venerdì 29 giugno 2012

Mario non è Mario, e non è neppure l'altro Mario. Una cosa sono i goal, tutt'altra cosa le manfrine di Lady Gaga.




di Sergio Di Cori Modigliani




Mario non è Mario, neppure l’altro Mario, tantomeno Cesare.
Quindi, stiamo calmi e ragioniamo.
Tradotto, vuol dire che Mario Monti non è Mario Balotellli, e Mario Draghi non è Mario Balotelli. E soprattutto Mario Monti non è Cesare Prandelli, geniale stratega del gioco del calcio.

Trovo semplicemente disgustoso approfittare dell’insipienza generale e dell’incredibile quanto indòmito amore (autentico) che noi tutti abbiamo per la maglia della nazionale quando giocano un grande calcio, per gettarsi nell’ardimentosa impresa di paragonare il nostro nero e statuario eroe con il diàfano e scolorito ragionier vanesio.
La truppa mediatica asservita è arrivata addirittura al punto di accostare la doppietta calcistica del bomber nostrano alle piatte argomentazioni del nostro premier che a Bruxelles non ha fatto nessun gol, non ha ottenuto nessun risultato utile, non ha risolto un bel nulla e torna a casa a mani vuote, così com’era partito, con l’aggiunta insultante –nei riguardi del popolo italiano- di far credere di aver fatto gol quando ha fatto cilecca.
Questa è la differenza tra il calcio e la pantomima degli oligarchi con il turbo ad alta tecnologia virtuale.
Il calcio è sotto gli occhi di tutti, e quando i gol sono puliti li capisce e li vede anche un bambino. Così come anche chi ignora i fondamentali del calcio, il concetto di tattica e di strategia, e non conosce la differenza tra un tornante e un mediano di spinta. Osserva, guarda, e se ha il gusto dell’atletica e del gioco di gruppo, capisce da solo ciò che c’è da capire.
E’ una differenza fondamentale.
E’ andata (a Bruxelles) esattamente come tutti avevamo capito che sarebbe andata. Si erano già messi d’accordo prima per allestire questa disgustosa messinscena per far credere di aver ottenuto un risultato esaltante, così fragoroso da spingere perfino qualche estremista a sostenere che il peggio è passato. Magari fosse così.
Hanno trovato un escamotage per impedire la crisi di governo in Italia, con un occhio molto vigile agli Usa (che la Germania insisteva a sottovalutare) dove con un colpo secco l’America ha lanciato (per chi conosce il loro linguaggio politico) un segnale chiaro e inequivocabile: “in presenza di una grave crisi economica e sociale, quando c’è da compattarsi per dare all’esterno, sia ai nemici che agli alleati, un segnale forte, gli Usa abbattono le differenze tra repubblicani e democratici, fanno quadrato e pensano ai propri interessi nazionali”. Fanno, cioè, ciò che PDL e PD sono incapaci di fare perché non rappresentano più le autentiche classi lavoratrici e ceti produttivi del paese, bensì delle rendite di posizione e interessi corporativi di casta da salvaguardare. E quindi si azzuffano tra di loro per fare in modo che questa banca o quella banca, questa fondazione o quella fondazione, questo ente o quell’ente, questo clan o quel clan, riesca ad agguantare le risorse dello che lo Stato mette a disposizione per poi farle gestire da funzionari burocrati che provvederanno ad assumere le clientele, e quindi impedendo al paese di crescere. In tal modo mantenendo lo status quo. Il loro fine consiste nel “mantenere le posizioni di privilegio acquisite”, per questo si definiscono: rendite di posizione.
Mario Monti non ha ottenuto nulla di ciò che avrebbe dovuto ottenere. Non ha fatto nessun goal. E’ stata una partita d’allenamento finita zero a zero, che viene presentata come se fosse stata una finale olimpionica.
Mario Monti torna a casa con le pive nel sacco.

Avrebbe dovuto (e potuto) pretendere e ottenere il varo degli eurobond; un massiccio investimento finanziario da parte dei fondi europei per rilanciare la economia reale; la rinegoziazione del pareggio di bilancio; uno sgravio delle aliquote; avrebbe dovuto chiedere che il fondo salva stati varasse un provvedimento che consentiva di mettere a  disposizione la cifra di 500 miliardi di euro destinata alle imprese, laddove le banche dei singoli stati sarebbero state soltanto degli agenti di cambio, dei tramite, perché quei soldi finivano alle imprese. C’è stato addirittura un economista tedesco conservatore che lo auspicava. Poi gli hanno spiegato come funziona il mar mediterraneo e allora è stato zitto. Perché se fossero stati messi a disposizione quei fondi, in Grecia, in Italia e in Spagna, sapete come sarebbe andata a finire? Che i soldi sarebbero finiti nelle mani degli armatori miliardari greci; e poi sarebbero andati a finire nelle mani degli amici di Cicchitto, di D’Alema, di Casini e in Spagna nelle mani dell’opus dei che controlla i funzionati delle amministrazioni delle casse di risparmio (che sostengono Rajoy) e che hanno strozzato e stanno strozzando la penisola iberica.
E la responsabilità è nostra, dei popoli che li hanno votati.
Andrebbe a finire così.
Ecco perché è inutile ciò che accade a Bruxelles.
E non ci riguarda.
Ciò che ci riguarda e cambiare ottica e prospettiva.
E cambiare allenatore, alimentazione e strategia.
Cioè eliminare dallo scenario la immonda classe politica che mal ci rappresenta.
Per cominciare a vincere.
Il nostro Balotelli è un Mario vincente, non c’è dubbio.
E domenica tiferò per l’Italia, perché vinca giocando bene.
Una finale che rappresenta due nazioni corrotte, addormentate, ignoranti, ipocrite e contraddittorie.
Ma il calcio è bello e va sostenuto perché lì vince chi è davvero bravo e non chi è corrotto.

Mario Balotelli vince perché bravo.
Mario Monti non è Mario Balotelli. E non è neppure l’altro Mario.
E’ Lady Gaga che torna a casa dopo il suo tour vincente, e ci annuncia la buona novella.

Viva la nazionale di calcio. E la cosa finisce lì, in quei cento metri di erba.
Lady Gaga, proprio no.
Preferisco Ella Fitzgerald.
Se non altro, aveva una voce che faceva sognare.
E non erano mai degli incubi.

5 commenti:

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  2. Lo riposto con i collegamenti corretti ;-)

    Pienamente d'accordo.
    Oggi leggendo questo:
    http://affaritaliani.libero.it/economia/e-ora-monti-forever-fino-al-quirinale290612.html
    ho rischiato di farmi venire un colpo...
    E il brutto è che i media italioti non sono stupidi, ma sono semplicemente pagati per farlo.
    Non perdetevi i quotidiani articoli di questo blog:
    http://www.ilgrandebluff.info/2012/06/dai-ancora-una-manovra-salvaammazza.html

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  3. Il fogliaccio che il compito di ammansire il mantra "l'Euro è ineluttabile-più Europa, più Europa-se no saremmo come l'Argentina" pubblica compiaciuto, senza senso del ridicolo, questo:

    Monti-Balotelli, su Facebook nasce il "Super Mario"

    siamo un paese senza speranza

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  4. E' vergognoso come continua l'opera di falsificazione della realtà da parte di tutti i media. Un conto è la vittoria calcistica, netta e senza equivoci, un conto è l'accordo burla partorito a Bruxelles. Continuano gli inganni e non c'è limite al peggio.

    Oggi sono tutti contenti per la presunta vittoria dei due Mario (Monti e Draghi)e si mostrano orgogliosi di Mario Balotelli dopo averlo massacrato in modo razzista, sino a rappresentarlo come uno scimmione. Se non avesse segnato almeno un goal siamo sicuri che i tifosi sarebbero stati orgogliosi della sua nazionalità italiana?

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  5. Mario Monti non ha ottenuto nulla di ciò che avrebbe dovuto ottenere. Non ha fatto nessun goal. E’ stata una partita d’allenamento finita zero a zero, che viene presentata come se fosse stata una finale olimpionica.
    Mario Monti torna a casa con le pive nel sacco.


    Come ho commentato in altro blog a me sembra che il ns. Monti si sia comportato come questo signore in :
    questa foto

    Molti hanno creduto che sia tornato da vincitore.
    Io no, perchè credo di conoscere la mentalità tedesca che non é come quella dei levantini furbastri (in realtà solo stupidi).

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