venerdì 6 giugno 2014

Dal D-day al O-day: il giorno più lungo


di Sergio Di Cori Modigliani

All'alba del 6 Giugno 1944 l'esercito anglo-americano sbarcava sulle coste della Normandia, è quello che gli storici hanno definito "il giorno più lungo". 
Iniziava così la liberazione dell'Europa dal giogo hitleriano del Terzo Reich.
Oggi ricorre il 70esimo anniversario.
I due comandanti in campo, il generale Eisenhower e Alexander, avevano pianificato lo sbarco e, pur sapendo che non sarebbe stata una passeggiata, ritenevano che i propri eserciti avrebbero sorpreso l'esercito tedesco e in meno di due ore l'avrebbero sbaragliato.
Ma la natura ci mise lo zampino.
La battaglia iniziò malissimo.
Alle 3.45 del mattino, mentre ormai erano già partite le truppe, la temperatura scese di dieci gradi e un inatteso ciclone proveniente dalle Azzorre provocò un fortissimo quanto inatteso vento. Mentre le truppe di terra si avvicinavano sulle barche, la Royal Air Force iniziò un massiccio bombardamento sulle linee di difesa tedesche, facendo piovere dall'alto centinaia di migliaia di tonnellate di bombe. All'altezza di cento metri, il vento, alle 4 del mattino, spirava alla velocità di 200 km. all'ora e quindi provocò una catastrofe militare. Il 90% delle bombe, infatti, venne spostato e cadde cinque chilometri dietro le linee nemiche che rimasero illese.
Quando le barche arrivarono sulla battigia, i soldati, vedendo il riflesso delle bombe che esplodevano, pensarono che l'esercito nemico fosse stato già sbaragliato dall'aria.
All'avanguardia -dopo una furiosa e vanitosa gara di narcisismo individuale tra i due generali- venne stabilito che i primi a toccare la riva sarebbero stati i membri della selezionata Divisione Omaha al completo, come simbolo di riconoscimento di fedeltà patriottica. Questa piccola città, nello Stato del Nebraska, infatti, aveva fornito il più alto numero di soldati, il 60% dei quali era partito volontario. A casa non era rimasto più quasi nessun giovane maschio.
Quando i soldati americani sbarcarono sulla spiaggia di Colleville sur mer, si trovarono davanti uno spaventoso sbarramento di fuoco: morirono tutti. 
Dei 12.356, ne vennero uccisi 11,340.
Uno spaventoso tiro al piccione.
Mentre quei poveretti cadevano sulla battigia, si avvicinavano i grandi incrociatori che riuscirono a prendere a cannonate i tedeschi, consentendo, di lì a tre ore, lo sbarco dei 156.000 soldati dell'intera armata.
La battaglia, invece che due ore ne durò 18.
Alla fine della giornata, quando il sole era ormai tramontato, i tedeschi erano in rotta.
Sulla spiaggia rimasero morti 21.500 soldati anglo-americani e 35.600 tedeschi.
57.000 giovani morti: questo fu il bilancio delle vite umane.

Erano tutti in maggioranza poco più che ventenni, ciascuno con il proprio bagaglio interiore di speranze, sogni, ambizioni, progetti. La quantità di sangue versato fu talmente alta che per 72 ore tutte le spiagge della Normandia si tinsero di rosso, mentre le onde vomitavano cadaveri.

E' nata così l'Europa che la nostra generazione ha conosciuto, da un massacro collettivo.

Quei giovani morti ci hanno regalato 70 anni di pace e l'acquisita consapevolezza, da Lisbona a Varsavia, da Stoccolma a Palermo, di voler abolire la guerra -quantomeno nel nostro continente- come mezzo di risoluzione dei conflitti.
Qual è il lascito, 70 anni dopo, di quei giovani morti sulla battigia?
Ci fu chi se lo chiese nel lontano 1969, quando si commemoravano i 25 anni.
Si tratta di un aneddoto della mia biografia esistenziale, che qui condivido con voi, considerandolo utile come premessa introduttiva al tema del giorno di questo post: che fare?
Il 6 giugno del 1969 c'era stata una manifestazione esattamente identica a quella che le televisioni oggi ci mostrano. Erano diversi soltanto i capi di Stato. L'unica sopravvissuta di allora è la Regina Elisabetta II.
Ma l'Europa, allora, non era annichilita come oggi, era ben vispa e splendente di creatività.
L'artista Julian Beck, insieme alla compagnia danzante del Living Theatre di Londra e al Cafè Mama del Greenwich Village di Manhattan, New York, e al teatrante Bob Wilson, avevano deciso di fare ciò che allora si chiamava "happening", basato sul passaparola.
Io lo avevo saputo, e giovanissimo adolescente, c'ero andato.
Il giorno dopo le manifestazioni istituzionali, qualche migliaio di giovani proveniente da ogni angolo d'Europa si era dato appuntamento al cimitero militare di Colleville sur mer. Ciascuno portava diverse candele. Dietro le lapidi erano stati sistemati, in maniera artigianale davvero molto poco high tech ma molto molto efficace, dei piccoli altoparlanti collegati a dei megafoni. Erano i suoni della battaglia, i rumori delle cannonate, le urla strazianti di chi stava morendo, le grida degli ufficiali che davano ordini. Decine e decine di ballerini inglesi ammantati con un grande peplo bianco giravano a mo' di fantasmi senza dire una parola. I giovani accendevano le candele, fumavano la marijuana e facevano sesso. Diverse lapidi erano state imbrattate con la scritta "make love not war". Tutto qui. Una esperienza esaltante.
Era la modalità con la quale, la mia generazione, allora, intese celebrare il proprio debito di riconoscenza nei confronti di quei nostri coetanei morti: avevamo capito la lezione storica. Per noi era molto chiaro che il 100% di quei ragazzi, un attimo prima di scomparire, rimpiangeva il fatto di essere costretto a morir di guerra invece che vivere d'amore.
Allora non esisteva la civiltà mediatica come oggi. Non ci fu quindi, un report.
Ma il giorno dopo, solidi gruppi di conservatori tradizionalisti protestarono denunciando l'oltraggio, l'affronto, l'offesa. La polemica non divampò perchè intervenne immediatamente il filosofo Jean Paul Sartre che difese quella scelta artistica e tutto svanì in un pomeriggio. In Italia, due giorni dopo, un quotidiano di destra molto diffuso nella capitale (si chiamava "La Luna") pubblicò la notizia in prima pagina con una fotografia e il titolo "Capelloni e yeh yeh al cimitero": per loro era una promessa. Infatti, di lì a sei mesi arrivarono le bombe alle banche.
I sociologi hanno identificato quell'atto collettivo di gusto teatrale come il primo gesto politico di presa di coscienza dell'esistenza della globalizzazione, perchè da lì, da quel cimitero, partì poi un corteo pacifista di giovani europei che protestavano contro la guerra nel Vietnam, dove altri ventenni, a centinaia di migliaia, morivano.
I marines della divisione Omaha, per noi, erano diventati i padri simbolici dai quali trarre una definitiva eredità pacifista. Li ringraziavamo per ciò che avevano fatto, ma nessuno di noi avrebbe mai compiuto il loro stesso errore.
Anche i conservatori che urlarono all'oltraggio fecero figli e nipoti.
Erano i genitori e i nonni dell'oligarchia del privilegio che oggi, 45 anni dopo quella data, hanno dato vita a una inedita guerra globale europea: quella della classe superiore contro la cittadinanza serva.
Noi tutti, spagnoli e italiani, greci e irlandesi, francesi e portoghesi, cittadini comuni che lavorano o aspirano ad averlo, un lavoro, che hanno sogni e aspirazioni e ambizioni e sogni "normali", ebbene, oggi, siamo come quei giovani morti sulla battigia: spendibili.
E' un massacro di tipo diverso (all'apparenza) perchè non c'è il sangue, non ci sono i bombardieri, non ci sono battaglie militari visibili.
Ma sempre di nazismo si tratta.
Non di quello piattamente folcloristico, mediaticamente inrepretato da quei dementi con la testa pelata e una svastica tatuata sul cranio, quella è la variante spicciola criminale del livello più degradato e abbrutito. 
Oggi, il nazismo si è evoluto, si è raffinato, si è perfezionato.
Nello stesso identico modo in cui i politicanti corrotti e ladri di un tempo hanno aderito ai nuovi tempi odierni -approfittando dell'uso di strumenti avanzati di alta tecnologia- approntando delle strategie e delle modalità di esercizio che rendono molto ma molto gravoso il compito e il lavoro dei politici per bene e dei magistrati onesti che cercano di smascherarli.
Ma quel pensiero nazista è rimasto: l'idea di appartenere a una razza eletta.
Il nazismo non ha mai avuto una ideologia: era semplicemente una fantasia piccolo-borghese nella sua deriva criminale, piatta quanto banale nella sua efferatezza. La cosiddetta superiorità della razza ariana era una semplice scusante per consentire a un gruppo di banditi di impossessarsi dei beni altrui con la violenza, di espoliare il bene pubblico, di ridurre l'idea dello Stato -e quindi del Diritto- ad esercizio aziendale privato, a disposizione di un gruppo di eletti.
E' la deriva etica nella quale viviamo oggi, preannunciata, vivisezionata e prospettata con ammaliante lucidità dal filosofo americano Richard Rorty che l'aveva identificata nel 2002 con il termine di "overclass", per i cui esponenti un cittadino comune e normale, come il sottoscritto e voi che state leggendo, altro non sono che gnomi inferiori e fastidiosi, poco più di uno scarafaggio. Gli appartenenti a questa classe sono persone all'apparenza "normali", la maggior parte dei quali sono neo-nazisti a loro insaputa, nello stesso identico modo in cui un proprietario terriero della Louisiana nel 1832 non sapeva di essere razzista, per lui era la norma consuetudinaria. 
Questo è il prodotto del genocidio culturale prodotto -soprattutto in Italia- negli ultimi decenni.
Ha creato l'incorporazione di un pensiero nazista inconsapevole, di una idea di superiorità che è post-ideologica, post-etica, post-morale. 
Infine, post-moderna.
Così come per un ufficiale della Gestapo era normale, usuale e legittimo, nel 1938, convocare un professionista protestante, che magari faceva il dentista o il commercialista o il sarto, il cui gusto sessuale era omosessuale e in virtù di quella scelta comunicargli che gli veniva portata via la sua casa di proprietà, i suoi beni, e la possibilità di avere un futuro, così, oggi, in Italia è assolutamente normale, usuale e legittimo, che un esponente della overclass si appropri di danaro pubblico (cioè nostro, nel senso di appartenente all'intera collettività) e lo dirotti nel conto personale suo o di sua moglie o del suo partito di appartenenza. Per queste persone, le proteste della cittadinanza indignata, le contestazioni dei magistrati, sono una reazione folle. Dobbiamo capire come pensano, come agiscono, se vogliamo fare qualcosa di efficace.
E' comprensibile che per loro sia una follia considerarli disonesti o ladri.
Perchè loro vivono nel mondo che hanno costruito e che ha legittimato la genesi della overclass, razza di esseri superiori, per i quali è assolutamente normale appropriarsi di danaro pubblico per farsi ristrutturare, per dire, una villa lussuosa in collina. 
E' pazzo chi contesta a queste persone il diritto di farlo.
E' il grande paradosso prodotto dal nazismo post-moderno: i pazzi siamo diventati noi.
Chi mai avrebbe osato sostenere che un ufficiale della Gestapo era un ladro?
O un amico intimo di Stalin?
O un alto ufficiale che in sala mensa sedeva accanto al generale Pinochet?

Nella sua modalità istrionesca, iperbolica, fantasmagorica, esagerata, estrema, spettacolare, l'espressione usata da Beppe Grillo "io sono oltre Hitler" andava e va tuttora intesa in questo senso: comprendere che in Italia non c'è stato nessun golpe, ma è accaduto qualcosa di molto ma molto più profondo e sottile che ha determinato e dato vita a una mutazione antropologica di incorporazione di pensiero nazista che ha reso marcio il paese. 
Per comprendere questo meccanismo, è necessario andare -per l'appunto- oltre Hitler che (massimo paradosso pensabile) a modo suo era sincero e infantile, non avendo mai fatto mistero dei suoi gusti e dell'idea di dominare il mondo eliminando fisicamente chiunque gli desse fastidio e non la pensasse come lui.
Dobbiamo andare al di là degli stereotipi ideologici moderni, sono categorie inutili per comprendere ciò che è avvenuto in Italia, dobbiamo munirci di una nuova e necessaria strumentazione per sapere come rispondere a tono.
Siamo in presenza di una overclass che neppure capisce ciò che noi diciamo.
Non sono ladri nè ladroni: è un errore considerarli tali.
Sono lucidi esponenti di una umanità degradata, composta da individui spiritualmente miserevoli, con fantasie da accattoni piccolo-borghese, e come tali devono essere trattati.
E' necessario chiamare a raccolta gli spiriti più nobili della nazione, quelli più evoluti, più equipaggiati, per far fronte comune contro la nazificazione post-moderna delle istituzioni.
Non sarà un decreto legge o una norma a migliorare la situazione.
Si tratta di un habitus mentale.
Queste persone sono dei mutanti, non capiscono il linguaggio del bene pubblico, non hanno neppure idea di che cosa voglia dire. E' inutile anche spiegarlo loro.
E' necessario ricostituire il Senso, perchè non si tratta di corruttela, questa era appannaggio della prima repubblica. Si tratta di una pestilenza che è anche contagiosa, perchè invitante.

Per fortuna c'è Matteo Renzi, un giovane che vuole fare la rivoluzione morale ed etica in Italia.
In quanto italiano non si può non augurargli tutta la fortuna del mondo.
Ci attendiamo, quindi, da questo giovanotto innocente, una manifestazione comportamentale che segnali alla cittadinanza italiana dei pensanti che lui NON è overclass ed è diverso.
Nel senso che è uno di noi, di destra, di centro o di sinistra è irrilevante.
Per far ciò, mi permetto di fornire due immediati consigli che qui propongo all'attenzione dei miei lettori come risposta alla domanda angosciante che mi pongono sempre "che fare?".
Ecco che cosa dovrebbe fare il Presidente del Consiglio per fermare immediatamente la pestilenza:

1). Il primo atto politico del suo governo è stato quello di far nominare alla carica di vice-presidente della Banca popolare dell'Etruria, vero polmone finanziario della piccola e media industria toscana (e non solo) un signore, di estrazione contadina, senza alcuna competenza tecnica se non quella di essere stato Presidente della Confcooperativa di Arezzo per 6 anni, che si chiama Pier Luigi Boschi. E' il babbo della ministra Boschi. Non essendo persona meritevole dal punto di vista delle cognizioni bancarie e finanziarie, non essendo persona che ha mai avuto a che fare con le necessità di credito delle imprese dato che non è il suo campo e non ne sa nulla, la sua nomina non può che essere ascritta a una interpretazione medioeval-feudale del potere basata sull'assunto che il babbo di una ministra merita la carica di vice-presidente in quanto babbo. Così pensano gli esponenti della overclass. Così ragionano. Ma io ormai sono diventato come Maurizio Crozza e mi adeguo al suo linguaggio: "io non credo affatto che il babbo della ministra sia diventato vice-presidente di una importante banca perchè babbo, non ci credo. Si è trattato di un errore, di un disguido, di una scivolata, di una dimenticanza, magari di una gaffe perdonabile, perchè no?". Stando così le cose, si può subito passare alla costruzione dei necessari anti-corpi per combattere la pestilenza, invitando il signor Pier Luigi a rassegnare le sue dimissioni con la dizione "per non creare nessuna forma di ambiguità nè di imbarazzo all'operatività dell'esecutivo", oppure farlo fare alla figlia per l'identico motivo. Così si dà il segnale forte che si vuole la prevenzione. Altrimenti, non ci si possono stracciare le vesti, dopo. O mi sbaglio?

2). Il più prestigioso ente strategico della nazione è l'Eni, fondamentale. Si occupa dei nostri approvvigionamenti energetici e si fa valere in tutto il mondo grazie all'antica tradizione riconosciuta dell'abilità dei nostri eccellenti ingegneri civili. L'Eni costruisce in tutto il mondo, piattaforme, centrali, oleodotti, gasdotti, è una grande multinazionale che ben compete nel mondo della globalizzazione. Il suo principale oggetto d'uso materiale è il tubo d'acciaio e di alluminio. Il principale gruppo produttore di questi tubi è l'azienda Marcegaglia. Il nostro premier ha nominato Presidente la proprietaria dell'azienda. Esiste, quindi, un conflitto di interessi. Ora, io non credo (come dice Crozza) che la signora Marcegaglia farà mai nulla per far sì che il suo gruppo venda anche un tubo in più in giro per il mondo, non ci credo affatto. Ma per evitare che alligni il sospetto, la spada di Damocle, l'infestazione dell'ambiente e quindi per poter prevenire dei potenziali o possibili o probabili accadimenti lesivi della dignità dell'Eni, sarebbe il caso che la signora Marcegaglia rassegnasse le dimissioni immediatamente con la seguente dizione: "in questo tragico momento della nazione, per dare al paese un segnale forte da parte di Confindustria e dell'esecutivo, mostrando le intenzioni di evitare ogni forma di ambiguità e di potenziali complicità in attività che rivelino un conflitto d'interesse tra interesse strategico pubblico e interesse privato, rassegno le mie dimissioni poichè essendo l'orgogliosa titolare del gruppo che tanto ha fatto per la nazione, intendo dare il mio personale contributo di italiana, di cittadina, di imprenditrice, al cambiamento di rotta che oggi l'Italia necessita". Una volta dimessa, il governo fa un bando immediato per l'assunzione del neo presidente scegliendo tra le eccellenze di cui la nostra Bella Italia gode, e il/la prescelta lo sarà per merito e per competenza tecnica.

Due mossette che non costano neppure un euro.
Non c'è bisogno di fare nuove leggi.
Non c'è bisogno di nuove tasse.
Ma il risultato sarebbe davvero immediato e prestigioso per il paese: questo sì sarebbe un segnale che dimostrerebbe come il signor Matteo Renzi non sia parte integrante della overclass, bensì un soggetto politico normale, molto dotato e pieno di talento, ma pur sempre "normale".

Ieri mattina si è verificato un episodio sintomatico a Bruxelles.
E' avvenuto un episodio simile al famigerato sorrisetto di Sarkozy su Berlusconi, ma molto molto peggio e ben più grave. Dopo le riunioni ufficiali del G7, Barack Obama ha organizzato una riunione strategica "con i partner europei" (quindi niente Cina, niente Giappone) per stabilire alcuni "punti fermi nella strategia politica globale dei prossimi mesi". L'ora era le 17. Il nostro premier si è accodato, tutto contento. Peccato che l'Italia non sia stata invitata. Ci sono andati la Germania, la Francia, l'Inghilterra. Lui no.
Quindi, nessuno di noi.
L'Italia è stata tenuta fuori.
Lo capisco.
Grazie alla nostra overclass, il nostro paese è ritenuto non affidabile, non attendibile, non adulto a sufficienza per ascoltare ciò che devono dirsi i grandi che contano.
La cupola mediatica -a differenza che per il sorrisetto di Sarkozy- ha provveduto a non comunicare la notizia, non sottolinearla, non darle enfasi.
Ecco perchè serve qualche atto comportamentale immediato di grande spessore.
Gli investitori internazionali stanno scappando via: è il danno collaterale provocato da persone come Berneschi, Bazoli, Pesenti, Penati, Ligresti, Greganti, Galan, Cota, ecc.
Chi li paga, questi danni?
Quanto ci costa la nuova immagine di un nostro premier che viene tenuto fuori della stanza che conta?.
Quanto ci costa il fatto che nessun telegiornale abbia dibattuto sulla vicenda?

L'Italia va a guidare il semestre europeo non per merito, ma per burocrazia, dato che c'è il turnover, quindi tocca a noi. Ci arriva schiaffeggiata e umiliata, avvilita e denigrata.
Non si otterrà, dunque, un bel nulla. Ciò che ci prospettano è pura piatta retorica.
Per i partiti verticali è l'ultima spiaggia.
E' la loro, non degli italiani.
Per noi è la prima spiaggia.
Per i cittadini, per gli intellettuali liberi e pensanti, per i soggetti autonomi e indipendenti, per gli appassionati civili per bene, si tratta di equipaggiarsi per lo sbarco nel "paese normale".

Dal D-day del 6 Giugno 1944 che oggi si celebra, al O-day di domani.
Dove O sta per zero.
Tolleranza zero.
Mafia zero.
Criminalità organizzata zero.
Nominati zero.
Parassiti zero.
Come le bibite senza zucchero, quelle a O calorie, fa anche bene alla salute.

Rimbocchiamoci le maniche e chiamiamo a raccolta la parte nobile del paese che esiste, eccome se c'è. Lavoriamo per il nostro sbarco. Oltre Hitler, nel senso di "aldilà dell'overclass e di ogni razza superiore che dir si voglia, per l'affermazione della dignità dei cittadini".

Perchè vinciamo noi: questo è poco ma sicuro.



15 commenti:

  1. Veramente gli investitori internazionali sono arrivati eccome.in questo momento l Italia è il paese che fa più gola.

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    1. Ah beh, di certo.
      Venghino signori, venghino! Svendita totale per fallimento, prezzi bassissimi.
      Come gli avvoltoi su di una carogna.

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    2. Molto di più!
      Gli investitori internazionali hanno PROVOCATO la crisi,
      COMMISSARIATO dal nov 2011 la già colonia americana chiamata Italia,
      posato una pietra tombale sul nostro paese con l'epitaffio:PD 41% . Con le europee col TRUCCO (che c'è ma lo vede solo chi non crede che gli asini volino..) per acquistare a prezzo di saldo ciò che resta delle nostre vite e TERMINARE IL SACCHEGGIO.
      La Jp Morgan, pare sapesse già un mese prima delle elezioni il risultato..

      E' di qualche anno fa. Ma come dicevano gli antichi Romani, repetita iuvant!
      http://www.youtube.com/watch?v=cyjLLSRgh2E

      Renzi abbiamo capito che cos'è. E' la foglia di fico sui BROGLI ELETTORALI.
      I milioni di italiani che sono senza lavoro e stanno morendo di fame non avrebbero mai votato il pd. Insieme al voto gli hanno rubato il futuro.

      Grillo e M5S se ci siete (in buona fede) battete un colpo e cambiate strategia. Se no, ci fate..e allora addio!
      Perché vinciamo mai. Questo è poco ma sicuro.

      Sergio Vetrone

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  2. Sergio
    Ti leggo da fortunato emigrato in USA. A volte non condivido ma comunque ti apprezzo molto per gli stimoli che mi suscita la lettura dei tuoi articoli.
    Pero' questa non l'ho proprio capita:
    'I marines della divisione Omaha, per noi, erano diventati i padri simbolici dai quali trarre una definitiva eredità pacifista. Li ringraziavamo per ciò che avevano fatto, ma nessuno di noi avrebbe mai compiuto il loro stesso errore.'
    Errore? E quindi come avresti liberato l'Europa? Colle candele e i ballerini con le tuniche?
    Anyway, l'Italia e' un paese finito e morto. Mai stata una nazione ma al massimo un Principato Massonico con i sudditi che- come hanno dimostrato le ultime elezioni- sono belli pronti a credere alle chicchere del venditore di pentole di turno.
    Buona Domenica
    M XIII

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    1. Io credo che l'errore si riferisse al fatto che quei ragazzi in qualche modo hanno favorito quello stato di cose che ha poi portato a quel massacro. Per la maggior parte di essi probabilmente si è trattato solo di un atto riflesso di pura soppravvivenza, ma pur sempre loro è stata la responsibilità. Perchè non si opposero a quei regimi e a quei poteri forti che allora facevano il bello e il cattivo tempo?
      Oggi abbiamo la possibilità e l'obligo di riscattare quei ragazzi. I poteri forti sono sempre li, ma sono solo " lucidi esponenti di una umanità degradata, composta da individui spiritualmente miserevoli", e oggi abbiamo i mezzi e l'educazione necessaria per fronteggiarli e relegarli dove non potranno più nuocere.

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    2. "Io credo che l'errore si riferisse al fatto che quei ragazzi in qualche modo hanno favorito quello stato di cose che ha poi portato a quel massacro".

      Hanno abboccato cioè alla propaganda o si sono lasciati commuovere dalle notizie sugli orrori dei lager nazisti, che cominciavano a trapelare? Sarebbe stato questo il loro sbaglio?

      Ma allora bisogna ritenere i giovani partecipanti all'happening descritto da Modigliani come corresponsabili del suicidio del diciannovenne del Wyoming che a Denver, Colorado, nel marzo scorso si è tolto la vita dopo aver mangiato un biscotto a base di cannabis, o dell'omicidio commesso dall'uomo che, sempre a Denver, ha ucciso la moglie dopo aver mangiato una barretta al cioccolato e marjuana, sostanza, quest'ultima, divenuta da gennaio del tutto legale in Colorado grazie a una legge approvata dallo Stato. Anche se, a ben guardare, quel ragazzo e dell'uomo d'oltreoceano sono stati un po' troppo imprudenti a non informarsi, prima di fidarsi ciecamente delle autorità del Colorado, circa gli effetti che una simile manovra di depenalizzazione ha avuto in Gran Bretagna, dove per giunta i coscienziosi redattori dell'Indipendent avevano già pubblicato anni fa, nel 2007, in prima pagina, un accorato articolo di scuse per aver promosso, dieci anni prima, il consumo "limitato" di marijuana e, di conseguenza, una parziale depenalizzazione del suo uso e commercio. (vedi:http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/03/19/eravamo-sbagliati-la-cannabis-fa-male.html).
      Suggerirei a riguardo anche la lettura di quest'altro articolo: www.tempi.it/harvard-anche-luso-saltuario-di-cannabis-causa-gravi-danni-al-cervello#.U5cFr3Z8Cqk.

      Mi spiace, la narrazione storica dello sbarco in Normandia è minuziosa e trascinante, così come è degna di nota quella relativa allo speciale omaggio portato dai "flower power" ai loro coetanei trucidati in quella spaventosa battaglia quasi vent'anni prima, ma il corollario delle conclusioni che ne trae Modigliani non mi trova per nulla concorde.

      La spocchia di Obama e degli altri paesi europei che si sentono così tanto più nobili -- o "ariani" -- di noi peones peninsulari è poi, a dir poco, irricevibile, Renzie o non Renzie la sostanza (è il caso di dirlo) non cambia.
      Saluti cordiali, marilù l.

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    3. Errata corrige: terzo capoverso: "Anche se a ben guardare quel ragazzo e QUELL'uomo d'oltreoceano ecc. ecc.".

      Quinto capoverso: "(...) ai loro coetanei trucidati in quella spaventosa battaglia OLTRE vent'anni prima ecc. ecc.".
      Grazie.
      marilù l.

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    4. oltre ai tuoi link prova a leggere anche l'altra campana.
      http://www.enjoint.info/?p=9055

      Un capolavoro di mistificazione: Cannabis e uso terapeutico (by LoSai? e co.)
      Scritto da Mario – 14 luglio 2013 – 16:003 commenti
      Un capolavoro di mistificazione: Cannabis e uso terapeutico (by LoSai? e co.)

      L’articolo che è stato rilanciato recentemente dal sito LoSai? spiega molto sul loro modo di fare contro-informazione: “A proposito di: le canne non fanno male e uso terapeutico”. La penna originale è di Lorenza Perfori, autrice di pubblicazioni come “Scegliere la vita” (edito da “Fede e cultura”) e collaboratrice del mensile “Notizie provita”. Qual è la missione di questa pubblicazione? L’iniziativa Prolife News vuole coinvolgere tutti coloro che concordano sul fatto che l’aborto è il più ignobile degli omicidi, perché perpetrato contro una persona inerme, incapace di difendersi. Bene. Gente sobria quindi, aperta mentalmente e senza pregiudizi (si fa per dire). Ma voi penserete: “Cosa c’entra l’autrice dell’articolo se il contenuto è veritiero e coerente?” Giusto: è proprio per questo e per il fatto che sia stato condiviso, suscitando scalpore, da un sito che si propone di fare contro-informazione e che ha un discreto seguito, che ci siamo presi la briga di controbattere punto per punto, usando dati e studi scientifici dei quali mettiamo i link affinché possano essere verificati e consultati.
      Il nostro appello è di leggerlo con attenzione e soprattutto condividerlo per arginare la sempre diffusa disinformazione sul tema.

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    5. sono d'accordo, lalla. :-)
      io mi son fatte tante ma tante canne nella mia vita (e anche discrete dosi di LSD) e penso che mi hanno fatto tanto bene - e mi sono divertita molto! certo, adesso non e' piu' cosi', anche se ancora mi capita, molto di rado: ma e' proprio questo il bello della vita, credo, che si cambia... altrimenti tutto puo' diventare 'addiction', persino la cosa piu' sana al mondo; allora il problema non e' piu' la sostanza o la cosa a cui si diventa 'addicted', bensi' il proprio atteggiamento mentale, un vuoto da colmare. puo' essere molto pericoloso quest'atteggiamento, purtroppo pero' molto comune: c'e gente che diventa 'addicted' allo sport o al sesso (o a un milione di altre cose): sara' mica perche' lo sport o il sesso fanno male?

      lalla, se non conosci terence mckenna, te lo consiglio vivamente. sono sicura che ti piacera' quello che dice... magari gia' sai di cosa che parlo. :-)

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    6. Lalla,
      ti ringrazio sinceramente del link -- che ne contiene, peraltro, una buona dozzina di altri -- con cui si documenta la bontà, non solo terapeutica, della cannabis. Mi riprometto di leggerli attentamente uno ad uno, in un altro momento, non ora e nemmeno nei prossimi giorni, perché purtroppo so già che non ne avrò il tempo nè la possibilità (sarò senza pc per un po').
      Adesso vorrei però farti notare che i redattori dell'Indipendent, per fare una così plateale dichiarazione di scuse ai propri lettori, sette anni fa, dovevano essere stati subissati, prima di compiere una gesto di ripensamento così impegnativo, da valanghe di studi e testimonianze molto convincenti e di segno del tutto opposto a quello che trova te e alessandra pienamente concordi. A meno che tu non abbia qualche notizia del fatto che quei giornalisti siano stati costretti a ritrattare con minacce di tipo mafioso o che siano stati tutti comprati da succulente bustarelle.

      Comunque, prima di chiudere, volevo fare una precisazione: pare che le canne che si fumavano negli anni sessanta o settanta avessero un contenuto di THC, ossia del principio psicoattivo, molto inferiore rispetto a quello della marjuana che va per la maggiore oggi in Inghilterra, detta "skunk", con una concentrazione di THC di 15/16 volte maggiore rispetto a quella in uso nel secolo scorso. Inoltre trovo quanto meno singolare che in Colorado siano in commercio biscotti e barrette al cioccolato contenenti quantità tutt'altro che trascurabili di sostanze capaci di influenzare la mente in maniera molto più consistente di caffeina o teina e la cui ingestione andrebbe attentamente regolata -- come accade, appunto, con le erbe medicinali.

      Saluti cordiali, marilù l.

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    7. Marilu', mi permetto di fare ancora qualche considerazione: e' vero, come dice lei, che le varieta' di marjuana oggi disponibili sono in genere piu' forti di quelle che si fumavano 40 anni fa, in virtu' di incroci vari - la globalizzazione! - e persino di modificazioni genetiche, pero' questa non e' una regola. 40 anni fa gli hippies che tornavano dall'India si portavano dietro il miglior polline che esista al mondo, e le assicuro che non e' una caramella (anche se ci somiglia :-)). La qualita' di LSD che girava allora oggi e' impossible da trovare - non c'e' quasi piu' sul mercato; l'eroina invece e' di nuovo tornata 'di moda', sembra... Si e' mai chiesta perche'? Io qualche idea ce l'avrei...

      Cio' detto, io sono del papere - per quello che puo' valere - che di papa' e mamma ne bastano uno, e, da adulta quale sono, non ho bisogno di uno stato paternalista! Credo piuttosto che, al pari di tante 'droghe' legali, quali l'alcohol che ritengo molto piu' dannoso fisicamente e socialmente, la marijuana vada trattata al pari di una sostanza ricreativa (e terapeutica, per chi ne voglia fare tale uso) che ciascun adulto, se vuole, puo' assumere in totale liberta'. Il discorso e' un po' diverso se si tratta di ragazzini, ovviamente.
      In piu', se lo stato e' cosi' ansioso di salvaguardare la salute pubblica, perche' non cominciare dal 'plain package' del tabacco? Oppure da quello che finisce nel nostro piatto? Dall'acqua? Ecc. ecc.

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  3. le bibite senza succhero sono piene di aspartame e altri dolcificanti sintetici.
    Fanno piu' male di quelle con lo zucchero, che giá fanno malissimo.

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  4. La nostra generazione era educata in modo diverso, viveva nella retorica della Patria e del Risorgimento. L'eroismo come sacrificio di sé per difendere il Potere costituito era funzionale al Sistema, solo che non ce ne rendevamo conto perché i modelli culturali dominanti erano la retorica della Grande Guerra, della Resistenza come movimento corale. Oggi sappiamo che tutto questo era mistificazione e manipolazione della realtà: gli hippies degli anni 60, le ribellioni giovanili del Maggio francese, la contestazione studentesca in Italia del 69 erano reazioni spontanee a quello che si percepiva fosse un inganno ben costruito e che solo la creatività degli artisti riusciva a percepire. Dopo di che Piazza Fontana e il terrorismo sono state le risposte del Sistema che, giocando sulla paura degli opposti estremismi, ha di fatto applicato il principio del divide et impera, causando problemi sociali ed offrendo quindi la soluzione delle larghe intese che, sotto mutate spoglie, è in vigore ancora oggi. Nello stesso tempo è continuata l'opera di manipolazione culturale e di destrutturazione della società per cui oggi i giovani non hanno più la capacità di percepire l'esistenza di questa over class che domina e condiziona la vita di tutti. Le ribellioni sono individuali e spesso naufragano nell'illusione esistenziale delle droghe e dei falsi miti delle ideologie. Ecco perché sarà difficile sperare in movimenti che rappresentino una presa di coscienza collettiva come grimaldello che fa saltare le serrature che ci bloccano in questa prigione, in parte costruita da noi stessi e della quale pochi si accorgono.

    Tutto l'operare di Renzi e dei suoi boys è una contraddizione con i principi enunciati davanti alle telecamere ed ai taccuini dei giornalisti. Da oltre un anno i Cinque Stelle hanno presentato le loro proposte di legge contro la corruzione, ma il Parlamento in dodici mesi non ha trovato il tempo per metterle in calendario e l'opinione pubblica di fatto ne ignora i contenuti: basterebbe trasformarle in legge per mettere un deterrente ai casi Expo Milano, Mose Venezia, Scaiola, etc. Ed invece il giovane virgulto mediceo si arroga il primato della lotta alla corruzione, pur sapendo che le sue sono soprattutto chiacchiere in libertà, da bar sport e spot di marketing.

    E dire che ci sarebbero provvedimenti immediati e a costo zero per avere risultati sicuri: eliminare o aumentare i tempi di prescrizione soprattutto per i delitti contro i denari pubblici, invece di garantire ai colletti bianchi il non carcere sotto i cinque anni di condanna.

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    1. Bell'intervento che condivido nino p, pasterebbe un po' di logica di senso comune per risolvere le questioni, purtroppo questa classe dirigente questi uomini e donne di mezzo che fanno da intermediatori s'impegnano a togliere la logica di mezzo cosi' da vanificare gli sforzi di chi ancora vuole creare
      senso, nel vivere nell'interrazione tra persone! Li definirei dei veri e propri
      vampiri del senso. Me ne accorgo quando la mia ragazza mi chiede stupita:
      ma perche' non fanno questo e quello, e' cosi' semplice.... Si e' semplice ma i vampiri lo rendono complicato....tanto che le tue sacrosante domande, la
      coerenza del tuo ragionamento perde di senso lasciandomi dentro un senso
      di impotenza e vuoto nel non saperti rispondere....

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  5. Interessante notare anche che, a parte l'ebete ittler che a livello mondiale si vende meglio, in Italia abbiamo i fascisti che non sanno di esserlo, forse sono peggio degli ittleriani (si scrive in maniera diversa ma ritengo non non siano persone normali...)
    perché straordinariamente ancora ignoranti come all'epoca del battesimo fascista, che come tutti sanno consiste nell'uccidere il politico che da fastidio.
    Per gli italiani fascisti oggi è molto più semplice, per uccidere è sufficente votare come
    "consigliano" nella tv nazionale che è una unica, a dispetto di tutte le frequenze.

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