di Sergio Di Cori Modigliani
Parliamo di un aspetto squisitamente tecnico dei mass media in Italia.
Di tutta la squallida vicenda che la cittadinanza italiana è stata costretta a subire in questi giorni per la vicenda Berlusconi, l'aspetto più raccapricciante -e utile da sottolineare- consiste nel non comprendere come e perchè il sistema politico italiano abbia scelto di seguitare a promuovere i falliti di successo e i falsi già smascherati, lanciando sul terreno mediatico delle mummie incartapecorite. Con l'inevitabile conseguenza di chiudere spazi al made in Italy nel mondo, di mettere in fuga gli ultimi investitori internazionali ancora abbagliati dal Bel Paese, e condannarci definitivamente al ruolo di comprimari, in Europa e nel mondo. Se a questo aggiungiamo l'impietoso spettacolo di servile deferenza (unica eccezione Enrico Mentana, soprattutto dopo gli ultimi fatti) del sistema televisivo, ci rendiamo conto che la strada è ancora lunga e impervia.
Non sarà certo nè facile nè immediato trasformare la sceneggiatura del film esistenziale degli italiani da un horror, in una solida commedia degli equivoci (almeno questo).
Alla base di tutto ciò c'è la supervalutazione di Silvio Berlusconi, il principe dei falliti di successo.
Considerato un genio della comunicazione, un grande imprenditore, un abile gestore dei media, questo signore politicamente già defunto, proprietario di un'azienda piena di debiti incapace di realizzare profitti per solo merito proprio, dopo aver truffato lo Stato e la concorrenza imprenditoriale, eliminandola soltanto grazie alla diffusione capillare della corruttela, ha compiuto un banale errore da principiante che la dice lunga sulla sua totale incapacità di comprensione dei sistemi mediatici della comunicazione di massa nella attuale fase della società post-moderna.
Confesso che non me lo aspettavo, è un vero dilettante.
Il suo video-messaggio appartiene a un mondo che non esiste più, se non nella sua testa e nei succulenti conti correnti di chi lo sostiene, sia a destra che al centro che a sinistra.
E' un prodotto di un'epoca precedente all'esistenza del web e dei social networks.
E' come assistere alla promozione di un venditore di ghiaccio express per le casalinghe, in un mondo in cui esistono i frigoriferi elettrici: chi abbocca è condannato all'estinzione.
Un'antichissima civiltà planetaria, con 2500 anni di storia alle spalle, e quindi con una sovrapposizione di saperi molteplici che vengono da molto lontano, la Persia, ha preso atto -così come da noi la Chiesa Cattolica- della avvenuta modificazione del pianeta in termini di comunicazione individuale, producendo un eccellente soggetto politico come Rouhani, il nuovo presidente dell'Iran, grande sostenitore della diffusione senza censura del web in Iran e in questo momento la punta di diamante della diplomazia internazionale al fine di evitare la guerra mondiale, non l'ennesima, bensì l'ultima.
Per Berlusconi il vero nemico è il web, è chiaro.
Lì non c'è controllo e non vince chi ha più soldi, perchè i grandi padroni della rete (i provider Google, Microsoft, Verizon, Amazon, Facebook, Twitter, Tumblr e un'altra decina di grosse corporations a loro legati come Apple, Samsung, Sony, ecc.) pur avendo una posizione di enorme predominio su tutti gli altri, sanno che la permanenza del loro posizionamento sul territorio deriva, fondamentalmente, dalla concessione del flusso libero di informazioni, notizie, messaggi, conoscenze. Se domani qualcuno decidesse (e lo hanno pensato, eccome!) di imbrigliare la rete, ridurne lo spazio, accorciarla, vanificarne l'esistenza, crollerebbe il mercato su internet cancellando i profitti.
La loro unica possibilità di gestire un efficace e funzionale sistema di controllo consiste nel partecipare attivamente attraverso i troll a pagamento consapevoli e quelli che lo sono, invece, a propria insaputa, diffondendo falsi e falsità, sperando che passino e si affermino. Ma è una "speranza", per l'appunto. Basta che il più modesto sito del pianeta o il blogger più anonimo esistente pubblichi una paginetta ben argomentata che -magari per puro caso accidentale- penetra le maglie della rete e viene ripreso da un ragnetto un pochino più grande e lo passa a un altro ragnetto un po' più dinamico e abile e, in men che non si dica, il signor Nessuno diventa responsabile di un evento orribile oppure di una splendida protesta vincente.
Se non fosse esistita la rete, a quest'ora saremmo già nascosti nei bunker pieni di terrore. Quindici minuti dopo che Obama ha fatto sapere che bisognava andare subito a bombardare la Syria, nello Stato della California, il luogo al mondo dove esiste la più alta percentuale attiva di movimenti pacifisti e di siti antagonisti alla cupola del Nuovo Ordine Mondiale, sono partiti i bombardamenti mediatici in rete e, lo ripeto: 15 minuti dopo, si stavano già muovendo circa 10 milioni di persone, la maggior parte delle quali si stavano connettendo con il resto d'America e 20 ore dopo, alla Casa Bianca, sono arrivate 22 milioni di e-mail di contribuenti fiscali che dicevano: no alla guerra. I consulenti mediatici di Obama gli hanno spiegato come si stavano mettendo le cose. Idem in Iran. E' accaduta la stessa cosa. 12 milioni di iraniani (ai quali deve andare tutto il nostro rispetto di cittadini planetari membri di una comunità internazionale di individui consapevoli) hanno immesso in rete messaggi in cui pretendevano di uscire dal loro isolamento per aprirsi verso l'esterno e confrontarsi con l'occidente. I persiani e i californiani che hanno fatto quest'ottimo lavoro a nome di noi tutti neppure si conoscono ed è probabile che non vi sia stato neppure un incrocio tra di loro. Il vantaggio della rete consiste in un basilare elemento che corrisponde (in parallelo) alle sinapsi del nostro cervello: la connessione. E' il prezzo che gli squali della finanza hanno scelto di pagare per architettare il mostruoso castello della loro dittatura, pur di avere la possibilità (per loro il web è fondamentale) di connettersi con chiunque e dovunque e comunque per guadagnare un euro, hanno consentito che lo facesse anche "la massa becera per i loro stupidi futili motivi di sfogo da frustrati"
Così va il mondo reale, oggi. Che ci piaccia o non ci piaccia.
A Berlusconi, al PDL, al PD e simili non piace.
Loro vogliono il mondo televisivo.
Infatti, l'Italia è il paese più arretrato e lento di tutto il mondo occidentale dal punto di vista della velocità di connessione in rete, siamo gli unici a vivere in un mondo a banda stretta: ordini di scuderia. Questo ricorda la riunione nel parlamento inglese alla fine dell'800 quando la Camera dei Lords votò contro la diffusione della luce elettrica, ben pagati dalle lobby del carbone e del gas, sostenendo che si trattava di una diavoleria americana pericolosa per l'incolumità della nazione e gravemente lesiva della salute pubblica.
Ci ha provato Mediaset a impossessarsi della rete.
Lo hanno fatto da parvenu, da magliari di provincia.
Gooogle è come la Coca-Cola: forse non tutti sanno che "ufficialmente" sono sempre in vendita, se uno le vuole comprare. Certamente la cifra richiesta è molto alta e quindi molto rischiosa. La trattativa è durata lo spazio di una e-mail, circa due anni fa, quando, attraverso un broker svizzero è stata avanzata la richiesta esplorativa. La cifra era superiore di ben 5 volte all'intero patrimonio della famiglia Berlusconi anche andando a raccattare le ultime briciole nascoste chissà dove. E così hanno capito che non era possibile.
Poco tempo dopo quest'ultimo messaggio televisivo, in rete circolavano già le diverse versioni sotto forma di parodia, che hanno trasformato l'evento in una ghiotta occasione per scatenare la creatività individuale degli italiani. Il Senso e il Significato del messaggio non contava più, neppure il suo significato politico, l'impatto, la reazione. Ciò che contava era competere nel riuscire a produrre la più divertente e originale parodia dell'evento organizzato da una mummia.
Lo ha capito immediatamente Peter Gomez, non a causa un professionista mediatico internauta, visto che dirige la sezione on-line de Il Fatto Quotidiano.
E ha lanciato il gioco che vedete qui di seguito:
Il che ci consegna una informazione non da poco, e ci spiega come, da parte del governo italiano, ci sia una precisa volontà politica di fermare il progresso tecnologico, di non investire nella ricerca scientifica, nell'innovazione, rallentando in tutti i modi la velocità della connessione inter-attiva per impedire che si affermi una modalità di scambio di informazioni diverso da quello televisivo. La rete, infatti, ha l'aggravante di essere inter-attiva, mentre la televisione non lo è: si è spettatori passivi di quello che passa sullo schermo e basta, l'unica opzione offerta consiste nello spegnere il marchingegno, e molta gente (che magari vive sola in casa o è accoppiata a qualcuno che vorrebbe prendere a coltellate) la tiene accesa per coprire la propria solitudine: questo è il vero Senso di quel messaggio video.
Un messaggio che viene dall'aldilà, da una società decomposta, morta, superata dalla Storia.
Raccontata da un anziano calvo che si mostra come un giovanotto con i capelli, ignorante come una capra ma sorretto da una biblioteca verosimilmente finta, che racconta delle favole per gonzi sapendo di poter contare sulla Rai che diffonde le immagini di continuo, le commenta, le analizza, le ripropone per telesionare la mente degli elettori votanti.
Loro lo chiamano governo di larghe intese.
A me sembra piuttosto una compagine dalle intese molto strette.
La loro concordia consociativa è rimasta imbrigliata nella rete e lo sanno benissimo.
Litigano su tutto ma sono d'accordo al 100% su un unico fatto: che il web va imbavagliato e che il futuro dell'umanità e soprattutto dell'Italia sta nella tivvù, nei telegiornali fatti a modo loro, o meglio non fatti, bensì confezionati come un prodotto surgelato.
In attesa degli eventi, è necessario cominciare a costruire delle piattaforme alternative, perchè lo spazio c'è e la domanda di informazione anche. Penso che sia necessario cominciare a produrre in tempi molto stretti anche una buona informazione televisiva da allacciare poi alla connessione dell'informazione in rete, approfittando di spazi distributivi nell'etere ancora accessibili.
E' necessaria una informazione della cittadinanza e per la cittadinanza.
Quello che ci spaccia la Rai e Mediaset, ormai, è un film misto horror/fantascienza, discorsi che vengono da altri tempi.
Tanto vale, allora, farci ascoltare i bei discorsi vibranti di Pietro Nenni o di Maria Antonietta Macciocchi.
Se non altro erano intelligenti, preparati e dotati di indubitabile passione civica nazionale.
Tanto vale ascoltare il Papa, visto che rappresenta il Vuoto Eterno. Se non altro, la Chiesa di Roma sta dimostrando di essere più moderna e all'avanguardia dei nostri partiti politici e dei nostri dirigenti.
Il che è, davvero, tutto dire.
Buon week end a tutti.
Di tutta la squallida vicenda che la cittadinanza italiana è stata costretta a subire in questi giorni per la vicenda Berlusconi, l'aspetto più raccapricciante -e utile da sottolineare- consiste nel non comprendere come e perchè il sistema politico italiano abbia scelto di seguitare a promuovere i falliti di successo e i falsi già smascherati, lanciando sul terreno mediatico delle mummie incartapecorite. Con l'inevitabile conseguenza di chiudere spazi al made in Italy nel mondo, di mettere in fuga gli ultimi investitori internazionali ancora abbagliati dal Bel Paese, e condannarci definitivamente al ruolo di comprimari, in Europa e nel mondo. Se a questo aggiungiamo l'impietoso spettacolo di servile deferenza (unica eccezione Enrico Mentana, soprattutto dopo gli ultimi fatti) del sistema televisivo, ci rendiamo conto che la strada è ancora lunga e impervia.
Non sarà certo nè facile nè immediato trasformare la sceneggiatura del film esistenziale degli italiani da un horror, in una solida commedia degli equivoci (almeno questo).
Alla base di tutto ciò c'è la supervalutazione di Silvio Berlusconi, il principe dei falliti di successo.
Considerato un genio della comunicazione, un grande imprenditore, un abile gestore dei media, questo signore politicamente già defunto, proprietario di un'azienda piena di debiti incapace di realizzare profitti per solo merito proprio, dopo aver truffato lo Stato e la concorrenza imprenditoriale, eliminandola soltanto grazie alla diffusione capillare della corruttela, ha compiuto un banale errore da principiante che la dice lunga sulla sua totale incapacità di comprensione dei sistemi mediatici della comunicazione di massa nella attuale fase della società post-moderna.
Confesso che non me lo aspettavo, è un vero dilettante.
Il suo video-messaggio appartiene a un mondo che non esiste più, se non nella sua testa e nei succulenti conti correnti di chi lo sostiene, sia a destra che al centro che a sinistra.
E' un prodotto di un'epoca precedente all'esistenza del web e dei social networks.
E' come assistere alla promozione di un venditore di ghiaccio express per le casalinghe, in un mondo in cui esistono i frigoriferi elettrici: chi abbocca è condannato all'estinzione.
Un'antichissima civiltà planetaria, con 2500 anni di storia alle spalle, e quindi con una sovrapposizione di saperi molteplici che vengono da molto lontano, la Persia, ha preso atto -così come da noi la Chiesa Cattolica- della avvenuta modificazione del pianeta in termini di comunicazione individuale, producendo un eccellente soggetto politico come Rouhani, il nuovo presidente dell'Iran, grande sostenitore della diffusione senza censura del web in Iran e in questo momento la punta di diamante della diplomazia internazionale al fine di evitare la guerra mondiale, non l'ennesima, bensì l'ultima.
Per Berlusconi il vero nemico è il web, è chiaro.
Lì non c'è controllo e non vince chi ha più soldi, perchè i grandi padroni della rete (i provider Google, Microsoft, Verizon, Amazon, Facebook, Twitter, Tumblr e un'altra decina di grosse corporations a loro legati come Apple, Samsung, Sony, ecc.) pur avendo una posizione di enorme predominio su tutti gli altri, sanno che la permanenza del loro posizionamento sul territorio deriva, fondamentalmente, dalla concessione del flusso libero di informazioni, notizie, messaggi, conoscenze. Se domani qualcuno decidesse (e lo hanno pensato, eccome!) di imbrigliare la rete, ridurne lo spazio, accorciarla, vanificarne l'esistenza, crollerebbe il mercato su internet cancellando i profitti.
La loro unica possibilità di gestire un efficace e funzionale sistema di controllo consiste nel partecipare attivamente attraverso i troll a pagamento consapevoli e quelli che lo sono, invece, a propria insaputa, diffondendo falsi e falsità, sperando che passino e si affermino. Ma è una "speranza", per l'appunto. Basta che il più modesto sito del pianeta o il blogger più anonimo esistente pubblichi una paginetta ben argomentata che -magari per puro caso accidentale- penetra le maglie della rete e viene ripreso da un ragnetto un pochino più grande e lo passa a un altro ragnetto un po' più dinamico e abile e, in men che non si dica, il signor Nessuno diventa responsabile di un evento orribile oppure di una splendida protesta vincente.
Se non fosse esistita la rete, a quest'ora saremmo già nascosti nei bunker pieni di terrore. Quindici minuti dopo che Obama ha fatto sapere che bisognava andare subito a bombardare la Syria, nello Stato della California, il luogo al mondo dove esiste la più alta percentuale attiva di movimenti pacifisti e di siti antagonisti alla cupola del Nuovo Ordine Mondiale, sono partiti i bombardamenti mediatici in rete e, lo ripeto: 15 minuti dopo, si stavano già muovendo circa 10 milioni di persone, la maggior parte delle quali si stavano connettendo con il resto d'America e 20 ore dopo, alla Casa Bianca, sono arrivate 22 milioni di e-mail di contribuenti fiscali che dicevano: no alla guerra. I consulenti mediatici di Obama gli hanno spiegato come si stavano mettendo le cose. Idem in Iran. E' accaduta la stessa cosa. 12 milioni di iraniani (ai quali deve andare tutto il nostro rispetto di cittadini planetari membri di una comunità internazionale di individui consapevoli) hanno immesso in rete messaggi in cui pretendevano di uscire dal loro isolamento per aprirsi verso l'esterno e confrontarsi con l'occidente. I persiani e i californiani che hanno fatto quest'ottimo lavoro a nome di noi tutti neppure si conoscono ed è probabile che non vi sia stato neppure un incrocio tra di loro. Il vantaggio della rete consiste in un basilare elemento che corrisponde (in parallelo) alle sinapsi del nostro cervello: la connessione. E' il prezzo che gli squali della finanza hanno scelto di pagare per architettare il mostruoso castello della loro dittatura, pur di avere la possibilità (per loro il web è fondamentale) di connettersi con chiunque e dovunque e comunque per guadagnare un euro, hanno consentito che lo facesse anche "la massa becera per i loro stupidi futili motivi di sfogo da frustrati"
Così va il mondo reale, oggi. Che ci piaccia o non ci piaccia.
A Berlusconi, al PDL, al PD e simili non piace.
Loro vogliono il mondo televisivo.
Infatti, l'Italia è il paese più arretrato e lento di tutto il mondo occidentale dal punto di vista della velocità di connessione in rete, siamo gli unici a vivere in un mondo a banda stretta: ordini di scuderia. Questo ricorda la riunione nel parlamento inglese alla fine dell'800 quando la Camera dei Lords votò contro la diffusione della luce elettrica, ben pagati dalle lobby del carbone e del gas, sostenendo che si trattava di una diavoleria americana pericolosa per l'incolumità della nazione e gravemente lesiva della salute pubblica.
Ci ha provato Mediaset a impossessarsi della rete.
Lo hanno fatto da parvenu, da magliari di provincia.
Gooogle è come la Coca-Cola: forse non tutti sanno che "ufficialmente" sono sempre in vendita, se uno le vuole comprare. Certamente la cifra richiesta è molto alta e quindi molto rischiosa. La trattativa è durata lo spazio di una e-mail, circa due anni fa, quando, attraverso un broker svizzero è stata avanzata la richiesta esplorativa. La cifra era superiore di ben 5 volte all'intero patrimonio della famiglia Berlusconi anche andando a raccattare le ultime briciole nascoste chissà dove. E così hanno capito che non era possibile.
Poco tempo dopo quest'ultimo messaggio televisivo, in rete circolavano già le diverse versioni sotto forma di parodia, che hanno trasformato l'evento in una ghiotta occasione per scatenare la creatività individuale degli italiani. Il Senso e il Significato del messaggio non contava più, neppure il suo significato politico, l'impatto, la reazione. Ciò che contava era competere nel riuscire a produrre la più divertente e originale parodia dell'evento organizzato da una mummia.
Lo ha capito immediatamente Peter Gomez, non a causa un professionista mediatico internauta, visto che dirige la sezione on-line de Il Fatto Quotidiano.
E ha lanciato il gioco che vedete qui di seguito:
Videomessaggio Berlusconi: la parodia sui social (Facebook, Twitter e YouTube)
Consapevoli del loro errore i gestori della comunicazione mediatica berlusconiana si sono arrampicati sugli specchi sostenendo, alla fine, una argomentazione patetica "la fascia dell'elettorato cui si rivolge Berlusconi non va su internet".Il che ci consegna una informazione non da poco, e ci spiega come, da parte del governo italiano, ci sia una precisa volontà politica di fermare il progresso tecnologico, di non investire nella ricerca scientifica, nell'innovazione, rallentando in tutti i modi la velocità della connessione inter-attiva per impedire che si affermi una modalità di scambio di informazioni diverso da quello televisivo. La rete, infatti, ha l'aggravante di essere inter-attiva, mentre la televisione non lo è: si è spettatori passivi di quello che passa sullo schermo e basta, l'unica opzione offerta consiste nello spegnere il marchingegno, e molta gente (che magari vive sola in casa o è accoppiata a qualcuno che vorrebbe prendere a coltellate) la tiene accesa per coprire la propria solitudine: questo è il vero Senso di quel messaggio video.
Un messaggio che viene dall'aldilà, da una società decomposta, morta, superata dalla Storia.
Raccontata da un anziano calvo che si mostra come un giovanotto con i capelli, ignorante come una capra ma sorretto da una biblioteca verosimilmente finta, che racconta delle favole per gonzi sapendo di poter contare sulla Rai che diffonde le immagini di continuo, le commenta, le analizza, le ripropone per telesionare la mente degli elettori votanti.
Loro lo chiamano governo di larghe intese.
A me sembra piuttosto una compagine dalle intese molto strette.
La loro concordia consociativa è rimasta imbrigliata nella rete e lo sanno benissimo.
Litigano su tutto ma sono d'accordo al 100% su un unico fatto: che il web va imbavagliato e che il futuro dell'umanità e soprattutto dell'Italia sta nella tivvù, nei telegiornali fatti a modo loro, o meglio non fatti, bensì confezionati come un prodotto surgelato.
In attesa degli eventi, è necessario cominciare a costruire delle piattaforme alternative, perchè lo spazio c'è e la domanda di informazione anche. Penso che sia necessario cominciare a produrre in tempi molto stretti anche una buona informazione televisiva da allacciare poi alla connessione dell'informazione in rete, approfittando di spazi distributivi nell'etere ancora accessibili.
E' necessaria una informazione della cittadinanza e per la cittadinanza.
Quello che ci spaccia la Rai e Mediaset, ormai, è un film misto horror/fantascienza, discorsi che vengono da altri tempi.
Tanto vale, allora, farci ascoltare i bei discorsi vibranti di Pietro Nenni o di Maria Antonietta Macciocchi.
Se non altro erano intelligenti, preparati e dotati di indubitabile passione civica nazionale.
Tanto vale ascoltare il Papa, visto che rappresenta il Vuoto Eterno. Se non altro, la Chiesa di Roma sta dimostrando di essere più moderna e all'avanguardia dei nostri partiti politici e dei nostri dirigenti.
Il che è, davvero, tutto dire.
Buon week end a tutti.
eppure la TV è ancora molto importante e cagate come il discorso di Berlusconi fanno presa su milioni italiani. La battaglia mediatica per il cambiamento dovrebbe svolgersi anche in TV, non solo sul WEB. Perchè M5S non promuove una colletta per acquistare un canale sul digitale terrestre ?
RispondiEliminaSS
Grande!
RispondiEliminaQuesta volta però è andata meglio . E' stata ridotta la durata dei video messaggi sulla RAI. Di seguito mi permetto di segnalare uno stralcio della lettera di change.org in quanto rappresenta una piccola vittoria:
RispondiEliminaEcco la classifica dei minuti di videomessaggio mandato in onda e di posizione come notizia nel palinsesto del TG:
•TG2 4m 1°notizia
•TG1 3m 10s 1°notizia
•TG3 3m 1°notizia
•TGLA7 2m 50s 3°notizia (con molte interruzioni)
…Ovviamente abbiamo escluso i TG Mediaset (fuori tempo massimo).
Bisogna dare atto al TG7 di aver svolto egregiamente il suo ruolo di organo di informazione, non avendo dato eccessiva rilevanza e spazio alle parole del pregiudicato Berlusconi e al suo villipendio. Mentana, in questo caso, si è davvero dimostrato giornalista dalla schiena dritta.
La RAI invece non ha svolto fino in fondo quel suo ruolo di servizio pubblico a cui, come abbonati, avremmo diritto. Quindi non vogliamo fermarci qua.
Qualcuno in RAI, infatti, potrebbe aver permesso l'utilizzo del servizio pubblico per i fini privati di un criminale. Questo atteggiamento della televisione pubblica sarà oggetto di un nostro esposto alla magistratura che stiamo preparando…
I guasti provocati dall'autoritarismo sono sempre devastanti, in particolare proprio nelle menti di chi lo subisce. Richiedono pochissimo tempo per prodursi e tantissimo tempo per porvi rimedio, meglio di me saprebbe spiegarlo un sociologo.
RispondiEliminaQui abbiamo una devastazione lunga vent'anni. Quando riusciremo a porvi rimedio? Ma soprattutto, cosa possiamo fare noi, come impegno personale, per cominciare almeno a uscirne? Paolo
Sì, mi rallegrai molto anch'io, a suo tempo, che fosse stata eletta alla carica di presidente dell'Iran una persona come Rouhani.
RispondiEliminaLe sue convinzioni e il suo impegno politico per la pace sono un bene per tutti, a cominciare dai vicini mediorientali, al momento molto più bellicosi o nell'incapacità (impossibilità?) di gestire la concordia interna e/o dell'area in modo duraturo.
Ecco, a proposito di impegno per la pace, non posso fare a meno di chiederLe: Lei è sicuro, Modigliani, di meritare di tessere le -- giuste -- lodi di Rouhani o dei 12 milioni suoi connazionali internauti, nel momento in cui Le sembra assolutamente scontato e naturale scrivere frasi come "il Papa (nemmeno una persona particolare, ma la figura istituzionale tout court) rappresenta il Vuoto Eterno"? Non so, magari, visto che subito dopo aggiunge un contentino sulle capacità di aggiornamento e modernizzazione della Chiesa, è convinto che anche quell'affermazione sia un complimento.
E Alessandra non trova che anche un extra-comunitario come il Papa -- indipendentemente dal fatto che sia americano o europeo, ma solo in qualità di capo di Stato vaticano -- abbia diritto a un linguaggio politically correct?
Dopodiché, buon week-end anche da parte mia, a tutti.
Marilù L.
Signora Marilù mi permetta di farle qualche considerazione. Il senso complessivo dell'articolo di Sergio Di Cori Modigliani credo fosse altro.
EliminaNon mi rallegro mai quando un teocrate, sia esso musulmano o cristiano, viene eletto alla guida di un popolo. Rifletta, quando alla guida di uno stato viene portato una persona a cui si attribuisce la facoltà di parlare a nome di dio, finisce tutto, non c'è più liberta, democrazia, diritti. Quest'uomo potrebbe chiedere senza possibilità di discussione l'annientamento stesso del genere umano. La storia ha dimostrato che cristianesimo e cattolicesimo sono stati capaci di fondamentalismo e intolleranza senz'altro paragonabili a quelli del mondo islamico. Se a questo aggiungiamo la costante distanza tra ciò che viene predicato e ciò che viena praticato, caratteristica peculiare dei preti di ogni religione. Infine se consideriamo l'impossibilità di provare o confutare l'esistenza di dio non arriviamo forse a una sorta di "vuoto assoluto"? Paolo
non sono qui per contestare il suo giudizio su Berlusconi:
Eliminail discorso si farebbe lunghissimo e io non sono un
un grafomane ( e troppo vecchio per parlare ancora di
politica ).
le scrivo invece per riprendere un concetto interessante
del suo post e cioè del "blogger anonimo" o meglio del
"ragnetto" o meglio ancora del " Signor Nessuno".
rappresento il caso tipico del blogger anonimo, del
ragnetto, del Signor Nessuno: se l'argomento le interessa
un minimo ,me lo dica, altrimenti, amici come prima GFC
Al Signor Paolo
EliminaCiò che mi ha portato a rallegrarmi non sono state eventuali considerazioni sui paradigmi/cliché di come siano o dovrebbero incondizionatamente essere i preti di qualsiasi religione, signor Maestro Paolo, ma il fatto che il nuovo presidente di un paese islamico che, almeno negli intenti del suo predecessore in quel ruolo istituzionale, si era addirittura dato come programma la cancellazione di Israele dalla carta geografica, abbia compiuto un'inversione di rotta di 180 gradi rispetto al suddetto Ahmadinejad, diventando uno dei più convinti e attivi promotori della pace in quella tormentatissima regione del mondo -- e, in tal modo, anche la "dimostrazione storica" di come certi giudizi abbiano molto più a che fare coi pre-giudizi più coriacei che non con una serena e obiettiva riflessione sulla realtà.
La ringrazio comunque della Sua risposta.
marilù
Penso che il male,essendo intollerabile che resti prevalente e dominante a lungo per la esistenza stessa della vita,di tutto il creato e l'invisibile,sparisca da sè.Evapori per consunzione,proprio perchè non esiste più.D'un tratto diviene impotente.
RispondiEliminaEcco,quei rari secondi in cui sono stato costretto a tollerare la visione dell'innominabile cataplasma incartapecorito ho sentito che siamo vicini al cambiamento in meglio della nostra vita.
Bella scoperta ,mi direte,più in basso di così ...
Infatti.
Il cataplasma ,mai così consapevole di esserlo,aiutandosi con una simbologia gestuale ed una messa in scena da scenografi della più infima specie ,ha veramente superato ogni più orrida immaginazione.
Scatenando la vergogna intima,ancora non compiutamente espressa ,del popolo italiano.
Che incomincia,su larga scala, a vergognarsi di aver votato lui e la sua coorte.
Gli italiani vedono sempre di più un allucinato,che sa di essere un fallito,ma che non muove nemmeno a pietà a causa della sua tracotante boria sconfinante in delirio di onnipotenza.
Se ci sono ancora italiani che se la bevono,la fiction,dobbiamo solo pazientare un pochino,perchè ormai siamo, credo, al tracollo anche delle menti più telelesionate.
Che,proprio per necessità di sopravvivenza,guarderanno verso l'unico soggetto politico pulito esistente,consci della connivenza di fatto di tutta la sinistra italiana con l'incartapecorito.
Mi duole dirlo,magnifico popolo sano di sinistra e di destra,hanno sfruttato beceramente la nostra delega,vergognosamente tradito la nostra fiducia,amplificate le nostre debolezze,portando tutti a casa silenziosamente per se e per i propri collaboratori,parenti ,zii e cugini compresi, valanghe di soldi pubblici.
Una espoliazione progresssiva ed inesorabile.Inumana.
Dopo averne destinata la quantità indispensabile per rendere credibile la messa in scena,del resto ne hanno fatto e NE FANNO ANCORA,scempio.