venerdì 6 settembre 2019

La fata turchina dei lavoratori (quelli veri).






di Sergio Di Cori Modigliani


Provo orrore per la demenziale volgarità degli strateghi da tastiera contro la neo-ministra dell'agricoltura Teresa Bellanova.
Ieri, e ancora oggi, è stata accusata da molti di essere (e lasciamo perdere l'ideologia trendy del #metoo mediatico, dato che -purtroppo- il numero di donne diffamanti è altissimo).
Proprio così.
Siamo ormai al delirio: la signora Bellanova e' stata accusata di essere una persona vera, di avere avuto una vita vera, di aver scelto di dare un senso concreto alla sua esistenza, invece che optare per le consuete scorciatoie delle furbette del quartierino che ben conosciamo.
Lei non va bene perchè è per bene e sta nel posto giusto.
Oscenamente accusata perchè non conosce la letteratura greca o latina e forse non ha mai letto nè Spinoza nè Kant, o perchè non è anoressica e non veste e non si imbelletta come ha stabilito Chiara Ferragni, i leoni e le leonesse da tastiera hanno dimenticato di raccontare che a 20 anni, invece di andare a fare la fila ad Arcore per elemosinare una comparsata televisiva (o un seggio in parlamento) faceva la bracciante agricola nelle campagne del sud perchè voleva essere indipendente e aveva bisogno di lavorare. Testimone oculare delle esistenze devastate dal caporalato, è rimasta orripilata nel constatare che ancora esisteva lo schiavismo, l'ha denunciato, ha perso il lavoro, ed è diventata sindacalista proprio per combattere per la dignità umana delle persone come lei, e far crescere la consapevolezza collettiva del paese.
E' la persona più indicata in assoluto per stare al ministero dell'agricoltura.
A differenza dei suoi denigratori disgustosi, la ministra Bellanova una vita sua ce l'ha, l'ha avuta, e l'avrà sempre.
Non ha bisogno di esibire alcun curriculum farlocco.
La sua biografia parla per lei.
E dice tante cose.
Così come la biografia delle leonesse e leoni da tastiera, oggi parla per loro.
Mi fate orrore e provo disgusto per voi.
#JesuisBellanova

Nessun commento:

Posta un commento