali nei confronti delle persone. Se sono incensurate, non iscritte a un altro partito o movimento politico, se si riconoscono nel programma, per loro le porte sono e saranno sempre aperte. (..)l M5S ha votato finora le proposte considerate attinenti al suo programma, chiunque le avesse fatte. E questo è ciò che farà in Parlamento. (..) Le porte per i partiti, anche per quelli riverginati, sono invece chiuse, serrate per sempre. Alle foglie di fico chiedo di non fare correnti d’aria”.

      Anche un bambino capirebbe il Senso.

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    2. Scusi Sig. Modigliani ma allora perché al figlio di Fo questo senso non è stato così chiaro? Ha letto la lettere che Jacopo Fo ha scritto? Cosa ne pensa? Il link è scritto nel commento qui sotto. A quando risale l'intervista che cita lei? Grazie.

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  2. che tempismo sig modigliani!!! quasi quasi sospetto...

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/13/caro-beppe-fascisti-no/468537/

    akueo

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  3. Caro Sig. Modigliani, la ringrazio della segnalazione, che NON conoscevo. Lei è fonte di utilissime informazioni,che non sono così facili da trovare. La propaganda, la disinformazione è fatta da gente specializzata, presente ovunque e quindi anche in rete ,che - perlomeno per com'è ora - non vedo affatto come il regno della democrazia e della libera informazione. Sono d'accordo in tutto quello esposto nel suo scritto.
    Mi permetto una domanda che non riguarda il post.
    Qual è la sua posizione politica? Lei è fiero oppositore del neoliberismo, ma si dice contrario a una politica alla Keynes, perlomeno in Italia. E' dunque un simpatizzante anarchico? Questo dedurrei dai suoi scritti, ma in un post (mi sembra "la cultura fa mercato") parla di "vera cultura d'impresa". Dunque è per un capitalismo "ben temperato"? Se sì, quale? Forse per qualcuno queste sono categorie "antiche", lo dice Beppe Grillo. E Mario Monti e soprattutto i suoi superiori.
    Nel frattempo le rinnovo incondizionatamente la mia stima per il suo lavoro brillante e superinteressante. Saluti.
    Tenente Glahn

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  4. Anche io la ringrazio perchè i suoi articoli sono sempre delle perle rare.

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  5. Anch'io ringrazio molto per la segnalazione, sicuramente importante e altrettanto improbabile da ascoltare tra le notizie di "società e costume" di un qualunque tg, RAI o di altre reti.

    Neppure l'immensa statura culturale, morale e umana di un Dario Fo e di una Franca Rame riescono però a farmi liquidare in quattro e quattr'otto l"espulsione" dei dissidenti filo-televisivi in stile Comitato Centrale Comunista (o dittatura fascista o talebana o degli ayatollah, la scelta in proposito purtroppo non manca) come una cosa del tutto naturale e comprensibile, anzi la giustificazione presentata a supporto della bontà di una simile decisione mi lascia ancora più allibita: come sarebbe a dire che sono inesperti e che i consumati volponi del giornalismo televisivo sono pronti a farne polpette in men che non si dica? Ma allora, se e quando saranno alla Camera o in Senato a presentare una proposta di legge o un'interrogazione parlamentare cosa faranno, manderanno Grillo, Casaleggio o i loro cloni appositamente prediposti per l'occasione a leggere i loro (sperando che siano proprio e solo i loro, magari manoscritti o 'samizdat') discorsi a sostegno di o contro questa o quella iniziativa? Parleranno in playback? In video-conferenza o su nastri pre-registrati tra i pini e i fior della resistenza aventiniana, da degni emuli di Bin Laden?

    Infine, a proposito del programma del M5S, già cominciano a emergere, a mio parere, alcune strane contraddizioni. Ne ho già scritto nel blog di rossland (ho notato con piacere che lo frequenta anche Lei), ma non mi dispiace ripeterlo qui: se è stato proprio il loro movimento a presentare una proposta di legge così valida e giusta, qual è quella del reddito di cittadinanza, perché i 15 eletti al consiglio regionale in Sicilia non destinano ALMENO UNA PARTE del 70% dei loro guadagni -- considerevole percentuale non trattenuta come pur legittimo stipendio me restituita lodevolmente alla comunità -- all'aiuto di situazioni di grave o gravissimo disagio sociale e familiare e vengono invece tutti indirizzati al finanziamento (che per me significa, oltretutto, prestito con tasso di interesse sul capitale e non semplice donazione a fondo perduto) delle microimprese, che loro (loro chi? Con quale criterio, poi?) avranno giudicato meritevoli di investimento?

    Chiudo qui, ringraziandoLa una volta di più per lo spazio che concede ai commentatori, anche quelli non sempre e non pienamente concordi con la sua visione delle cose.

    Con sincera stima, Marilù L.

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    1. Mi scuso con te per aver reintrodotto il Lei (la forza della distanza internettiana ha giocato la sua parte in questo, ma anche la stima e una componente di mia personale timidezza ci hanno messo lo zampino) e con tutti per alcuni refusi nella scrittura un po' troppo precipitosa e disattenta.

      In particolare, si legga: " -- considerevole percentuale non trattenuta come pur legittimo stipendio MA (invece di 'me') restituita lodevolmente alla comunità --.

      Grazie ancora!
      Con viva cordialità, Marilù L.

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    2. La TV in quanto tale non è negata a nessuno, si rifiuta il Talk show, le cui finalità informative sono più che dubbie, si pensi al caso Berlusconi-Santoro.
      Diverso è usare la TV avendo a disposizione trasmissioni di altro tipo, si veda ad esempio l'intervista a Pizzarotti di Lilly Gruber.
      Le consiglio di seguire l'opera dell'amministrazione di Parma, avrà modo di accorgersi che questi "grillini" hanno poco a che fare con dei pupazzi da ventrilocuo.
      Infine circa la scelta del microcredito alle imprese, potevano essere fatte centinaia di scelte altrettanto lodevoli, e non consentendo la legge di lasciarli direttamente alla regione, si è pensato ad un soccorso alle PMI.
      In un periodo di pesantissima crisi potrebbe avere importantissime ricadute sull'economia locale, alleviando indirettamente il disagio di molte famiglie.
      Poi tutto è perfettibile, ma ragionando in questo modo si rischia di criticare un'iniziativa che, non dimentichiamolo, è finanziata a tutti gli effetti dalla personale busta paga di 15 cittadini ...

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    3. Ah!, non sapevo dell' "ospitata" di Pizzarotti ad otto e mezzo (che del resto guardo assai di rado), questa informazione da parte Sua mi è molto gradita, e quanto prima darò un'occhiata alla registrazione disponibile su you tube. Resta comunque da sciogliere il nodo del perché la Salsi che, pure, è stata giudicata degna di ricoprire un incarico di consigliere a livello regionale, si sia vista negare un analogo permesso da Grillo & Co, al punto da subire un'espulsione per aver osato infrangere questo divieto, che a questo punto pare su misura e non meglio giustificato. Siamo sicuri che bastino la flemma del carattere e il presunto scarso charme (anche se a me Federica Salsi è sembrata molto graziosa, garbata e fotogenica) a sconsigliare in maniera tanto energica una sua comparsata televisiva?

      Poi, da quel che ho capito da altri, peraltro ottimi articoli pubblicati da Modigliani sul nostro giornalismo televisivo, non mi sembra che dal suo punto di vista Lilly Gruber si mostri meno scaltra e insidiosa nel porre domande rispetto ad altri colleghi, come per esempio quel Giovanni Floris che ha avuto la malaugurata idea (ad ascoltare Grillo) di invitare la Salsi a Ballarò.

      Quanto all'ultimo punto, la contraddizione che rilevavo è -- per me, è ovvio -- tra il "reddito di cittadinanza", sganciato, per definizione, dal tipo di professione o mestiere svolti o per cui si è preparati, e la destinazione, peraltro ammirevolissima, di parte di quelle comunque più che abbondanti buste paga a un solo settore, ben circoscritto, della società in affanno per la crisi economica o per pura e semplice ingiustizia sociale. Prendo comunque atto della volontà a migliorare da Lei espressa; suppongo che, da attivista del movimento, parli un po' a nome di tutti e non solo a titolo personale. Mi corregga se sbaglio.

      Grazie, in ogni caso, per la Sua tempestiva risposta.
      Con sincera stima, Marilù L.

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    4. Gentilissima Marilù.

      L'espulsione della Salsi (che ricordo essere consigliere comunale) non è direttamente ascrivibile alla vicenda "ballarò", semmai agli strascichi di cui l'episodio è stato il semplice detonatore, come ad esempio le risibili accuse di maschilismo e non solo.
      L'argomento meriterebbe in effetti dei chiarimenti da parte di Grillo, ne trarremmo vantaggio tutti quanti.

      Quanto dice sulla Gruber è vero, è vero altresì che il format di "otto e mezzo" corrisponde nei fatti ad una semplice intervista, certamente più facile da gestire anche da un neofita di quanto non sia l'arena di un talk-show, che personalmente ritengo la pericolosa trasposizione del format reality in declinazione "informativa".
      Ricordo per completezza che Pizzarotti non si è mosso dal proprio ufficio di Parma ed è stato intervistato per questo in videoconferenza, non avendo nelle proprie priorità spostamenti che lo sottraggono dalle precipue funzioni di sindaco.

      Per quanto auspicabile, il reddito di cittadinanza sarebbe a "fondo perduto" (mi si perdoni il termine molto antipatico), il finanziamento ad attività produttive potrebbe invece innescare a cascata effetti che ne moltiplicano l'entità positiva.
      Il settore è ben circoscritto nei termini di una definizione, molto ampio però in termini di diffusione.
      E poi, da qualche parte si doveva pur partire, sono convinto che se si fosse adottata la sua ipotesi, qualcun altro avrebbe mosso obiezioni analoghe di verso differente.

      Pur essendo iscritto al M5S e piuttosto informato, se mi definissi attivista sarebbe una forzatura, non mi sento di usurpare un titolo che non sento di meritare, essendo la mia partecipazione al momento solo "virtuale" o poco più.

      La saluto con altrettanta stima
      Pietro

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    5. Effetivamente questa scelta operata dagli attivisti M5S della Sicilia di destinare parte dello stipendio al finanziamento delle piccole imprese delude anche me e non poco. Sembra un ripensamento e un non voler rinunciare alla prebenda confidando nella restituzione dei prestiti. Tanto tuonò che piovve.. un secchio d'acqua.

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    6. Forse non è chiaro il fatto che i soldi una volta assegnati a questo fondo, cessano di essere di proprietà dei consiglieri il cui scopo non è certo quello di fare i banchieri lucrando sulle imprese in difficoltà, bensì quello di fornire un aiuto offrendo tassi agevolati alle microimprese (non le PMI come erroneamente da me indicato).

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  6. Oppositore del neorealismo? Simpatizzante anarchico? Keynesiano o non Keynesiano? Ma perchè bisogna necessariamente 'bollare' di qualcosa? Io sento "cuore e speranza" negli articoli di Modigliani: provo invidia (per la sua bravura) e curiosità leggendo i suoi pezzi!
    Ogni giorno mi agrappo ad essi cercando la buona notizia che faccia almeno sognare il cambiamento di questo sciagurato paese che si ostina a non voler cambiare.
    Grazie, oggi me l'ha data!!

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    1. perfettamente daccordo con te, mi hai tolto le parole di bocca!!

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  7. Ogni volta che vedo un berlusconi,bersani,casini,la russa etc,etc.. così spavaldi e confidenti in tv mi chiedo in che mondo viviamo e perchè non vengano linciati dalla gente ogni volta che mettono piede nel mondo reale.L'altro giorno quando ho sentito formigoni dare del voltafaccia ad albertini mentre lui si "rialleava" con la lega penso che se fossi stata nella platea sarei esplosa...e chi mi conosce sa quanto alto sia il mio autocontrollo.
    Quando parlo di politica con amici e parenti faccio notare che i sopracitati politici sono le certezze di sempre,quelle che hanno portato allo sfascio il paese senza che noi muovessimo un dito.
    Il movimento 5 stelle è si un punto interrogativo ma questo è un bene perchè preferisco scommettere su di loro che sono comunque una forza nuova e carica di promesse che avere la certezza dell'operato dei vecchi politici...Per favore mandiamoli a casa,non dobbiamo nemmeno fare chissà quale sforzo di memoria per ricordare i disastri che ci hanno procurato
    Elena

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  8. Brava Elena, sostengo le stesse cose ogni giorno con chiunque.
    Rischiamo col nuovo piuttosto che suicidarci con questa marcia oligarchia che ci domina da decenni.

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