martedì 3 settembre 2019

L'Italia di Conte che tanto piace a Donald Trump




di Sergio Di Cori Modigliani


Nei 20 punti programmatici del M5s presentati dall'on. Luigi Di Maio al paese, l'unico punto davvero rivoluzionario, cavallo di battaglia dei cinquestelle e di tutta la sinistra italiana ed europea, (sia quella liberal-democratica che quella più intensamente antagonista) era il punto numero 9.
Riguardava l'assetto istituzionale del sistema bancario italiano attraverso un accordo con la Abi (associazione bancaria italiana) che imponeva la distinzione tra banche commerciali, destinate ad operare esclusivamente sul mercato del lavoro, e banche finanziarie deputate agli investimenti speculativi, richiamandosi al celeberrimo "Glass Steagall Act" del maggio 1933, allora fortemente voluto (e varato) da Franklin Delano Roosevelt, John Maynard Keynes e Harry Truman, i tre politici autori della legge che cambiò il volto dell'America depressa e modificò il corso della storia del capitalismo nel '900.
L'obiettivo dichiarato del punto 9 consisteva nel dare un esempio e una indicazione di "pensiero forte" all'Europa e ai due grandi iper-liberisti dell'occidente, esponenti di punta della finanza criminale speculativa, Boris Johnson e Donald Trump.

E' notizia fresca e confermata che poche ore fa, il premier incaricato Giuseppe Conte, ha cassato quel punto, cancellandolo. E' stato sostituito da una frasetta vacua, priva di sostanza, che neppure accenna all'evento principe in questione.
Nasce così il governo della rivoluzione dei fiori del Bel Paese.
E' composto, infatti, d'acqua di rose.
Grazie dei fior!

Questo è quanto.
Fate vobis.



P.S. Così il sito investing.com, la più importante fonte di informazione sulla vita reale della Borsa di Milano e sulle questioni finanziarie presentava alle ore 13.30 del 3 settembre 2019 questa questione.


Banche, accordo governo: sparita divisione investimento e commerciale

Economia1 ora fa (03.09.2019 12:57)
 
© Reuters.  © Reuters.
Di Mauro Speranza
Investing.com - 
La riforma del settore bancario resta un punto di potenziale dissidio all’interno del possibile nuovo governo che potrebbe vedere la luce nelle prossime ore.
Dalle ore 9 di oggi, infatti, gli iscritti al Movimeto 5 Stelle stanno votando l’accordo di governo con il Partito Democratico e il loro voto sarà fondamentale per la formazione del nuovo esecutivo.
Nei giorni scorsi, il M5S aveva presentato al Premier incaricato, Giuseppe Conte, 20 punti che considerava fondamentali per appoggiare la seconda esperienza del professore a Palazzo Chigi.
Tra questi, il punto numero 9 specificava la necessità di “una riforma del sistema bancario” che doveva passare attraverso la separazione tra “le banche di investimenti dalle banche commerciali”.
Si tratta di una proposta che rientra in un quadro di riforma sel settore finanziario in cui si mette in dubbio quella che viene definita “l’ideologia della banca universale”, con l’obiettivo di speculazione tipica delle banche e rappresenta un vecchio ‘cavallo di battaglia’ per il Movimento 5 Stelle.
Tale punto era presente anche nell’accordo di governo del maggio 2018 tra M5S e la Lega, nel quale era specificato che “a tutela del risparmio e del credito, bisogna andare verso un sistema in cui la banca di credito al pubblico e la banca d’investimento siano separate sia per quanto riguarda la loro tipologia di attività sia per quanto riguarda i livelli di sorveglianza”.
Sul tema delle banche, è risaputo, tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico era in atto una forte polemica, con accuse reciproche durate fino a poco prima della crisi di governo estiva.
Con l’avvio delle trattative tra i due partiti, la ricerca del compromesso sembra aver attenuato gli obiettivi dei grillini e di Giuseppe Conte. Nella “bozza di programma” del possibile futuro governo presentato questa mattina, infatti, tale separazione tra tipologia di banche non era più indicata, restando un generico “porre in essere politiche per la tutela dei risparmiatori e del risparmio”, punto 18 del documento.
Inoltre, tale separazione non risulta essere presente anche nel documento che sta accompagnando il voto degli iscritti sull’accordo di governo sulla Piattaforma Rousseau, che risulta essere lo stesso del testo di Conte.
Seppur vero che una nota in testa al documento diffuso dallo staff di Conte specifica che il “testo riassume le linee programmatiche che Giuseppe Conte sta integrando e definendo”, il leader dei 5 Stelle annunciava oggi su Facebook (NASDAQ:FB) che “il programma di governo affronta tutti i 20 punti presentati” dai grillini.
Non è così.

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