martedì 17 giugno 2014

E se introducessimo nuove categorie di dibattito? Per comprendere meglio il significato della legge elettorale.



di Sergio Di Cori Modigliani

Tra tutte le personalità politiche che hanno gestito il potere sul pianeta Terra negli ultimi 100 anni, due -più di ogni altra in assoluto- si sono conquistate la palma della cattiveria efferata: Adolf Hitler, a destra, e Josif Stalin a sinistra. 
Ne sanno qualcosa i circa 100 milioni di europei uccisi, tra il 1930 e il 1980, per colpa e volontà loro. Eppure, nonostante la Storia abbia certificato in abbondanza i loro crimini, ancora oggi c'è gente, in giro per il mondo, che ne ricorda ed esalta le gesta.
Anche in Italia.
Leggendo gli accadimenti storici nella decade degli anni'30, al di là di ogni altra attribuzione, si potrebbe con facilità sostenere che la cattiveria, allora, era diventata la categoria del carattere più diffusa in assoluto, quantomeno nel nostro continente.
Analizzare i processi storico-politici secondo una prospettiva esistenzialista (la mia inossidabile passione personale) consentirebbe di poter scrivere una "Storia dei Sentimenti e delle Pulsioni Collettive" per aiutarci a identificare e comprendere dei fenomeni sociali che finiscono poi per avere un impatto determinante sulle nostro vite, perchè alimentano e foraggiano la genesi dell'immaginario di una nazione.
Si parla tanto, nel dibattito quotidiano, di disagio sociale, di sperequazione, di crisi sistemica, ecc., ecc, come se si trattasse di fenomeni extra-umani, perchè la discussione finisce per far scontrare persone di scuole diverse intorno a numeri, cifre, percentuali, dati statistici, dottrine.
E le persone? E le loro vite? E la qualità delle loro esistenze?

Nelle ultime 24 ore, l'immaginario collettivo del popolo italiano è stato -giustamente- colpito in profondo da due notizie che, più di ogni altra in assoluto, sono il simbolo, nonchè il sintomo, di una inusitata forma di ferocia individuale, per la maggior parte delle persone incomprensibile.
Mi riferisco qui ai due omicidi nel bergamasco e in Brianza, quello della giovanissima Yara Gambirasio e quello nella piccola cittadina di Motta Visconti. In un caso l'assassino ha confessato, crollando dopo 22 ore di interrogatorio, mentre nell'altro caso si è chiuso in un assoluto mutismo avvalendosi della facoltà di non rispondere. Ma la prova schiacciante del dna consente al magistrato inquirente una argomentazione solida al 99,99999%.

La cattiveria è l'elemento comune.
In entrambi i casi, infatti, non esiste nessuna altra forma di movente, se non la perdita del proprio senso di identità: una persona buona sa sempre chi è e dove va; la perdizione rende malvagi, ed essa si manifesta quando tra la propria mente e lo specchio non c'è più nè amore nè rispetto.
Mentre l'opinione pubblica si scambia le opinioni su questi delitti, ne arriva un altro nel savonese dove un uomo ha ucciso a coltellate la propria convivente "perchè mi aveva stufato".
Sono elementi a noi tutti familiari, quantomeno immediatamente identificabili da chiunque frequenti i social networks. 
"E' stata la sorpresa più impressionante in assoluto per noi sociologi" spiegava il grande Richard Sennett a un convegno internazionale a Londra, un mese fa "che è ancora in aumento e non va e non deve essere sottovalutato....ci aspettavamo nel 2009 -quando abbiamo preso atto del trionfo collettivo di facebook- di assistere a una proliferazione dello scambio sessuale di ogni natura, dello sfogo rabbioso, del gossip, se vogliamo anche della pornografia sentimentale, ma nessuno di noi si sarebbe mai aspettato che, nella civilissima Europa occidentale, il sentimento più diffuso in assoluto sui social networks sarebbe stato l'efferata cattiveria dei singoli...".
E' un elemento sul quale sarebbe necessario avviare un dibattito, dedicargli dei pensieri, perchè determina e provoca anche delle scelte politiche.
La "bontà" -valore spirituale per eccellenza- è stata bandita dallo scambio sociale.
Una persona buona, oggi, in Italia, equivale a uno stupido, a uno che non sa vivere, a un essere che non ha il senso della realtà. Perchè la "bontà" non è associata a un'idea vincente dell'esistenza, quindi è considerata pericolosa e negativa per chiunque covi delle ambizioni, una propria progettualità, dei sogni da realizzare.
E' il risultato della incorporazione inconscia, a livello collettivo, dei principi basici del neo-liberismo, gli stessi identici che erano dilagati alla fine degli anni'20, perchè se è il mercato senza freni a dover decidere e stabilire il bello e il cattivo tempo, inevitabilmente finirà per prevalere la logica dello schiavismo, la sopraffazione, la prepotenza.
Non si tratta di numeri o di aliquote: si tratta di Valori dell'esistenza.
Basti vedere, ad esempio (nel nostro piccolo micro.universo pentastellato on line) quale incredibile produzione di cattiveria si sia scatenata nell'ultimo mese in relazione al voto per Farage o contro Farage. Ha provocato rotture di amicizie, emorragia di energia vitale, scambi dialogici violenti senza esclusione di colpi. Idem per un altro ghetto, quello del PD, negli ultimi dieci giorni per la questione Mineo & co. Andando a leggere le discussioni interne sulle loro bacheche, si toccava con mano la violenta cattiveria generalizzata.
E' un elemento sul quale è necessario riflettere.
Dei dati statistici, personalmente, me ne frego.
Mi interessa l'impatto del concetto di cattiveria nella socialità della cittadinanza.
Perchè se lo Stato è cattivo per scelta politica (come lo erano Hitler e Stalin) allora dobbiamo considerare questi delitti non come eccezione casuale e il frutto di una patologia mentale grave di singoli soggetti, bensì come l'inizio di un contagio etico e psico-spirituale sul quale è doveroso interrogarsi.
Se andate su Google e digitate la seguente locuzione: "ferocia crescente" non troverete affatto l'ultimo discorso del papa o estratti dai Pensieri di Blaise Pascal, ma troverete centinaia di migliaia di link relativi alla propaganda di un gioco di carte on line che si chiama, per l'appunto, ferocia crescente, che ha avuto un incredibile boom di vendite nell'ultimo triennio. E' il gioco più diffuso e praticato (ad esempio) da operatori finanziari; scopo del gioco consiste nel procurare un'ecatombe. Già nel 2010, con il suo libro "Annus horribilis" (Feltrinelli editore) Giorgio Bocca identificava nella ferocia sociale il termometro che a lui segnalava l'inizio della definitiva disgregazione dell'Italia.
Dal 12 giugno, data in cui sono iniziati i mondiali di calcio, tutti i networks televisivi italiani -e più di ogni altro in assoluto Sky e Rai, ovvero le due emittenti che trasmettono le partite- hanno aumentato del 658% la pubblicità di ogni forma di gioco d'azzardo, compresi i grattaevinci.
Non si tratta di una scelta mercantile piatta: si tratta di una modalità di esercizio della cattiveria di Stato, questa è la mia idea, nascosta dietro il manto di una pubblicità come tante altre. 
Non è ciò di cui l'Italia ha bisogno.
Anzi: non è ciò di cui gli italiani hanno bisogno.
Sarebbe meglio obbligare per Legge i produttori a pagare il dovuto, per il bene del Tesoro: quello sì sarebbe un atto politico di "bontà esercitata socialmente attraverso l'applicazione delle leggi vigenti al fine dichiarato di ottenere una estensione del bene comune".
La parola "bene comune" è associata al concetto di bontà sociale: è sua figlia.
Incitare in televisione a diffondere la pratica del gioco d'azzardo è un atto di cattiveria sociale, perchè vuol dire che lo Stato ha come obiettivo quello di spingervi a investire lì gli 80 euro in più che vi ha regalato.
L'ultima ricerca sociologica applicata alla pubblicità in Italia rivela che la cattiveria, intrecciata all'egoismo e all'individualismo, è l'elemento preminente nell'immagine che spinge a vendere un certo prodotto nel nostro paese.
In Italia, la letteratura giornalistica sportiva ruota intorno al principio della esaltazione della cattiveria come elemento fondamentale per vincere, e ha sostituito sia il merito che la qualità sportiva, vedi la celebre intervista al portiere Buffon della scorsa primavera su La Gazzetta dello Sport, il quotidiano più letto in Italia,  "in Champions League a noi della Juventus c'è mancata la cattiveria e questo ci ha penalizzati, dobbiamo imparare ad essere molto più cattivi se vogliamo andare avanti".

Oggi 17 giugno 2014, alle ore 16.30, a Parigi, c'è la conferenza stampa del Fondo Monetario Internazionale che renderà pubblica la loro idea a proposito dell'Italia, fondamentale per i nostri conti. Che Dio ce la mandi buona. 
Le persone che devono decidere del nostro destino hanno in comune un aspetto caratteriale: la cattiveria. 
Kenneth Kang (responsabile del desk Italia dal gennaio 2013) che firmerà il documento, è un economista malese che tra il 1995 e il 1997 si è occupato dell'Africa centrale e lo hanno dovuto sostituire per la sua eccessiva cattiveria; lo fece buttar fuori Gheddafi, certamente uno che con la cattiveria ci andava a nozze e la conosceva molto bene, e di Kang disse "c'è un limite a tutto e gli africani non intendono sopportare ancora questo livello di cattiveria umana applicata nella finanza".. Luisine Lusinyan e Marzie Sanjani (altre due che hanno in pugno i dati sull'Italia) sono considerate due donne perfide. Tutti costoro si avvalgono della consulenza di un certo Leonardo Melosi, italiano, finanziere ed esperto in contabilità bancaria, il quale, fino a tre anni fa dirigeva la Federal Reserve Bank of Chicago, considerata una persona particolarmente cattiva. In Usa, lo hanno definito the bad boy.
Il prof. Baumann (il più importante sociologo vivente) raccontava ai suoi studenti inglesi nel Sussex (nel 2013) come la caratteristica principale della personalità dei candidati per posti di management di un certo livello dentro al Fondo Monetario Internazionale, fosse un gusto perverso nella sessualità, che doveva essere molto morbosa, e una propensione all'esercizio del sadismo senza la quale non è possibile fare carriera.
A Buenos Aires, il nostro attuale ministro Padoan, lo chiamano "il boia europeo". Era il responsabile del Fondo Monetario Internazionale nel desk Argentina che ha obbligato il governo Menem nel 1998 ad applicare delle misure economiche che hanno provocato il default nel 2001 con la dichiarazione di fallimento da parte dello Stato. In seguito a questo evento, Padoan è stato successivamente passato alla gestione del debito greco, e infine promosso alla carica di vice-.presidente. Oggi, si occupa del bene comune italiano.

Non è una Legge, non è un talk show, non è una striscetta di facebook casuale che consente di cominciare a investire energie per combattere la ferocia dilagante, intendo dire la ferocia crescente reale non quella virtuale del giochino in vendita on line. 
E' necessario aprire un varco dentro noi stessi per cominciare a costruire una nuova antropologia del cuore tutta italiana, perchè gli italiani sono rimasti vittime (a loro insaputa) del genocidio culturale, etico, morale, ma soprattutto psichico, del ventennio berlusconiano che seguita a pilotare le vite, i sogni, le ambizioni sottaciute della grande massa dei cittadini.
Dobbiamo aprire un dibattito sui nuovi Valori di riferimento per fondare un progetto culturale senza il quale non faremo neppure un passo avanti.
Il dibattito sul "democratellum" dovrebbe ruotare su una nuova modalità di approccio, uscire fuori dagli schematismi cinici di parte e cominciare a chiedersi se faccia o meno il bene dell'Italia, se sia una buona cosa per gli italiani, e se la Legge X ci aiuterà oppure no a diventare più rispettosi delle idee di tutti, più accoglienti delle diversità, più aperti all'accettazione di una società mentalmente ormai poliedrica, poli-etnica, poli-dimensionale, dove la complessità del reale segna la discriminante.
Essere buoni è un'attività complessa, ma oggi più che mai, è una necessità inderogabile.
Si comincia da qui: dibattendo delle cose reali e vere, al di là dei numeri, delle cifre, delle statistiche che possono essere manipolate, confezionate, falsate.
"Come mai gli italiani brava gente sono diventati un paese composto da individui feroci?".

Questa è la domanda nuova che propongo a tutti per iniziare a scambiarci delle opinioni necessarie per poter cambiare il paese nella sua natura.
Ben vengano le riforme strutturali.
Ma saranno inutili se prima non riformiamo l'antropologia sentimentale della nazione, perchè questo è il sale autentico che condisce il sapore delle esistenze.

Ben venga quindi e ben accolta l'idea che Di Maio, Buccarella, Brescia e Toninelli vadano a parlare con il PD sulla legge elettorale, senza pregiudizi costituiti da entrambe le parti.
Non c'è nulla da vincere, questa volta, quindi non vale di più chi fa la faccia più cattiva.
C'è da lavorare per scrollarsi di dosso il berlusconismo mercatista aetico,  il piddismo infettato. e il pentastellismo livoroso.
Dobbiamo accettare l'idea che ci siamo ammalati tutti.
E dobbiamo curarci a vicenda.
Per fondare una nuova modalità di intelligenza collettiva che consenta, in un prossimo domani, a un qualunque individuo che si è stufato di sua moglie e vuole scappare via con una avvenente ballerina, di chiamarla dall'aereoporto dicendole "cara, mi dispiace, sono un vero bastardo, ma io me ne vado in Nuova Zelanda, addio".
Senza aver bisogno di dover sgozzare l'intera famiglia, basta rivolgersi a un bravo avvocato divorzista. 
Non si tratta di casi isolati.
Siamo noi italiani che siamo diventati un'isola sperduta, incapaci di brillare di luce nostra.





11 commenti:

  1. alcune persone hanno perso il ragionamento logico per questo agiscono malvagiamente, la TV delle cretinerie ha avuto il sopravvento sui valori e sull'etica.Qualcuno deve farsi un esame di coscienza.

    RispondiElimina
  2. leggendo nelle bacheche dei social network i commenti a svariati argomenti avevo notato come e quanto fosse diffusa la ferocia nell'offendere e minacciare anche in assenza di temi in grado di scatenare quelle pulsioni indotte dall'appartenenza politica o sportiva.
    Il tuo articolo mi lascia sgomento da vecchio pittore sognatore anarchico corroborato da una socialità nelle mie frequentazioni nella vita reale e digitale di persone ognuna con il suo carattere ma buone e solidali.
    La tua analisi mi aiuta a comprendere meglio quello che non vedo dal mio giardino per cui volevo, se posso permettermi,chiederti due cose : la ferocia per te è un attributo della cattiveria di base o una modalità dell'agire che può anche solo momentaneamente manifestarsi in chiunque ?
    Nelle tue personali frequentazioni non solo le amicizie riscontri la stessa percentuale di cattiveria/ferocia rispetto ai social ?

    RispondiElimina
  3. Ottimo aticolo che offre parecchi spunti di riflessione di carattere antropologico, storico e sociale. La cattiveria è insita nel genere umano. Sono le circostanze associate ai fallimenti dei modelli culturali ed economici vigenti che la fanno prevalere sul resto.
    Di quale società sono figli Hitler e Stalin? Io non sarei così sicuro che il colpevole sia solo il neolibersmo. Alle spalle c'era il fallimento di un modello feudale ed economico aggressivo ed incapace che portò ad una prima guerra mondiale ed ad una rivoluzione in Russia. Quale migliore terreno di proliferazione di cattiveria e ferocia? Indipendentemente dal livello culturale di una società, la cattiveria ne fa strage e scempio senza distinzione di razza, livello sociale o economico.
    Purtroppo il rischio che la ferocia e la cattiveria prevalga di nuovo nella nostra cosiddetta società moderna è altissimo.
    Si deve combattere contro questa deriva ed il suo articolo, caro Sergio Di Cori Modigliani, va esattamente nella giusta direzione.

    RispondiElimina
  4. secondo me bisogna distinguere tra il casi di itler / stalin e farange ,Quast'ultimo ha provocato tanta rabbia perche non c'è stata una discussione prima e uno vale uno è andato a farsi friggere .Non sono daccordo che bisogna combattere perchè così facendo si da forza a cio che si combatte ma bisogna mostrare un nuovo modello più efficace , sistemerà tutto lui (il nuovo modello) senza guerre

    RispondiElimina
  5. Anche questo post - come sempre – e’ molto interessante e vorrei provare a dare una chiave di lettura che mi e’ tornata in mente a leggere queste righe.

    Una possibile risposta alla domanda ‘Come mai noi italiani siamo diventati individui feroci’ a mio avviso e’ che dobbiamo recuperare la consapevolezza della bellezza. La bellezza come valore, la bellezza in tutto, nelle cose, nelle situazioni, nei rapporti tra le persone; in genere chi vive in un bel posto, chi e’circondato dal bello, che sia il mare, la montagna, una bella citta’, dei vicini carini e che si preoccupano per te, da persone che ti vogliono bene, e’ piu buono, esprime bonta’ come qualita’naturale, naturale come le belle cose che ha intorno. E si e’ anche piu’pronti ad accettare le diversita’come un dono, anziche’ una minaccia,
    La cattiveria, o semplicemente il soggettivismo certamente non spariscono, ma vengono relegati in un angolino.

    Dove e’finita la nostra bellezza/bonta’di Italiani brava gente?
    Per quel che vedo direi che un fatto importante e’ stato quando abbiamo dimenticato l’importanza della bellezza e abbiamo dato piu’ spazio ad altro, l’abbiamo lasciata scivolare al rango di cosa normale, forse superflua, dando piu’ spazio ed importanza ad altri valori, come il denaro, gli oggetti di marca, lo status, la sicurezza del futuro, e via dicendo.
    Personalmente pensó che soldi, rango, status, futuro etc siano cose certamente degne e importanti, ma devono rimanere al giusto posto nella scala dei valori, non diventare il valore principale o la ragione di vita.

    Nel nostro piccolo, e’ piu’importante fare una torta per il compleanno della vicina, piuttosto che passare quel tempo davanti alla tv o a lavorare, perche’e’ piu’importante, piu’ appagante e infine piu’bello il suo grazie del programma del pomeriggio, o dei soldi in piu che guadagneresti in quella mezz' ora.

    E piu’in grande - come dici – parlare senza pregiudizi con “gli altri”- chiunque siano nella prospettiva di fare qualcosa di buono e quindi bello per tutti, guardando lontano.

    L’ esercizio della bellezza e’difficilissimo e noi abbiamo il cervello troppo impigrito da chi ci propone pacchetti gia’pronti con la scritta “BELLO” sopra, ai quali in tanti crediamo ormai ciecamente, senza fare piu’nemmeno lo sforzo di pensare se sto' pacco e' proprio cosi’bello e buono per noi. Ad esempio, e’ piu’soddisfacente passare un bel pomeriggio di primavera in casa a giocare a “Ferocia Crescente” o chiamare una tua amica e passare insieme qualche ora a godersi la primavera?
    I pacchetti sono anche destra-sinistra, fascista-comunista, gay-etero, maschio-femmina…la realta’e ‘piu complessa, certamente, e anche piu’ faticosa da capire, perche’ quasi nessuno ci stimola a vederla, a pensare con la nostra testa, ma e’ molto piu bella e colorata di questi pacchetti che ci vengono propinati in ogni modo.

    Credo che noi italiani siamo pero’avvantaggiati e possiamo meglio di altri uscire da questo torpore mentale; viviamo in una terra baciata da Dio, abbiamo una concentrazione di ricchezze naturali, di cultura millenaria, di bellezza in senso allargato che nessun’ altro posto al mondo ha in questa misura e concentrazione. Dovremmo smettere di darlo per scontato ed esserne piu' consapevoli.

    Nel mio piccolo cerco di coltivare la bellezza in tutti i modi, e di trasmettere questa coscienza alle persone che ho intorno, specie a chi passa i pomeriggi alla playstation o davanti alla TV, perche’veramente credo che la bellezza sia un valore fondamentale che sta alla base di un sacco di buoni pensieri e di buone azioni, il bello cambia il modo di pensare.

    Magari questo post e’un buon post(o) per un confronto, soprattutto con chi non e’ d’accordo.

    Cordiamente,

    Modesta.

    RispondiElimina
  6. salve Sergio,
    mi scusi se vado OT ma vedo che ultimamente è molto concentrato su m5s.
    le chiedo un commento sulle ultime e stavolta sempre più insistenti voci di una nuova bancarotta dell'argentina.
    se riuscisse a fare un aggiornamento sul sud america le sarei grato.
    tiziano

    RispondiElimina
  7. 50 anni fa usciva un film di Richard Lester, The knack. A un certo punto
    vi e' una scena. Mentre dei ragazzi portano a casa un letto trovato da un rottamaio e vi saltano e ballano spingendolo per tutta Londra in una
    altra casa avviene un trasloco. Tra le cose da portare via un grande quadro e il vecchio proprietario continua a dire ai facchini di fare
    molta attenzione, di non rovinarlo. Coincidenza, nel momento in cui il quadro esce in strada, arrivano i ragazzi e uno di loro mentre salta sul
    letto senza volere sfonda il quadro e cade malamente per terra. A questo
    punto uno si immagina il vecchio andare a prendere la spranga piu' grande che ha e ... ma lui semplicemente chiede al ragazzo - "Si e' fatto male?" "Si sieda un'attimo" "Venga in casa."
    Noi ci aspettiamo sempre la violenza e rispondiamo sempre con la violenza, per lo piu' verbale e codarda.
    Monetizzando il tutto la sofferenza non ha valore ad eccezione della nostra, la nostra personale e non ci rimane altro che renderla violenta per fare che gli altri le diano un valore.
    Quando invece la sofferenza e' comune, quando si trasforma in solidarieta' ed infine trova una espressione politica allora diventa
    valore. Senza solidarita'......

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo post di Modigliani ha qualcosa di prodigioso, perché oltre a comporre il consueto mosaico sfolgorante di concetti e avvenimenti sa anche suscitare riflessioni come la Sua.

      "Monetizziamo il tutto, la sofferenza non ha valore ad eccezione della nostra, la nostra personale e non ci rimane altro che renderla violenta per fare che gli altri le diano un valore".

      E' proprio così: grazie di tanta semplice profondità e pacatissimo rigore, alieno ad ogni compiacimento sadico ma attento e fedele alla realtà, sia del mondo che dell'interiorità.

      L'ironia socratica è stata un grande incentivo alla riflessione e alla scoperta, ma qui e adesso è di questo sguardo fresco e distaccato che abbiamo bisogno, per riemergere da questa alluvione di ferocia e reimparare la solidarietà. Perciò, di nuovo, La ringrazio.
      marilù l.

      Elimina
  8. Pentastellisimo livoroso è la pratica di Berlusconi copiata anche da dall'omonimo Renzi.
    Tutti ammalati, ci andrei cauto, se non ti proponi come sano a chi pensi di poterti rivolgere?
    Infatti sono tutti bravi a dire cosa si dovrebbe fare, ne vedessi mai uno fare qualcosa o dire qualcosa di utile riguardo a ciò che fa o ha già fatto di buono.
    La cattiveria frutta cibo e non amore, pare che il cibo sia più utile dell'amore... e che il mondo sia talmente pieno di brave donne che confermano l'assunto, cattivamente corrotte dai soliti cattivi soldi: gli anti amore per eccellenza, quelli che quando li hai le donne ti amano...
    A questo punto conviene anche interrogarsi su quanto la donna è complice del sistema o vittima.
    Una prestazione sado maso costa molto di più delle prestazioni normali, i soldi non bastano mai.

    RispondiElimina
  9. Perfidia, cattiveria, ferocia, E se cercassimo di interpretare la realtà secondo le categorie della stupidità, dell'omologazione, del conformismo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Faremmo bingo (finiremmo col capire il problema), ma l'unica cosa che puoi fare è dare un modello alternativo alle categorie della stupidità, dell'omologazione, e del conformismo. Categorie che tutti conosciamo ma talmente basilari da non potervi rinunciare per primi.
      Quanto meno, sarebbero utili, se non altro, modelli comportamentali (di fantasia in mancanza di meglio) semplici da capire ed efficaci nei contenuti.
      Niente niente occorre tornare alle favole... i basilari appunto.

      Elimina