di Sergio Di Cori Modigliani
Il delirio nefasto dell'ideologia.
 La stragrande maggioranza dei giovani d'oggi non ha la minima idea di chi sia il signor Cesare Battisti, nè che cosa ha fatto. 
 A meno che non siano attivisti militanti di gruppi e/o formazioni 
politiche che si auto-definiscono (grazie ai giornalisti che hanno 
inventato questo termine mediatico) "antagonisti". 
 Tuttora, il 
signor Cesare Battisti è sostenuto e appoggiato da gran parte delle 
forze politiche dell'estrema sinistra, compresi nomi di politici 
importanti famosissimi che hanno contribuito a trasformare in eroe e 
avventuriero una persona che la Giustizia italiana, in via definitiva, 
ha definito "assassino spietato, criminale pericoloso per la società, 
motivato esclusivamente dall'odio" condannandolo a due ergastoli per 
aver ucciso (personalmente) due persone e aver dato ordine di ucciderne 
altre due. 
 Da diversi anni, dopo essere stato accolto a Parigi, 
difeso e sostenuto da intellettuali deliranti francesi che odiano e 
disprezzano l'Italia e gli italiani, era fuggito in Brasile dove era 
diventato un divo, appoggiato dal presidente Lula. Personaggio della 
vita mondana sudamericana era diventato anche un personaggio televisivo 
ad alto impatto mediatico, dedito ad  una vita trascorsa nel lusso 
edonistico, nella ricchezza materiale e nella produzione e diffusione di
 odio puro nei confronti dell'Italia e di tutto ciò che è italiano.
 
Ma che cosa ha fatto, esattamente?
 
Il 6 Giugno 1978 ha sparato (uccidendolo) a un maresciallo di 52 anni, Andrea Santoro.
 Il 16 Febbraio del 1979, a Milano, ha sparato, uccidendolo, al 
gioielliere Pierluigi Torreggiani, reo di aver ucciso, per difesa, un 
rapinatore della mafia siciliana otto mesi prima. Dati i rapporti 
stretti che il Battisti aveva stretto con la criminalità organizzata, lo
 uccisero per vendetta. Il Torreggiani cercò di difendersi, ma ebbe la 
peggio; il figlio -presente in gioielleria- cercò di intervenire, ma il 
Battisti gli sparò un colpo perforandogli la spina dorsale, 
condannandolo a una vita su una carrozella.
 Nell'autunno del 1979, 
diede ordine di uccidere Andrea Compagna e Lino Sabbadini, due piccoli 
commercianti, dichiarando (lo disse anche nel corso del processo, 
essendo reo confesso) che "avevo deciso di porre fine alla loro 
squallida esistenza".
 Per motivi che esulano dalla comprensione 
di ogni italiano pensante democratico, ancora oggi gode in Italia e in 
Sudamerica di fortissimi appoggi politici e un vasto consenso 
nell'ambiente della sedicente "sinistra antagonista".
 Questo post
 è dedicato alla memoria delle quattro vittime e delle loro famiglie, è 
dedicato soprattutto ai giovani di oggi ai quali non è stato spiegato 
nel dovuto dettaglio quali siano i capi di imputazione e le motivazioni 
della sua condanna.
 Informatevi sui fatti, e non fidatevi di chi lo sostiene e lo appoggia.
 Siate di sinistra, se questa è la vostra scelta politica, ma diffidate 
dalle imitazioni, in maggior conto -come in questo caso- se sono 
truculente, malvagie, intrise di opportunismo, malafede e un cuore nero.
 
 Come la pece.