di Sergio Di Cori Modigliani
“Salve, mi chiamo Daniele. Facevo il carrozziere. Poi, un bel giorno è
arrivato nel mio garage Totò ‘a monnezza
e mi ha portato la sua macchina che era completamente distrutta. Gli ho fatto
un lavoro davvero egregio. Sembrava nuova di zecca. Nel mio lavoro sono
bravissimo. “’O guaglione ha stoffa” ha detto lui. E così sono finito in
parlamento. Sono uno del popolo, uno come voi. Votatemi”.
“Salve, mi chiamo Sergio. Facevo il fiscalista tributario, poi ho dovuto
abbandonare perché mi hanno arrestato per truffa. Due anni e mezzo. Ma ho
pagato tutto. Io, i debiti li pago sempre. Sono in parlamento a difendere la
democrazia e combattere contro i nemici del popolo. Per fortuna hanno abolito
il reato di truffa in bilancio e così le mie sei accuse sono cadute. Adesso, i
nemici mi sono venuti addosso per quella presunta appropriazione indebita di
fondi regionali. Ma io tengo duro. Votate per me e salviamo la democrazia,
contro i populismi e quelli che strillano”.
“Salve a tutti. Mi chiamo Mara, e so che per la maggior parte di voi non
ho bisogno di presentazioni. Per me parlano le misure della mia eccezionale
competenza tecnica: 90-60-90 e una pelle liscia come la seta. Poche donne
italiane possono vantare un curriculum come il mio. La maggior parte delle mie
concittadine neppure ce l’ha un calendario con le proprie immagini e io penso
invece che dovrebbero averlo tutte. E’ per questo che mi batterò. Rimarrò in
parlamento per occuparmi, per l’appunto, del disagio sociale delle donne.
Votatemi ancora”.
Salve, mi chiamo Daniele e mi occupo, da sempre, di Cultura. Ho anche un
diploma da geometra. Perché se non si diffonde la cultura tra le masse, allora
non c’è progresso. Sono presidente di quattro fondazioni e nel biennio
2011/2012 con un’associazione di cui sono presidente abbiamo fatto ben tre
mostre, una alla cugina di un presidente di Regione, un’altra a Cortina alla
sorella di un ministro e un’altra ancora, adesso il nome non mi viene in mente.
Naturalmente con i soldi delle amministrazioni locali. Mi occupo anche di
editoria. Grazie a noi sono nate almeno venti nuove realtà mediatiche e abbiamo
dato lavoro a un centinaio di giornalisti e gestiamo lo sviluppo dell’editoria
a pagamento in Regione, grazie ai sussidi del dipartimento cultura della
presidenza del consiglio dove lavora mio fratello. Se vi sta a cuore la
Cultura, votate per me”.
“Salve, mi chiamo Daniela. E sono orgogliosa di poter dire a tutti che
il mio record è ancora imbattuto. Sono la più giovane deputata al parlamento in
tutto l’emisfero occidentale. Mi avete eletta nel 2008 quando papà, dopo
quattro legislature, ha deciso di non candidarsi più. Io, allora, facevo
l’università, ero al terzo anno e avevo dato già due esami. E così a 24 anni
sono entrata in parlamento. Mi è costato mettermi al servizio della comunità
rinunciando agli studi, ma l’ho fatto per papi. La famiglia per me è
importante. Non appena eletta, hanno capito subito tutti che ero talmente brava
che mi hanno eletta immediatamente presidente della commissione comunicazione e
media, dato che papi era stato per diversi anni ministro delle poste. Adesso
tra poche settimane andrò in pensione con il mio vitalizio a 29 anni: la più
giovane d’Europa. Lo dico sempre: largo ai giovani, perché là è il futuro.
Questo è il mio impegno programmatico. Votate per me”.
“Salve, mi chiamo Renato. Sono un uomo eclettico e ho fatto diversi
lavori sempre al servizio della verità e del popolo. Ho fatto anche l’agente
segreto per il ministero degli interni e sono stato arrestato per questo, per
via di uno screzio irrilevante. Fare la spia è un bellissimo lavoro. Un anno e
mezzo dentro. Poi sono diventato anche giornalista e mi hanno eletto in
parlamento. E’ un lavoro divertente che dà grandi soddisfazioni. Recentemente,
per un mio scherzetto, ho mandato in galera per quattordici mesi il direttore
di una importante testata per un mio articolo. I comunisti hanno messo su la
solita cagnara, ma quelli si sa sono tutti giustizialisti. Votate ancora per
me. Spia è bello”.
“Salve mi chiamo Sabrina. Ho sempre amato la politica e la passione
civile è sempre stata la mia particolarità. Tant’è vero che a rete oro dove ho
fatto la mia prima apparizione pubblica mi chiamavano “la appassionata”. Subito
dopo ho fatto anche la letterina e una volta sono comparsa a un dibattito
televisivo. Sono una quinta naturale. Sono stata eletta in parlamento e mi sono
occupata di energia. Io ne ho tanta. Votatemi ancora”.
“Salve, mi chiamo Amelia. Avevo un negozio a Varese di toletta per cani.
Era davvero bello, perché io amo gli animali, mi piace rispettare le bestie,
sono una del popolo. Sono vera. Sono stata eletta proprio per questo. In
parlamento mi chiamavano tutti la canara
lumbard, ma io non ci facevo caso, sono superiore. Un giorno gli ho detto a
un collega “Su minga mi rassista, l’è lù che l’è terùn”, mica era colpa mia. Io
sono nata nella regione giusta. Sto in parlamento a combattere contro le
banche, contro la BCE, per l’autonomia di tutti noi. Adesso ho anche una
villetta al lago, cinquanta ettari con allevamento di cani di razza. Era una
vecchia catapecchia in dismissione, era una proprietà del governo. Adesso ce
l’ho io e mio marito la gestisce insieme ai nostri figli. Perché io devo
lavorare in parlamento dove mi occupo degli animali. Votatemi ancora”.
“Salve mi chiamo Saverio, sono un medico. Mi occupo della gente, degli
altri. Presiedo 14 diverse fondazioni di beneficenza e sono membro di 16
diversi enti locali che hanno una convenzione con il governo per cui risulto
tra i parastatali. Il mio tributario mi ha detto che quando andrò in pensione
non avrò molto, quasi mille euro, però per fortuna siccome ho avuto la deroga
su incarichi cumulativi avrò 16 pensioni. E così sono 16.000 euro al mese. Non
è molto, ma si fa quel che si può. Per fortuna ho anche lo stipendio da
parlamentare, perché la crisi morde e si fa fatica ad arrivare alla fine del
mese. Lo sanno tutti. Ricordatevi che la salute è importante, è per questo che
mi occupo di sanità. Votatemi ancora”.
Fine dei video di presentazione sulle primarie di alcuni degli attuali
membri del nostro parlamento in carica nel PD PDL UDC e Lega Nord
Se quegli onorevoli e quei senatori avessero dovuto presentare un loro
video per parlare di sé, penso che si sarebbero dovuti presentare in questo
modo. Quando li vediamo in video o alle interviste o ai talk show immaginiamoli nei loro video di
auto-promozione.
Ve lo immaginate il video di presentazione della Minetti per le elezioni
regionali? O quello di Cosentino? O quello di Scilipoti? O quello di Lusi?
Sulla stampa mainstream si leggono critiche e si ride dei video
promozionali dei candidati nel M5S.
I comici si sono scatenati definendoli “esilaranti”. E’ vero. Lo sono.
Quelli che immagino nell’elenco da me postato, dei veri membri del
parlamento sono, invece, “tragici”.
Questa è la differenza.
Gli aristochic del privilegio urlano al dileggio dissacrante.
E’ vero, gran parte di quei video sono esilaranti.
E’ la differenza tra la commedia degli errori e la commedia degli
orrori.
E’ l’imbarazzo di una società che sta scoprendo l’esistenza di “persone
normali” soltanto adesso, mentre getta un censorio velo pietoso sullo squallore
delle vite della maggior parte dei nostri cittadini che mal ci rappresentano in
parlamento, visti i risultati.
La libertà è poter scegliere. L’intelligenza è saper scegliere.
Come dicevano a Parigi nel 1968 “una risata vi seppellirà”.
Sarebbe davvero una prospettiva augurabile e meravigliosa: una società
malata e purulenta che crolla travolta dalle risate. Magari accadesse simile
utopia. Invece vogliono condannarci a vederla esplodere tra le amare lacrime
che ci stanno facendo versare.
Io ho voglia di cominciare a ridere.
Ciascuno va a vedere il film che più gli aggrada nella vita.
E si può scegliere.
Come ha detto il grande Billy
Wilder “La vita è dura per tutti, nessuno escluso, è inutile farsi illusioni. Comunque
vada, è per tutti una tragedia perché si schiatta. L’importante è saperla
sempre vivere come se fosse una commedia”.
E lui con le sue impagabili commedie ci ha fatto divertire allietandoci
la vita.
Possiamo vivere una commedia di Billy Wilder oppure un film di Wes
Craven o Dario Argento.
Possiamo scegliere tra l’innocente commedia degli errori di una novità
forse ingenua, e la perversa commedia degli orrori che dal 1948 a oggi ha
trasformato la bell’aria del nostro bel paese in una mefitica, ammorbante e irrespirabile fantasia di morte
annunciata.
Non sono tra gli snob che adorano “La notte dei morti viventi”.
Preferisco “Quarto Potere” di Orson Welles.
Ne stiamo vivendo tutti i giorni la sua sceneggiatura sulla nostra
pelle.
Io preferisco I 7 Samurai o se si va per Hollywood I magnifici 7.
RispondiEliminaMa non se ne trova più di quella gente?
Se per caso qualcuno e' più informato di me...
Che dite cominciamo la colletta?
Articolo ben fatto che fa piacere leggere e che si riscatta da alcuni suoi precedenti sulla crisi nel M.O. a mio avviso fuori da ogni logica umana. Grazie
EliminaUna serie di sciocchezze sul medio orienta da fargli perdere tutta la sua credibilità. oramai è illeggibile, modigliani. sicuramente ha avuto un enorme calo di visite.. le notizie inventate sul medio oriente l'hanno proprio sputtanato. brutto colpo..
EliminaLa politica/partiti/governo/sindacati è la prima azienda del paese per fatturato e numero di occupati, purtroppo essa non genera vero lavoro ma solo stipendi con cui legare a sé il consenso di un numero rilevante di persone grazie al quale può portare avanti il controllo del paese.
RispondiEliminaFatta semplice la maggior parte delle persone può essere divisa in due categorie:
1) chi fa cose concrete che servono (beni e servizi) attraverso il proprio lavoro detta anche parte attiva di un paese;
2) tutti gli altri ovvero la parte passiva del paese.
Chiunque voglia guidare qualsiasi realtà territoriale deve cercare il consenso all'interno di quei due gruppi di persone:
la ricerca del consenso si fa in una sola maniera: offrendo qualche cosa a coloro i quali si vuole chiedere l'appoggio.
E cosa si offre in genere alle persone? è come nel commercio, offri ciò che a quelle persone manca.
Di cosa ha bisogno la parte attiva del paese?
Non di beni e servizi perchè se li fa già per sé stessa e anche per tutti gli altri.
Due sono le cose che gli servono: idee e strumenti per fare meglio il proprio lavoro e una riduzione nel prelievo della "ricchezza" che crea/trasforma.
Se andiamo a vedere lo storico delle promesse/offerte elettorali, tutte le formazioni politiche a parole hanno sempre promesso/offerto queste due cose alla parte attiva del paese, ma tutte poi hanno fatto poco o nulla.
Se uno ha idee cioè iniziativa e/o sa come realizzare strumenti per migliorare il lavoro non va a fare il politico, va a fare l'imprenditore o il lavoratore autonomo o il lavoratore dipendente che tutti i datori di lavoro vorrebbero ovvero tutte persone che formano la parte attiva cioè che lavora davvero di un paese.
Resta la seconda "promessa/offerta" ovvero ridurre il prelievo su tutta questa gente che lavora, ma c'è un problema: la parte passiva di un paese.
Essa infatti ha bisogno di una sola cosa per vivere: quei beni e servizi reali che non produce.
E chi glieli può far avere? solo la politica che però non li produce e infatti li va a prendere dove può trovarli.
Che così disattende anche la seconda promessa/offerta elettorale.
Così ad ogni giro la politica perde sempre più consenso in quella parte attiva del paese che viene tradita e presa in giro.
Così alla politica non resta che cercare il consenso dove ha delle carte da giocare cioè tra la parte passiva usando le "ricchezze" della parte attiva.
Il mio vecchio amico di schermaglie sul web Hiei direbbe: facile fare i froci con il culo degli altri.
Ora la differenza tra i piigs e gli altri paesi dell'Europa è una sola: i governi dei paesi come la Germania sanno che questo gioco può andare avanti solo finchè c'è una parte attiva nel paese e quindi fanno in modo di non tirare troppo la corda.
Nei piigs invece i governi il problema non se lo sono mai posto e così la parte attiva di quei paesi sta morendo.
Euro? lira? legge elettorale maggioritaria? legge elettorale proporzionale? Repubblica Presidenziale? Repubblica parlamentare? tutte cazzate a contorno del meccanismo appena descritto.
L'unica scelta che davvero conta?
Quella che deve fare ognuno di voi rispetto a quel meccanismo.
IO la mia l'ho già fatta, il parassita non lo voglio fare visto che ho idee e salute, ma nemmeno come parte attiva farmi derubare da chi come Bersani o Berlusconi vuole fare il frocio con il culo degli altri tra cui il mio.
Anch'io concordo al 100% e concordo pure con Sergio: ovunque c'è una corda da gestire, ma in Italia il livello culturale della classe politica è schizofrenico.
EliminaCredo che si stia formando una "resistenza" culturale per affrontare questo problema e se fanno cadere adesso il governo forse è perchè si sono svegliati ed hanno capito che il rumore del sottobosco sta crescendo e devono alzare la voce..
credo ed auspico sia solo un ultimo colpo di coda
@ MARIO BARBIERO
EliminaNon so, quando leggo o ascolto discorsi di questo genere, resto sempre sconcertata, mi sento una marziana e dubito dell'utilità di repliche, anche se stavolta non mi esimo dal farne. Potenza della campagna elettorale.
Ma Lei si rende conto che la "parte passiva" di un Paese è ineliminabile non per sventura e spirito di sadica persecuziuone nei confronti degli intelligenti e intraprendenti della sua ... razza, ma semplicemente perché bambini, vecchi, malati cronici e più o meno gravemente disabili fanno normalmente parte di una comunità umana, o non può proprio fare a meno di essere sopraffatto da una insopportabile nostalgia per la rupe Tarpea?
Inoltre: ha mai riflettuto sul fatto che le idee brillanti per essere realizzate hanno bisogno di molte umili braccia oltre che delle sue sfavillanti cellule comunque grigie?
Cellule che ad ogni modo, per funzionare, hanno bisogno di molte materie prime, estraibili solo dagli alimenti, e non direttamente da luce-aria-acqua (visto che Lei di sicuro non è un vegetale) che altri oscuri e ottusi suoi concittadini, quali contadini, allevatori, autotrasportatori, commercianti, controllori dell'Ufficio di Igiene e ..., contribuiscono, unendo i loro sforzi, a far arrivare (anche) sulla Sua tavola.
Infine: ha avuto mai notizia del fatto che il Suo idolo Berlusconi si è accaparrato, attraverso la figlia Marina, una bella quota di Mediobanca, a sua volta in affari con gestori di case da gioco e slot machine, oltre che con pachidermi della burocrazia finanziaria rastrella-risparmi dei poveri gonzi come il Monte dei Paschi di Siena (vedi puntata di Report dello scorso 9-10-'12)?
Abbindolare i creduloni (in fondo, se la sono cercata, e che caspita!) e prosciugare fino all'ultimo centesimo i risparmi di una vita: sono queste le brillanti idee di cui deplora la mancanza o piuttosto la insufficiente diffusione qui in Italia?
A meno che lei non sia uno dei più stretti collaboratori dell'ingegner Andrea Rossi e del prof. Focardi, nella progettazione e sviluppo dell'E-cat per la fusione fredda. Nel qual caso, qualche -- ma proprio solo qualche -- ragione per lamentarsi ce la potrebbe pure avere.
Saluti, Marilù L.
d'accordo al 100%
RispondiEliminaModigliani, questa e' grossa davvero, molto umilmente mi permetto di consigliarLe di farci un bel post, di quelli tosti e fatti bene: il nostro inutile pdr ha veramente detto " vedremo cosa fanno i mercati" ? Ma lo ha detto veramente ? Perche ' se cosi ' e' , la cosa e' gigantesca , e' roba da manicomio.
RispondiEliminaPer favore Modigliani, non puo' non farci un post, con questa lei ci deve andare a nozze....
Io per fortuna ho lasciato l ' Italia ormai da 10 anni, e ogni giorno che passa trovo conferma di quanto fortunato sia stato ad avere avuto la possibilita' di poter prendere questa decisione.
A proposito di decisioni e scelte, anche questo sarebbe un ottimo tema per un altro post Modigliani,
Sono sicuro che Lei con la sua abilita' dialettica saprebbe spiegarci la differenza che passa tra i leaders che decidono ( come fa Berlusconi , perche' c ' e' poco da fare, e' uno dei pochi che dimostra di avere ancora le palle, nel bene e nel male, a differenza di Napolitano e Bersani) e quelli che scelgono.
La storia e la differenza la fanno le persone che decidono, quelli che scelgono , semplicemente optano piu' o meno consapevolmente per seguire cammini tracciati da altri.
Adesso per favore mi risponda se questo tema non merita un bel post.
Grazie comunque
C'è qualcuno che riesce ad associare i nomi ai cognomi delle finte presentazioni postate da Sergio? (o se vuole farlo Sergio stesso)
RispondiEliminaFabio
le presentazioni sono una mia fantasiosa elaborazione, basata su dati reali: sono tutte persone vere attualmente onorevoli e senatori, il resto è gossip inutile
EliminaSono stanca, non mi importa associare i cognomi ai nomi come dice l'anonimo qua sopra, perchè la realtà dell'Italia è così.
RispondiEliminaMa purtroppo è così perchè siamo geneticamente idioti, disonesti.
Frega il prossimo tuo prima che lui freghi te, questo sembra essere il nostro motto.
Dignità? Onestà? Orgoglio?
Dove sono le qualità civiche?
Non sono a Roma tra quei troppo numerevoli poco onorevoli (ma come fanno a non avere vergogna?), ma non sono nella scuola, dove fin la bidella sbuffa se deve aprire la porta e dare una informazione, dove persin una scuola religiosa si tiene buona una maestra non così esemplare perchè ha le mani in pasta con chi provvede alla mensa, non nella sanità, dove un primario osa scrivere nel suo curriculum che colleziona auto d'epoca....
Sono stanca.
Monti se ne va, e francamente non riesco ad avere nemmeno l'idea se sia un male o un bene.
Berlusconi minaccia il rientro, e io lo so che ci saranno tanti e tanti che.....
Gente d'Italia, cosa vogliamo fare di noi stessi?
Chi può scappa.
Appena posso, se posso, scappo anche io.
Non per cercare il paradiso, ma solo della gente normale con cui vivere e con cui pensare al futuro dei miei figli.
Hai ragione Valeria è una caratteristica italiana che da culturale è divenuta genetica.
EliminaMi viene in mente "Il medico della mutua" con Alberto Sordi....
Finiremo in un tutti contro tutti.
Nella mia personale utopia auspico una "rivoluzione esistenziale" (da cui il mio libro Bonsai) ritenendola l'unica davvero valida: nella somma delle individualità risorte si può fondare una nuova idea di collettività. Che cosa vogliamo fare di noi stessi? Cara Valeria, gran bella domanda, questa! Anzi, direi che è la "mamma di tutte le domande che tutti noi dovremmo porci" e già il solo fatto di porre questa domanda è un gran bel passo avanti, cominciando a condividerla con la nostra coscienza e con le persone con le quali abbiamo un sicuro e stretto rapporto affettivo e poi associativo e poi lavorativo e così via dicendo, abbattendo il principio (omertoso)per cui è sempre necessario ricercare all'esterno la soluzione, la risoluzione, la risposta. Cito sempre, di recente, un esempio che ritengo un bellissimo sintomo e simbolo: da qualche mese Finmeccanica è nell'occhio del mirino della magistratura con enorme fibrillazione di tutti i marpioni partitici; ebbene, tutto ciò è nato perchè circa dieci mesi fa uno dei direttori generali, un funzionario di carriera, di quelli che è andato avanti lentamente, per scatti di anzianità, e sta lì da venti anni ed è uno di quelli che fa reggere la baracca...per l'appunto, costui, per un caso del destino, si è trovato come anello della catena del consueto giro di appalti/tangenti/clientele e quando gli è arrivata la pratica sul tavolo lui ha detto una semplice frase, banale nella sua elementarietà "No, queste cose io non le faccio" e per lui la questione era finita lì. Da quel momento in poi la sua vita è diventata una costante scocciatura subendo pressioni costanti inaudite perchè il suo semplice no nel rifiutarsi di mettere una firma aveva inceppato il meccanismo. Le hanno provate tutte e siccome non passavano allora sono passati alla fase due: ricatto e diffamazione. Solo che quel funzionario non aveva cadaveri nell'armadio quindi non era ricattabile, non aveva vizi strani, non aveva una sua veste pubblica, quindi non era attaccabile, non era diffamabile. Allora, sono passati alla fase tre: uso di criminali organizzati per minacciare lui e la sua famiglia. Lui non si è spaventato a morte. E' andato alla polizia e ha fatto denuncia contro ignoti anonimi. Un magistrato l'ha chiamato e lui ha detto di essere un tipo tranquillo, di non avere nemici, di non essere in affari con chicchessia, e di non avere la benchè minima idea di chi potesse avercela con lui, nè tantomeno il perchè, dato che lui è un funzionario non iscritto ad alcun partito, che non conosce gente nè pericolosa nè importante. Ha fatto, per iscritto, richiesta affinchè tutti i suoi numeri di telefono venissero messi sotto intercettazione. 48 ore dopo la magistratura aveva in mano almeno venti telefonate compromettenti -sufficienti per aprire un voluminoso incartamento- e da lì si è sviluppato un processo a catena e poco a poco è venuto fuori un po' di marcio che poi hanno cercato di insabbiare e sta ancora lì. E' bastata una persona che ha compiuto un atto banale, ma che in Italia diventa rivoluzionario.
Elimina(segue per Valeria).....E' sufficiente dire "no grazie, io queste cose non le faccio"; basta questo per far inceppare il meccanismo. Ma bisogna trovarsi nella posizione esistenziale di aver già deciso a suo tempo e in profondità che i conti veri li si fa non con il direttore della banca bensì con la propria coscienza. Quando gli italiani cominceranno a dire alla propria amorevole mamma "no mamma, ti ringrazio, ma io non ci vengo a cena con quel pinco palla amante della zia Maria perchè la sua raccomandazione non la voglio" allora i comportamenti sociali verranno modificati; così facendo il Pinco Palla di turno, poco a poco si accorgerà che in verità ha molto meno potere di quanto pensasse, e tanto più lo pensa tanto più il suo potere diminuisce e nel sociale si stabilisce una nuova forma di collettività calmierata. Basta poco. Davvero poco. Ma non può essere sentita come un dovere, una imposizione, un obbligo etico, una scelta morale: deve essere un fattore naturale della propria caratterialità sociale. Allora, quando questo comincia a diffondersi è possibile cominciare ad alterare gli status symbol e uscire fuori dalla oscena trappola della retorica e demagogia da quattro soldi. Ci vogliono esempi, chiari e limpidi. Ma in Italia siamo lontani. Basta vedere come gestiscono la comunicazione: la Littizzetto insulta Berlusconi alla tivvù ma fa soldi a palate pubblicando dei libri illeggibili con la Mondadori di Berlusconi e da sempre partecipa in prima persona nelle campagne elettorali subliminali a favore di Berlusconi, mascherate da presentazioni dei suoi libri, finiscono spesso in ringraziamenti al management della Mondadori e di quanto sia bella e aperta e grandiosa la Mondadori. Lei, quindi, dovrebbe scegliere: o stare zitta e parlare di gossip e idiozie generiche, oppure dire ciò che dice e poi aggiungere "quindi, da oggi, io non pubblico mai più con la Mondadori". Invece non è così. Il messaggio, quindi, che viene offerto al pubblico è quello di una "mancanza e sottrazione del Senso" che può anche spingere la gente come la mia salsamentara dell'angolo (con la quale parlavo ieri mattina) -per l'appunto di questo fatto- la quale mi ha detto "però, intanto, il Berlusconi è uno che ama e pratica la libertà: la Littizzetto lo insulta ma lui fa finta di niente e seguita a pubbicarle i suoi libri, quindi non si lamenti tanto la signora e ringrazi il cielo". Il fatto è che la mia salsamentara ha perfettamente ragione. Glie l'ho anche detto. L'aspetto triste consiste nel fatto che le ho dovuto dar ragione. La gente mica è stupida, e solo sfiancata perchè non ne può più.
EliminaSergio ha ragione. Pero'...io la scelta di non andare a cena con l'amante della zia Maria l'ho fatta 20 anni fa, con il risultato che me ne son dovuta andare! Cosi' come la maggior parte dei miei coetanei che hanno fatto la stessa scelta. Quelli che son rimasti sono andati a quella famosa cena, e cosi' hanno perpetuato l'italietta dei mediocri e dei fannulloni. I quali adesso magari -sicuramente- si lamentano anche dello stato delle cose.
EliminaIo, permettetemelo, mi ci faccio una sonora risata!
Alessandra
Ritorno sul mio commento perche’ non voglio dare l’impressione di essere disfattista ne’ cinica. Quello che voglio dire e’:facciamoci un bell’esame di coscienza e lamentiamoci solo se siamo davvero ‘puri’ (e qui vale la regola del ‘chi tace acconsente’, purtroppo!); non illudiamoci che una situazione creatasi durante anni e anni di malcostume e corruzione si possa risolvere in qualche giorno o mese; ci vedo un lato positivo in tutto questo: i nodi vengono al pettine per essere sciolti, percio’ forza e coraggio!
EliminaAlessandra
Tra ciò che scrive Mario e ciò che risponde Marilu e le loro incomprensioni forse c'e' un dibattito che non e' mai entrato di moda.
RispondiEliminaE' un peccato. Io credo che la confusione sta nella qualità intrinseca del popolo italiano, che può essere oggetto di giudizio, oppinioni e chi li amministra e come li amministra. Non essendoci dibattito sulla Amministrazione Pubblica in Italia, cioè' il nostro stato tutto diventa conflitto tra gruppi di interesse. Che li si chiami parte attiva o parte passiva, garantiti e non garantiti, ricattati o ricattatori. Chi ha e chi non ha.
Questo e un vecchio articolo, deve essere stato tanto apprezzato ai suoi tempi da non suscitare nemmeno una discussione.
Forse non la merita. Finito il dibattito delle teorie economiche, della sovranità, delle cospirazioni, di qualche Zeus ex-macchina che ci porti la salvezza...
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/11/24/giovanni-perazzoli-piu-europa-per-curare-i-mali-dellitalia/
Le sono grata per il Suo lodevole intento riconciliatore, gentile Anonimo, ma la lettura dell'articolo da Lei indicato a me non è stata di alcun aiuto nel capire quale sia la più corretta e realistica ripartizione delle responsabilità dell'esorbitante debito nazionale non corrispondente a uno stato sociale di tipo svedese -- certo -- ma comunque sempre e ancora invidiabile per gli amici americani di Occupy Wall Street; e si tratta di cittadini della massima potenza economica mondiale, anche per risorse strategiche oltre che per temibile schieramento di apparato bellico in grado di imporre il proprio tornaconto, nel caso.
EliminaVoglio dire che l'articolo di Perazzoli più che chiarire, ingarbuglia ancora di più il discorso allontanando, in proporzione, ogni considerazione che desideri focalizzarsi sul "come" uscirne, più che sul "perché" e "per colpa di chi". Ciò che invece sembra essere l'argomento prediletto sia dal giornalista di micromega che dal signor Mario.
Cordialmente, Marilù L.
P.s.: approfitto di questa replica per rimediare a un errore certamente mio: la puntata di Report cui ho fatto riferimento era quella dell'altro ieri, cioè del 9-12-'12 e non quella del 9-10-'12, come da me per sbaglio scritto in precedenza.