lunedì 23 settembre 2013

A proposito delle elezioni in Germania.



di Sergio Di Cori Modigliani

I risultati, e i primi riscontri e confronti elettorali, in quel di Germania, mi hanno stimolato dei "pensieri europei".
Inevitabile gli accostamenti,  i paragoni, la sottolineatura delle differenze e/o similitudini con l'Italia.
Penso che questo risultato sia un ottimo risultato per i tedeschi, dato che hanno finito per scegliere coloro che in questi ultimi anni hanno fatto gli interessi della Germania e dei tedeschi.
Era ovvio che ci sarebbe stato un esito del genere.
Per l'Europa si tratta di un realistico, ottimo risultato, perchè viene battuta l'ala liberale di sostegno di ogni politica iper-liberista e autoritaria, quella sostenuta dai liberali che escono dal Bundestag per la prima volta dal 1949. Così come trovo ottima la scelta di penalizzare il partito anti-europeista legato a Nigel Farage e agli imprenditori nostalgici teutonici. Si afferma con un notevole successo l'unica vera opposizione corposa rappresentata dai Linke, un partito della sinistra intellettuale tedesca, che rappresenta il blocco sociale dei ceti più disagiati, soprattutto nelle zone della ex DDR, penalizzati di molto dalle misure di austerità volute dal governo. Serviranno a pungolare la Merkel che farà un governo con i socialdemocratici e sarà costretta ad aprire un tavolo di concertazione e dibattito con il resto dell'Europa, più forte e solida di prima ma allo stesso tempo obbligata a essere più malleabile in termini di costi sociali.
Questa è la mia lettura.
Le reazioni in Italia sono state, invece, squisitamente italiane.
Per dei motivi surreali, i nostri politici si aspettavano che in Germania si verificasse un risultato elettorale (non so davvero quale!) tale per cui i tedeschi avrebbero formato un governo che aveva una particolarità più unica che rara: a) cambiare radicalmente politica e smetterla di arricchirsi; b) aiutare l'Italia, gli italiani e la classe dirigente italiana; c) promuovere ufficialmente l'inefficienza, l'inattendibilità e la corruzione italiana; d) manifestare un comportamento istituzionale italiano invece che tedesco spiegando che il Fiscal Compact è solo virtuale e non reale e quindi i conti dello Stato italiano possono essere alterati come vogliono gli italiani seguitando a vivere immersi in una realtà di totale disfacimento.
Sia il PD che il PDL, apparentemente per motivi diversi -ma è pura apparenza formale per dare la guazza al proprio bacino elettorale - si sono dimostrati delusi. Entrambi, infatti, arroccati nel loro folle disegno di totale immobilismo, erano aggrappati all'unica e ultima speranza per poter sopravvivere: il miracolo tedesco.
Incapaci e incompetenti, totalmente privi di quel necessario spessore di etica, competenza, abilità, necessarie per varare un solido programma di governo per l'Italia, pretendevano che i tedeschi provvedessero a inventarsi un miracolo per il nostro paese, un po' come quelli che pensano di investire 5 euro quando acquistano un grattaevinci.
Che si aspettavano? che le urne tedesche avessero prodotto un risultato magico, così si poteva abolire l'Imu, non aumentare l'Iva, seguitare ad aumentare i costi della politica, non rispettare nessuno dei parametri europei, seguitare a rubare soldi ai fondi europei attraverso fondazioni finte e fittizie, seguitare a non pagare i debiti alle imprese italiane e allo stesso tempo dare quei soldi alle banche nazionali (private, privatissime) le quali, invece di immetterli sul mercato per fornire liquidità alle aziende, stornano quei capitali a favore di fondazioni, enti, società, senza nessuna ottica imprenditoriale, nessuna strategia politica, nessuna programmazione industriale, nessuna forma, neppure abbozzata, in sede di programma di politica industriale? Speravano forse nella Germania che avrebbe consentito di salvare il patrimonio della famiglia Riva, ma allo stesso tempo salvare anche il lavoro degli operai tarantini, non rispettare nessuna delle clausole ambientali, in modo tale da accontentare tutti facendo pagare eventuali danni al resto d'Europa, seguitando a non prendere decisioni, violando ogni Legge, sia quella dei diritti esistenziali che quella giuridica.
A furia di vivere una realtà basata su illusioni, falsità quotidiane, disinformazione istituzionale e ruberie continue, applicando una strategia del consenso consociativo che soltanto negli ultimi quattro mesi ha portato un aumento dei costi della politica e della burocrazia statale, regionale, provinciale, comunale (e dei loro funzionari clientelari), i nostri governanti si erano convinti che le loro parole vuote contenessero un pieno sostanziale.
Adesso sono delusi.
E' davvero comico.
Il commissario Olli Rehn, la scorsa settimana, è ritornato a Bruxelles e poi è andato a Francoforte dove ha stilato il suo buon rapporto. Tradotto nelle parole più povere possibili, deve aver scritto qualcosa del tipo "gli italiani sono peggio dei greci, non stanno combinando un bel niente, anzi, stanno aumentando le loro spese folli".
Draghi deve aver telefonato al suo braccio destro, il prode Saccomanni, chiedendo ragguagli. E così il nostro Ministro dell'Economia ha dichiarato "penso che gli italiani abbiano il diritto di sapere come stanno davvero le cose e non soltanto sentirsi dire slogan propagandistici".
Il buon Brunetta gli ha risposto una cosa come "se lei non è capace si dimetta".
Il che aggiunge sconcerto ad avvilimento.
E' come se qualcuno se la prendesse con un generale perchè pretende dal suo esercito che sia disciplinato.
La Germania ha votato il miglior governo possibile per i tedeschi.
Gli italiani hanno votato per i soliti noti.
E speravano che gli elettori tedeschi potessero risolvere i nostri problemi?
I tedeschi hanno mandato a casa tutti coloro che, nella loro mente pragmatica, avevano individuato come rappresentanti di fortissimi e ristretti interessi privati ai danni della collettività, compreso un pezzo di governo.
Se si vanno a controllare i nomi dei bocciati e degli eletti, in Germania, i peggiori sono rimasti fuori dal parlamento.
Una volta tanto varrebbe rimboccarsi le maniche e imparare qualcosa dai tedeschi.
Se non altro, loro, sanno badare ai propri interessi collettivi.
Non è un caso che la Corte Costituzionale tedesca, tra dieci giorni si riunisce a Karlsruhe per decidere se ammettere o meno l'introduzione del Fiscal Compact cambiando la loro Costituzione e le ultime indiscrezioni segnalano che, con ogni probabilità, ci sarà un voto contrario.
Ed è la patata bollente che Angela si trova tra le mani a dover affrontare: buona fortuna.
In Italia lo hanno voluto, lo hanno imposto, lo hanno votato senza informare la popolazione. E noi ci siamo beccati l'obbligo del pareggio di bilancio non sapendo che cosa volesse dire perchè non ce lo hanno spiegato. Chi l'ha voluto, invece, lo sapeva benissimo.
Ma adesso si pretende che non vengano rispettati i termini.
L'hanno fatto all'italiana, applicando il consueto codice deontologico: votiamo pure, tanto poi non rispetteremo la Legge e facciamo come ci pare.
Hanno fatto male i conti.
Ma purtroppo, saldarlo spetta a noi cittadini.
Se gli italiani seguitano a dare credito a gente come Enrico Letta e Angelino Alfano, non è colpa dei tedeschi.
Caso mai, spetta a noi, andare in Europa e mettere sotto stato d'accusa la Commissione Europea per ciò che ha fatto al Portogallo e alla Spagna. E' possibile. E' legale. E' alla nostra portata realistica.
Intanto il Mago Attel se ne va a Montreal alla sua riunione dell'Aspen Institute.
Appare come una scelta mediatica, per evitare di trovarsi nella imbarazzante situazione di dover rispondere sui fatti correnti: banche al limite, buchi nei conti, nessuna idea all'orizzonte, e le prime minacce dell'Europa già rubricate.
A Bruxelles le voci che ci danno verso un vergognoso e umiliante commissariamento ufficiale sono sempre più consistenti. E sono realistiche.
O si va in Europa e si protesta il Fiscal Compact dichiarando che il paese non è d'accordo, oppure lo si rispetta seguendo i parametri.
Non esistono alternative di comodo.
In entrambi i casi serve un panorama umano diverso.





22 commenti:

  1. Lei di germania ne capisce molto poco. il fatto che il partito FDP non sia più in parlamento non significa che l'ala iper-liberista sia stata battuta: anzi, è la merkel l'iperliberista. il partito Die Linke non è e non rappresenta la sinistra intellettuale e ha perso ca. il 3% rispetto alle precedenti elezioni. tutto continuerà come prima, anzi peggio. se Lei non ha capito che la terza, o quarta, se si considera la guerra fredda, guerra è in atto già da anni, bè allora..., e tutto per dare al capitale la possibilità di spoliare chi non sa o non vuole difendersi, perchè il profitto con la produzione industriale non si realizza più. il partito AfD, l'anti euro, non è stato sconfitto. dal nulla ha raggiunto in pochi mesi quasi il 5% e più di un partito da sempre sulla scena come FDP. Lei non consce von Clausewitz, altrimenti comprenderebbe meglio la germania.
    franco valdes piccolo proletario di provincia

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    1. se non superare lo sbarramento del 5% non è sconfitta, dammi la tua definizione di sconfitta. Afd è fuori dal parlamento. punto. è una vittoria per loro?

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    2. @ Gabriele
      Con la legge elettorale tedesca con la sbarramento al 5%, che ha fatto si che quasi il 10% di elettori sia privo di rappresentanza, senza contare gli altri partiti minori che farebbero innalzare ulteriormente questa percentuale, non fa altro che concentrare alterando i rapporti di forza all'interno della politica. Se quel 10% o più, fosse entrato in parlamento, si avrebbe potuto prendere in considerazioni maggioranze alternative, rispetto a quelle indotte.

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  2. Condivido l'analisi, tuttavia mi sento di dire che la "colpa" del governo Letta e delle decisioni politiche degli ultimi anni, di sicuro non la si può attribuire agli italiani, dato che gli ultimi due governi non sono stati, di fatto, legittimati da un voto (per quanto poco questo possa determinare le scelte politiche del nostro Paese). Non accetto l'idea che gli italiani siano un popolo di irresponsabili. Il problema, secondo me, è che non guardiamo alla realtà, perchè abbiamo paura di ammettere che l'elettorato italiano, di fatto, non è libero di scegliere. L'Italia, ahimè!, ha una grossa parte della popolazione che di fatto vive e viene fatta vivere di proposito nell'illegalità, nel degrado e nell'assenza di regole e che vota seguendo i "consigli" il boss locale Poi ci sono gli italiani che in passato hanno ricevuto favori o favorini dal politicuccio locale e che quindi sono costretti a votare per i don Rodrigo di turno, pio ci sono quelli che, bombardati dai media e dalle loro idiozie, votano per chi dice la televisione e infine, purtroppo la minoranza, ha una certa cultura politica e vota con cognizone e secondo libera scelta personale. Questi sono i fatti. Perchè scandalizzarsi che il PDL abbia ancora tutti quei consensi? E' chiaro che sono consensi comprati, ma chi voterebbe un'organizzazione a delinquere se non per costrizione o per mero interesse personale? Lei scrive "consenso consociativo", io lo definirei "privazione della libertà di voto".

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    1. Si tratta di una questione culturale. Diciamo di degrado etico-culturale. Al quale si allacciano due fattori determinanti che non si riesce ad abbattere: a) il fatto che in Italia i veri responsabili non pagano, non si dimettono, non vengono dimessi o licenziati o pensionati o cancellati o incarcerati e b) la mancanza di un culto della memoria per cui anche i sassi sanno che cosa è e che cosa è stata la P2 ma nessuno ricorda che i coniugi, figli, fratelli, cugini, generi, consuoceri di quelle persone sono oggi al comando della Rai, dei giornali, dei settimanali, delle produzioni cinematografiche, televisive, delle banche, delle istituzioni. La classe dirigente del 1982 è pressappoco la stessa di oggi. Basterebbe questo per avere la chiave dell'ingessatura insostenibile della situazione del nostro paese.

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    2. Giovanni è vero, gli italiani non guardano alla realtà. Per esempio non guardano alla realtà quando dicono che "gli ultimi due governi non sono stati, di fatto, legittimati da un voto". Ti ricordo che l'Italia è un Repubblica Parlamentare e che noi, quando votiamo, non eleggiamo un esecutivo (consiglio dei ministri e presidente del consiglio e quindi il governo), ma il potere legislativo (parlamento). È il parlamento che poi decide se appoggiare o meno un governo oppure un'altro. Gli Italiani non hanno mai legittimato un governo, ma hanno sempre legittimato un parlamento ad eleggere un governo. Quindi sarebbe tutto regolare, se non fosse per il faffo che gli italiani non hanno votato neanche questo parlamento, perché è un parlamento di nominati da segretari di partito. Questo si, è il problema. Continuando a dire che gli italiani non hanno votato questo governo, spostiamo continuamente il punto fondamentale, facendo credere ancor di più, che i nomi che compaiono nella scheda elettorale siano quelli che noi mandiamo alla guida del governo. Questo non è vero. Per fortuna siamo ancora in una Repubblica Parlamentare. La cosa importante sarebbe oggi eliminare il nome del "finto Presidente del consiglio non autorizzato dalla costituzione" e scritto da "loro" sulla scheda, per darci la possibilità a noi di scrivere sulla scheda il nome di chi vorremmo in Parlamento a proporre e discutere nuove e vecchie leggi.

      MM

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    3. Ringrazio per le risposte, so bene che il nostro è un regime parlamentare. Io penso che questo caratteristica sia stata attribuita dai padri costituenti al fine di evitare derive autoritarie o regimi di stampo oligarchico all'allora neonata Repubblica democratica, ma l'immobilismo e l'autoreferenzialità della classe dirigente ha distrutto il nostro Paese. Adesso è impossibile, e di questo ne sono convinto, cambiare le sorti del destino del'Italia che sono sicuro galleggerà ancora per anni in un mare di melma, per non dire altro, tranne che un evento improvviso o inaspettato la sconvolga talmente tanto da resettare il sistema, ma sono solo sogni di un "esule".

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  3. Il motivo del voto alla Merkel, da parte dei tedeschi, è d assimilarsi al motivo del voto a Berlusconi in Italia: propaganda elettorale e rincoglionimento di massa.
    I tedeschi stanno peggio di prima della zona €, questo mentre le banche e i grandi gruppi industriali si sono arricchiti spolpando i paesi del sud dell’Europa, ma sono convinti che la colpa sia dei pigri e corrotti italiani, greci, spagnoli, ecc.
    Tutta propaganda, ovviamente. L’industria tedesca non ha fatto altro che beneficiare del degrado mediterraneo, sbarazzandosi della concorrenza, ma ben guardandosi dal condividere i vantaggi del bottino con i propri connazionali.
    Tutto ciò ha un nome: Merkel. Ed i tedeschi tutti a votarla da bravi soldatini.
    La grande scommessa, che aveva fatto innamorare tutti noi del “Progetto Europa”, era stata la speranza di un cambiamento del Paese, la speranza di una via d’uscita dalle catene catto-mafiose che ci governavano.
    A distanza di 20 anni dall’accordo di Schengen e 11 anni dall’entrata nell’€, siamo qui a discutere di Letta e di Alfano.
    L’Europa ci è costata cara, ma non ha prodotto alcuna condizione positiva. Si tratta di un gigantesco fallimento, ma solo per noi e a vantaggio dei soliti noti.
    La Germania non è un esempio. Non lo è ne storicamente, ne come Paese-Guida di questa infelice Europa, ma noi italiani, fin dalla successione di Carlo Magno, ne abbiamo sempre sofferto il fascino perverso.
    Quello che ci piace, non sono l’arte, la filosofia, il rigore scientifico dei tedeschi, ma le loro perversioni, la sete di potere, il loro considerarsi popolo eletto, in netto contrasto con un altro popolo eletto, da loro sterminato.
    Uscire dall’Europa significa affrancarsi dalle perversioni teutoniche, oltre che dal nostro provincialismo.
    Siamo culturalmente e storicamente accomunati agli Arabi ed agli altri popoli mediterranei. Facciamocene una ragione e piantiamola di voler essere ciò che non siamo, con l’unico risultato di finire “Cornuti e Mazziati”.
    Guido

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    1. Non sono d'accordo. Gli italiani hanno goduto dei mostruosi vantaggi grazie all'euro per tutto il 2001/2002/2003/2004. In quel periodo la Germania veniva definita dai sociologi e dagli esperti di politica internazionale "Il Grande Malato". Non a caso c'era Berlusconi al governo, il quale gestì il passaggio dalla lira all'euro avviando "ufficialmente" il semaforo verde collettivo per la pratica dell'illegalità, pompando artificiosamente un mercato, e avviando una spirale speculativa insostenibile gestita dalle finanziarie immobiliari berlusconiane e diessine. Gli italiani lo sapevano. Hanno scelto di far finta di niente per arricchirsi momentaneamente. Nel settembre del 2000 un appartamento che valeva 300 milioni di lire e nel settembre del 2001 avrebbe dovuto avere un valore di mercato pari a 310 milioni veniva venduto invece a 300 mila euro. Parteciparono tutti al grande ballo, con entusiasmo e avidità. Diventò un paese di mitomani lanciando l'idea inconscia che ci si poteva arricchire senza lavorare. Nel frattempo, nel 2003, la Germania lanciò un gigantesco piano di ristrutturazione dello Stato avviando riforme interne per loro dolorose ma che spianarono l'accesso ai mercati internazionali. Un appartamento a Berlino nel settembre del 2000 che valeva il corrispondente di 300 milioni di lire, alla fine del 2001 valeva all'incirca 155 mila euro. Oggi, in Italia, esistono circa 14 milioni di immobili in vendita sul mercato che nessuno vuole acquistare: quei mutui bancari sono considerati carta straccia. Chi glie lo va a spiegare agli italiani, ossessionati dal concetto di proprietà immobiliare, che i loro immobili hanno un valore reale intorno al 40/50% del loro valore attuale perchè sono soltanto il frutto di una speculazione gestita dalle banche che volevano ottenere il cash delle transazioni per investire nei derivati gestiti dalle fondazioni controllate dai partiti?

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    2. ma di quali vantaggi (s)ragiona?

      Lei ammira la politica mercantilista tedesca quindi?
      Lei ammira l' aumento del tasso di sfruttamento deo lavoratori tedeschi?
      lei ammira le loro "riforme" grazie alle quali la forbice sociale si è aperta a voragine?

      Già, tanto lei mica deve andare a lavorare col suo popo' al calduccio.

      Che schifo.
      Tanto non si salverà nessun, sig. Cori, nonché Di Modogliani; ne gli italiani, NE I TEDESCHI, ne i poveracci e i lavoratori, e NEMMENO chi, come lei, si è potuto permettere fino ad oggi di campare di rendita.

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    3. guarda io lavoro e vivo in Germania e ti prego di credermi che la parola "lavoro" qui pesa come un macigno e si hanno tanti di quei diritti e aiuti statali che non immagini. La Germania ha fatto quello che uno stato dovrebbe fare: gli interessi COLLETTIVI della popolazione che ci vive, hanno saputo cambiare, qualcuno ha pagato, anche senza colpe gravi, ma la classe dirigente è cambiata e continua a cambiare (vedi gli ultimi risultati elettorali). L'Italia avrebbe dovuto, anzichè pensare sempre all'immediato e tappare la bocca ai soliti noti dell'industria, della finanza ecc ecc, avrebbe dovuto proteggere con tutte le forze la propria economia e soprattutto evitare in tutti i modi possibili la deindustrializzazione che la sta logorando. I tedeschi non si informano con la TV, almeno la maggior parte, e la politica non è come fare il tifo allo stadio è una cosa serissima e molto personale e ognuno, anche il più disgraziato degli eroinomani ha una sua precisa idea di società ed è consapevole su ciò che accade nel suo paese e fuori. E poi, a titolo puramente personale, ti ricordo che il rispetto per gli altri è alla base del vivere civile.

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    4. certo, molto civili i tedeschi, da sempre.
      in particolare oggi con i greci e nel recente passato con zingari, comunisti, ebrei e andicappati.

      Bene, allora dateci tutti sti servizi che hanno in crante Cermania anche qua, altrimenti, arrivederci e ognun per la sua strada. FACCIAMO DA SOLI, da soli, fino al 1979 abbiamo fatto più che bene!

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    5. Se la Grecia, l'Italia e gli altri paesi devastati dalla crisi avessero avuto le palle di spazzare la loro classe dirigente fatta di ominicchi e quaqquaraquà pronti a vendersi la madre per un piatto di ceci, la Germania non sarebbe il capo dell'Europa (cosa che non mi piace per niente e neanche ai tedeschi), e comunque ti ricordo che i lager sono un'invenzione tutta italiana :-D e ebrei, zingari handicappati, gay e comunisti sono perseguitati dall'alba dei tempi. E per ultimo una cosa è il Governo di un Paese, un'altra sono le persone che ci vivono che, al contrario di come certa stampa sostiene, non sono per niente la rappresentazione dei loro governanti, soprattutto in Italia.

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    6. la classe politica e il mondo dell' informazione, che a parole Cori di Modigliani dice di voler abbattere "grazie" all' europa, sono ULTRAEUROPEISTI, guarda un po' che strano!
      E i governi dei partiti "corrotti" greci e spagnoli sono APPOGGIATI dai "moralizzatori" tedeschi e europei. Come mai? (gradirei risposta)

      L' altra cosa che mi fa inc**re dell' autore dell' articolo, è che FA FINTA di non sapere che la Merkel governa, di fatto, in Italia, da almeno 2 anni.

      Ecco cosa ha fatto trapelare e mai smentito, l' ex ministro del governo Monti (e eletto poi nelle liste del partito di Monti alle ultime elezioni politiche):

      "Più Monti assumeva provvedimenti lacrime e sangue, più esodati la Fornero creava, più saliva la protesta e la sofferenza delle classi più deboli, più a Palazzo Chigi erano soddisfatti perché proprio quella era la dimostrazione lampante di credibilità verso la signora Merkel Angela. Cioè, più legnate riuscivano a dare al Paese più pensavano di essere forti in Europa".

      ps: ringrazio per l' alto grado di tolleranza dell' autore del blog che ha pubblicato i mie non certo teneri commenti, gradirei, però una risposta su quanto sopra, anticipatamente, grazie.

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  4. I nostri rappresentanti firmano tutto, quasi fosse necessario farsi vedere gentili, simpatici, accomodanti, poi fanno quel che vogliono.
    Non solo in Europa, basta pensare allo Statuto dei diritti dei lavoratori sbandierato per anni come il non plus ultra della legislazione sociale ma valido solo per certe categorie.
    Come l'Onorevole Brunetta dice-"Ma faccia il politico!" Da dove venga la parola onorevole non si sa. Si sa. Credevano di entrare, e quali sforzi hanno fatto per entrarci, nella società dei grandi accettando leggi e regole e poi continuare le loro casalinghe occupazioni come se niente fosse successo. Da 20 anni in attesa di riforme che ci portino a livello europeo in tutto non solo a livello
    di mercato del lavoro, continuamente richieste e fatte presenti dai
    "nostri soci" hanno risposto nella stessa maniera-"Ma fate i politici".
    E' c'è una ragione. La stessa per cui si vota nella stessa maniera da sempre in questo paese. Questo é lo stato dei principini, con le loro corti, i loro servi. Apparire é tutto, tutto deve cambiare per rimanere lo stesso.
    Non ha importanza il debito, la struttura barocca dello stato, delle
    leggi, dei comportamenti l'importante è che rimanga l'essenza del
    potere. La necessità del cittadino nel dover sempre dipendere da loro e dai loro favori. E' questa dipendenza, base del loro potere che non vogliono mollare. E' lo scudo sine qua non. Persa quella
    i principini sono finiti. Un modello di amministrazione dello stato
    al inglese o alla tedesca é incompatibile col nostro.
    "Ma fate i politici" ripetono i Brunetta, non capite cari colleghi europei che qui e' in ballo la struttura del potere.

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    1. sottoscrivo, è proprio così, la vera crisi italiana è la messa in discussione in Europa della struttura del potere nel nostro paese: chi vuole stare fuori dall'Europa lo chiede a gran voce perchè vuole avere la garanzia che non cambierà mai nulla

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    2. Ormai stanno svendendo i mobili vecchi per mantenere ancora un'po'
      le loro clientele. Direi anche che i loro ricchi clienti ormai sono sul
      prendi i soldi e scappa. E' la grande massa di piccole clientele
      la domanda senza risposta sia per noi che per loro.
      Per loro la coperta ormai e' troppo corta. Per noi che mai ci siamo
      interessati a una nuova struttura, non del potere che mai abbiamo avuto, ma a quella di un possibile futuro modello di Stato e di Amministrazione Pubblica i tempi del dibattito non solo sono corti, non sono nemmeno iniziati. Non sorprendiamoci se un Berlusconi vince ancora le elezioni. Non sorprendiamoci nel leggere gli stessi ritornelli antieuropei, veri o falsi che siano, per l'eternità, come
      se qualcuno passasse ogni giorno a pulire il vasetto da notte per ridarcelo pulito, pronto nuovamente a ricevere gli stessi liquami.
      Così per sempre.

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    3. solo un nazista, un usuraio o un loro lacchè puo' difendere questa EUROpa.
      Di quale categoria fa parte, sig. Cori, nonché Di Modigliani?

      "Stranamente", guarda un po', la famosa "casta" politica (e anche bancaria) è tutta per l' EURO, PROPRIO COME ella.

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    4. La vera natura dell’€ sta nella speculazione finanziaria. È vero che gli italiani, che si credono furbi, ma che sono degli imbecilli, si sono buttati a capofitto nel mercato immobiliare, ma l’esca era stata preparata a puntino. Si trattava dei mutui facili ed agevolati dai bassi tassi di interesse, novità assoluta in un’Italia che era sempre stata penalizzata dai tassi a 2 cifre. La stessa cosa non poteva avvenire in Germania, dove i tassi nel passaggio all’€ non subirono grossi cambiamenti. Ma poi, se lo scopo dell’€ era quello di tenere bassa l’inflazione, come si spiegano i considerevoli aumenti di tutti i prezzi al consumo? Qulcosa non quadra.
      Lei, Sergio, sostiene che l’Italia abbia avuto alcuni vantaggi dall’adozione dell’€, ma vede, l’Italia è una realtà complessa formata da interessi diversi e spesso contrastanti. Esiste una precisa legge economica che recita che in caso di rigidità del cambio chi ne paga le conseguenze siano i lavoratori salariati. Ecco uno dei motivi per cui tutte le monete si sono staccate dal Gold-Standar. Non è possibile avere un cambio fisso tra nazioni concorrenti, senza distruggere lo Stato Sociale ed affamare la popolazione, perché questa rimane l’unica leva di concorrenza possibile.
      Infatti, l’inflazione si è tenuta bassa in Italia, nonostante l’aumento dei prezzi, proprio perché i salari si sono abbassati considerevolmente. Ovviamente non stiamo parlando in termini assoluti, ma in relazione al costo della vita e alla copertura del welfare. Se prima un lavoratore andava in pensione dopo 35 anni di attività, oggi se ne andrà Dio solo sa quando. Tutto ciò comporta uno squilibrio che crea scompensi di varia natura, non ultimo la disoccupazione giovanile, il precariato diffuso, i bassissimi salari di entrata, l’aumento indiscriminato ed abnorme delle tasse con conseguente chiusura dell’intero patrimonio industriale italiano, vera piaga del paese e a cui non può esserci rimedio se non un’immediata uscita dall’€.
      Altro che corruzione, qui si tratta di gente mediocre, messa alla guida del paese, totalmente asservita ad interessi stranieri e che andrebbero giudicati per alto tradimento. Hanno svenduto la sovranità nazionale, conquistata nel risorgimento, per un piatto di lenticchie.
      Con tutti i nostri problemi, eravamo l’Italia, settima potenza industriale del pianeta e facevamo concorrenza a giapponesi, americani e tedeschi. Ora siamo una colonia all’orlo del fallimento, governata da Brussel e da Francoforte e non contiamo più nulla.
      Guido

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  5. Ieri sera ho seguito sulla RAI 3 "Presa diretta" il programma di Riccardo Jacona. Da quello che ho visto mi sono resa ancora più conto di quanto siano arretrati culturalmente ed in malafede i nostri politici. Come possiamo competere con l'Europa con un paese senza capillari infrastrutture, non parlo di Grandi Opere, senza la capacità di sburocratizzare il nostro apparato amministrativo e snellire così le procedure per utilizzare l'Italia in modo moderno. Il sud è quasi completamente diviso dal nord perchè l'unico mezzo di cui si può usufruire sono le autostrade, ancora da finire. La ferrovia è stata cancellata, Sono state fatte spese per stazioni fantasma, ormai degradate, stanziati milioni di € per supportare porti dove attracca una nave ogni tanto, invece di potenziare altre strutture che farbbero concorrenza ai grandi porti del nord europa. Pensiamo in grande quando non riusciamo neanche a mantenere il piccolo di cui è ricco il nostro paese. In un territorio come il nostro vanno salvaguardate le strutture che non deturpino i paesaggi e non impoveriscano la nostra già malcombinata agricoltura. Invece sembra che la cosa più importante sia cementificare. Bisognerebbe educare al bello connesso all'utile, a salvaguardare l'ambiente e la salute. Bisognerebbe, prima di tutto, liberarci dalla corruzzione, dal malaffare, dalla malapolitica che strangolano il nostro bel paese, prendendo come esempio, in questo caso sì, la capacità dei cittadini del nord Europa di saper scegliere tra chi persegue veramente gli interessi della nazione e chi, invece, presegue solo i propri o quelli di uno sparuto numero di "persone elette".

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  6. Finita l'epoca dei politici di razza, è almeno dagli anni 80 che siamo governati da una classe dirigente di lestofanti. Nel dopoguerra c'era un progetto per il futuro, i padri visionari della Costituente avevano cultura, ambizione, grandi aspirazioni. Oggi i politici e gli esperti pret à porter hanno come ambizione distruggere quella Costituzione, perché ostacolo al loro progetto di "prendi i soldi e il potere e scappa".

    Non c'è alcun progetto politico in Italia, non c'è più un piano industriale, non ci sono politiche sociali e culturali. Eppure la spesa pubblica aumenta di anno in anno, i soldi passano dalle tasche dei molti a quelle di pochi "fortunati" e si distrugge quel che rimane di strategico, come Telecom, dopo aver fatto ingrassare i soliti amici. Niente banda larga per sviluppare la nostra economia, ma ad altri il controllo potenziale di internet. E lo stesso succederà con Alitalia. A noi cittadini i debiti della bad company, la disoccupazione; agli amici ed ai francesi gli utili ed i vantaggi di un vettore aereo.

    Questa è l'Italia di oggi. Ogni confronto con la Germania e con altri paesi europei è fuorviante perché si tratta di realtà culturali ed antropologiche ben differenti. Vedere negli altri il nemico da combattere non aiuta affatto a guardare avanti ed a sognare un futuro diverso. In effetti gli unici nemici da cui guardarci siamo solo noi. Unicuique suum.

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