mercoledì 3 settembre 2014

IGF: dedicato a chi si occupa del web, delle strategie in rete e della gestione del governo mondiale.

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di Sergio Di Cori Modigliani

Una notizia che in realtà sono 6 notizie.

La prima è una notizia piatta, nel senso di "oggettiva", una modesta comunicazione di servizio. 
Ed è la seguente: "Si è aperta a Istanbul, sotto l'egida e l'organizzazione dell'Onu, la nona e decisiva riunione internazionale della IGF (acronimo che sta per Internet Governance Forum) per coordinare la gestione, organizzazione e legiferazione di ogni attività planetaria sul web. Presenti 84 nazioni con delegazioni governative ufficiali e altri 92 paesi rappresentati da professionisti della comunicazione in ambito privato".

La seconda notizia, tutta politica, ed esclusivamente a uso e consumo del pubblico italiano, è la seguente: "L'unica nazione tra i G20 a non essere presente con una propria delegazione ufficiale è l'Italia. Da notare, inoltre, che l'Italia è anche l'unico paese tra i 176 partecipanti a non aver inviato neppure un professionista della comunicazione o un giornalista inviato a nome di qualche testata".

Ci sono tutti, ma davvero proprio tutti, a Istanbul.
E hanno ragione ad esserci: si decide il futuro dell'umanità, ma soprattutto la gestione della quotidianità dell'intera cittadinanza planetaria. E poichè sul pianeta Terra la quasi totalità delle nazioni si interessa, si occupa e si ingegna, per salvaguardare gli interessi della propria nazione, cultura locale ed esigenze della cittadinanza, hanno scelto di partecipare ufficialmente per far sentire la propria voce e la propria opinione.
Da Google a Yahoo, da Amazon a e-bay, da Apple a Samsung, da Nokia a Microsoft, tutte le più importanti aziende del mondo sono presenti. La Telecom Italia (in forma privata) ha inviato 9 manager. Gli usa sono presenti con 2 ministri, 12 sottosegretari e 6 governatori. La Cina con 3 ministri, quattro funzionarti del politburo membri del comitato centrale del Partito Comunista Cinese e ben 23 delegati di singole province. In tutto, complessivamente le delegazioni ufficiali governative constano di 2.000 persone, tutte accreditate dall'Onu.
Sono inoltre presenti circa 3.000 aziende private internazionali che si occupano di strategie di rete e di comunicazione sul web. 
Per quanto riguarda l'Italia (seconda notizia) è presente soltanto un esponente dell'intero arco istituzionale, l'eurodeputato Renato Soru. Nessun altro gruppo politico ha scelto di partecipare a nessun titolo e Soru ha specificato che lui è presente come "professionista della comunicazione eletto in Europa e quindi interessato alle questioni attinenti al web"; come dire, non vado a nome del PD.

La terza notizia è la totale latitanza della Rai, di Mediaset, di La7, di ogni radio, di ogni giornale di carta, di ogni sito virtuale, di ogni quotidiano digitale: "non c'è nessuno".
A differenza delle altre nazioni (gli Usa hanno inviato 22 corrispondenti, la Russia 13, la Cina 30, la Gran Bretagna 8, la Francia 10, l'Uruguay 2, il Senegal 3, il Gabon 1, il Sud Africa 2, ecc.) l'intera stampa nazionale italiana evidentemente ha deciso che non era interessante seguire le decisioni planetarie sulla legiferazione, organizzazione e controllo del web nel mondo. Il che vuol dire essersi chiamati fuori dal mondo reale. In verità un giornalista c'è.
E' un noto sociologo, esperto di problemi di comunicazione satellitare, autore di diversi libri, ex dirigente della Rai e giornalista professionista. Si chiama Glauco Benigni, ma si è fatto accreditare grazie al suo nome, cioè per conto suo. E' probabile scriverà qualche pezzo per qualcuno. Ma ci è andato perchè è curioso e segue ciò che accade, nessuno lo ha inviato. L'Onu ha allestito circa 250 gigantesche stanze virtuali dentro le quali si può andare, essere collegati, partecipare da casa all'evento e porre delle domande specifiche a qualcuno degli oratori che gestiscono i seminari (sono circa 150). Complessivamente si tratta di quasi 20 milioni di persone che seguono ora per ora l'attività da ogni parte del pianeta. Dall'Italia siamo in 12: questo è il numero di persone interessate all'evento. Il termine di scadenza per essere accreditati nelle stanze era il 30 giugno 2014.

La quarta notizia è l'assenza della Casaleggio & Associati come società.
La quinta notizia (è figlia della quarta) è la notazione politica che la gestione dell'informazione nel M5s è di un livello talmente scadente che, strada facendo, hanno perso una delle cinque stelle ("connettività") e non se ne sono neppure accorti.
Infatti non si parla mai di comunicazione, nè a livello di teoria, nè a livello di strategia, nè a livello di progettualità pratiche alternative. Si parla soltanto di soldi.

Prossimamente informerò i miei lettori su ciò di cui si sta discutendo a Istanbul.

Qui di seguito i vari link dei siti ufficiali dell'Onu e dell'Europa e l'unico articolo apparso in Italia, in formato digitale su un sito molto tecnico e specifico che si occupa di questioni tecnocratiche legate alle strategie del web: è la sesta notizia. E' l'unica entità d'informazione operativa in Italia che ha informato sulle proteste da parte di una vasta sezione di professionisti del web planetari per aver scelto la Turchia invece di un altro paese, essendo quella una nazione dove non vengono rispettati i Diritti Civili.

Nessuno ci ha impedito di andarci.
Non c'è stata nessuna discriminazione.
Non c'è stata nessuna opposizione da parte di chicchessia.

Siamo fuori, per scelta.

Gli italiani, è ormai chiaro a tutti, hanno scelto di situarsi fuori dal mondo reale.
Pensano che facebook e lo schermo televisivo sia la realtà.
Per fortuna non è così.

Intanto, il resto del pianeta si dà da fare per partecipare al nuovo governo mondiale.

Noi no.

http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-14-513_en.htm

http://www.intgovforum.org/cms/component/content/article?id=1557:2014

http://www.iccwbo.org/Advocacy-Codes-and-Rules/BASIS/Internet-governance/IGF-2014-Istanbul_-Turkey/

http://www.corrierecomunicazioni.it/it-world/29472_igf-a-istanbul-amnesty-scelta-onu-paradossale.htm:
 il quotidiano online dell'economia digitale e dell'innovazione

Igf a Istanbul, Amnesty: "Scelta Onu paradossale"

Sherif Elsayed-Ali: "In Turchia 29 utenti di Twitter rischiano fino a tre anni di carcere: si metta fine a intimidazioni e persecuzioni nel mondo per chi usa ha solo esercitato la libertà d'espressione online"

di A.S.

“E' paradossale che la Turchia ospiti una riunione sulla governance di Internet in cui i diritti umani sono uno degli argomenti centrali, proprio mentre 29 utenti di Twitter sono sotto processo a Smirne e rischiano fino a tre anni di carcere per istigazione a infrangere la legge”. A denunciarlo è Sherif Elsayed-Ali, vicedirettore del Programma Temi globali diAmnesty International, in riferimento all’Internet Governance Forum, evento organizzatro dalle Nazioni Unite che si apre oggi a Istanbul, e che ha scopo di condividere le migliori pratiche in tema di regolamentazione della Rete, sicurezza e diritti umani. Al summit prendono parte esponenti ed esperti della società civile e rappresentanti dei governi, da ogni parte del mondo.
La vicenda giudiziaria risale alle proteste del maggio e giugno 2013, e sotto accusa finirono i tweet di alcuni utenti, che però - secondo quanto rilevato da Amnesty - quando non contenevano alcun incitamento alla violenza.
“Questo processo - prosegue la nota dell’associazione - è solo l'ultimo di una serie di azioni giudiziarie contro coloro che pubblicano online critiche al governo turco”. Ma Amnesty non si ferma alla situazione in Turchia, ed evidenzia la situazione di quattro altri paesi: Arabia Saudita, Etiopia, Stati Uniti d' America e Vietnam, dove chiede che le condanne già emesse vengano ritirate.In Etiopia, sette blogger rischiano la pena di morte per aver diffuso informazioni sulla sicurezza online; in Vietnam, 34 blogger sono in carcere e due di essi sono stati già condannati a 10 e 12 anni per aver denunciato nei loro post le violazioni dei diritti umani in corso nel paese; in Arabia Saudia, il fondatore di un portale è stato condannato a 10 anni, 1.000 frustate e una multa equivalente a oltre 200mila euro per "insulto all'islam", mentre per gli Usa il caso citato è quello di Edward Snowden, cittadino statunitense che rischia 30 anni di carcere “per aver denunciato i metodi indiscriminati di sorveglianza globale del suo governo”.
"Gli stati che prendono parte all'Internet Governance Forum devono cogliere questa occasione per assumere l'impegno a porre fine alle intimidazioni e alla persecuzione di coloro che esercitano la loro libertà d'espressione online - conclude Elsayed-Ali - E' necessario che pongano fine alla censura ingiustificata e alle forme illegali e indiscriminate di sorveglianza e che proteggano coloro che mettono a disposizione sulla Rete informazioni d'interesse pubblico".

10 commenti:

  1. "Pensano che facebook e lo schermo televisivo sia la realtà"
    Ci risiamo!
    Ma perché deve rovinare un così bel articolo tornando a criticare Facebook (non è la prima volta).
    Le assicuro che c'è gente che pensa che Facebook non sia la realtà ma solo uno strumento di comunicazione, e se c'è gente che lo usa male la colpa non è dello strumento (ma poi lei non ha una pagina Facebook?).
    Magari sbaglio ma (sopratutto leggendo alcuni suoi articoli precedenti) mi sembra che lei pensi di vincere questa guerra proponendo l'abbandono in massa dei social, un po come chiedere il ritorno alla carta e alla biro.
    Così non se ne esce ... bisogna imparare ad usare Matrix e combatterla dall'interno, entrandoci dentro (un po come faceva Neo nel film).

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    1. Forse non ci siamo capiti. E' da lungo tempo che sostengo la ferocia e totale idiozia faziosa del "facebook italiano". Questo social network è un ottimo mezzo. E' in Italia che è diventato quasi infrequentabile. Io lo uso e ho delle pagine, ma navigo sul facebook di lingua inglese e ispanica, dove si incontrano molto spesso -direi il più delle volte- persone prive di livore, odio puro, ferocia e aggressività. E' una malattia puramente e squisitamente italiana.

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    2. Domanda da ignorante: ha scritto che esiste un facebook di lingua inglese, ma non è altro che un'impostazione del linguaggio, no?

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  2. Grazie, sarà di sicuro molto interessante leggere i suoi resoconti di almeno alcuni dei 150 interventi previsti dagli organizzatori dell'evento.

    Mi chiedo, dopo aver letto le dichiarazioni del portavoce di Amnesty International, se anche paesi come l'Arabia Saudita, l'Etiopia e il Vietnam abbiano inviato delegazioni ufficiali (da quanto Lei scrive, ho capito che saranno presenti "tutti ma proprio tutti" i governi del mondo coi loro delegati, eccetto il nostro). Però poi, ripensandoci: se anche la Cina invierà 3 ministri, quattro funzionari del politburo e 23 delegati delle province, perché dovrebbero tirarsi indietro proprio loro?
    A proposito: ma la Cina non aveva condannato a 11 anni di detenzione e due di interdizione dai pubblici uffici il docente universitario e scrittore Liu Xiaobo, insignito del premio Nobel per la Pace nel 2010, per il sostegno dato pubblicamente alla libertà d'espressione e alle libere elezioni nel suo Paese? Strano che ad Amnesty International sia sfuggito questo dettaglio.

    Saluti cordiali, marilù l.

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  3. "Dall'Italia siamo in 12: questo è il numero di persone interessate all'evento. Il termine di scadenza per essere accreditati nelle stanze era il 30 giugno 2014."

    Dove si trovava l'invito per parteciparvi come interessato?

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    1. Non esiste l'invito, mi sembra ovvio. A lei le sembra che l'Onu invita 7 miliardi di persone? L'invito era aperto a chi segue sia le vicende dell'Onu che quelle legate alle strategie di marketing del web. Ma che domanda è, questa?

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    2. Ok, passo successivo. Se uno non segue le vicende come lei perchè non ha fonti attendibili, dove le trova?
      E' una domanda forse banale, ma se uno non sa, chiede.
      Grazie mille

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  4. Signor Di Cori Modigliani, la leggo volentieri, nonostante io non abbia una simpatia per i post lunghi. Un'osservazione sulla quarta notizia: se la poteva risparmiare. Di solito, come si fa tra amici, ci si incontra e si dà una mano e non credo che Lei abbia difficoltà in quel senso. Niente è perfetto e se non ci fosse M5S il nostro paese avrebbe un destino molto triste. Il loro lavoro è ingrato ed evitiamo di farlo pesare ancora di più.
    Con affetto
    Axel
    p.s. critico moltissimo i miei figli ma mai davanti agli altri.

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  5. E' sempre un compito difficile ed ingrato quello di aiutare sè stessi e coloro che ci stanno più a cuore o che stimiamo e che ,proprio per tale motivo,non ci va di abbandonare .
    In special modo quando urge cercare di aiutarli a combattere il loro smarrimento,la loro disattenzione.Massimamente quando la loro "non visione" è potenzialmente dannosa per milioni di esseri umani.
    E, di conseguenza,a costo di apparire impropri,intempestivi ,inopportuni,si decide di mettere a repentaglio gradibilità,consenso,possibilità di essere "veramente"compresi,per un inalienabile principio di ineccepibilità.
    E,va da sè,di bene.
    E si agisce per tentare di contrastare quel capovolgimento del senso, quella perdita della significatività degli atti di valore o importanti ,e,consapevolmente tocca correre il rischio di "essere" invece che apparire.
    Così mi provo a contrastare quell'insana passione ad avvertire come indigesta una osservazione giusta ,senza parlare dell'esercizio di controllo necessario per contenere la reazione ad una verità infastidente.Che riguardi me o mie passioni... E mi converto a trarne vantaggio.In specialmodo quando la fonte lo merita ed anche di più.
    Così mi augurerei che facessimo in tanti se non tutti.Vi pare?

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