martedì 17 maggio 2011

Verso una nuova ecologia della mente: Estetica o Macelleria?


E’ cosa nota che la mamma degli imbecilli è sempre incinta.
Diciamo anche degli irresponsabili.
Ovverossia, quella categoria di persone, le quali, a semplice fine di lucro, pompano mode pur di vendere qualche oggetto, qualche libretto, organizzare delle serate per gonzi.

La notizia è di cronaca-.
Una ragazza di 24 anni è morta e un'altra di 23 è finita in ospedale in gravi condizioni, dopo essere state legate con delle corde durante un gioco erotico giapponese, nel garage di uno degli uffici dell'Agenzia delle Entrate in via Settebagni, a Roma.

Stavano praticando un gioco “erotico giapponese” che qui nella capitale si sta diffondendo molto, con velleità intellettualistiche, presentazioni snob libertarie e il consueto corollario di qualche furbone e furbona che sanno come manovrare giovani ingenui.

Ecco la nota ufficiale d’agenzia:
Le ragazze erano appese con una corda legata al collo e fatta passare sopra a un tubo sul soffitto, con un meccanismo simile a quello della bilancia. Attraverso il gioco dello Shibari ognuna faceva da contrappeso all'altra alternandosi in saltelli: se la prima scendeva verso terra, l'altra saliva verso l'alto con il balzello, dandosi la spinta con le punte dei piedi, in una sorta di dondolìo. Salendo, la corda provocava uno strozzamento che durava alcuni secondi: il soffocamento, secondo alcune tecniche erotiche, produce infatti una sensazione simile all'orgasmo. Ma una delle due ragazze a un certo punto è svenuta restando in terra e costringendo a restare in alto l'altra, che è così morta impiccata. Per la 24enne non c'è stato nulla da fare, mentre la 23enne è stata portata in codice rosso all'ospedale Sant'Andrea. Ora è ricoverata in prognosi riservata, ma i medici sembrerebbero ottimisti escludendo il pericolo di vita. Dalla ricostruzione fatta sino ad ora dagli inquirenti, sembra che le due ragazze e l'uomo avessero trascorso una serata insieme in un pub a sentire un concerto, facendo probabilmente uso di alcol e cannabis, poi insieme si sono recati nel vano caldaia dell'Agenzie delle entrate dove è iniziato il gioco erotico finito in tragedia. Non sarebbe stata la prima volta, soprattutto con una delle due giovani. A quanto si è appreso, la ragazza romana ricoverata in gravi condizioni al Sant'Andrea lavorava come custode nella stessa sede dell'Agenzia dell'Entrate mentre l'altra sarebbe una studentessa fuori sede, originaria di Lecce, dell'università La Sapienza. Nel portabagli dell'auto dell'uomo, una Hyundai gialla, gli uomini della Squadra Mobile guidati da Vittorio Rizzi avrebbero trovato una vera e propria collezione di oggetti erotici, una sorta di porno shop. L'uomo le avrebbe legate entrambe e avrebbe cominciato questo gioco di "asfissia" a luci rosse. Quando si è accorto che una della ragazze aveva perso conoscenza, e ha provato tagliare la corda che le avvinghiava il collo con un coltello preso dalla borsa di una delle due giovani ma non c'è stato nulla da fare. Ora l'uomo probabilmente sarà incriminato per omicidio colposo.
In verità si tratta dell’applicazione dello L Shibari, meglio noto come Kinbaku, che è un'antica forma artistica di legatura giapponese, una tecnica di bondage divenuta col tempo una pratica sessuale. Il suo stile fa riferimento ad altre forme artistiche tradizionali giapponesi come Ikebana, Sumi-e (pittura con inchiostro nero) e Chanoyu (cerimonia del tè). Sono pratiche legate a un antico rituale di tortura giapponese che appartiene a specifici codici militari caratteristici della cultura nipponica.

Ma recentemente stanno tentando di aprire un mercato in Italia –soprattutto nel Lazio- per diffondere questa pratica.
State attenti alle mode. Soprattutto state attenti a cose come queste.

Circa tre mesi fa avevo dedicato un post protestando con un gruppo di donne appartenenti a una associazione femminile –e femminista- che propagandava su facebook delle serate nella provincia di Roma con spettacoli di questo genere, veicolando immagini che io personalmente considerai allora fondamentalmente pericolosissime. Oltre che lesive della dignità erotica della donna, presentata in quell’occasione, come un prosciutto da appendere e niente di più, invece che un  corpo erotico con il quale entrare in sintonia sulla base di una relazionalità corporea intima.

Andò a finire che smisi di occuparmi della faccenda perché venni accusato di essere un fascista integralista, sessuofobo e repressivo.

Poiché non volevo scontrarmi apertamente con queste femmine femministe, lasciai perdere.

Ripropongo qui, all’attenzione dei miei lettori, il post originale di allora.

Spero che questo tragico incidente serva a dare una calmata ai bollenti spiriti di qualche furbona in vena di lucrare qualche euro, cavalcando una moda che, fondamentalmente, fa riferimento a un trend marketing ma non ha nulla a che vedere con la libertà sessuale.



Ecco qui di seguito il post pubblicato a metà dello scorso giugno quando questa moda ha fatto la sua irruzione marketing nel lazio.


di Sergio Di Cori Modigliani

Essendo questa la casa virtuale che intende accogliere l'espressione e la manifestazione del Libero Pensiero, va da sè che lsi considera la totale libertà sessuale una parte integrante della sua essenza perchè non esiste un pensiero libero se non è accompagnato da una totale apertura e pieno riconoscimento della libertà sessuale.
Il sesso, si sa, è forse l'aspetto e la dimensione esistenziale dell'essere umano dove la creatività individuale e il gusto personale si esprimono al livello più alto pensabile.
Si potrebbe tranquillamente affermare (in una utopistica soecietà planetaria di individui liberi) che esistono "almeno" 6 miliardi di gusti sessuali diversi, uno per ogni individuo che popola la terra.
Una società di liberi postula l'idea di accoglierci l'un l'altro nella nostra essenza di riconoscimento del nostro essere ugualmente diversi o diversamente uguali che dir si voglia.
La libertà individuale consiste nella propria capacità di sapersi dispiegare senza ostacoli.
Io posso sedermi a tavola per il pranzo, completamente nudo, da solo o insieme alla mia compagna, anch'essa nuda. Se a noi piace così, questa è la nostra libertà che noi rivendichiamo e pretendiamo che venga rispettata e riconosciuta da chicchessia senza alcun giudizio sulla nostra modalità.
Ma se io e la mia compagna andiamo al ristorante e ci sediamo al tavolo completamente nudi, nel momento in cui veniamo denunciati e arrestati abbiamo perso il diritto di protestare per l'affermazione della nostra libertà individuale, ed è inutile che tentiamo poi di organizzare un corteo contro la repressione. Nel momento in cui entriamo nel ristorante nudi noi abbiamo rinunciato all'esercizio della nostra libertà, perchè nell'incontro tra la libertà individuale e la libertà sociale collettiva la mancanza del rispetto comunitario implica -per definizione acquisita- la perdita del diritto riconosciuto al rispetto della libertà individuale.
La Legge esiste come passaporto per la convivenza.
E' come la vicenda di Ruby e delle ragazze dei festini di Arcore. Mentre riconosco al premier (così come a qualsivoglia individuo sul pianeta) il legittimo diritto alla pratica individuale privata nella piena espressione della propria individualità erotica, nel momento in cui la vicenda diventa pubblica e quindi condivisa (la ragazza finita in questura) la sua libertà entra in collisione con quella di tutti gli altri cittadini che finiscono per trovarsi coinvolti in una dimensione senza averlo chiesto.
Imporre la propria individualità alla collettività è sempre un atto di arroganza e di prepotenza.
Vale per il premier e vale per ciascuno di noi, sempre.
E' ciò che ci distingue dai gorilla.
La libertà sessuale del premier cessa di essere "funzione libera libertaria e liberatrice" nel momento in cui, diventando pubblica, presenta come "norma" il fatto che la libertà sessuale individuale passi attraverso la mancanza del rispetto delle leggi costituite. Con l'aggravante simbolica del fatto di veicolare come susseguente messaggio alla nazione l'idea che il suo letto (per sua scelta non più privato) diventi un feticcio presentato come mezzo lecito per conquistarsi una posizione sociale e lavorativa di privilegio e quindi abolendo la competizione lavorativa e personale nel mondo economico e sociale garantito dalle leggi dello Stato. E' una posizione socialmente anti-marketing, contraria alle leggi del capitalismo. Inammissibile.
Così come per noi è inaccettabile, nel nome della libertà individuale, l'uso del burka.
E' fin troppo facile, per noi occidentali, criticare l'uso del burka nei paesi islamici integralisti.
Appare chiaro (nonchè ovvio) a tutti che tale uso non rivela l'esercizio di una libertà estetica individuale, bensì l'annulla.
L'uso del burka, infatti, nasce, si sviluppa e si manifesta come imposizione da parte di un gruppo di maschi nei confronti delle donne, alle quali non viene chiesta la loro opinione nè tantomeno la loro approvazione o condivisione. Sono obbligate a subirla, quindi non possono essere legittimamente essere considerate soggetti che esercitano la propria libertà individuale.
Chi non l'accetta è giudicato socialmente un elemento estraneo alla comunità, quindi perseguibile.
Il che vuol dire che tale uso non può essere considerato come una modalità di esercizio della libertà individuale, bensì una manifestazione di prepotenza che afferma il diritto di alcuni individui di imporre la propria idea e gusto ad altri; se necessario addirittura con la forza.
In occidente la questione della libertà sessuale è più complessa e variegata.
Da decenni si parla, si discute e si dibatte sull'uso massivo da parte della pubblicità e dei media del corpo delle donne che viene usato come semplice veicolo (e quindi privato della sua originalità individuale di Persona) per vendere delle merci. Ma con il trascorrere dei decenni sia il corpo delle donne che il corpo dei maschi ha subito una trasformazione perchè l'incontro tra la libertà individuale e quella sociale è cambiata e quindi sono mutate le reazioni collettive. Cambia di continuo.
Nel 1958 l'uso di una minigonna era considerato scandaloso.
Nel 1968 era invece considerata norma.
Così via discorrendo.
Oggi assistiamo a una nuova fase in cui l'incontro tra la libertà sessuale individuale e quella sociale sta assumendo sempre di più la connotazione di un vero e proprio scontro. Dal risultato di questo confronto ne uscirà la nuova mappa geografica del comportamento sociale in questo decennio, di cui l'arresto e conseguente incarcerazione del più potente uomo del pianeta è un elemento simbolo di questa feroce lotta.
Naturalmente le situazioni e le condizioni variano a seconda delle modalità di dibattito in atto nei singoli paesi e nazioni. In Senegal la libertà sessuale individuale è diversa che in Svezia, così come in Bolivia è diversa da quella praticata in Iran.
L'Italia è un paese in cui la violenza corporale sulle donne è in continuo aumento secondo una proiezione geometrica davvero allarmante. Basandosi sulle statistiche a disposizione c'è da mettersi le mani sui capelli.
Tra il 1960 e il 1970 c'era stato un aumento del 22%.
Tra il 1970 e il 1980 l'aumento era stato del 34%.
Tra il 1980 e il 1990 l'aumento è stato del 60%.
Tra il 1990 e il 2000 l'aumento è stato del 250%.
Tra il 2000 e il 2010 l'aumento è stato dell' 8.000%.
Ci riferiamo qui ai dati disponibili rilasciati dal Ministero degli Interni relativi a casi denunciati di stupro, abuso sessuale provato, violenza sessuale familiare e riduzione in stato di schiavitù sessuale.
L'Italia si è conquistata in Europa la triste leadership da record: abbiamo il più alto numero di donne ridotte in stato di schiavità sessuale. E non sono soltanto extra-comunitarie.
Considerando che viviamo in una società come questa, va da sè che la propria libertà sessuale individuale deve fare i conti con la realtà all'interno della quale è inserita.
Lo stesso gioco sessuale che a Bombay può essere divertente e innocuo, forse a Oslo risulta micidiale.
E viceversa.
Questa era una premessa.
Veniamo ora al punto.
Ieri sono stato taggato da una donna, amica di facebook, con una immagine che è quella presentata in questo post in calce all'articolo.
L'immagine -nella mente dell'autrice- doveva rappresentare un modello avanzato di libertà sessuale femminile.
Infatti lei si considera una esperta in erotismo, una libertaria combattente per la libertà sessuale delle donne, una intellettuale che combatte battaglie d'avanguardia per la cultura, e una femminista.
Il suo post ha attirato subito come mosche dei maschi che si sono dilettati a condividere la loro idea della donna come un cosciotto di prosciutto.
Personalmente io ritengo questa immagine pericolosa, sessuofoba e misogina.
L'unico risultato che può ottenere consiste nell'aumentare il desiderio di violenza sul corpo femminile, con l'aggravante di presentare addirittura una scusa estetica per deturpare con danni fisici un corpo.
La libertà sessuale individuale, in un paese retrogrado e pericoloso come l'Italia, a mio avviso passa attraverso la presentazione del corpo femminile come un tempio da desiderare con la propria libido e carica erotica, finalizzata all'aumento della sanità di quel corpo; con l'obiettivo di raggiungere un concetto di armonia non violenta sempre più vasta, sempre di più maggiormente condivisa.
Ho condiviso questa mia idea con altre persone.
Sono stato definito un "conservatore represso".
Se è così sono orgoglioso di esserlo.
Personalmente presentare l'immagine di una donna mostrandola appesa per i piedi provocando nel cervello una sinapsi di associazione automatica per cui la si identifica con un prosciutto da appendere a un gancio sulla parete di una macelleria, io la trovo oltre che orribile esteticamente anche pericolosa.
Mi chiedo: com'è possibile che oggi una intellettuale femminista italiana proponga una immagine come questa cercando di convincere me che tale immagine è il passaporto verso una sofisticata libertà sessuale?
Oppure sono io che ormai, senza saperlo, sono diventato un vecchio rimbambito?
Mi farebbe davvero piacere avere l'opinione delle mie amiche e sapere che cosa pensano le donne nell'avere l'informazione che tale immagine viene prodotta, pubblicizzata e veicolata da una femminista come esempio di libertà sessuale.
A me sembra squallida.
Secondo voi?
Grazie per l'attenzione

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