mercoledì 26 dicembre 2012

Ingenuamente autentica, si snocciola la nuova realtà della vita post-Maya

di Sergio Di Cori Modigliani


Come va la vita nel post-Maya?

Forse è ancora un po’ presto per rendersene conto, dopotutto è iniziata soltanto cinque giorni fa.  

Ma in giro per il mondo già si manifestano i primi validi esempi.
Proprio per evitare qualsivoglia rischio, i nostro baldi oligarchi hanno provveduto a creare l’ennesima illusione da circo per ipnotizzare l’intera nazione  –tra l’altro riuscendoci alla perfezione - e quindi garantirsi del fatto che in Italia non ci sarebbe stato alcun rischio né di notizie né di contagio psicologico né, meno che meno, l’insorgere di un meccanismo collettivo di emulazione. E così la vita prosegue nel pre-Maya. A questo serve la cupola mediatica. E ci aggiungerei, (per quanto riguarda l’Italia) a questo servono i siti cosiddetti indipendenti, molti quotidiani on-line, facebook, vari bloggers, che ormai sono diventati (più o   meno inconsapevolmente) la copia conforme del mainstream, naturalmente presentato come alternativa. Ciò che conta è che si parli di Monti, se si presenta, se non si presenta, perché si è presentato, perché non si è presentato; con l’aggiunta di opinioni a fiumi su chi lo appoggia, chi lo contrasta, chi lo vuole, chi non lo vuole, che cosa farà, che cosa dirà, come e quando e perchè, ecc.

Il fascino della vita post-Maya, invece, consiste nell’essere completamente fuori da questo meccanismo, osservandolo a una certa distanza, con lo stesso gusto iconico con il quale si guarda alla tivvù una pimpante commedia in bianco e nero di Fritz Lang del 1936. Cercano di arginare la valanga e fanno ciò che possono, poveretti, bisogna anche capirli. Si sa che è solo una questione di tempo, poco a poco, l’onda si estenderà e dilagherà.
Così come è sempre avvenuto nella storia dell’umanità.
I grandi cambiamenti, infatti, gli stravolgimenti epocali, la fondazione di nuove civiltà, non è avvenuta in un colpo secco, né tantomeno i protagonisti e i partecipanti si rendevano conto di ciò che stavano facendo: loro semplicemente erano. Gli storici e i posteri hanno attribuito  valenze specifiche per riuscire a collocare nel tempo e nello spazio i “grandiosi salti epocali di coscienza collettiva” e quindi poterne parlare e descrivere lo sviluppo per comprenderne il Senso e l’Origine. Non è che 3200 anni fa, quando, in seguito a una spaventosa e inattesa gelata che aveva prodotto un perfido inverno, dei pastori scandinavi scelsero di emigrare verso sud e, attraverso perigli e contrattempi, finalmente arrivarono in una dolce, solitaria, accogliente terra ricca di ogni dono naturale, non è che una volta arrivati si presentarono ai rari pastori locali dicendo loro “salve, eccoci qui, noi siamo gli antichi greci, siamo venuti da lontano per tirar su una civiltà fantastica”. Arrivarono lì, si stanziarono al calduccio e la felicità della “sorprendente novità esistenziale” fu talmente grandiosa, così stimolante, così diversa e armonica, da gettare i semi di una nuova comunità alla quale noi abbiamo dato uno specifico nome identificandola nel tempo, nello spazio, nella Storia.

Diciamo che la vita nel post-Maya, iniziata il 21 dicembre 2012 (tanto per capirsi) è simile alla scelta di quei coraggiosi scandinavi di un tempo che –a differenza di chi scelse di non emigrare e rimase travolto dalla gelata- si assunsero la responsabilità di una scelta estrema che fu, allora, uno spaventoso salto nel vuoto, una vera e propria follia, motivata e prodotta da quel meraviglioso meccanismo bio-psichico della specie umana che unisce l’istinto di sopravvivenza alla propria eterna aspirazione ad una evoluzione collettiva. .

Se noi lo immaginiamo con i nostri occhi di oggi, ci appare come una avventura incredibile. Senza antibiotici, senza cibo, senza soldi, senza nulla, un gruppo di persone cammina per circa 2500 chilometri alla ricerca di un posto dove valga la pena di vivere una vita decente, in tranquillità, affrontando ostacoli davvero insormontabili.

L’Europa è nata così.

E in quel loro linguaggio nuovo nato dalla sintesi e dalla commistione di un antico dialetto scandinavo e della lingua fenicia, scelsero di definire quell’immenso territorio che andava dalla terra dei loro avi (la penisola scandinava) fino al ritrovato Eden (la fertile pianura della Grecia meridionale) passando attraverso tutti i territori che avevano attraversato, con il termine “Europa” che, nella loro lingua arcaica, voleva dire “ampie vedute, orizzonte largo, visione totale, vasto raggio, comunità costruita sul bene comune”.

L’Europa è nata così. Questo è il Senso etimologico del nostro continente. Da lì noi veniamo.

Ed è l’Europa che vogliono e alla quale aspirano i cittadini entrati nel post-Maya.

Splendidi esempi ci hanno annunciato un Natale “diverso”, nel mondo globalizzato occidentale, le manifestazioni dei primi vagiti della nuova era, nata dall’abbattimento e dal superamento di quella precedente, i cui echi si protrarranno ancora a lungo, ma molto molto di meno di quanto non si voglia far pensare.

E’ accaduto in diversi posti: in Grecia, in Portogallo, in Irlanda, in Gran Bretagna, in Argentina, in Brasile, negli Usa.

In Grecia, dove dei giovani disoccupati sono riusciti –a costo zero- a mettere su un circuito che si è collegato con agenzie di ricchi collezionisti d’arte antica e hanno organizzato delle piccole aste locali in cui i gestori della Chiesa greca ortodossa hanno deciso e scelto di mettere in vendita, al miglior offerente, delle antiche reliquie provenienti dal loro patrimonio. Il danaro ricavato è stato distribuito presso le persone più anziane e disagiate che, in conseguenza del rigore applicato dalla BCE, non hanno più accesso alla sanità pubblica. Hanno salvato delle vite.

In Portogallo, ad Oporto, le 152 aziende che hanno ottenuto in borsa nell’arco del 2012 un grande profitto, grazie soprattutto ai soldi avuti dalla BCE per le banche locali, hanno destinato –tutte insieme- la cifra di 20 milioni di euro per distribuire pesce fresco alla parte più indigente della popolazione, nel nome dell’amor cristiano.

In Irlanda, proprio alla vigilia di Natale (la decisione è arrivata il 23 dicembre) il parlamento ha risolto un nodo considerato “irrisolvibile” da tutti, provocato dalla scelta politica del più importante partito d’opposizione, il Sinn Feinn, organizzazione politica che fino a venti anni fa sosteneva il terrorismo dell’Irish Republican Army e che seguita a essere fortemente radicato nel territorio. Questo partito ha organizzato lo “sciopero dell’Imu”. I cittadini irlandesi, infatti, dopo aver votato la loro legge di stabilità imposta dalla BCE si sono rifiutati di pagare l’Imu in massa. Con la caratteristica e coraggiosa sfrontatezza della loro etnia hanno scelto pubblicamente di non pagare “perché lo consideriamo un sacrificio insostenibile e inaccettabile”, appoggiati dalla chiesa cattolica irlandese. I commissari della troika si erano precipitati a Dublino con la bava alla bocca alla fine di ottobre ma a braccio di ferro hanno vinto gli irlandesi. La Bce ha ceduto. La Banca centrale europea si è fatta carico del mancato pagamento attraverso un’elucubrata manovra finanziaria contabile per cui parte dei soldi regalati a pioggia alle banche irlandesi sono state conteggiate come “anticipo di pagamento tassa Imu” da parte di soggetti più disagiati, i quali avranno la possibilità legale di pagare la tassa in dodici rate mensili senza alcun interesse aggiunto e, nel caso risultino disoccupati o sfrattati o disagiati, saranno le banche a pagare a loro nome con l’accordo che i soldi verranno restituiti alle banche nella percentuale del “quinto di stipendio” di detrazione ma soltanto quando e se avranno trovato un lavoro.

In Gran Bretagna sono avvenute scene che la cronografia storica locale mediatica ha scelto di attribuire alla vanità del delirio narcisista. Nella contea del Devonshire, un Lord, di sua totale iniziativa, ha dato incarico al suo contabile di mettere a disposizione la cifra di 1 milione di sterline del suo patrimonio personale da suddividere in banconote da 100 sterline a favore di 10.000 persone iscritte alla lista di collocamento nella sua contea. L’evento, pubblicizzato alla fine di novembre, ha colpito nel vivo l’orgoglio di una sua  cugina di secondo grado, una specie di svampita che ha una trasmissione televisiva di culinaria & gossip, la quale per non essere da meno ha fatto la stessa cosa per due milioni di sterline. Del fatto se n’era parlato in Gran Bretagna contagiando la fantasia e l’immaginazione di due noti personaggi dello sport miliardario, Sir Alex Ferguson e il nostro emigrante di lusso Roberto Mancini, rispettivamente allenatori del Manchester United e del Manchester City, i quali hanno convinto i loro rispettivi miliardari datori di lavoro a mettere a disposizione come regalo un completo sportivo, maglietta, calzoncini, calzettoni e scarpette, per un controvalore di 10 milioni di sterline, da regalare a 10.000 bambini di età tra i 6 e i 16 anni figli di famiglie disagiate nella città di Manchester che vive di calcio. Hanno anche trovato gli sponsor. E’ stato uno splendido Natale per tanti bimbi poveri inglesi.
Perché la Juventus, il Milan, l’Inter, la Roma, la Lazio, il Napoli e la Fiorentina (le magnifiche sette del nostro calcio) non hanno fatto la stessa cosa?

In Sudamerica, diversi esempi di “esistenza post-Maya”.
La nostra cupola mediatica (al 100% pre-Maya) e diversi siti e bloggers nostrani hanno abbondantemente raccontato come in Argentina si siano verificati gli assalti ai supermercati da parte di gente affamata, esattamente come nel 2001, poco prima che il paese  andasse in default. La notizia è vera e falsa allo stesso tempo.
E’ vero che c’è stato l’attacco ai supermercati. Ma non si tratta di gente affamata. Quando uno ha fame e attacca un supermercato, si getta sulla carne, la frutta, il formaggio. Quando non c’è da mangiare, quello è oro. Come era accaduto nel 2001.
In questa circostanza, invece, nella totalità dei casi, le persone hanno attraversato la zona cibo riversandosi nella sezione elettronica e arraffando tablets, cellulari e televisori al plasma giganti. Ci sono stati centinaia di feriti e addirittura due morti in seguito all’intervento delle forze dell’ordine. Circa 300 arresti. In 42 casi c’è stata la confessione da parte degli arrestati, i quali hanno raccontato di essere stati abbondantemente pagati per provocare una simile situazione. L’evento, quindi, si è trasferito e si è inserito all’interno della furibonda lotta politica argentina tra chi appoggia le manovre politiche keynesiane della Kirchner e chi, invece, sostiene le decisioni del fondo monetario internazionale che vuole imporre rigore ed austerità imponendo all’Argentina tagli alla istruzione pubblica e alla sanità. Il dibattito natalizio, quindi, si è spostato (come voleva Christine Lagarde) su questi episodi definiti in Europa “un chiaro segnale del fatto che il governo ha perso il controllo sociale della nazione”. Poca attenzione, o nulla,  è stata riservata invece alla iniziativa (che venne lanciata già nel 2009) da parte di un gruppo di ricche donne autonome cattoliche, le quali hanno caricato i loro suv di quintali di farina, frutta, carne, verdura e sono andate nei quartieri più poveri e nei paesi più degradati, dove hanno allestito delle gigantesche cucine da campo cucinando per tutta la giornata centinaia di migliaia di pasti messi a disposizione per i ceti più disagiati, al grido di “il Salvatore vuole che almeno oggi tutti mangino alla grande”. Grazie al fatto che lì è estate, c’è stata una gigantesca proliferazione di “natali in piazza” che si è esteso anche in Cile, Uruguay e Brasile per trascorrere la festa natalizia insieme agli altri. Per lo più, i cattolici sudamericani più danarosi hanno scelto quest’anno di celebrare il natale mangiando e ballando per le strade insieme a quelli meno fortunati.
Perché in Italia a nessuno è venuto in mente di organizzare una cosa del genere, dato che nella nostra repubblica (pre-Maya) i dati statistici ci hanno segnalato che ben 8 milioni di persone, pari all’11,7% della popolazione (la più alta d’Europa) a Natale non avevano nulla da mangiare, mentre su facebook la ricorrente lamentela di ieri e oggi ruotava intorno al  problema dei chili di troppo dovuti all’eccesiva quantità di cibo ingurgitato?

In California, ovverossia a 20 mila chilometri più a nord, si è verificata la stessa esperienza lanciata l’anno scorso, ma in maniera molto più vasta e massiva. La società Mattel (proprietaria e produttrice delle bambole Barbie) ha comunicato di aver ricevuto da anonimi residenti locali la cifra di 500 mila dollari per impacchettare e regalare Barbie alle bambine figlie di persone iscritte alla lista dei disoccupati. La stessa cosa è avvenuta per la Lego che produce scatole di montaggio per bambini. Non solo. C’è stato il versamento da parte di anonimi, gestiti dal PTA californiano (associazione che raduna genitori e maestri delle elementari) per dare un solido contributo a 55 piccole case editrici indipendenti, che producono materiale cartaceo, a rischio di chiusura, per stampare decine di migliaia di copie di libri per l’infanzia. Una bella notizia per noi italiani consiste nel fatto che bestseller risulta l’edizione bilingue (spagnolo e inglese) di Pinocchio.

Tutto ciò ( e chissà quanto altro ancora che il sottoscritto ignora e di cui non ci riferiscono) appartiene alla creatività della nuova era post-Maya. Sono piccole iniziative sparpagliate, prive di riconosciuta valenza politica, totalmente avulse da qualunque forma di gestione partitica, frutto di idee, progetti individuali, scelte esistenziali, sicuramente non sufficienti ma necessari per l’avvio e l’alimento di una rivoluzione esistenziale e culturale.
Le idee, i progetti, le innovazioni, le soluzioni, sono la caratteristica della vita post-Maya.

Nella vita pre-Maya, invece, bisogna seguire le vicende di una ristretta, sempre più ristretta pattuglia di persone che vuol fare tutto ciò che è possibile per impedire di smuovere anche di un millimetro l’attuale status quo, in modo tale da seguitare a garantirsi il perpetrare della logica delle dinastie aristocratiche, mascherata da democrazia rappresentativa.

E’ una maschera, per l’appunto.

La coppia post-Maya, che mentre cena guarda la televisione, ascolta i soliti protagonisti del teatro della politica e, nel momento cruciale del discorso lei esclama, rivolgendosi al suo compagno: “secondo me ha messo la cravatta sbagliata”. Il compagno è in disaccordo, trova che, invece, ben si intona con quel completo di lana pettinata. Tutto qui.

La coppia post-Maya sa che sta guardando un teatro delle mummie pietrificate e quindi –come a teatro- commenta la scenografia, la scelta dei colori, la modalità delle forme, perché il resto è irrilevante, essendo il tutto privo di qualsivoglia sostanza che abbia nulla a che fare con le reali esigenze della popolazione. Dimostrare che Monti ha governato bene, oppure ha fatto male, che si candiderà oppure non si candiderà e perché e come, appartiene a un mondo di illusioni che è già passato,  a un mondo in via di estinzione e che vogliono convincerci che ancora esiste.
Mentre la Storia ha già voltato pagina e prosegue la sua marcia evolutiva verso un diverso approccio esistenziale, in Italia cercheranno di spingerci verso un passato già sepolto.

Mentre in gran parte dell’occidente si muovono nella consapevolezza che dalla malattia sociale collettiva ci si riprenderà soltanto collettivamente e da più parti si vedono, si notano, si certificano, i primi vagiti di una coscienza allargata armonica, da noi annunciano l’imminente lancio del teatro delle mummie.

Basterebbe pensare al silenzio mediatico relativo a una iniziativa post-Maya di un cittadino italiano che merita il rispetto civile dell’intera collettività e che qui, oggi, ricordo, perché il suo atto appartiene a quel senso di pacifica armonia che è caratteristica individuale e caratteriale di chi ha incorporato il concetto di Buona Volontà.

E’ accaduto il 30 novembre scorso e per un giorno se ne è parlato. Poi si è steso un velo  sulla vicenda, temendo che potesse spingere  a porsi delle domande.

E’ avvenuto in Umbria, dove un imprenditore ha avuto dal suo contabile la bella notizia che, grazie ad accorti investimenti, nel preparare il bilancio di fine anno, ne veniva fuori che, al netto delle tasse pagate, la sua azienda aveva conquistato una posizione più avanzata nei mercati mondiali, riuscendo a saldare tutti i debiti, realizzando un imprevista plusvalenza di profitto di ben 6 milioni di euro rispetto alle previsioni di bilancio. L’imprenditore, prendendo atto della buona notizia, invece di portare i suoi soldi in Svizzera inguattandoli in qualche fondo, ha dato disposizione al suo direttore generale di scrivere una lettera a tutto il personale della sua azienda annunciando loro che, oltre alla consueta tredicesima, i suoi 783 dipendenti, in data 10 dicembre, avrebbero trovato in busta paga l’aggiunta suppletiva di 6.385 euro a testa …“ dato che grazie a voi tutti la nostra azienda, nei soli primi 9 mesi del 2012, ha raggiunto un fatturato di 225 milioni di euro posizionandosi come leader del made in Italy nel segmento specifico di mercato”.
Questo imprenditore, Brunello Cucinelli, ideatore, fondatore e proprietario dell’omonima azienda di abbigliamento in cachemire puro, nella regione Umbria, ha deciso e scelto di suddividere il profitto in più con tutti i suoi dipendenti, compreso l’usciere, determinando –con il suo gesto- un immediato aumento di consumo e piccolo investimento individuale che è andato a toccare tutto il comparto dell’indotto coinvolgendo decine di migliaia di umbri.
Il giorno dopo quest’atto, inseguito e asserragliato dai media, ha diramato un comunicato stampa dove dichiarava che non voleva parlare con , non intendeva in nessun caso fare pubblicità al suo gesto e considerava il suo gesto un “fatto normale e ovvio per ogni imprenditore consapevole che il capitale sociale e umano è la base portante di ogni successo d’azienda”.  Cucinelli, qualche anno fa, ha cominciato a dedicarsi allo studio applicato della filosofia antica, meritandosi la Laurea Honoris Causa in Filosofia ed Etica delle relazioni umane, che gli è stata consegnata lo scorso anno dall’Università di Perugia.

E’ stata data una notizia secca, a denti stretti, e la cosa è finita lì.
Perché non lo hanno fatto anche gli altri?

Perché il Monte dei Paschi di Siena che negli ultimi 22 giorni ha avuto un rialzo in borsa del 32% grazie all’immeritato incasso di 3,9 miliardi di euro da parte dello stato, non ha fatto lo stesso? Perché è andato di corsa a immetterli in bilancio in attività speculative invece di provvedere a destinarne il 7%, pari a 280 milioni di euro, per venire incontro alle 22.560 piccole imprese toscane che avevano chiesto un credito per sopravvivere? In virtù della “non scelta” 10 mila di queste imprese sono fallite; alle altre toccherà entro il 31 marzo.  Potevano fare come Cucinelli. Altri imprenditori avrebbero potuto fare come Brunello Cucinelli. Non lo hanno fatto perché sono “anormali”.

Sono morti che appartengono a un mondo che non esiste più.

Lo sanno e sono disperati per questo.

Il post-Maya bussa alle porte della Storia.

Basta saperlo. Basta riconoscerlo e lasciare che si snoccioli naturalmente.

E osservare questi attori farseschi prendendoli per ciò che sono: curatori di un fallimento storico esistenziale alla loro ultima rappresentazione.

Basta capire e comprendere dentro di noi che le loro cifre, i loro proclami, i loro giochi e giochetti elettorali, non hanno alcun riferimento con la realtà delle nostre esistenze.
E il rituale di  una società che non esiste più.

E come Brunello Cucinelli ci ha dimostrato, c’è sempre un’alternativa.

Perché anche la famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva, non ci dimostra che c’è un’alternativa?

Questa è la vita post-Maya
.
Rimettiamo a posto gli orologi.

Auguro a tutti uno splendido capodanno.

29 commenti:

  1. Bravo Sergio,
    è proprio di questo che vorrei che parlassimo quando verrai da noi a Bologna.
    Ci sono tanti imprenditori che hanno bisogno di esempi positivi da seguire.
    Grazie.

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  2. Mi ha fatto sorridere ancora. Grazie!

    Non so voi, ma io ho fatto il natale piu’ bello degli ultimi anni. Non che di solito mi do alla pazza gioia, pero’ quest’anno ho fatto circolare il messaggio che non ero disponibile ne’ per abbuffate a base di cadaveri ne’ per deliri consumistici (memore anche dell’esperienza dello scorso anno che’ arrivai a natale sfatta di lavoro e di corse folli ai regali, e infatti Santo Stefano me lo feci con la febbre!). Sicche’ ieri a casa, sola soletta (ho anche staccato il telefono), e una passeggiata nel parco (tutto per me, non c’era nessuno!) a fare una chiacchierata con gli alberi e i miei amici scoiattoli: MAGIC! Stamane sono andata a far colazione al bar e ho scoperto che tanta altra gente ha avuto la stessa idea. Come son cambiati i tempi!

    Cieliegina sulla torta, qualche ora fa un cliente (afflitto da problemi di salute che si trascina da anni: ha fatto almeno 10 cure di antibiotici nell’ultimo anno, senza risolvere niente, anzi aggravando la situazione) a cui sto facendo dei trattamenti, mi ha chiamato per ringraziarmi del bellissimo natale, ‘in better shape than ever’. Gli ho spiegato che si sta curando da solo, dal momento che ha deciso di prendersi responsabilita’ per la sua salute e cambiare stile di vita invece di affidarsi a Big Pharma. Anche questo e’ molto post-Maya.

    Alessandra

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    1. Lieta per il tuo bellissimo Natale, Alessandra e per quello ancora più inaspettatamente bello del tuo cliente-paziente. Io l'ho passato con la febbre fin dalla vigilia, nonostante il fatto che abbuffate e corse affannose dietro cianfrusaglie impacchettate facciano, per me e famiglia, parte dell'era pre-Maya già da un tre lustri almeno, e ciò per libera scelta, senza costrizione-costruzione alcuna: pura e semplice attrazione dell'insostenibile leggerezza dell'essere. Da cui però non sono mai riuscita a eliminare del tutto gli antibiotici, a cui questa volta ho comunque potuto concedere ferie natalizie a tempo pieno.
      Gli alberi per ora insisto nel contemplarli, civettuoli dietro le velette di nebbia, solo attraverso i vetri della finestra: non voglio offrire alle pattuglie di Big Pharma il minimo pretesto per una rimpatriata last-minute.

      Buon capodanno e magico 2013, a te, a Modigliani, e a tutti quelli che passano di qua.
      Marilù L.

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    2. Cara Marilu', sei stata piu' brava di me! Io ho fatto tanta fatica a togliermi il vizio dei regali perche' mi piace farli, solo che ora li distribuisco nell'arco dell'anno: ogni occasione e' buona. Gli alberi di natale non li ho mai fatti, in quanto alle decorazioni se metto loro nel mio monolocale poi devo uscire io! Le abbuffate neanche mi piacciono (mangio poco e bene) pero' adoro la convivialita' e in queste occasioni si finisce sempre per esagerare un po'...adesso che mi ci fai pensare: non sara' che mi ammalai per aver mangiato un pezzettino ino ino di tacchino che non ho potuto rifiutare (dall'eta' di 17 che non mangio cadaveri e poi son diventata anche vegana biologica quasi crudista)?
      Gli antibiotici: io sono proprio allergica, grazie ai nostri cari medici che mi hanno rimpinzato bene quand'ero bambina mi sono sensibilizzata, pero' se parli con loro e' il mio sistema immunitario che non funziona a dovere (infatti non ci parlo proprio piu', ci ho rinunciato!), ci sono tante altre maniere per curarsi (meglio e' prevenire): come antibatterico (anche antivirale e antimicotico) in medicina naturale si usa l'argento colloidale, se ti interessa. Io non uso niente, quelle poche volte che becco l'influenza (ogni 3/4 anni, regolarmente preceduta da allergia) faccio qualche giorno a digiuno o al piu' succhi e infusioni e va via da sola.
      P.S.: spero tu non sia un medico, di solito si offendono pure quando dico queste cose, quando son loro che mi dovrebbero chiedere scusa...

      Buona guarigione a te e buon anno a tutti.

      Alessandra

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    3. auguri a Marilù e Alessandra per uno splendido 2013...per quanto riguarda i medici dipende la mia compagna è un medico, disprezza mediamente i medici, odia le medicine e a casa non c'è neppure una aspirina, non si usa nulla se non brodaglie varie, zuppe strategiche e succhi tattici, vanno benissimo. Alla tivvù, quest'anno, la pubblicità dei medicinali si è scatenata

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    4. Grazie davvero per gli auguri di entrambi, che ri-contraccambio con piacere.
      Comunque sì, sono guarita, ma mangiando un po' più del solito, nel senso che di solito sono a dieta stretta, ma stavolta bilancia e calorie per alcuni giorni le ho messe a riposo. E no, non sono un medico neanche per ... contagio familiare. Ho solo trovato molto utili gli antibiotici per mettere K.O. una spaventosa bronchite asmatica sopraggiunta, oltre vent'anni fa, a tormentarmi in coda a un'influenza presa un po' troppo sotto gamba e trascurata. Neanch'io li prendo volentieri, come tutte le medicine del resto, ma ho scoperto purtroppo a mie spese che, quando ce vo' ce vo', come si dice a Roma, e non posso sottrarmi neanche volendo. O volendo proprio farlo in forma definitiva, diciamo. Soprattutto ora, che sono senza tiroide: senza il mio eutirox quotidiano, finirei sotto terra in un paio di settimane, tre al massimo.

      Ringrazio Alessandra per il consiglio sull'argento, che terrò in ogni caso presente, perché anch'io sono un tipo tendenzialmente allergico (adoro i gatti, ma non posso nemmeno guardarli senza iniziare a starnutire) e non si può mai sapere, in un futuro, quale altra idiosincrasia potrei sviluppare anche nel settore dei farmaci.

      Auguri cari di nuovo a voi e a tutti.
      Marilù L.

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    5. Caro Sergio, sono d’accordo riguardo ai medici: dipende. Finora l’unico medico con cui riesco ad avere conversazioni Sensate (e qui davvero ci vuole la maiuscola!) su temi di salute e’ un amico svedese che, dopo aver fatto l’oncologo per 20 anni, schifato dalla medicina cosiddetta allopatica, e’ tornato sui banchi di scuola a studiare naturopatia specializzandosi in iriodiologia e si e’ trasferito al sole, in Spagna, dal quale ogni tanto mi faccio vedere giusto per farmi dire che sto benissimo (l’ultima volta, qualche anno fa, di ritorno dall’Italia munita di analisi del sangue –che i miei cugini medici insistono a farmi fare quando vado giu’- a cui non si e’ neanche degnato di dare un’occhiata!).

      Dalla mia esperienza (personale e non) ci si ammala o perche’ ci si ammala di emozioni e pensieri negativi o perche’ ci si intossica (spesso tutt’e due).

      Avrei dovuto premettere che prescrivere medicine di qualsiasi tipo non solo esula dalle mie competenze bensi’ e’ contrario, in principio, a quello che e’ il mio obbiettivo, cioe’ aiutare i miei pazienti a ritrovare la connessione tra corpo e psiche in modo da attivare la capacita’ innata di ciascuno di curarsi da solo. Spessisimo e’ solo un problema di ‘stress management’ o di ‘lifestyle’, relativamente semplice da superare se c’e’ la volonta’; altre volte e’ piu’ complesso.

      Aggiungo che i farmaci di qualsiasi tipo (includendo anche le erbe) vanno sempre presi su consiglio di professionisti; anche l’argento colloidale ha effetti collaterali.

      A Marilu’ posso consigliare due siti che consulto sovente (anche qui: prendere cio’ che fa al caso nostro e lasciar andare il resto): valdovaccaro.blogspot.com (in italiano) e greenmedinfo.com (in inglese).

      Mi fermo qui, anche se ci sarebbe tantissimo da dire, non solo sulla mercatilizzazione che BigPharma fa della salute (e dei medici e farmacisti ormai trasformati, con poche eccezioni, in rappresentanti e distributori della suddetta associazione a delinquere), ma anche le limitazioni, vero e proprio protezionismo, per chi vuole praticare in Italia una visione della salute ecologica e, giusto per rimanere in tema, post-Maya (anche in questo siamo rimasti indietro).

      La ringrazio dello spazio.
      Un grande abbraccio post-Maya.

      Alessandra

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  3. Esempi positivi, di questo abbiamo bisogno perché l'uomo non rinunci alla speranza ed ai sogni. Un altro mondo è possibile.

    Monti e la politica italiana appartengono al vecchio e non incantano più. Sta però a noi favorirne l'uscita di scena smettendo di dare loro energia occupandocene. Pensiamo ad altro e questi palloncini mediatici si sgonfieranno da soli.

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  4. Per quel che vale, posso dirti che anche una delle istituzioni più fortemente attive nel promuovere la cosiddetta globalizzazione (l'ufficio dei brevetti europei) ha deciso proprio nei giorni scorsi di utilizzare un inatteso surplus di bilancio per i propri dipendenti, distribuendone metà come bonus in busta paga (uguale per tutti, nonostante le forti differenze gerarchiche degli impiegati) e metà al fondo pensioni che scricchiolava un pò come effetto della crisi economica.

    Aggiungo un link come vale anche testimonianza della "rosicata" dei poteri forti: http://www.sueddeutsche.de/wissen/patent-pruefer-wehren-sich-dubiose-boni-am-europaeischen-patentamt-1.1516543 (è di qualche settimana fa, di prima che il consiglio di amministrazione si riunisse per predere una decisione relativa all'uso dei soldi in eccesso; per i non tedescofili e come TL;DR si può riassumere come "non dategli i soldi se no si viziano troppo!").

    Buon 2013 a tutti, pre- e post-maya!

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  5. Buon Capodanno a Sergio e a tutti i lettori

    Diego C.

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  6. Mi permetto una nota dissonante dal pezzo e dalla maggioranza dei commenti. Spero nessuno me ne voglia.

    Questa faccenda dell'era post-Maya, già spalmata nel precedente articolo, mi sembra assomigli ad una di quelle bellissime visioni post-oppiacee, tanto soavi, energizzanti e creative, quanto, ahimé, basate sul nulla (o quasi: meglio non guidare per un po' dopo aver “sognato”), da risolversi con una bella dormita.

    Forse le intenzioni sono buone. Ma la psicomagia applicata e illustrata da Modigliani ha lo stesso effetto che facevano le monete incollate alle suole delle scarpe del tizio preoccupato dalle perdite finanziarie. Fa ridere, o sorridere, ma non risolve o modifica alcunché.

    La poesia sui poveri scandinavi freddolosi è realistica quanto un paesaggio naïf. Chissà le mazzate che si sono dati quando i primi vikinghi si sono presentati alla porta, corna in testa e spada in pugno, a chiedere terra e donne ai figli del Peloponneso. Che poi le cose si siano accomodate, è nella natura delle vicende umane, da sempre. Dopo il sangue scorre il vino e poi... ci si riproduce. Morale: di indolore c'è solo la morte... dopo.

    Anche gli episodi di illuminazione post-Maya dei paesi europei mi lasciano un tantinello perplesso.

    In Grecia la Chiesa ortodossa ha messo mano al portafogli, destinando reliquie e fondi agricoli alla popolazione indigente.
    In Portogallo le aziende beneficiate dalla BCE (anche con soldi prelevati agli stessi poveri) hanno offerto pesce agli indigenti (e il pane..?).
    In Inghilterra alcuni lords hanno elargito elemosine più munifiche del solito, preoccupandosi di offrire ai bimbi poveri scarpette da calcio e palloni, probabilmente prodotti da altri bambini più poveri di loro. Si sono guardati bene dall'offrire, magari, borse di studio o libri.
    Meglio che niente dice qualcuno?
    Certo, come la carità pelosa offerta a certi stati africani per abbonarli a vita al sottosviluppo.
    Questione di latitudini: da noi il calcio e il pesce fresco, ai neri il latte in polvere Nestlè che porta al beriberi.

    Forse in Irlanda (che magnifico Paese!) si è visto qualcosa. Una bella rivolta fiscale, sponsorizzata anche dalla Chiesa (uè Modigliani, speriamo non sia una delle tue solite bufale...). Magari Ratzinger offrisse indicazioni in tal senso, crollerebbe il Sistema in un attimo. Ma equivarrebbe a segare il ramo su cui è appeso anche il Vaticano, quindi...

    L'eroico Brunello Cucinelli deve stare attento che non gli facciano fare la fine del personaggio di Annibale Doberdò nel film “La califfa”.
    Quando alla famiglia Riva, l'impero tangentizio di questi bastardi spazza tutto l'arco costituzionale. Dubito che Bersani si sottrarrà ai suoi “doveri” nei loro confronti, soprattutto dopo che gli è stato delicatamente ricordato l'obolo (98.000 euri) incassato nel 2006.

    Forse il post-Maya busserà a qualche porta. Comunque non alla mia: dalle mie parti i pusher non sono graditi.
    Personalmente ritengo che la strada da percorrere sia ancora lunga. Fermarci per raccogliere e mangiare funghi allucinogeni, come ci insegna quel simpatico paraculo di Alejandro Jodorowsky, credo sia peggio del problema stesso.

    Non è più il tempo di oliare i fucili (forse), la dittatura delle elites l'abbiamo intorno ma, ahimé, i più neppure la vedono.
    Ma questa favoletta del risveglio post-Maya assomiglia tanto a quella della rana bollita.
    Basta impacchi di vaselina, Modigliani. A forza di farseli, c'è il rischio che alle spalle arrivi davvero “qualcosa di grosso”.
    E, anche da questo punto di vista, abbiamo già dato.

    Michele

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    1. concordo nel non accogliere la carità come svolta e tantomeno come forma di generosità, se non per chi la fa, nel senso che è rivolta a se stessi; ma il cosiddetto "risveglio post-Maya" non è una favoletta ed è più diffuso di quanto non si voglia pensare. Ho scelto esempi spiccioli e banali proprio perchè privi di qualunque valore ideologico, o politico o altro. Come dire: dei minimi input, dei bagliori, dei lampi nella notte. Si sa che i tempi prossimi saranno foschi e bisogna sottrarsi al bombardamento mediatico che tenderà a spaventare, impaurire e deprimere.

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  7. Modigliani è il perfetto esempio del neuro marketing. Deve vendere un'idea. Ma senza spiegare che l'oppio dei popoli non è solo la religione. Ma tutto ciò che può dare illusione e speranza. La speranza è quella da mantenere viva. Che sia la religione o il gesto di un imprenditore o la propaganda keynesista di Modigliani poco cambia. Sono tutte rappresentazioni semiotiche di un registro noetico al quale bisogna evitare l'accesso. Se non tramite chi ne possiede le chiavi. Da dare comunque atto al " buon " Sergio il tentativo di smuovere gli intelletti affinché si trovino le chiavi. Per strapparle a chi le ha. Le copie sono impossibili da fare. E poi non ci sarebbe spazio per tutti. E' nella natura animale. O siamo uomo ?

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    1. Bel commento. Invero, la religione - qualsiasi religione - come affermava il teologo Bruno Bauer, è l'oppio dei popoli.

      Quando illusione e speranza vengono "vendute" da una casta sacerdotale - ovvero coloro che si definiscono i custodi della verità assoluta - è classismo.

      La chiesa cattolica in questo è maestra assoluta.

      Guy F.

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    2. Be', Guy, io non sarei così drastica sull'indebito accaparramento di un simile monopolio da parte di una casta sacerdotale unica e sola, oltre che facilmente identificabile grazie a clergy-men, tiare, e paramenti vari. Al giorno d'oggi, tra politica, pubblicità non sempre palese e molto più spesso occulta e perfusiva, marketing di religioni di ogni lingua, razza e tradizione e scuole di pensiero/ideologie, fughe di notizie e creazioni/soppressioni di dissidenti, leader, campioni e premi Nobel o Oscar, c'è una tale ipertrofia di custodi e/o persecutori di verità assolute, contingenti, millegusti da mandare in cortocircuito anche il più volonteroso dei camaleonti, di razza umana e no.

      Quanto al supremo "registro noetico" il cui accesso sarebbe sbarrato dalle solite astutissime e nebulose eminenze grigie che solo un vero Prometeo-Lucifero (di categoria A, altro che il nostro naive d'un Modigliani) potrebbe definitivamente smascherare e mandare in pensione: mi ricorda tanto una delle formule di marketing ideologico sopra menzionate, un altro vessillo da sventolare nell'autodromo di Ignavia.

      Però almeno sul lodevole intento provocatorio e, dunque, liberatorio da parte di Modigliani mi trovate d'accordo. E in una simile Babele di opinioni, bisogna ammettere che anche una sola, genuina consonanza delle stesse non è poco.

      Che sia di buon augurio per il nuovo anno che inizia, per voi e per me.
      Con simpatia, Marilù L.

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    3. Marilù, per mè caste sacerdotali lo sono l'ordine dei giornalisti o dei notai, televisiva, quello che vuoi. Può essere un doppiopetto o una divisa, questi "pendoli" hanno sempre una liturgia propria.

      Ho sintetizzato, ma, la chiesa è sempre la più potente.

      E quanto potente fosse lo sapeva benissimo il re di Francia che trasferi l'intero papato ad Avignone.

      La "lineare B" di Pilo e Cnosso è stata decifrata da tempo. La "lineare A" è di questi tempi e non dissimile.

      Penso che Modigliani sia rimasto uno dei pochi non "lobotomizzati" dai paradigmi delle caste di cui sopra.

      I migliori auspici per il 2013

      Guy F.

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  8. "Dal momento che si identifica con la classe degli ufficiali, Kipling possiede una cosa che manca sempre agli spiriti "illuminati", il senso di responsabilita'. La sinistra lo detesta per questo quanto
    per la sua crudelta' e la sua volgarita'. Tutti i partiti di sinistra
    dei paesi industrializzati si basano essenzialmente su un'ipocrisia,
    poiche' fanno mostra di combattere qualcosa di cui non desiderano la distruzione. Si prefiggono obiettivi di grande solidarieta' ma allo stesso tempo sono decisi a mantenere un livello di vita che e' incompatibile con questi obiettivi. Tutti noi viviamo dello sfruttamento dei peones e quelli tra noi "illuminati" sostengono che i peones dovrebbero essere liberati; ma il nostro livello di vita e quindi la nostra capacita' di sviluppare opinioni "illuminate" esigono la continuazione del saccheggio."
    George Orwell

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    1. Ottima citazione; sì è così, soprattutto in Italia dove l'ipocrisia della sinistra ha toccato punte di sublime perversione diabolica

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  9. Auguri di Buon Anno a Di Cori Modigliani e a tutti.
    Un grazie particolare per questo post, che mi fa sentire il sottile piacere di veder finire presto questo vecchio 2012 pre-Maya.

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  10. Egregio Sig.Modigliani, trovandomi "naturalmente" daccordo con le sue opinioni che allega ad una vivace proficua informazione, penso che, per incentivare l'iniziale clima post-maya, che auspico ci possa formare soprattutto sotto uno spirito a noi sconosciuto genuino, quando imprenditori graziano di generosità il sistema, non ci dovrebbero essere solamente dei commenti con laconici "complimenti", come a non voler apparire troppo riverenti , ma dei veri e propri ululati di piacere al fine di incentivare questo sano sport utile a tutta questa povera Italia, per le tante tasche di chi non ha più o quasi niente ed esortare al sano esempio le tante fameliche bocche pubbliche -private che continuano a saziarsi sottraendo furtivamente o pomposamente con il bene placido del potere. La ringrazio e saluto cordialmente. Vittoria

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  11. Qualcuno comincia ad affermare pubblicamente quello che privatamente in molti sostengono da qualche tempo.

    Non è impossibile uno sbocco violento per la crisi dell'eurozona.

    James Galbraith (figlio del grande Kenneth Galbraith):

    "...vi posso assicurare che se parlate con la gente in alcune parti d'Europa, particolarmente in Grecia, si sentono già le ansie che si potevano sentire in Jugoslavia nei primi anni 1990."


    http://www.marketwatch.com/story/euro-crisis-may-lead-to-explosion-of-violence-2012-12-27?link=MW_latest_news

    Guy F.

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  12. Auguri a tutti per un nuovo anno post-maya.
    Sarà un anno di fiamme e fuoco e noi saremo qui a commentare su quel che accade. Dove prende le informazioni che poi ci anticipa su questo blog? A volte provo a navigare in libertà alla ricerca di qualcosa di diverso, in quattro lingue, ma non riesco ad anticipare le notizie. Se mi metti a parte del segreto giuro che lo dirò solo al mio più caro amico che sicuramente non lo dirà in giro, forse lo dirà solo al suo più caro amico, che......

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  13. Tanti auguri a tutti i lettori di questo blog ed al suo ideatore e scrittore, se questo 2012 che va chiudendosi è stato cosi stimolante (nonchè terribile) lo devo anche a Voi tutti...un sincero Grazie.
    Daniele ATC

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  14. Mi sono trovato molte volte d'accordo con Sergio, ma stavolta proprio no.
    Se il post-Maya è il ritorno alle elemosine, alle elargizioni più o meno spontanee del ricco nei confronti degli inferiori dietro le quali si celano ben altri interessi, alle dame di carità che semel in anno si recano a cucinare per i poveri di cui hanno bisogno per comprovare e rafforzare il proprio status e per ripulirsi la coscienza, allora preferisco rimanere nel pre-Maya.
    Ovverosia nel periodo in cui il condurre una vita dignitosa è un diritto sacrosanto e non una concessione. E' lo stesso attacco a tutto campo portato ad esso dalle elite, con un dispiego di risorse enorme, che lo impone come tale e ne dimostra una volta di più l'intangibilità e l'importanza.
    Come ogni diritto va difeso e salvaguardato da parte di chi ne fruisce. Costi quel che costi, anche con il neutralizzare le armi, i sotterfugi e i personaggi mediante i quali si cerca di metterlo in discussione.
    Non abbiamo bisogno di carità pelosa, tantomeno di quella che si cerca di far passare per solidarietà, ma che tale non è.
    Abbiamo bisogno di consapevolezza, quella necessaria per controbattere punto per punto, con l'impegno personale di ciascuno di noi, il piano di restaurazione che vuole riportarci ai tempi del congresso di Vienna del 1815.

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    1. Sono d'accordo sul combattere il disegno di violenta restaurazione e sono d'accordo anche nell'essere contro la carità della elemosina; il mio post era relativo a un cambiamento generale che consente alla gente di cominciare a modificare i sistemi di identificazione nel costruire status symbol nell'immaginario collettivo. Questo era l'aspetto che mi interessa di più. La "carità pelosa" non piace neppure a me; ma la solidarietà è reale, lo si capisce nel constatare se funziona oppure no. E' l'efficacia che ne stabilisce il Valore, non l'ideologia.

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    2. Sono in parte d'accordo. Tuttavia esiste un limite di demarcazione ben preciso tra elemosina e solidarietà.
      Che non ha nulla che vedere con l'ideologia, per quanto resti personalmente convinto che solo il possesso di un'idea forte e ben radicata possa permettere di individuare le priorità in maniera corretta, e soprattutto a riconoscere e smascherare logiche e comportamenti che, oggi con il grimaldello del debito, vogliono arrivare sempre e solo allo stesso traguardo: trasformare la popolazione mondiale in uno sterminato esercito di schiavi alla completa mercé della elite criminale tecnofinanziaria.

      Quel limite è dato proprio dall'impegnarsi in prima persona, giorno per giorno, e lottare affinché nessuno sia spinto nel bisogno e proprio per questo sia ricattato ed entri a far parte del serbatoio dal quale si traggono le risorse necessarie al colossale spostamento di ricchezza oggi in atto, dai poveri ai più abbienti.
      Sta proprio qui il gioco di questi ultimi: mascherarsi da buoni samaritani e da pii e caritatevoli benefattori per non essere identificati come mandanti e beneficiari di questo processo di spoliazione a livello globale, ma come persone rette che si prendono cura, ma solo una volta l'anno, del benessere altrui.
      Costoro hanno a disposizione armi potentissime che potranno essere neutralizzate solo se il più grande numero di individui si impegnerà a tale scopo con il massimo della consapevolezza.
      Mi sembra quindi alquanto fuori luogo che uno strumento come questo blog, in genere prezioso per accrescere tale consapevolezza e la decisione di coloro i quali vogliono opporsi a questo disegno di violenza estrema, volto alla restaurazione del potere assoluto, finisca sia pure incosapevolmente e partendo dalle intenzioni migliori col fare il gioco di una minoranza infima, ma non per questo meno odiosa ed esecrabile.
      Detto ciò, auguro buon anno a te, Sergio, e a tutti gli altri visitatori del blog, esortandomi ed esortandovi a procedere sulla retta via, senza lasciarsi abbindolare dai false flag di cui viene disseminato il nostro percorso da chi ha interesse a neutralizzare la nostra forza, poiché evidentemente la teme.

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  15. Quella della coppia post Maya è fantastica!

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