lunedì 23 giugno 2014

Non apriamo quella porta, se prima non capiamo chi sono quelli che bussano.





"L'ipocrisia (dal Greco ὑποκρίνομαι «fingere») è un atteggiamentocomportamento o vizio di una persona che volontariamente pretende di possedere credenzeopinionivirtùidealisentimentiemozioni che in pratica non possiede. Essa si manifesta quando la persona tenta di ingannare altre persone con tali affermazioni, ed è quindi una sorta di bugia. È importante distinguere l'ipocrisia dalla semplice incapacità di una persona di acquisire o praticare le virtù da essa reputate utili, anche se la stessa, pur ritenendosi incapace di raggiungere tali obiettivi, può suggerire la via giusta agli altri. Ad esempio, una persona che abusa di alcool non può essere tacciata di ipocrisia anche se consiglia agli altri di non bere, a meno che essa non si professi costantemente sobria".
                                                        definizione del termine proposto da wikipedia


di Sergio Di Cori Modigliani


Ogni etnia, ogni nazione, in ogni epoca storica, afferma se stessa attraverso la propria classe dirigente, che diventa simbolo e icona rappresentativa di quella specifica popolazione.
I sociologi, gli storici, i giornalisti, dovendo identificare una determinata società -magari a loro molto lontana per geografia, gusto e cultura- tendono a sintetizzare gli aspetti salienti del dibattito collettivo in atto in quel paese, e la comportamentalità caratteriale che contraddistingue i protagonisti in campo. Un certo modus operandi e uno specifico atteggiamento psicologico diventano, quindi, l'emblema di una nazione, il più delle volte (nel caso si tratti di paese molto importante) la cifra di un intero decennio che finirà per avere un impatto su alleati e culture affini. Così come l'Italia craxiana venne definita, dal punto di vista politico sociale, come una società volgarmente arrogante, quella andreottiana, invece, venne identificata come una società che sceglieva la strada della sopravvivenza attraverso un compromesso consociativo totale. Rampanti, supponenti e senza scrupoli: così gli italiani amavano dipingere se stessi a metà degli anni'80. Poi è arrivato il ventennio berlusconiano che ha promosso l'illegalità, il successo dei falliti e la sostituzione della competenza con l'appartenenza, la visibilità con la sostanza, provocando un tragico genocidio culturale che ha trasformato l'antropologia della nazione facendola regredire.
Il berlusconismo è rimasto intatto, ed è il motivo per cui questo paese non sta cambiando.
Nè Monti, nè Letta, sono stati capaci di modificare l'immaginario collettivo della nazione ed è uno dei grossi motivi che ha provocato il veloce licenziamento di entrambi facendoli identificare per ciò che essi sono stati: impiegati di passaggio, assunti dalla burocrazia imperiale per portare a termine dei compiti ingrati lasciando inalterata la struttura.
Matteo Renzi si è presentato subito nell'agone politico come una personalità completamente diversa da Monti e da Letta. Molto ambizioso, ha fatto intendere immediatamente che intendeva lasciare il segno, firmando questo decennio, con un atteggiamento innovativo che avrebbe spinto gli osservatori disincantati a identificarlo e definirlo come il Grandioso Riformatore Strutturale, riportando la nazione al dinamismo di un tempo e all'espressione gioiosa della inossidabile creatività nazionale. Gli italiani gli hanno dato fiducia e credito.
Come tutti gli innovatori, i trasformatori, i riformisti, i rivoluzionari, ha ingegnosamente iniettato nella fantasia e nell'immaginazione popolare una forte dose di ottimismo, tentando di accelerare i ritmi per dare impulso al paese. Ma a differenza di Craxi o Andreotti che erano esattamente ciò che sembravano nella loro essenza, con Renzi è accaduto l'opposto. 
Con la stessa identica irruenza e velocità con la quale si è impossessato del potere, così si è anche incartato aumentando la melma paludosa nella quale siamo immersi.
Mentre il PD si culla nei suoi sogni di gloria pensando di interpretare la nuova fenomenologia psicologica dell'Italia di questo decennio, gli attenti e acuti osservatori internazionali la pensano in maniera opposta e ci hanno già dati per spacciati. Da più parti si cerca di far comprendere alla popolazione italiana che Mr. Renzi appartiene alla stessa identica categoria di Monti e di Letta perchè è incapace di innestare nella sentimentalità corrente, nella emotività collettiva, nella problematica fattuale quotidiana, il germe di una novità caratteriale, di una originalità, del principale cambiamento di passo che questo paese necessita per poter davvero cambiare. 
Con l'aggravante che lui ritiene, invece, di essere qualcuno e qualcosa che non è.
Bettino Craxi era oscenamente arrogante. Ma lo era sul serio.
Tanto è vero che ebbe l'ardire di contestare la politica imperiale anglo-americana e dir loro di no in diversi punti nodali della geo-politica degli anni'80.
Così come Giulio Andreotti non voleva affatto che l'Italia progredisse ma non voleva neppure che regredisse, affermando il principio di un cinico realismo immorale come base di uno status quo perpetuo, che avrebbe comunque -nella sua mente- garantito al paese una dignitosa sopravvivenza senza tanti grilli per la testa, accettando l'idea che servi eravamo e servi saremmo sempre rimasti, sia del Papa che dell'Imperatore. 
Tanto valeva essere dei bravi e diligenti esecutori accontentandosi delle briciole clientelari che il servilismo deferente comunque garantisce sempre ai solidi burocrati che non fanno mai domande scomode. 
In questo senso, Andreotti rappresentò a lungo per davvero l'Italia per ciò che essa era: una piccola borghesia ottusa, con ambizioni minime, completamente amorale, senza alcuna progettualità per il futuro se non quella legata alla propria sopravvivenza. Quella che il giornalista e scrittore Enzo Biagi sintetizzò descrivendo "l'italiano andreottiano medio" agli inizi degli anni'80 quando ci dipinse come individui disposti "sempre e comunque a servire il re de Franza o il re de Spagna purchè se magna". 
Ma Andreotti davvero ci credeva.
L'elenco è lungo e riguarda anche De Gasperi e Nenni che segnarono la decade dei '50 e quella dei'60, e via dicendo.
Tutto ciò come premessa per sottolineare il fatto che non credo esista (nè esisterà mai) nessun renzismo. La caratterialità del premier e dei componenti dell'esecutivo ne sono una valida testimonianza. Renzi, a differenza di Monti e di Letta, entrambi consapevoli del loro ruolo marginale e passeggero, è convinto di rappresentare un'Italia nuova.
Ciò che è anche peggio: il nuovo italiano.
Ha applicato le modalità del razzismo anagrafico facendo credere alla gente che la data di nascita sia garanzia di giovinezza e freschezza politica, il che è falso. Infatti, lui è vecchissimo, come lo sono la streagrande maggioranza dei componenti dell'attuale esecutivo, incapaci di affermazioni originali, di esternazioni che nascono da una interpretazione della realtà in liena con le esigenze della giovane generazione attuale.
Smascherato subito nella sua comportamentalità, ha chiarito che questo esecutivo si distingue da tutti gli altri per una modalità psicologica retriva: l'ipocrisia.
Intendiamoci, non è una novità, purtroppo, per il nostro paese.
Ma è esattamente ciò di cui il nostro paese non aveva e non ha bisogno.
Avevamo e abbiamo bisogno, invece, di denunciarla e di affermare una rivoluzione psico-antropologica del paese come conditio sine qua non per poter passare, successivamente, alla fase delle riforme, dei cambiamenti, delle discussioni. 
Ma prima, liberarsi dall'ipocrisia era un must.
Con Renzi, invece, l'ipocrisia si sta affermando come elemento saliente della società italiana.
Denuncia il berlusconismo ma si accorda solo e soltanto con Berlusconi.
Sostiene in Italia che è necessario far valere le proprie ragioni con i tedeschi, poi va in Germania e accetta tutte le indicazioni imposte dai tedeschi che favoriscono la loro economia a danno di quella italiana.
Dichiara di aver avviato un processo di risanamento dei conti dello Stato, mentre invece ha aumentato vistosamente la spesa pubblica foraggiando gruppi e clientele a lui affini o solidali.
Sostiene una visione ottimistica dell'economia nazionale, mentre i dati oggettivi denunciano il contrario e spiegando che l'economia sta peggiorando.
Ci ha raccontato che gli investitori internazionali sono ritornati fiduciosi, mentre invece sulla stampa specializzata internazionale (e parlo qui di neo-liberisti conservatori) si scrive apertamente che Renzi è inaffidabile e l'Italia rimarrà al palo: lo hanno già licenziato.
Ma lui non lo sa, o finge di non aver capito.
Dalla becera volgarità pecoreccia da basso impero che Berlusconi aveva offerto al mondo intero, regalando al paese la stagione più indecorosa e avvilente della propria storia repubblicana, siamo passati all'affermazione dell'ipocrisia come norma costituita.
Renzi sta quindi accelerando il processo di sottrazione di Senso alla realtà.
Gli italiani riceveranno, come input, il semaforo verde per l'abbattimento della verità oggettiva, e per la promozione del diritto privato e personale a scapito di quello pubblico nell'interesse della collettività.
Sul Wall Street Journal di qual che giorno fa, un importante (e celebre) imprenditore statunitense, Michale Bonte Friedheim, amministratore delegato della merchant bank Next Eenergy Capital Group (finanzia start up legate alle rinnovabili e all'energia pulita) nello spiegare perchè l'Italia ha scelto di percorrere la strada sbagliata, ovvero "quella che nega l'innovazione e l'apertura verso il nuovo" conclude il suo articolo sostenendo don't come knocking on my door ("non venite a bussare alla mia porta") dopo aver spiegato che gli investitori americani hanno identificato il nostro paese come "refrattario a ogni innovazione e spietatamente in corsa verso un proprio medioevo" ci racconta anche che non verranno a portare capitali da noi, che non verranno gli imprenditori, non verranno gli investitori. Verranno soltanto speculatori finanziari che approfitteranno della situazione per (come stanno facendo) impossessarsi delle banche acquistando le più importanti aziende italiane a prezzi stracciati. Siamo stati identificati (e così veniamo definiti) come il paese dell'Europa occidentale "più obsoleto, immobile e refrattario a ogni innovazione".
Quindi, la realtà è esattamente l'opposto di quella che ci stanno raccontando.
Così come capiamo che Calderoli ha chiesto di dare ai componenti del nuovo Senato la totale immunità perchè così aveva ordinato Renzi (su pretesa di Berlusconi) ma siccome questa scelta è stata contestata dall'opposizione del M5s e da diversi senatori del PD, allora, hanno fatto marcia indietro e Renzi ha dichiarato che era stata una iniziativa della Finocchiaro (firmataria dell'emendamento) la quale, inalberata, ha precisato che lei aveva eseguito un ordine dell'esecutivo.
La realtà politica renziana è diventata questo: lui dà un ordine e i suoi lo eseguono. Se però l'ordine che lui ha dato non trova favori e applausi e per caso viene smascherato prima e contestato poi, allora lui attribuisce ai suoi la pratica di un esercizio di iniziativa individuale di cui lui non era affatto informato.
Nello stesso identico modo in cui Renzi aveva dichiarato che il sindaco di Venezia non era del PD. E quello si è dimesso sostenendo "me ne vado, sono un branco di ipocriti, nessuno dei quali merita il mio rispetto". Ha ragione.

Davanti a questa manifestazione di ipocrisia dichiarata, l'onorevole Luigi Di Maio, dopo aver preso atto della protesta della Finocchiaro ha dichiarato: "Sembra incredibile ma a distanza di 10 anni il padre del porcellum Calderoli, colui che ideò la Legge elettorale più incostituzionale della nostra storia, mette a segno un altro colpo da brividi: l'immunità parlamentare per Sindaci e Consiglieri Regionali che siederanno in Senato. Nel Movimento 5 Stelle i nostri parlamentari hanno finora sempre rinunciato a qualsiasi immunità. Vogliamo essere cittadini comuni, senza godere di alcun privilegio, eccetto quello di essere portavoce di milioni di italiani. Il Pd voterà l'ennesimo vergognoso privilegio alla politica pur di tenere in piedi l'accordo (ancora in alto mare) con Berlusconi e Lega? Sappiate che il vostro alibi preferito "non ci sono alternative" ormai non funziona più. Avete avuto la nostra disponibilità a discutere di riforme. Date una risposta agli italiani"

L'ipocrisia è diventata la moneta ufficiale di scambio sociale e politico, oggi in Italia.

Va attaccata frontalmente e subito.
Non si tratta di gusto psicologico o di analisi comportamentali.
E' la variante peggiore che viene offerta agli italiani, oggi, per affrontare la realtà.

Abbiamo bisogno esattamente di andare per la strada opposta.

L'ipocrisia è il cancro del paese.
E si riflette anche nei rapporti inter-personali.
E' una modalità caratteriale di approccio nei confronti della vita che finirà per intaccare anche i rapporti esistenziali. 
Va ferocemente combattuta.
E' l'ultimo anello del berlusconismo che Renzi ha scelto di ereditare facendolo cosa sua.
Si tratta di una battaglia di politica esistenziale, e va condotta con consapevolezza.
Nel frattempo, è bene stare molto attenti a ciò che si legge, ciò che si ascolta, ciò che si vede.
Vogliono eliminare il valore del dato oggettivo, sostituendolo con dati soggettivi a seconda delle proprie necessità di impiego. 
Così facendo, la realtà diventa impossibile da decifrare perchè vale tutto e il contrario di tutto.

La grande battaglia politica che ci attende (e deve eccitarci) è quella relativa alla costituzione di un nuovo sistema di valori, basato sulla pretesa del riconoscimento del concetto di coerenza, di lealtà e la dichiarata guerra senza quartiere all'ipocrisia.
Perchè nasce tutto da lì.

Se si afferma l'ipocrisia, come sta già accadendo, nella sua forma di Ragion di Stato, domani l'esecutivo potrà far passare qualunque dispositivo sulle teste di ciascuno di noi. Ci presenteranno la norma A ma voteranno quella B, magari presentando la variante C al Presidente.

Quando l'ipocrisia diventa il valore fondante di riferimento di una società, tutto è possibile.

Come suggeriva Arthur Rimbaud: "Siate realisti, chiedete l'impossibile".

Abbiamo bisogno di cominciare a pulirci dentro.

Diamo retta ai poeti.

3 commenti:

  1. noi non siamo moderati non vogliamo essere moderati i moderati sono casini renzi etc e sappiamo bene cosa sono noi siamo in rete prima di grillo siamo la restistenza poi è arrivato grillo che ci ha regalato informazione ci ha raccolto e siamo diventati movimento abbiamo come primo obbietivo la liberazione da questa classe politica delinquenziale non dimentichiamocelo mai tutti a casa non è uno slogan grillo il m5s hanno sbagliato pochissimo contro i brogli contro tutte le cose che sono CAPACI di fare (e la storia che ce lo insegna sono cosi CAPACI di tutto) c'è poco da fare non si dialoga con la mafia non trasformiamoci in moderati in guerra non si può essere moderati

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  2. Usciamo dall'ipocrisia. Molto bene.
    Cominciamo a farlo noi però. Cominciamo a farlo da qui.

    Dichiarare ogni giorno che il nostro nemico sia Renzi, quando in realtà sappiamo tutti che il vero nemico è la finanza globalizzata, non è ipocrita?
    Ed è la stessa oligarchia che ha DECISO A TAVOLINO il risultato delle europee e ci tiene schiavi.
    La stessa feccia che ipocritamente ci accusa di voler "..percorrere la strada sbagliata, ovvero "quella che nega l'innovazione e l'apertura verso il nuovo"".
    E rincara aggiungendo "..che gli investitori americani hanno identificato il nostro paese come "refrattario a ogni innovazione e spietatamente in corsa verso un proprio medioevo" ".
    Insomma prima ci stuprano e poi ci danno pure della mignotta.
    Che cos'è questa se non IPOCRISIA con l'aggravante dell'arroganza per giunta!?


    E sostenere questa finzione democratica, questo gioco delle parti; non rimettere in discussione le ultime elezioni manifestamente fasulle, anzi affermare addirittura che Renzi è stato "legittimato" dal voto.. non è ipocrita!?
    Rimanere condannati a un'opposizione perenne a far da palo al nostro aguzzino, non è ipocrita?!
    Ed è un gioco ipocrita ancorché miope quello di limitarsi a criticare il campo avverso. Come se fosse la causa di ogni male. Come se non si avesse alcuna responsabilità. Come se si fosse immuni dall'errore.
    Sono d'accordo con chi mi ha preceduto, essere degli ipocriti moderati come gli altri è un'ipocrisia.

    OCCORRE SOVVERTIRE IL PENSIERO UNICO NEOLIBERISTA.
    ATTACCARE FRONTALMENTE L'USOROCRAZIA.
    METTERE A NUDO LA MASSONERIA E GLI APPARATI DEVIATI DELLO STATO

    OCCORRE RICATTARE IL POTERE: O SI CAMBIA RADICALMENTE O SI FA CROLLARE IL SISTEMA USCENDO DALLE ISTITUZIONI E DENUNCIANDO LA FARSA. ORMAI DRAMMATICAMENTE SEMPRE PIU' TRAGEDIA.

    Come diceva forse.. Camus, voglio essere realista e chiedere l'impossibile.
    Sergio Vetrone

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  3. Quoto quanto dici.
    Il problema dell’America è una democrazia inquinata dal capitalismo selvaggio, il che porta di fatto ad un sistema oligarchico, che sta governando il mondo assolutamente alla luce del sole.
    Il problema dell’Italia, diversamente, è il fascismo. Lo abbiamo inventato noi, è nel nostro DNA, abbiamo bisogno di un leader carismatico in cui identificarci e a cui fare riferimento, sia nella buona che nella cattiva sorte.
    Abbiamo quindi ben due ipocrisie da affrontare. La prima è quella solita: il fascismo ha perso la guerra, pertanto occorre mascherarlo da democrazia. La seconda è che se il leader non ce lo hai, allora occorre inventarlo. Ci ricordiamo di come osannarono prima Monti e poi Letta? Stanno facendo lo stesso con Renzi, ma il povero Matteo vorrebbe tanto esserlo, ma proprio non ce la fa. Non ha alcun sex-appeal, mentre al leader è richiesto di avercelo duro come l’acciaio.
    Lo slogan della Lega degli anni ’90 colpiva esattamente nel segno.
    E quindi arriviamo alla triste realtà di cui, ipocritamente, sembra che nessun M5S voglia ammettere: il movimento vinse perché ha un leader carismatico e ha avuto una flessione perché il leader ha dato un’immagine di se controversa e un po’ contraddittoria.
    Altro che innovazione, questa è Sparta!
    G.

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