giovedì 9 ottobre 2014

Che cosa c'è? Che cosa si fa?: Boh!



di Sergio Di Cori Modigliani

Dall'attendibile agenzia di stampa AdnKronos, dal Corriere della Sera, da Repubblica e da Il Fatto Quotidiano, apprendiamo che il responsabile della comunicazione del gruppo parlamentare cinque stelle a Bruxelles, signor Claudio Messora, è stato licenziato insieme all'intero suo staff. 
La Casaleggio non smentisce e non conferma.
Sul blog di Grillo non compare nessuna notizia al riguardo.
Richiesto di una sua opinione, il signor Messora ha dichiarato: "non ne so nulla, a me non è stato comunicato ufficialmente niente".
La sua affermazione comporta -automaticamente- il dubbio che le summenzionate testate abbiano diffuso una notizia falsa destituita da ogni fondamento.
Se si trattasse di un ricambio al vertice di una qualunque azienda privata, l'evento non potrebbe aspirare al rango di "notizia informativa"; esso verrebbe rubricato sotto la voce "fisiologico turn over aziendale".
Ma poiché si tratta (pur essendo anche un'azienda privata) della rappresentanza della più grande forza politica parlamentare di opposizione, che alle ultime elezioni politiche nazionali ha ottenuto quasi 9 milioni di voti (cioè un votante su quattro) il fatto diventa una notizia.

Considerata la consueta nebbia paludosa (che sta circondando ogni atto politico stabilito dal vertice) gli attivisti, i militanti, i sostenitori, i votanti, si sono sentiti (giustamente) autorizzati a esprimere la propria opinione sostenendo le ipotesi più disparate e diverse, brancolando nel buio di una informazione ufficiale latitante, spesso negata. 
E su facebook, twitter e nei meet up, se ne leggono di tutti i colori, tanto l'uno vale l'altro.
Mi associo alla spaesata massa dei sostenitori per condividere con i lettori la mia opinione personale.
Do per scontato che la notizia sia autentica.
Mi è indifferente la motivazione, la ragione, il senso di questa scelta.
Il solo fatto di parlarne, a mio avviso, è fuorviante, ed è pedagogicamente perdente per il movimento 5 stelle.
Perché, grazie anche alla reazione del signor Messora, la vera domanda che a questo punto dovrebbe essere posta, viaggia in senso opposto a quella di coloro che chiedono ragguagli in merito.
E la domanda è la seguente: perchè il signor Messora era stato assunto? 
Perchè il M5s ha scelto di attribuire a lui una mansione strategica così importante e decisiva?
Se non si affrontano queste domande, il movimento seguiterà a vivacchiare celebrando in maniera auto-referenziale i propri fasti festosi, seguitando a essere completamente assente dal punto di vista della comunicazione dalla platea politica, sia italiana che europea.
Se non si fanno queste domande relative alle scelte passate, non è politicamente possibile discutere sulle decisioni future.
La più poderosa forza di opposizione del paese, che in questo momento dovrebbe essere una potente macchina da guerra antagonista, composta da una squadra solida di persone meritevoli, tecnicamente competenti, dotate di passione armonica e dedizione fedele ai principi fondativi e alla linea politica, è invece ridotta a un gruppo di persone prive di una guida comunicativa, costrette a interpretare il proprio ruolo come personaggi della politica dello spettacolo invece che essere esempio, in carne e ossa, di ciò che vuol dire lo spettacolo della politica.
Come è possibile che per avere notizie relative a ciò che di buono fanno gli eletti in parlamento, bisogna aspettare e sperare che Scanzi ne parli o che il rigoroso Travaglio decida di scriverci un pezzo su Il Fatto Quotidiano, altrimenti nessuno ne saprà mai nulla?
Come è possibile che si avvicendino responsabili della comunicazione e uffici della comunicazione che non comunicano un bel niente?
Come è possibile che gli eletti non si ribellino e accettino il loro suicidio politico?
Come è possibile che ci venga sottratta, prima di tutto a noi che li abbiamo votati sulla fiducia, e poi all'intero paese, l'immagine di una compagine d'acciaio in grado di saper elaborare un progetto politico e di saperlo comunicare, al fine di liberare la nazione dalla presenza infelice del caro leader?.
Queste sono le domande che è necessario porre, rimanendo indifferenti ai ricambi manageriali di un'azienda privata il cui comportamento sembra che non abbia più molto a che vedere con il progetto del movimento cinque stelle, con il suo programma, la sua idealità, le sue aspirazioni.
Il movimento cinque stelle non è la Coca Cola company.
Da grande forza di opposizione avrebbe dovuto informare la nazione dell'osceno inciucio realizzato sottobanco tra il PD e il mini partitino di Alfano per impedire alla magistratura di fare il suo lavoro. Non solo. Da Bruxelles, avrebbe dovuto avvertire l'intero continente che l'Italia non farà neppure un passo avanti, che l'Italia non sarà in grado di riformare un bel nulla, che l'Italia non soltanto non sarà la locomotiva dell'Europa ma l'affonderà dopo essere precipitata nella ignominia. E dall'Europa assestare una bella cannonata politica al caro leader.
Macchè.
Non hanno fatto nulla.
Non fanno nulla.
I cosiddetti poteri forti ci hanno abituati , ahinoi, al fatto che loro decidono i licenziamenti dei nostri governanti e li sostituiscono quando lo decidono. E così, hanno eliminato Berlusconi nell'autunno del 2011 e lo hanno sostituito con Monti, il quale è stato licenziato nell'autunno del 2012 per far posto a Letta che nell'autunno del 2013 ha lasciato il posto a Renzi, senza che venisse mai chiesta neppure l'opinione dell'elettorato.
Una forza d'opposizione gigantesca come quella del M5s dovrebbe essere dotata di un equipaggiamento di strategia, di tattica, di progettualità culturale e comunicativa talmente contundente da potersi permettere il lusso di dire alla nazione sofferente: "Signori, questa volta noi non consentiremo ai poteri forti di licenziare Renzi come hanno fatto con Letta, con Monti, con Berlusconi, perché il paese è maturato e gli italiani hanno scelto di essere adulti e di prendere in mano il proprio destino; quindi, se Renzi non funziona lo buttiamo giù noi".

Questo è il lavoro dell'opposizione.
E comunicare questo progetto è il lavoro dei comunicatori.
Perché qui o si fa l'Italia o si muore.
E per il momento, stiamo già morendo tutti dalla noia.


Qui di seguito trascrivo in copia e incolla una parte dell' articolo scritto da Peter Gomez e pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano. E' un bel pezzo di giornalismo politico.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/08/il-senatore-azzollini-un-presunto-truffatore-salvato-dalle-sconce-intese/1148837/
Ci sono scelte che segnano una vita. Quelle prese da quei senatori del Pd che, martedì 7 ottobre, hanno detto no all’utilizzo processuale delle intercettazioni contro il loro collega Ncd Antonio Azzollini segnano invece la storia di un Paese.
Senza nemmeno avere il coraggio di spiegare pubblicamente in aula le ragioni della loro decisione, imagnifici sette componenti della giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama hanno votato contro la relazione di Felice Casson, esponente del loro stesso partito. Compatti hanno barattato il buon senso e il buon gusto con la volontà di fare un favore ad Azzollini, un potente indagato per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali............................ma tant’è. Azzollini doveva essere salvato, costi quel che costi. Doveva restare presidente (anzi presidente azzoppato, visto che ora la parola definitiva sul suo destino spetta all’Aula) per tentare di far passare senza strappi la fiducia sul jobs act e una manovra di bilancio piena di incertezze e buchi..............perché Azzollini è l’uomo giusto al posto giusto. Sopratutto in un Paese che ha scelto di truccare ancora una volta conti e decenza.
La svolta c’è. Ma non è buona. Dimostra a tutta Europa che qui di nuovo qui ci sono solo le parole, che per il resto si va avanti come prima. Con larghe intese politiche e d’affari talmente forti da consigliare a qualsiasi investitore estero di girare al largo dai confini nazionali. Sì, perché di fumus persecutionismartedì sera, nella giunta del Senato, se ne è respirato molto. Ma non ai danni dell’uomo di Molfetta. La vittima era l’Italia. O quel che ancora ne resta.

7 commenti:

  1. VINCIAMO NOI - CHI SIAMO E QUALE EUROPA VOGLIAMO

    In questo libro trova tutte le risposte alle sue domande

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    1. Della serie: si faccia una domanda e si dia una risposta :-)

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  2. Credo Signor Modigliani, che ora come ora sia meglio che il movimento se ne stia in sordina e sparisca per un po', perché ho l'impressione che a Roma siano arrivati alla frutta, nel senso che il paese non è salvabile, e in questi casi la tentazione di questa gentaglia a scaricare il cerino sul primo che passa per non addossarsi colpe, è forte. Credo che come figure istituzionali i parlamentari del movimento siano informati sulle reali condizioni del paese, ma si sono anche resi conto di come la memoria degli italiani a breve termine sia molto forte, mentre nel lungo termine scemi molto rapidamente.

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  3. Tristemente concorde. So perfettamente che se si votasse domani voterei ancora 5s per mancanza totale di alternative (astensionismo a parte). Il mio voto sarebbe però molto diverso da quelli passati e si riassume più o meno come lo ha descritto Lei.
    Rimango speranzoso su qualche bella novità in arrivo dal Circo Massimo anche se la scaletta prevista non mi permette troppo entusiasmo. Una bella parata autocelebrativa, certo inedita, che non presume sostanziali novità, intervallata da cantanti e musici variamente assortiti all' insegna dello slogan facile (certo condivisbile) contro la casta e l'immobilismo. A 5 anni dalla sua nascita e l'incalcolabile velocità con la quale si è percorsa la dissestata strada politica italiana mi aspetterei molto di più. Mi aspetterei (e qui la sorpresa potrebbe esserci) un grosso grazie e il doveroso spazio a Pizzarotti e la giunta che rappresenta, per essere testimonianza del buon governo a 5 stelle contro tutti i "gufi" che si aspettavano una città in preda al caos. Manca però un grosso contributo da parte della comunità civile intellettuale (non allineata) in grado di fornire strumenti critici agli attivisti per organizzare strategie politiche e non solo. Perchè è vero che la voce del popolo è fatta da operai e disoccupati, studenti e piccoli imprenditori allo stremo, essa deve essere necessariamente rinsaldata e qualificata dalle competenze che i soli comuni cittadini non possono avere, nemmeno frequentando blog più o meno specifici. Ringrazio certamente un Fedez qualsiasi o un Bennato più consolidato, ma avrei gradito ben altro. Perchè oltre ad un grande palco non si sono allestiti spazi conferenziali tematici? Un concertino in meno e un Modigliani in più? Un Massimo Fini, un Bagnai, una Undiemi, un Foa, uno Zagrebelsky, un Travaglio ecc ecc.
    Questa kermesse non sposterà un voto come l'annuncio di un ostruzionismo parlamentare crescente, propedeutico per serrare le fila di chi già vota 5s ed allontare o non sedurre la massa che vota altrove.
    La rendita del 5stelle, spiace dirlo, comincio a vederla come quella di cui ha goduto il pd nel ventennio Berlusconiano: specchiati statisti di rigore morale assoluto semplicemnte perchè a confronto con uno showman posticcio. Una rendita pericolosa che non permette evoluzione e che rischia di rivoltarsi contro nel lungo periodo.
    Sarò lieto di essere smentito, nel frattempo mi guardo le spalle.

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  4. La scarsa risposta al post rispecchia precisamente la problematica illustrata.
    Se solo quattro persone su tutti quelli che seguono il blog se la sentono di intervenire su un argomento che, nel weekend del Circo Massimo, dovrebbe essere nell’occhio del ciclone, proporzionalmente possiamo desumere che la stragrande maggioranza di elettori, simpatizzanti ed attivisti ha perso la voglia di partecipare nel dibattito interno.
    Non credo proprio sia dovuto alle azioni dei cittadini presenti nel parlamento e nelle amministrazioni locali - anzi! Allora un problema di comunicazione c’è.

    Al di là dello slogan “uno vale uno”, il messaggio subliminale, voluto o no, arrivato alle persone che seguono il movimento è evidentemente: “non vale la pena intervenire. La tua voce non conta. O peggio, viene censurata.”

    Vogliono che altri milioni di persone cadano nella depressione e nell’apatia politica?
    Cosa fare per rinverdire quelle speranze così forti, di appena otto mesi fa?

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  5. Continuo ad essere innamorata di quel progetto e dei ragazzi bravissimi che seguoi giorno per giorno ma assumono rilievo giorno per giorno mancanze strategiche gravi con le quali si devono fare i conti e per le quali bisogna trovare soluzioni, pena il progressivo disciogliersi di tutte le grinte , di tutti i sogni di un mondo diverso ..
    Come stiamo attenti ai fatti che vengono promessi e non abbiamo ancora visto , così stiamo attenti alle mosse di una forza che vorrremmo veder costruire , non solo ribellarsi e gridare con veemenza alle storture . Per carità , meno male che ci sono , ma devono integrarsi con strategie precise . Ogni volta che qualcuno propone una soluzione collaborativa mi si allarga il cuore. Ma si può collaborare con le persone affidabili e oneste , alcuni lo sono . Anche se qualcuno mi fa notare che non sono possibili alleanze con chi non ha impedito, denunciato , fermato in qualche modo i molti saccheggi perpetrati da tanti politici senza scrupoli.

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  6. Io credo che sia sparito il senso della tragedia che ci investe.
    Tre milioni di italiani se ne sono andati all'estero, i capitali sono in fuga, se passi in una vecchia zona industriale i capannoni vuoti superano quelli in attivita', i prezzi delle case stanno crollando ma non c'e' tragedia ne' la rabbia che la segue.
    Tutta la politica sembra diventata il suggerimento di servi ai loro padroni.
    Dovete fare politiche keynesiane ma si scordano che la penisola e' un cimitero di lavori inutili che hanno riempito le tasche degli amici.
    Dovete fare politiche liberiste ma si scordano che hanno semplicemente privatizzato dando monopoli
    ai loro amici.
    Si propongono referendum ma si scordano di che fine hanno fatto gli ultimi.
    Si suggerisce, si propone. Viene in mente la vecchia frase di Lenin.
    "Tutto e' illusione fuorché il potere risponde il popolo rivoluzionario a questi signori."
    Dove sia il popolo rivoluzionario in Italia e' una bella domanda.
    Mi domando se e' un essere umano quel uomo che difende l'articolo 18 per fare cosa?
    Per passare la vita intera, 40 anni della propria vita dentro una fabbrica, nella galera quotidiana
    della ripetizione dello stesso giorno? Quest'uomo vuole questo?
    Una volta lo scontro era tra un modello alternativo e un sistema consolidato. Oggi sembra che
    tutti vogliano lo stesso sistema, piu' onesto, piu' buono, piu' puro, senza macchie e con tanta, tanta piu' carta igienica.
    aspettando Godot o almeno la percezione della tragedia.

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