di Sergio Di Cori Modigliani
“E’ un bel tipo mio fratello. Ah sì, perché non te
l’avevo detto, ma il capo qui è mio fratello. Sai, a Roma c’è il Papa, qui c’è mio fratello”.
da “Il Buono, il Brutto, il Cattivo” (1966) di Sergio Leone
E’ partita la nuova “telesione”
subliminale del potere, da ieri in onda sia su chiaro che sulle altre
piattaforme digitali, sintonizzata su tutte le onde mentali della popolazione.
Si chiama “Il
Delinquente, il Nipotino e l’Innominabile”.
La struttura della fiction
televisiva non è originale, ma si basa su un precedente molto fortunato, in
onda in Italia da 30 anni, che in Usa è
stata teletrasmessa per ben 55 anni di seguito: Beautiful. In americano il
titolo originale era “the bold and the beautiful” che vuol dire i duri e i belli, inaccettabile per un
pubblico infantile di mitomani come quello italiano che basa la propria
esistenza (nonché resistenza) sull’idea che i duri, i criminali, i delinquenti
non esistano nella vita reale (finchè non li incontrano, ma di solito, a quel
punto, è troppo tardi), o comunque si tratta di “parole” non di “fatti” come
accade di pensare ai bimbi piccoli nel loro sincero e libero mondo mentale
dell’ingenuità.
Ricordo un giorno, circa 30
anni fa, quando andai a casa dei miei suoceri per un lutto familiare. Toccava
stare lì a scambiare delle formalità con persone mai viste prima. C’era la
televisione accesa e alcuni anziani guardavano, per l’appunto, Beautiful. E
così, anch’io feci la mia esperienza. Cinque anni dopo, in tutt’altra città,
andai a visitare una vecchissima zia che era stata importante nella mia
infanzia, per trascorrere con lei qualche ora densa di ricordi intimi. In
quell’occasione, guardai per la seconda e ultima volta nella mia vita lo
sceneggiato, circa 200 puntate dopo. Capii subito ciò che stavano facendo i
personaggi. Nei precedenti cinque anni, infatti, non era accaduto nulla, perché
(come argutamente spiegò il sociologo Cristopher Lasch) la struttura narrativa
dello sceneggiato non era lineare, bensì circolare. Qualunque avvenimento accadesse,
bisognava rassicurare lo spettatore che si ritornava sempre alla situazione di
partenza perché “il tempo è congelato e viene abolito il senso del flusso
esistenziale”. In tal modo ci si sentiva contenti e adrenalinici ma allo stesso
tempo si introduceva nelle menti dello spettatore –telesionato mentalmente a
sua insaputa- l’idea che “i belli” fossero eterni, perché a loro era possibile
realizzare una magia che, a noi poveretti, era negata: abolire il Tempo e
vivere la propria esistenza in uno stato di perdurante status quo. Sia il
sociologo Lasch che lo psichiatra Tanenbaum (gerontologo) spiegarono che si
trattava di un format perfetto per un pubblico di anziani semi-analfabeti,
soli, abbandonati nelle loro case, spaventati dalla solitudine e dall’idea
della morte che si avvicina. Li aiutava a sopravvivere. Si trattava di una
forma (così la definirono allora in Usa) di “eutanasia psico-sociale delle coscienze”.
A questo ci si aggiunsero poi personalità come il grande filosofo Rorty, il
quale, da bravo epistemologo, spiegò che Beautiful aveva consentito agli
esecutori del potere di introdurre nelle fragili menti degli anziani più
disagiati l’idea dell’eternità, convincendoli, quindi, a non pretendere,
esigere, chiedere una riforma sanitaria. Quello avviene nella vita reale.
Perfetta, quindi, la
struttura di Beautiful, per un paese come l’Italia, composto in gran parte da
vecchi rimbambiti, o dall’età, o dall’ideologia, o da una propria intimità
corrotta a loro insaputa. Ma questa volta, il tutto fatto all’italiana, senza
scopiazzare nessuno. Un po’ come i western di Sergio Leone, in omaggio del
quale ho scelto questo titolo, pensando a “Il Bello, il Brutto e il Cattivo”.
Veniamo ai personaggi:
Il Delinquente. Variante di
spregiudicatezza all’italiana, molto più vicino all’idea di una sintesi tra il
modello francese (ossia il ladro gentiluomo) e un predatore sudamericano di
tipo neo-peronista (la propria vita presentata come un sacrificio personale al
servizio della collettività per il bene di tutti) e infine le tre spezie
italiane basiche, in onore della nostra grande arte culinaria: abilità,
cinismo, furbizia, applicate in disprezzo della Legge e delle norme
consuetudinarie valide per il resto dei cittadini. La sinistra intellettuale
italiana, direi al 90%, si è innamorata di questo concetto facendolo proprio,
tant’è vero che nel momento decisivo in cui il Delinquente e i suoi gaglioffi al
seguito prendevano il potere, si è lanciata a produrre libri, saggi, film,
soprattutto telefilm, che ruotavano intorno a una finta denuncia sociale per
avere la scusa di poter offrire (ingozzare l’immaginario collettivo degli
italiani) idiozie, comicità spicciola per analfabeti ma soprattutto violenza,
tanta tanta violenza, scopiazzando nella maniera italiota i vari Martin
Scorsese, Quentin Tarantino, Stephen King e le diverse saghe televisive di
poliziotti e criminali in lotta tra di loro, prodotte in serie dagli americani.
Ma l’Italia non è gli Usa.
Nel bene e nel male.
Lo dimostra il fatto che il
Delinquente è un personaggio totalmente incomprensibile per la cultura
statunitense. Infatti l’intera stampa cartacea d’oltreoceano e l’intera
pattuglia mediatica televisiva Usa, nel fornire dettagli sull’attualità
politica italiana, hanno concluso i loro articoli, servizi, reportage, tutti
nello stesso modo: sospensione di giudizio nella totale impossibilità di poter
comprendere l’esistenza di tale modello. Per la loro cultura, infatti, un
delinquente, una volta appurato legalmente che tale è, nella migliore delle
ipotesi, scompare nel nulla per sempre, e si volta pagina: avanti un altro.
Non in Italia. Perché da
noi, vige il principio di Beautiful: i protagonisti e i personaggi devono
essere eterni, in modo tale da avere la sicurezza matematica che i meccanismi
del potere non vengano mai neppure intaccati.
Ma da solo, non basta.
Perché siamo un paese di “brava gente” che vive di famiglia.
Gli viene quindi affiancato
il personaggio del Nipotino.
Perfetto nella nostra
telenovela, scelta nient’affatto casuale.
Il Nipotino è la sezione
familiare del Delinquente. Mentre quest’ultimo è autorizzato –proprio per la
sua struttura di personaggio- a non badare alla moralità della famiglia, e
quindi deve mostrare e dimostrare di essere un peccatore trasgressivo, il
Nipotino assume in sé i due cardini principali che garantiscono in Italia
l’esistenza della Eternità Sociale: garantire al paese che non ci si è fatti da
soli, che non è possibile assurgere ad alti livelli di esercizio del potere
esecutivo per meriti individuali, bensì per censo. Essendo una nazione malata
di mitomania mescolata a gerontofilia, “figlio di” funziona ma “nipote di” è perfetto. E’ più defilato, è più stilè, è
più sobrio, ma allo stesso tempo offre garanzie sia al popolo, sia alle
dinastie oligarchiche che hanno la responsabilità di mantenere la società in
uno stato di paralisi perpetua; consente la trasmissione della tradizione, la
garanzia che -come dice la parola
stessa- verrà rispettata la regola aurea del nepotismo. Un simile personaggio
deve avere una personalità fiacca, ma tenace, deve sempre dimostrare di essere
deferente, umile e debole con i potenti amici dello zio, e quando serve fare la
voce grossa nei confronti dei deboli a nome della famiglia. Non può assumere
iniziative di nessun genere proprio perché nipote di, il proprio ruolo
simbolico deve rammentare alla nazione che questo è un paese che nega, per
principio voluto dagli sceneggiatori, l’affermazione del concetto di autonomia,
auto-determinazione, indipendenza. Il Nipotino, quindi, è adorato dalle potenze
straniere perché le serve con disciplina e duttilità, è stimato in patria
perché interpreta l’eternità del concetto di familismo. Uno lo guarda e pensa
che, se si ha un pizzico di fortuna, si riuscirà a piazzare il proprio nipote,
il quale poi sarà grato ricordandosi dei propri familiari affettuosi che lo
hanno sostenuto.
Ma noi siamo anche un paese
colto e pauroso e vile. E così, pescando nella tradizione letteraria colta del
poema nazionale, nasce l’Innominabile, una splendida invenzione mutuata
dal genio creativo di Alessandro Manzoni, che coniò il personaggio originale
chiamandolo l’Innominato, simbolo di potere occulto, di macchinazione, di
manovre sotterranee, che c’è e non c’è e quando c’è non si può, per l’appunto,
nominare. Introdotto dalla seconda carica istituzionale dello Stato come
personaggio eterno della telenovela, garantisce che in un modo o nell’altro
(forse in maniera innominabile, indicibile, indimostrabile, inaudibile,
inconfondibile) garantirà la tenuta decidendo lui per tutta la nazione,
composta da anziani rimbecilliti, cittadini regrediti perché telesionati, e
qualche giovanotto rabbioso che fa colore ma si riesce sempre a calmarli. Con
le buone. E all’uopo con le cattive.
Il suddetto trio è perfetto.
Sono davvero la
rappresentanza originale e autentica di che cosa sia il nostro paese.
Di come vogliono che seguiti
a essere.
Di come faranno affinchè
così rimanga.
Qualunque evento accada,
qualunque cosa succeda, tutto deve rimanere uguale, fisso, eterno, immobile,
inamovibile.
Altrimenti, non sarebbe come
Beautiful.
E’ una telenovela mediatica
per gonzi.
Tutto qui.
Spetta a ciascuno di noi
trovare il guizzo di dignità per spegnere il telecomando.
La bella notizia è che sono
personaggi e non persone autentiche. Sono molto più vicine a Truman che non a
ciò che vediamo o ascoltiamo.
E’ un software
socio-psichico.
E si terranno bordone tutti
e tre perché sono legati in maniera indissolubile. Se ne cade uno,
automaticamente crolla l’intera impalcatura, perché si inserisce una dinamica
di cambiamento. E’ questo, infatti, ciò che non deve mai avvenire.
Perché il Delinquente, il
Nipotino e l’Innominabile devono essere eterni. Che siano di destra, di centro
o di sinistra, è irrilevante.
Ma si possono spegnere con
un click.
E svaniscono come un ologramma.
Buon
week end a tutti.
Articolo magistrale, complimenti!!!!
RispondiEliminaForse il blackout televisivo che auspicavo arriverà' , quando il canone diventerà troppo caro per la pensione o lo stipendio sforbiciato 'alla greca'!!
Solo allora i telesionati si renderanno conto che la delega in bianco non si da a nessuno e che l'esercizio di una sana diffidenza verso chi sostiene ripetutamente di aver a cuore il bene degli italiani o la democrazia, e' indispensabile per non avere brutte sorprese!
non basta spegnere il telecomando, occorre togliere loro il potere di sfilare come zombies sul teleschermo, facendo finta di essere vivi e di essere i padroni. Purtroppo l'alfabetizzazione si è bloccata anzi è regredita....
RispondiEliminaComunque l'articolo è bello e ci permette una analisi della realtà attraverso l'immaginario..lo so che sei d'accordo con quello che ho detto sopra.
buona prima domenica senza caimano..m.grazia.m
M. Grazia, ma dove senza caimano? Tutte le televisioni non fanno che parlare solo di lui....la condanna è il suo pretesto per fare la vittima era meglio l'ssoluzione... purtroppo!
Eliminava bene! ma è stato condannato al terzo grado di giudizio!...questo non era mai accaduto.
EliminaQuanto allo scandalo dell'informazione televisiva Rai cooptata, io tutti i giorni lo faccio presente in questa pag fb
http://www.facebook.com/pages/La-RAI-ai-Cittadini-Aderisci-anche-tu-MoveOn-italiano/121908307873040?ref=hl
Non sarà niente ma intanto il movimento che la sostiene ha presentato proposte di leggi popolari anti trust, anti conflitto di interessi e per l'estromissione dei partiti e la restituzione dell'azienda come bene comune ai cittadini.
"l’intera pattuglia mediatica televisiva Usa, nel fornire dettagli sull’attualità politica italiana, hanno concluso i loro articoli, servizi, reportage, tutti nello stesso modo: sospensione di giudizio nella totale impossibilità di poter comprendere l’esistenza di tale modello"
RispondiEliminaE come possono?
Mi diceva un vecchio comunista, uno dei pochi rimasti, non di quelli che la gente crede comunista. "Vedi la donna di sinistra vuole un uomo colto, interessante, magari anche bello e benestante. La donna di destra lo vuole solo vecchio e ricchissimo. Ma e' la donna di destra che cerca, sia pure con una scorciatoia, il valore piu' alto. L'indipendenza. Parola caduta nel dimenticatoio. Ma se la liberta', parola fumosa, non e' indipendenza che cos'e'?
Se ti insegnano a dipendere e' logico che la tua ricerca e' solo quella di trovare il miglior padrone. In fondo il piu' dello scontro politico che avviene in questo paese e' una guerra di fan. I fan di Berlusconi e i fan d'altri, tutti comunque fan del posto sicuro e piu' la fetta si restringe piu' lo scontro si acuisce. Chi dipende deve fare il tifo per il suo protettore. Non e' un caso che
forme di assistenza sociale come il reddito garantito siano finite nel dimenticatoio. Del resto tutto quello che puo' rendere indipendente la gente da loro deve finire nel dimenticatoio."
L'anomalia italiana sta nelle immagini della piazza di domenica 4 agosto con Berlusconi sul palco ad aizzare la folla contro la magistratura, presentandosi come innocente e vittima di un regime!
RispondiEliminaIn quale altro Paese un condannato in via definitiva e quindi agli arresti, seppure domiciliari, può permettersi di andare sulla pubblica via d insultare le Istituzioni e il Popolo ,visto che le sentenze sono emesse in nome del Popolo Italiano? Dov'è possibile assistere a questo immenso Truman Show, a questa spettacolarizzazione del politichese che capovolge il senso della realtà, inventandosi un paese che non esiste?
Eppure il reato non è da poco, frode fiscale, ben più grave dell'evasione, ed il personaggio Berlusconi viene definito dai magistrati, anche in Cassazione, come il dominus, artefice della frode, proprio mentre era anche presidente del consiglio! Per non parlare di altre sentenze, dove seppure prescritto, viene spesso presentato come un delinquente abituale, un vero criminale. Ma il Tribunale è in ferie estive e l'applicazione della sentenza viene sospesa sino al 16 settembre, così un condannato, anche senatore della repubblica, può impunemente offendere la dignità di un paese ed irridere i trenta e passa milioni di Italiani, almeno i tre quarti degli elettori, che hanno detto chiaramente che non vogliono il governo di larghe intese e tanto meno il Pdl.
Il popolo ha deciso con le votazioni di febbraio e nei tribunali, ma fa comodo a tanti ignorare la sovranità dell'art. 1 della Costituzione, salvo invocarla in modo subdolo per fini eversivi, questi sì.
Cos'altro ci vuole perché il PD, Letta e Napolitano si rendano conto che continuando a proteggere l'indifendibile anche la posizione internazionale dell'Italia ne risente? Siamo diventati un paese inaffidabile, alla mercé di chiunque alzi la voce o abbia la possibilità di ricattarci sul piano economico o in altri settori. Altro che alzare la voce con la Merkel e con gli altri partner europei, quando da loro basta un semplice sospetto per allontanare dal parlamento e dalla politica personaggi potenti, ministri e presidenti della repubblica.
La presenza di Berlusconi libero di insultare, a reti unificate, e senatore, è un offesa a tutta la Nazione, a quella parte seria del paese che sinora ha tenuto con il suo senso di responsabilità e con i sacrifici personali. La parte migliore, checché ne dicano la Santanché, la Carfagna, i Bondi ed i loro servi sciocchi e stolti del circo mediatico.