mercoledì 31 dicembre 2014

La copertina di questo blog dedicata alla "persona dell'anno". Buon 2015!







di Sergio Di Cori Modigliani

Nel novembre del lontano 1927, la redazione del celebre settimanale americano Time, decise di stampare un numero unico con la copertina dedicata a "l'uomo dell'anno". L'intenzione era quella di sintetizzare la tendenza emergente contribuendo ad alimentare il dibattito suscitato da quella specifica persona. La prima uscita era dedicata all'aviatore Charles Lindbergh che aveva da poco attraversato l'oceano atlantico, da Baltimora a Parigi, da solo, aprendo la strada delle comunicazioni planetarie verso la modernità globale.
Da allora, si sono succedute diverse icone rappresentative dell'umore di quell'anno specifico. Meritò la copertina Josif Stalin e se la conquistò anche Adolf Hitler, dopo una convulsa riunione di redazione alla fine della quale venne presa una salomonica decisione: prendere atto che -purtroppo- il nazismo era diventato il trend emergente della cultura occidentale e quindi non poteva essere sottaciuto, ma allo stesso tempo evitando di pubblicare la sua fotografia per evitare che la sua immagine venisse diffusa e quindi fraintesa come atto pubblicitario. Negli anni'90, in seguito a epocali discussioni pubbliche aperte dalla sociologa femminista Camille Paglia, la redazione si arrese ai nuovi tempi mandando in pensione la propria idea maschilista del mondo, e sostituì il termine "man of the year" con l'espressione "person of the year" aprendolo anche alle donne.
In Usa, questo evento segnò una vera e propria rivoluzione nelle coscienze popolari.
Nel maggio del 2014 uscì il numero speciale dedicato a Laverne Cox, prima persona transgender a conquistarsi il palcoscenico, provocando in Usa l'ennesima rivoluzione nella costruzione di un nuovo immaginario collettivo.
In tempi recenti, soprattutto da quando esiste facebook, e il narcisismo patologico ha dilagato provocando una tossicomania dello spirito libero pensante, quella copertina è diventata un brand e la massa planetaria se ne è appropriata duplicandola.
Una recentissima ricerca su facebook ha rivelato che soltanto nel nostro paese sono state fatte nelle ultime settimane almeno venti copertine diverse. In tutto il mondo sembra che siano ormai quasi diecimila, comprese diverse agghiaccianti immagini fortemente volute dall'Isis che ha inteso, in tal modo, lanciare il segnale di una appropriazione del simbolo.
In teoria, questa vera e propria mania di massa avrebbe dovuto slavare e diluire la forza originaria della copertina autentica. Invece no, tutt'altro. L' ha rafforzata.
Perché tutte le copertine similTime hanno un'idea in comune: il narcisismo auto-referenziale e non la comunicazione. Sono tutte firmate da partiti, movimenti, associazioni, enti, gruppi, club, il cui fine consiste nello sfruttare il brand Time presentando se stessi come il vero trend. Questa modalità auto-pubblicitaria spesso finisce col ritorcersi come un boomerang e comunque decuplica la potenza evocativa dell'icona originale.
Quest'anno la copertina di Time è stata dedicata a una comunità, uscendo dal leaderismo mediatico. L'hanno dedicata, infatti, agli anonimi medici, infermieri, tecnici, assistenti, volontari, che in tutto il mondo, quest'anno, hanno rischiato la propria vita per dedicare la propria esistenza al fine di salvare la vita di persone a loro sconosciute.
Il trend lanciato quindi è stato identificato dai sociologi più accorti in netta contro-tendenza rispetto a questa moda volgare auto-referenziale: il 2015 sarà l'anno della comunità.

Ho deciso di partecipare alla moda corrente, seguendo però il trend proposto da Time.
E sulla base di questo principio, nel fare i miei più sentiti auguri per il 2015 (e i ringraziamenti per la fedele attenzione) a tutti i lettori di questo blog, dedico la copertina dell'ultimo post del 2014 alla comunità degli esuli in patria.
Perchè sono stati loro a produrre il meglio di questo paese nel 2014.
Perchè saranno loro a firmare la cifra del cambiamento fragoroso che porterà il 2015.

Dedico il 2014 a tutti i dissidenti, ai pensanti invisibili, agli emarginati che il potere mediatico vuol far credere che siano anche marginali.
Dedico il 2014 a tutte le menti critiche attive in una qualunque organizzazione, sia privata che pubblica, che sono stati espulsi per aver osato difendere e salvaguardare la libertà del proprio pensiero autonomo e indipendente.
Dedico il 2014 a tutti i servitori dello Stato che nell'espletamento della loro mansione e funzione, quando si sono trovati oggetto di pressione o di tentativo di corruzione hanno, naturalmente e istintivamente, senza bisogno di chiedere l'opinione a chicchessia, risposto: "No, mi dispiace, io queste cose non le faccio".
Dedico il 2014 a tutti quegli uomini che si sono svegliati un mattino sentendosi a disagio con se stessi senza sapere il perché e mentre si lavavano i denti e si radevano guardandosi allo specchio, ad un certo punto hanno visto se stessi indossare una divisa che sentivano andar loro ormai troppo stretta. Se la sono tolta e l'hanno gettata via dalla finestra, ritrovando se stessi nel nome di una comunità ideale più ampia, ideale, magari di là da venire, ma sufficiente per conquistarsi il rispetto dello specchio.
Dedico il 2014 a tutte quelle donne (e quegli uomini) che dopo i primi quattro schiaffoni (anche metaforici) ricevuti dal grande amore della loro vita, hanno avuto la geniale intuizione, il coraggio e l'ardire, di prendere il loro cuore accartocciato, far le valigie, e fuggire via a gambe levate affrontando magari l'inevitabile solitudine di una nostalgia complessa, da coltivare nell'intimità.
Dedico il 2014 a tutti quei bravi operatori dell'informazione in Italia, costretti a vivere camuffati come topi, negli squallidi verminai delle redazioni mediatiche, che si sono rifiutati di partecipare al gran ballo della deferenza servile con invito a corte, pur sapendo che lì stanno e lì rimarranno senza nessuna possibilità di far mai carriera né di ricevere un riconoscimento, una promozione, magari neppure un salario garantito. Per fortuna ne esistono ancora molti, intimiditi e intimoriti dalla solitudine del loro sensibile disagio.
Dedico il 2014 a tutti coloro che hanno scelto e deciso di abbandonare la logica del branco, capendo che non siamo animali, ma esseri pensanti e autonomi, e lo hanno fatto sentendo che ne andava della loro vita per salvaguardare e proteggere la libertà del loro pensiero, qualunque sia la loro sfera di schieramento e di appartenenza.
Dedico il 2014 a tutti gli italiani anonimi che sul petto portano cicatrici invece che medaglie.
E lo dedico anche a tutti coloro che seguitano a essere rifiutati e bocciati perchè non protetti e non garantiti ma insistono con inaudita tenacia nel seguitare a praticare il loro talento.
Dedico questo 2014 a tutti coloro che si sentono in questo paese esiliati in patria, e come tali, soli e nostalgici. 
Questa notte, all'ora zero, brindando con la mia compagna, il mio pensiero andrà a tutto il clan di questi invisibili sentendomi a loro affratellato: sappiate che non siete soli.
Non siamo soli.
Dedico questo 2014 alla comunità degli invisibili che rendono ancora vivibile l'esistenza.

Con l'augurio che il 2015, come tutti i trend più evoluti sembrano segnalare, segni l'anno in cui in prima fila sarà il concetto di "comunità", luogo di accoglienza alla pari di ogni spirito libero e fiero, dove non conterà più l'appartenenza, ma l'essenza.
Dove, finalmente, al posto delle divise ci saranno le persone.
Dedico questo 2014 a tutti gli uomini e le donne in Italia che hanno vissuto la tragica ma entusiasmante esperienza di sapere da se stessi che non sono yes man nè yes woman, perché hanno detto no a chi voleva imporre loro qualcosa che loro giudicavano sconveniente.
Dedico questo 2014 a tutti gli eretici italiani, degni eredi consapevoli di Giordano Bruno.
Il 2015 sarà l'anno delle grandi eresie: è il mio auspicio sincero.
Il mio pensiero, la mia stima, il mio rispetto, e il mio sincero affetto solidale va a tutte queste persone che non conosco.

Per tutto il resto c'è la mastercard della cupola mediatica e dei partiti presenti in parlamento.

Buon 2015!


12 commenti:

  1. Grazie,grazie ancora per le considerazioni riguardanti tutti noi esseri umani che abbiamo perso la capacità e il piacere di esserlo.Grazie per l'attenzione "amorevole"dedicata a tutti quegli esseri umani,me compresa,che pur nella loro"diversità",hanno in comune sogni da realizzare,una vita felice da condividere,perciò degni di rispetto e di amore.

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    1. I suoi articoli sono stati per me di grandissimo conforto durante tutto il 2014... spero di poter continuare a leggerla anche nel 2015.
      GRAZIE DI CUORE!

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  2. Grande è la mia stima per Lei e ancor di più La stima mia moglie che è da questa mattina che mi chiede di scriverLe qualcosa. Grazie Sergio. Non sono capace di dirLe di più ma il nostro è un Vero Grazie. Che il Suo 2015 sia il migliore di tutti

    stefano

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  3. Grazie davvero per queste belle parole, finalmente auguri sinceri e pieni di significato, non quei messaggi vuoti e ipocriti che troppo spesso ormai ci vengono propinati attraverso tutti i mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi. Grazie anche per tutte le perle di saggezza e di cultura che ci ha donato quest'anno, sperando che il 2015 ne sia altrettanto ricco. Buon 2015 a Lei!

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  4. a volte faccio legere i suoi bei articoli anche ai miei figli che fanno finta di essere dissinteresati ma alla fine noto anche il loro interesse....Un caldo saluto da noi e felice 2015!!! tra tutti i nostri problemi quatidiani lei la mia "isola felice" dove ognitanto mi fermo per un po di ossigeno

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  5. Io invece vorrei non leggerla più. Vorrei che nel 2015 il suo blog chiudesse. Vorrebbe dire che finalmente le persone che vivono in questo Stato sono cresciute, comprendono, e sono consapevoli delle loro scelte, e sono disposte a darsi da fare perchè chi sbaglia o ha sbagliato non sbagli più, e se è il caso, paghi anche le conseguenze. Vorrebbe dire che di Lei non c'è più bisogno, o almeno non come risveglio delle coscienze. Invece, so che la leggerò ancora a lungo, e che sarà una delle poche consolazioni, durante momenti di profondo avvilimento e anche di paura. Paura per il profondo disinteresse che i potenti provano nei nostri confronti - o forse non provano niente, probabilmente per loro non esistiamo, e basta - per le angherie che "democraticamente" stanno facendo subire ad ognuno di noi, e per la mancanza di reazione, la mancanza di mezzi concreti di lotta, di insubordinazione coordinata, paura per la rassegnazione che ci porta a subire sempre più, nella convinzione che non si possa fare altrimenti. Paura che ci sia ancora sempre troppa gente che anche se arranca,sopravvive pensando che è meglio questa condizione infame e indegna piuttosto che rischiare anche il poco che si ha per combattere questo lerciume immondo e sudicio. Perdonatemi, il primo dell'anno dovrebbe essere foriero di buoni propositi. Ma i miei, i vostri buoni propositi, sono distanti anni luce da quelli di chi ci governa. Il M5S non mi basta più. Non voglio una rivoluzione. Voglio che TUTTI sappiano come stanno le cose, perchè non abbiano più alibi per dire "ma io non lo sapevo, la tv dice altre cose". Ho cinquant'anni. Non ne avrei voglia. Ma stiamo pensando DAVVERO e con la tristezza nel cuore, di andarcene dall'Italia. Perchè le belle parole, i buoni propositi, sono cose belle. Ma siamo arrivati al punto in cui bisogna anche potersele permettere. Come essere umano, pretendo il diritto di poter vivere la mia vita con dignità, guadagnandomi quello che mi serve per vivere lavorando SERENAMENTE, senza il terrore di arrivare ad un punto di non ritorno, in cui non mi saranno rimasti neanche più i mezzi per partire. Non ho il tempo di aspettare che gli italiani smettano di essere pavidi, viscidi e servili. Ci vorranno troppi anni, e io di vita ne ho una sola, e la maggior parte è già trascorsa. Abbiamo sempre condotto una vita semplice, dando valore alle cose importanti davvero, e non all'apparenza, non siamo mai stati schiavi del consumismo, abbiamo USATO il progresso, come internet, senza LASCIARCI USARE. Abbiamo "sfrondato i nostri desideri", come citava ( Cicerone? non mi ricordo più...) "per aumentare la nostra ricchezza". Non ci è rimasto più nulla a cui rinunciare, se non alla nostra dignità. E questo non vogliamo farlo. Ma non c'è più tempo, per me e mio marito e per molti di noi.

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  6. Noi siamo « quaggiú » solo ed esclusivamente per imparare e quindi recepire i preziosissimi insegnamenti che la vita stessa c'impone. E fin quando non capiremo ed agiremo per eliminare le troppe sacche di ignoranza diffuse sul territorio faremo sempre più fatica a risalire il baratro in cui siamo precipitati attaccati alla cordata di questa gente sonnolenta che nostro malgrado ci trascina giù. Gente che non va a votare e quando ci va non sa votare perchè non è ancora consapevole della realtà in cui sono immersi e quindi obtorto collo ci condizionano e non riescono a farci uscire dalla palude.

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  7. Vorrei trovare parole come abiti giusti per i pensieri per lei , che ringrazio come un fratello che ha marce inpiù , che scova le notizie , che correla , che ragiona con lo zoom , e può vedere di più, da un'altezza che non ho , nè credo di poter conquistare con le possibilità che ho.
    Grazie , grazie Sergio che leggo sempre, puntualmente mi arricchisce la mente di nuovi punti di vista. Grazie Sergio che sostengo , che appartiene al mio giro puntuale di internet , che indico a tutti quano mi chiedono: " ma come fai a sapere tutte queste cose!" .
    Sogno l'onestà e la pulizia mentale in Italia , che ci si renda conto dell'ingiustizia di certe disposizioni , che qualcuno della casta innesti a cominciare da sè una sana rivoluzione , contestando i propri benefici di cui gode attualmente inerte, facendo finta che lui in fin dei conti ha trovato già questa situazione . Anzichè pensare " e cchè sò scemo ? " dovrebbe pensare con dolore che è una ingiustizia oscena che pesa sulle spalle di tanti poveracci , che finalmente li veda , uno per uno , scorrere davanti ai propri occhi , in fila per un pasto, per un abito, a dormire nei sottopassi della metropolitana. E sogno che torni tanta cultura , che si spenga l'attuale TV e si torni a leggere , a partecipare e confrontarsi , a saper scegliere le decisioni migliori per se e per la collettività , e si riscopra la gioia di costruire , di seminare l'atteggiamento positivo per raggiungere lo scopo. Anzichè questa tristezza che ogni tanto mi afferra.
    Auguri, i miei più cari auguri a Sergio Di Cori Modigliani! Paola B.

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  8. Leggendo Luna,mi sono sentito,per un momento, come sospeso nel vuoto.
    Ma non riesco proprio a sopprimere in me l'idea ,l'istinto di sopravvivenza,che non vuole accettare che tutto è perduto.E di conseguenza si debba solo fuggire lontani da questo agonico martirio.
    Possiamo intanto allargare il nostro pensiero ,senza paure e paura,a tutti.Possiamo dire garbatamente in faccia ai sostenitori di questi topi di fogna al potere,che sono responsabili tanto quanto loro.Basta con un buonismo di maniera ipocrita e fuorviante.Posssiamo fare proprio tutto ,e non è vero che non servirà .
    Sarebbe come dire che lo splendido appassionato lavoro di contaminazione illuminante di Sergio di Cori Modigliani non sia servito a niente.
    Così non è.Penso che Sergio meriti che diveniamo megafoni di ciò che abbiamo compreso e scoperto per suo merito.Questo mi ricorda un imperdibile Morris West ed il suo Proteo ....

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  9. Grazie Sergio per la bellissima e significativa dedica.

    Dopo venti anni trascorsi da "esule" all'estero mai avrei pensato di sentirmi ancor più esule rimpatriando... e di vivere solo nella speranza di poter di nuovo "fuggire" !!!

    Approfitto di alcune delle belle cose che ha scritto LUNA:

    < Non voglio una rivoluzione. Voglio che TUTTI sappiano come stanno le cose, perché non abbiano più alibi per dire "ma io non lo sapevo" >

    per invitarvi TUTTI ad un evento molto significativo, pacifico e POTENTE:

    www.facebook.com/events/482620065209340

    Grazie per l'attenzione.

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  10. Questa modalità auto-pubblicitaria spesso finisce col ritorcersi come un boomerang e comunque decuplica la potenza evocativa dell'icona originale. copertina

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