lunedì 7 gennaio 2013

Cameron minaccia l'Argentina. Il governo sudamericano risponde e scopre gli altarini britannici guerrafondai.



di Sergio Di Cori Modigliani


Questo post segue quello precedente.


Dal punto di vista mediatico (oltre a quello sostanziale) è davvero molto interessante rilevare le modalità di uso e di consumo della guerra tra le due Cristine.
Il primo ministro inglese, David Cameron, ha scelto di dare una risposta alla lettera inviatagli dalla presidente argentina Cristina Kirchner, in diretta televisiva sulla BBC. Contrariamente alla tradizione giornalistica anglo-sassone, sempre molto corretta in frangenti come questi, l’emittente britannica non ha mostrato (né letto né sintetizzato) il testo originale inviato dalla Kirchner, accettando per buona la versione del primo ministro, il quale si è detto obbligato a intervenire in seguito “a minacce ricevute dal governo argentino in relazione alla sovranità di un pezzo del nostro territorio nazionale”. Ecco qui di seguito l’estratto dell’intervista così come viene riportata dal Guardian, il più radicale tra i media britannici:

UK will fight for the Falklands, says David Cameron

Prime minister emphasises government's strong resolve after Argentinian president ramped up claims on sovereignty
Cameron has insisted Britain will fight to keep the Falklands asArgentina ramps up the rhetoric against UK sovereignity.
The prime minister said the government's resolve was "extremely strong" and stressed the islands' military defences, days after Argentina's president Cristina Fernández de Kirchner accused Britain of colonialism.
Fernández claimed her country had been forcibly stripped of "Las Malvinas" in an open letter to Cameron, which was printed as an advertisement in the Guardian on Thursday.
Cameron told BBC's Andrew Marr Show: "I get regular reports on this entire issue because I want to know that our defences are strong, our resolve is extremely strong."
Asked if Britain would fight to keep the islands, he said: "Of course we would and we have strong defences in place on the Falkland islands, that is absolutely key, that we have fast jets stationed there, we have troops stationed on the Falklands."
Cameron has rejected talks with Argentina unless people in the Falklands want them. He said last week: "Whenever they have been asked their opinion, they have said they want to retain their current status with the UK. They are holding a referendum this year and I hope the president of Argentina will listen to that referendum and recognise it is for the Falkland islanders to choose their future, and for as long as they choose to stay with the UK they have my 100% backing."
The islanders are due to vote in a March referendum, which is expected to give overwhelming backing for the territory to remain British.
Cameron also told Marr the UK still had one of the top five defence budgets in the world despite cuts to its armed forces.

In Italia non se ne parla, se non per un brevissimo pezzo diffuso dall’agenzia di stampa italiana AGI.

Eccolo:

Cameron, "Pronti alla guerra per difendere le Falkland"
08:05 07 GEN 2013
(AGI) - Londra, 7 gen. - Londra e' pronta alle armi per difendere le Falkland. David Cameron rispolvera parole di guerra di fronte alle nuove rivendicazioni avanzate dal presidente dell'Argentina, Cristina Kirchner, che aveva accusato Londra di esercitare sulle terre contese, e all'origine di una guerra tra i due Paesi, "un colonialismo da diciannovesimo secolo". La Gran Bretagna, ha detto Cameron intervistato dalla Bbc, possiede "forti armi di difesa" sul posto ed e' "assolutamente chiaro" che le usera' nel caso di un confronto militare. "Ricevo regolarmente una serie di rapporti sulla questione", ha sottolineato Cameron, "poiche' voglio sempre essere al corrente della nostra solidita' militare e della nostra determinazione. Abbiamo diversi caccia e' unita' militari nelle Falklands". A marzo i 3.000 abitanti delle isole esprimeranno in un referendum il desiderio di restare o meno nella Gran Bretagna.

Né in Italia, né in Gran Bretagna, né in nessun altro paese europeo –con l’eccezione della Francia, della Cekia e dell’Irlanda-  sono state diffuse le reazioni sudamericane, sia quelle “ufficiali” del governo che quelle della stampa e della società civile. Ecco, qui di seguito, l’editoriale del quotidiano La Naciòn (il corrispondente argentino del nostro corriere della sera) da sempre su posizioni moderate di centro:

Il testo recita così:

El Gobierno repudió las "amenazas militaristas" de Cameron por Malvinas

En un comunicado, la Cancillería le pidió al primer ministro británico que "no utilice los reclamos argentinos como excusa para seguir sosteniendo la industria armamentista"


En medio de la creciente tensión por las islas Malvinas, el Gobierno repudió ayer las declaraciones del primer ministro británico, David Cameron, y le pidió que "no utilice los legítimos y pacíficos reclamos argentinos como excusa para seguir sosteniendo la industria armamentista".
"Los argentinos solicitamos que el Sr. David Cameron no utilice los legítimos y pacíficos reclamos que realizamos contra la usurpación de parte de nuestro territorio y en contra del colonialismo como excusa para seguir sosteniendo la industria armamentista en lugar de paliar la severa crisis social por la que atraviesa Europa. Los pueblos necesitan más trabajo y menos guerras", señaló la Cancillería en un comunicado difundidoayer por la tarde.
El primer ministro británico aseguró ayer que Gran Bretaña estaría dispuesta a luchar si fuera necesario para conservar las Islas Malvinas, y remarcó: "Es absolutamente clave que tengamos jets estacionados allí, y tropas estacionadas en las islas".
"Nuestra determinación es extremadamente fuerte", dijo Cameron al canal de televisión BBC1, y recordó que el Reino Unido dispone de uno de los "cinco presupuestos de defensa más importantes del mundo".
En ese marco, la Cancillería advirtió: "La agresividad de las palabras del primer ministro británico ratifican la denuncia realizada por la República Argentina ante las Naciones Unidas sobre la militarización del Atlántico Sur y la posible presencia de armas nucleares introducidas por la potencia colonial". Por último, el Gobierno remarcó "la obligatoriedad del Reino Unido de aceptar las resoluciones de las Naciones Unidas de resolver la Cuestión Malvinas en forma pacífica".
La presidenta Cristina Kirchner exhortó días atrás a Cameron, a "acatar las resoluciones de Naciones Unidas" en torno a las islas Malvinas, al cumplirse 180 años de la usurpación inglesa en el archipiélago.
Cameron desestimó inmediatamente la carta y afirmó que los habitantes de las Malvinas tendrán la ocasión próximamente de decir si desean o no permanecer bajo la soberanía de Gran Bretaña, en un referéndum previsto a principios de marzo.

Mentre l’Europa fa finta di niente con la consueta miopia che la contraddistingue, pungolata soltanto da Hollande, che ha dichiarato “essendo stata inviata una copia della lettera, oltre che al segretario dell’Onu, anche all’Unione Europea, sarebbe auspicabile aprire immediatamente una discussione in merito presso le diplomazie dei 27 paesi membri” i cittadini del nostro continente non sono in grado di poter comprendere che cosa stia accadendo.

In verità, tutto ciò è una semplice tappa della “guerra tra le due Cristine”, tant’è vero che in Europa è stata completamente censurata sia l’intera dichiarazione ufficiale del governo argentino, sia le reazioni brasiliane, uruguaiane, cilene, ecuadoriane, boliviane, venezuelane, tutte relative allo scontro economico tra i due continenti.

Sostiene il governo argentino “riteniamo che le dichiarazioni del premier britannico David Cameron, che ha scelto di usare toni minacciosi dal sapore bellico come risposta a una nostra lettera diplomatica (la cui richiesta consisteva nell’aprire un tavolo di discussione) non possiamo non considerare tale risposta come un semplice diversivo per impedire alla popolazione britannica di prendere atto che il governo inglese sta scegliendo di investire una gigantesca somma di denaro pubblico in armamenti e forniture belliche, a danno della ripresa economica, dello sviluppo e del progresso. Riteniamo che la Gran Bretagna e l’Europa, invece di flettere i muscoli minacciando la guerra, dovrebbero piuttosto occuparsi di portare guerra alla disoccupazione, all’abbattimento dello stato sociale, alla miseria che si sta diffondendo sempre di più in tutto il continente europeo. Non è una novità che le potenze, quando sono all’angolo, tentano di esportare i propri problemi all’estero “inventando” delle guerre per cercare, irresponsabilmente, di poter risolvere così dei conflitti interni”.

Siamo venuti a sapere, quindi (così come la maggior parte degli internauti inglesi) attraverso i networks sudamericani, sia quelli mainstream che quelli indipendenti digitali, come il parlamento britannico stia per varare una serie di misure governative che daranno il via a un investimento di circa 80 miliardi di sterline (intorno a 100 miliardi di euro) a favore del Ministero della Difesa, nel nome della “assoluta e inderogabile necessità di provvedere alla salvaguardia e difesa nazionale”, per acquistare nuove armi e aumentare il budget militare, seguitando a tagliare le spese nei settori della sanità e dell’istruzione. La controversia su queste piccolissime isolette in fondo al Polo Sud capita a fagiolo per David Cameron.

Il fatto è che le guerre (secondo la tradizione sia formale che legale) in Gran Bretagna le dichiara e le lancia la corona. Se non c’è la firma del re, non c’è nessuna guerra. E il principe Carlo (a un passo dall’esercitare il suo mandato) -è cosa nota- è un uomo incline al pacifismo, è disponibile a risolvere subito la faccenda in maniera diplomatica e armoniosa, pende verso la green economy, e non ha nessuna intenzione di finire sui libri di Storia come il re che ha procurato al popolo britannico fame, disperazione e sofferenza per salvaguardare gli interessi dei colossi finanziari e di qualche generale in fregola. E’ proprio il caso di dire: noblesse oblige.

Questa zuffa tra la Kirchner e Cameron, pertanto, non è una cosa da poco.
E’ ben più importante delle discussioni tra Monti, Barroso e la Merkel, perché ormai l’hanno capito tutti che si tratta soltanto di finzioni formali.

E’ lo scontro tra due diverse e opposte interpretazioni del ruolo che la classe dirigente politica di ogni nazione in occidente deve assumersi la responsabilità di scegliere di avere in questo momento: proseguire nell’attuale piano di strozzamento del mondo del lavoro, aumentando la disoccupazione, abbattendo lo stato sociale, restringendo gli investimenti pubblici nel nome del rigore e dell’austerità imposte dal fiscal compact, favorendo soltanto i colossi finanziari, le banche e l’industria degli armamenti, oppure cambiare rotta e applicare delle politiche economiche espansive, di stimolo all’investimento, per rilanciare l’economia civile restringendo i budget militari.  

Se prendiamo le due frasi, sia quella di Cameron che quella della Kirchner, ci rendiamo conto di quale sia la posta in gioco e come, dietro tutta questa vicenda, ci sia l’invisibile e onnipresente mano del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Dice Cameron: “Difenderemo le Falkland anche con la guerra se necessario”. Sostiene la Kirchner: “Meno cannoni e meno bombardieri e più lavoro e più occupazione: di questo ha bisogno l’Europa non di una guerra ”.

Cameron ha poi risposto al governo argentino con aria sprezzante e razzista “Non accettiamo da un lontano staterello sudamericano lezioni su ciò che l’Europa deve o non deve fare”.

E la Kirchner ha risposto: “E allora, se è così, perché l’Europa ci invia di continuo degli ispettori del Fondo Monetario Internazionale per dirci ciò che noi dobbiamo fare in materia economica, prospettandoci delle manovre che in Europa hanno prodotto soltanto miseria e dolore distruggendo l’economia europea?”.

Riguarda tutti noi, dunque.

Non si tratta di una polemica sterile, bensì di uno scontro sostanziale.

Tant’è vero che da anglo-argentino, questo conflitto è diventato in pochissime ore uno scontro tra l’Europa e il continente americano. Questo voleva Christine Lagarde.

E’ la conferma di una spaccatura storica che non riguarda delle isolette inutili, ma ben altra materia. Rivela uno scontro poderoso tutto interno alla vita politica britannica tra la massoneria conservatrice inglese che controlla la finanza della city e la corona, la quale –non a caso- cinque mesi fa ha ordinato come arcivescovo di Canterbury, la più alta carica religiosa, un uomo di cui si è parlato molto poco ma la cui nomina ha sconvolto più di un club che a Londra conta. Il capo dei pastori anglicani è un uomo che ha lavorato venti anni come analista finanziario nella centrale di Goldman Sachs, poi si è dimesso e ha pubblicato un libro rispetto al quale le dichiarazioni di Paolo Barnard sono gridolini da scuola elementare. In seguito a quella esperienza il capo degli anglicani sostiene di aver avuto una conversione religiosa e di aver scelto “di dedicare il resto della mia esistenza all’abbattimento della dittatura malefica dei colossi finanziari di cui conosco perfettamente i macabri rituali di morte e di devastazione delle esistenze” (è uno che parla così). La corona inglese lo adora, lo stima e lo rispetta. Soprattutto il principe Charles. Tant’è vero che l’hanno scelto tra 42 potenziali candidati.

E’ lo stesso tipo di scontro che si sta verificando in Usa tra i repubblicani e i democratici. In gioco, a Washington, sul piatto della bilancia, ci sono investimenti per 6.000 miliardi di dollari. I repubblicani li vogliono passare alla difesa dove i militari protestano perché dalla fine della guerra in Iraq, per loro, è finita la festa delle sovvenzioni statali a pioggia. Nei suoi due mandati presidenziali, George Bush jr. ha succhiato alle casse della Banca d’America 11.000 miliardi di dollari. Obama e i democratici hanno detto: basta così, e guardano al Sudamerica.

Ecco perché la nostra Christine Lagarde si è impuntata con l’Argentina. Sono in ballo decine di migliaia di miliardi di euro da investire nella finanza bellica: è la strada maestra indicata dal Fondo Monetario Internazionale, alla quale l’Italia ha aderito. E le scelte sudamericane, se si cementano con l’amministrazione Usa ponendo fine all’annoso e tragico conflitto tra il settentrione e il meridione del continente americano, possono anche far saltare l’euro e tutte le politiche di rigore e di austerità.

Non è certo casuale che nel cuore dell’Europa sia sceso in campo, personalmente, per tendere una mano al discutibile Gerard Depardieu, lo zar Putin in persona. Un segnale chiaro e forte all’Europa. In altri tempi avrebbe provocato un incidente diplomatico.

Questi sono i giochi.

L’Europa, in questo momento, è in pugno alla finanza di Londra e allo zar Vladimir Putin.

Come ha detto un diplomatico francese a un recente ricevimento a Parigi “peccato che Napoleone non ce l’abbia fatta nel 1812 sulla Beresina: sarebbe stata davvero tutta un’altra Europa”.

Una boutade che sottoscrivo, nella sua surrealtà.

Quel dittatore pazzo e megalomane di Ajaccio mi sta sempre più simpatico.

Avevano ragione sia Stendhal che Beethoven che Alessandro Manzoni.

Buona settimana a tutti.



22 commenti:

  1. Buon Anno,Sergio.
    Osvaldo

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  2. L'altro giorno ha scritto che GB intende risolutamente risolutamente abbandonare le politiche di rigore per porsi in funzione antitedesca. Oggi risulta esserci un duro scontro tra la corona e chi appoggia la finanza. Ieri un punto per Cristina l'argentina, oggi per quella FMI. Allora non è stata una buona mossa la lettera dell'argentina, tantomeno inbarcarsi in una questione che a breve sarà risolta da un referendum. Non sarebbe più semplice (ed efficace)che l'Argentina (nazione) rivendicasse risolutamente la propria sovranità senza tante chiacchere? Probabilmente sono un po' tonto (o candido o non abbastanza informato). Molto altre questioni, ma per ora le sarei grato se mi desse delucidazioni riguardo i suoi post e la situazione in questioni (o dove pigliare le necessarie informazioni). La saluto e la ringrazio in ogni caso.
    Tenente Glahn

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    1. Non ho capito che cosa vorrebbe sapere. l'Argentina non può rivendicare nulla, altrimenti -automaticamente- verrebbe considerata una dichiarazione formale di guerra contro la Gran Bretagna.

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    2. Strano, mi sembrava di essere stato chiaro: le ho mostrato ALCUNE differenze tra i suoi 2 post. Le chiedevo quindi come sta effettivamente la situazione, oppure che gentilmente (se ne ha voglia, ovvio) d'indicarmi link, riviste o quant'altro dove poter approfondire la questione.
      Inoltre, intendevo che invece di perdere tempo sulle Malvinas, sarebbe più semplice ed efficace rivendicare la propria sovranità riguardo le scelte di politica ecoonomica interna. Rispetto a Fmi o chi altri. Il mio primo commento non aveva intenzioni polemiche e neanche questo. I chiarimenti in genere li richiedo ad amici o persone che non conosco (come lei) ma che apprezzo. Ripeto, c'è una notevole differenza tra le cose affermate tra i 2 post. Ad esempio, GB è avviata a politiche opposte al rigore finanziario (primo post) oppure c'è una lotta, al riguardo? (2^post) Se c'è questa lotta, lei vede favorite le posizioni della corona oppure no? Saluti.
      Tenente Glahn

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    3. Nel post precedente mancava ancora la risposta di Cameron alla lettera!
      Poi se leggi bene il post (questo) si parla di quanto siano in disaccordo i pensieri e le idee di Cameron con la direzione che sembra voler prendere la corona.
      Ciao

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    4. Innanzittutto ti ringrazio della risposta (e del tono della risposta, ergo un doppio ciao!) Ti sembrerò un po' tignoso, ma io ho letto con attenzione i 2 post del Sig. Modigliani nonchè altri post, la tua risposta, altri commenti. « La Gran Bretagna ha già avviato, all’interno della società civile e politica, il pensionamento delle politiche di rigore e di austerità iniziando la lenta (ma inarrestabile) marcia verso il ritorno a una nuova politica keynesiana in funzione anti-tedesca. » (post1)
      “L’Europa, in questo momento, è in pugno alla finanza di Londra...” (post 2)”
      Ora tu mi dici che tra i 2 post c'è stata una importante dichiarazione di Cameron, ciò e vero c'è stata e anche a me pare importante. Ma questo dimostra che Cameron non è affatto “esangue” come scritto sempre nel primo post. In breve: questa dichiarazione secondo me acuisce l'incongruenza tra i 2 post, non solo nelle parti che ho copiato. Ti faccio notare che anche altre persone hanno commentato su queste differenze.
      D'accordo, sono tignoso (e insonne e senza sigarette), ma faccio questi rilievi, perchè, a differenza di molti che commentano e che paiono conoscere forse anche personalmente il Sig. Modigliani, io non solo non lo conosco di persona, non so la sua storia, non sapevo della sua esistenza fino a un paio di giorni fa. Quindi dopo l'iniziale entusiasmo – trovare qualcuno che è contro l'oligarchia finanziaria non meno di me, che ci informa di cose interessanti e non molto divulgate, scritte in modo brillante e appassionato mi fa contento. So più cose e sono meno solo - devo per forza controllare e fare le pulci ad ogni sua frase.
      Il pensiero libero, il pensiero critico richiede sempre di verificare, dubitare di chiunque e qualsiasi cosa. Bertrand Russell, che scopro molto ammirato dal Sig. Modigliani proponeva degli specifici esercizi al riguardo.
      Detto questo, io non tengo un blog, raramente commento qualcosa. Probabilmente se tenessi un blog incapparei non solo in “incongruenze” ma anche in imprecisioni o peggio. La malafede e la mistificazione credo di no. Ma se non è abbastanza chiaro, lo preciso: il Sig. Modigliani non è accusato di mistificazione, disonestà intellettuale. NON. E la questione è chiusa. (Ho da ringraziarlo per la risposta che ha dato a Marilù, riguardo il referendum). Bye a tutti.
      Tenente Glahn

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  3. Modigliani, l'articolo è eccellente, non solo per come è scritto, ma anche per come è appunto articolato, cioè ricco di agganci alle fonti e alle più disparate dichiarazioni o iniziative (vedi la silenziosa stretta di mano di Putin al connazionale della potente direttrice del FMI) dei vari leaders internazionali, incluso il davvero singolare caso di quello Zaccheo nostro contemporaneo che è il neo-eletto arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e non meno ricco di spunti di riflessione che, al solito, ha il pregio di stimolare. Intanto, a proposito dell'arcivescovo Welby, mi viene subito da chiederti, gentile Modigliani, se la notizia circa la sua ventennale attività di analista finanziario della Goldman Sachs tu l'abbia tratta dalla lettura di "Managing the Church? Order and organization in a secular age", oppure dal suo altro trattato di economia e morale "Exploration in financial Ethics" o da altri suoi testi di simile tenore e argomento, di cui ho trovato menzione su Wikipedia. Lo chiedo perché, nella biografia riportata dalla versione inglese di wiki (l'unica disponibile, quella italiana è inesistente), si riferisce di una lunga permanenza di Welby presso la compagnia petrolifera francese Elf Aquitaine come dirigente e poi di una sua esperienza, fino al 1989, come tesoriere presso una compagnia di esplorazione petrolifera britannica, la Enterprise Oil PLC, attiva soprattutto nello sfruttamento di giacimenti in Africa Occidentale e Mare del Nord, senza però mai nemmeno una volta fare cenno a una sua collaborazione con Goldman Sachs. Sarebbe interessante esplorare un po' il perché di questa vistosa omissione, ma per il momento a me preme evidenziare il legame che intercorre tra il passato per così dire petrolifero di Welby, le posizioni pacifiste della corona inglese che lo ha scelto di recente come proprio numero due alla guida della Chiesa Anglicana, e il commento di un Anonimo che l'altro ieri, in un suo intervento inserito alle 09:54 in calce al tuo post immediatamente precedente a questo, ha scritto di un avanzamento della Gran Bretagna nel suo programmato "anschluess" di una succulenta (per il sottosuolo, più che per i panorami, immagino) porzione di territorio antartico.

    Quel che voglio dire è che forse l'arcivescovo di Canterbury, e la Corona con lui, deprecano le speculazioni finanziarie ma non disdegnano l'accaparramento di importanti giacimenti di fonti energetiche come essenziale alla buona strategia di sopravvivenza di una nazione. Del resto, non so Welby, ma la Corona inglese, appoggiando e promuovendo, in accordo con Italia, Francia e USA, la detronizzazione violenta di Gheddafi l'anno scorso, lo ha già ampiamente dimostrato, mi pare. E che le Falkland/Malvine possano essere viste come fondamentale avamposto per il controllo, il rifornimento e l'appoggio logistico in generale delle basi di sfruttamento petrolifero in Antartide, mi pare altrettanto plausibile.
    Inoltre: perché la presidentessa Kirchner ha rilanciato proprio adesso la questione della "fedeltà" alle passate risoluzioni ONU anti-colonialiste, se a marzo, come giustamente, a mio avviso, ha ricordato Cameron, ci sarà un referendum in cui, nella maniera più democratica, pacifica e diplomatica possibile (e inattaccabile da qualsivoglia dichiarazione ONU che punti a dirsi rispettosa dello Stato di Diritto) gli stessi abitanti di quelle isole decideranno AUTONOMAMENTE di quale dei due governi contendenti considerarsi parte?

    Ti lascio con questa domanda, non voglio approfittare oltre della tua sempre generosa ospitalità.
    Buona settimana anche a te.
    Con sincera stima, Marilù L.

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    1. il referendum è ridicolo; si svolgerà tra la popolazione votante (circa 860 persone) che risultano legalmente residenti britannici. Se votano a favore dell'Argentina, perdono oltre ai diritti, la pensione, lo stipendio e i soldi versati in tasse per tanti anni. Quindi è ovvio che votreranno a favore. Inoltre c'è un altro aspetto che chiarisce il "perchè adesso". la situazione in sudamerica è completamente diversa da 30 anni fa. Il Brasile è diventata una potenza militare,ben vista dall'attuale amministrazione Usa, dato che i brasiliani hanno chiuso un accordo militare di ferro con la Francia, la quale zitta zitta quatta quatta quatta ha sostituito gli Usa in tutta la zona. Dal Brasile sono arrivate notizie "preoccupanti" relative all'uso di dispositivi nucleari nella zona. Poichè la Gran Bretagna ha coperto il tutto sotto la definizione "segreti militari di Stato", si è rifiutata di dare spiegazioni su che cosa stia facendo. Le associazioni ambientaliste sudamericane hanno protestato chiedendo ragguagli in merito, ma le autorità inglesi si sono rifiutate di rispondere. Da cui il caso che sintetizzato dovrebbe corrispondere a qualcosa del tipo "su quale diritto si basa il presupposto per cui la popolazione argentina che si trova a 100 chilometri di distanza nel suolo argentino non ha il diritto di sapere che tipo di esperimenti nucleari vengono fatti nelle isolette?". Si tratta di un braccio di ferro diplomatico tra il sudamerica e le grandi potenze coloniali europee. E s questo, la Gran Bretagna (in Europa)risulta completamente isolata. Ha la Francia contro, e l'Italia -come al solito- si è chiamata fuori dicendo "noi non vogliamo avere nulla a che fare con questa storia" dato che la Nato (per statuto)si occupa dell'Atlantico del Nord e non ha territorialità al di sotto della linea dell'equatore. E' un pasticcio complesso e sono coinvolti molti interessi europei per la conquista dei mercati sudamericani dove i francesi stanno soppiantando gli inglesi.

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    2. Sì, è vero, è una situazione decisamente molto più complessa rispetto a come mi era apparsa in un primo momento. Sembrerebbe quasi che quella delle Malvine ricalchi le orme della crisi di Cuba di 50 anni fa. Comunque il richiamo della presidentessa Kirchner alle vecchie risoluzioni ONU contro il colonialismo continua ad essere, a mio avviso, un'arma spuntata nei confronti dell'escamotage piuttosto astuto, proprio perché legalmente ineccepibile, del referendum, messo in campo da Londra. Potrebbe aggirare meglio l'ostacolo, forse, se si facesse portavoce presso l'assemblea ONU delle numerose proteste delle associazioni ambientaliste di vari Stati sudamericani cui accennavi, spingendo quell'assemblea a risoluzioni nuove di zecca e imperniate su temi ed emergenze che non potrebbero essere risolti dal referendum del prossimo marzo. Ma è possibile che la situazione sia talmente ingarbugliata da non consentire un'uscita di sicurezza così facilmente agibile e a portata di mano. Certo è che neanche gli indigeni potranno godersi la pensione, se scoppia una guerra.
      Grazie comunque della risposta, caro Modigliani, non meno articolata e interessante del post.
      Sempre con sincera stima, Marilù L.

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  4. conoscete il gioco de "il fesso in mezzo"?
    di solito lo si vede giocare negli interrogatori al cinema.

    prima il milite buono ti suggerisce che se fai la spia avrai un vantaggio..
    poi arriva il milite cattivo che ti minaccia a ceffoni di romperti le ossa se non fai la spia.
    ..sembra esserci una sola possibilità.

    e quando si parla di economia è lo stesso.
    il keynesiano predica che se fai come dice lui ci sarà crescita..
    e il rigorista dell'FMI che non ci sarà crescita se non farai quello che dice lui!

    morale?
    tutti che vogliono o che fai la spia o che ci sia crescita.
    tertium non datur

    MA SE NON SI VOLESSE CRESCERE ???!!!
    se l'economia della crescita non la volessimo?
    se si cominciasse a parlare di "economia della decrescita"

    chi è che parla di decrescita nel panorama attuale?
    chi? chi appoggia i movimenti per la decrescita felice?
    fuori i nomi!

    akueo


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    1. wake up humanity

      ...quella è la strada!!

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    2. P.S. attenzione.

      la decrescita non è LA soluzione.
      è UNA scorciatoia.

      grazie.
      akueo

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  5. La ringrazio vivamente per l'ennesimo ottimo articolo, nonché per il suo entusiasmante blog. Aspetto con trepidazione il prossimo.
    Luca

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  6. Ma Cameron non era colui il quale, secondo le indiscrezioni da lei riportate in post precedenti, affermò: "non bandiremo mai Keynes... ecc"?! su per giù (vado a braccio ma il post si puo trovare ancora in rete)...

    Personalamente, non intendo far polemica, ma credo che lei spari ca...e per portare acqua al suo mulino, mischiando (nemmeno tanto abilmente) fatti reali a pure invenzioni.

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    1. Sinceramente uno che dice: "non intendo far polemica"
      e poi: "credo che lei spari ca...e per portare acqua al suo mulino, mischiandi (neppure tanto abilmente) fatti reali a pure invenzioni"
      secondo me la polemica la fa per davvero.

      E, come sempre, il valore globale del post viene dimenticato a fronte di pochi dettagli...

      Se non le piace come scrive Sergio è libero di non leggere, così come è libero di leggere e di dissentire.
      Ma se lo fa almeno non si nasconda dietro falsi perbenismi.

      Igor Biagini

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  7. potrebbe spiegare la contraddizione, tra questo scritto e l'altro suo post dal titolo "PROSEGUE LA GUERRA TRA LE DUE CRISTINE. E L'ARGENTINA INCASSA UN BEL RISULTATO". Inoltre, non le sembra sbagliato definire le Malvine "inutili isolette", dal momento che è stato recentemente scoperto il petrolio(investimenti per 1 miliardo di sterline per rendere possibile la sua estrazione dal 2016). Lo chiedo, non per polemizzare, dal momento che condivido gran parte di quello che lei scrive, ma piuttosto per una chiarezza d'informazione e anche per aiutarmi a "capire meglio" grazie e ciao Andrea

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    1. scusa se ti rispondo io ma a me la storia del petrolio nelle falkland non va giu. Passo a spiegarti il perche, prima della guerra l'inghilterra stava per restituire le isole all'argentina(troppi costi) ma secondo il rapporto murphy(arrivato dall'intelligence usa) le isole erano piene di petrolio, la tachtcher presse la palla al balzo invio le truppe e si ripressero le isole.tutto questo nel 1982. Bene fino ad ora neanche una goccia di petrolio e' stata pressa da qui quattro scogli. ma la bugia funziona benissimo almeno per le piccole compagnie che nascono ogni tanto, dichiarano che hanno scoperto pozzi pieni di petrolio, e il prezzo delle loro azioni vanno alle stelle dopo di che non succede niente perche:Scuse tipo troppo costoso perforare. Io penso se in realta ci fosse tutto questo petrolio perche la BP non si e' mai sognata neanche di esplorare le isole ma l'anno fatto solo compagnie che nascono ad hoc e poi spariscono con la cassa.

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    2. Grazie di questa precisazione, gentile Anonimo/a, è davvero molto interessante.
      A presto rileggerLa.
      Marilù L.

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  8. Gentile signor "Courtial Des Peires" Modigliani, lo sa che lei, con questi ultimi due articoli, mi ha dato l'impressione di poter assomigliare al personaggio interpretato da Walter Chiari ne "L'importanza di chiamarsi Sarchiapone"?
    Firmato G come Gengive.

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  9. Caro Modigliani,
    alcune concise osservazioni:
    1) la storia è appassionante, ma in più lei scrive veramente bene,
    2) ottimo anche il dibattito con i lettori (a parte qualche calo verso il finale), anche questo mi fa sentire qui sempre più a casa,
    3) non credo sia importante essere daccordo su tutto, ma piuttosto essere informati e aperti al dialogo, Un po' di educazione non guasta.
    4) ho sempre più voglia di considerare l'ipotesi di trasferirmi in Argentina!
    Saluti

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  10. a rispetto di ogni cittadino argentino..ricordo che tale isole sono abitate da cittadini britannici.., nessun argentino..,tale petrolio poi è stato scoperto dopo 500 anni di dominio.
    Un altro punto come mai solo il governo argentino stuzzica in continuazione il governo britannico da decenni?ad esempio come mai L'Italia non rivendica la Corsica?mi spiace a dirlo ma qundo dopo 500 anni c'è un' altra cultura..io a parere mio direi di lasciarla in pace.grazie dell'attenzione saluti a tutti

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