venerdì 23 dicembre 2011

Buone e belle notizie per il Natale. Auguri a tutti.

di Sergio Di Cori Modigliani

   
Tempi duri per i duri, nel nuovo 2012.
La necessità, per chi si occupa di pensiero critico legato all’attualità, in una situazione com’è quella attuale in Italia, impone, giocoforza, di fornire continuamente delle notizie quanto meno allarmanti, per non dire sempre e soltanto negative.
Ma trovandoci sotto natale è bene attivare le risorse interne all’idea del buono e del bello che c’è negli esseri umani, per trarne degli auspici, magari addirittura degli esempi, da poter usare come semi d’investimento nell’approccio al prossimo 2012.
Noi italiani, come del resto gli spagnoli, i tedeschi, gli slovacchi e tutti quanti da Lisbona a Mosca, siamo eurocentrici. Convinti, da bravi razzisti intrisi di colonialismo, della nostra superiorità rispetto agli altri terrestri dei quattro continenti –in verità con più d’una buona ragione- tendiamo a non prendere mai in considerazione gli eventi, le suggestioni, i laboratori sociali, economico-esistenziali, che le diverse etnie tentano di applicare dalle loro parti, dato che il fine ultimo di un cinese, di un malgascio e di un neo-zelandese è identico a quello di un francese, di un boliviano o di un kenyota: essere felici il più a lungo possibile circondati da amore, salute, benessere e rispetto dei propri simili.
Rimandiamo, pertanto, le cattive notizie, e l’analisi delle scempiaggini con le quali tentano di nutrirci, per osservare due splendide notizie che provengono dal continente americano.
Non sono notizie di economia, non riguardano il loro spread o le loro manovre.
Sono notizie che riguardano l’esistenza, ma che avranno un effetto dirompente (in positivo) anche sulla loro economia. Li considero un segnale, magari tiepido, forse anche un po’ rozzo perché è spontaneo e non è ancora strutturato socialmente in maniera razionale, ma che è senz’altro il sintomo di un cambiamento radicale che comincia a verificarsi e diffondersi.
L’idea incorporata della necessità assoluta di un cambiamento radicale comincia a farsi strada. E ciò che più è importante, non sta accadendo perché è spuntato da qualche parte l’uomo della provvidenza, uno dei soliti leader massimi, con la ricetta in tasca, la verità inappuntabile e la capacità carismatica di trascinare le folle dietro di lui, o di lei. No.
Viene dal basso.
Perché così dev’essere.
Paradossalmente, infatti, la risoluzione si trova nelle mani di chi ha di meno, delle vittime di questa catastrofe annunciata; la svolta, infatti, verrà proprio da chi non ha potere, non ha soldi, non ha forza mediatica. Attendersi (o addirittura pretendere) una soluzione da coloro che questa situazione l’hanno pianificata, costruita, determinata e provocata, vuol dire essere masochisti o ciechi. La criminale oligarchia planetaria prosegue la sua marcia inarrestabile verso la deflagrazione del tessuto socio-psicologico, nella più totale irresponsabilità, cecità e ignoranza, non rendendosi conto che l’impoverimento esponenziale della società finirà per essere rovinoso per chicchessia, nessuno escluso. Quindi, colpirà anche loro.
Ma siamo a Natale, e così cogliamo il bello della diretta.

1). Usa. Non è ancora possibile avere i dati precisi, e forse non riusciremo ad averli mai con precisione. Meglio così. Le prime informazioni archiviate, comunque, parlano di una cifra non inferiore ai 250/400 milioni di dollari. Non è tantissimo, e non è una cifra sufficiente per risolvere gravi problemi strutturali, ma io la trovo, invece, la splendida punta dell’iceberg del futuro bello che ci attende. La trovo una grossa cifra: perché è spontanea.
Ha avuto tutto inizio per caso, come accade sempre. A Minneapolis, dove circa una quindicina di giorni fa, una notte, una certa Rowena Mowling, una normale signora, dirigente di livello medio-alto in una società farmaceutica, è stata ricoverata nel locale pronto soccorso in seguito a una incontenibile crisi di panico conclamato. Per tutt’altri motivi, si trovava all’ospedale un cronista della tivvù locale con la sua troupe, il quale stava lì per registrare un servizio sul funzionamento degli ospedali, e quindi ha seguito la vicenda di cui non aveva capito il succo –c’è il segreto della privacy- ma aveva còlto, dato il suo buon istinto, che sotto sotto poteva esserci una notizia interessante. Si è messo sulla pista e dopo tre giorni si è presentato a casa della signora, che si era ripresa. E’ venuto, quindi, a sapere, che la ragione scatenante del panico derivava dal fatto che lei (una donna piuttosto ricca coniugata a un avvocato aziendale, anche lui abbastanza ricco) aveva avuto un collasso nervoso nell’apprendere l’impressionante numero di cittadini americani sulla soglia della povertà che questo natale non avrebbero avuto la possibilità di farsi un bel cenone né tantomeno acquistare regali ai bambini. La notizia, per la sua sensibilità, è stata eccessiva e ha cominciato a procurarle dell’ansia, sfociata poi in diversi attacchi di panico quando ha saputo che il presidente della sua azienda aveva deciso di licenziare in tronco 250 persone, nonostante la società avesse chiuso il bilancio in profitto. Era andata a protestare con l’amministratore ed era stata licenziata. La donna, però, non si lamentava per la propria situazione, auto-definendosi una privilegiata, sostenendo nell’intervista che, in presenza dell’indifferenza generale, era necessario fare qualcosa, invitando gli americani a muoversi. Lei aveva imposto una colletta a tutti gli alti dirigenti che conosceva in città raggiungendo una cospicua cifra tale da creare un fondo di sussistenza da dividere tra le 250 famiglie colpite da licenziamento, l’80% delle quali correva il rischio di non poter più affrontare la spesa del mutuo. Questa intervista ha avuto, in Usa, un effetto dirompente che ha avuto un immediato effetto pratico. E così, poco a poco, a macchia d’olio, si è diffusa in tutta la nazione un meccanismo di auto-tassazione volontaria da parte di alcune persone ricche, le quali hanno insistito per essere coperte da anonimato. E’ nato a Minneapolis, ma dopo un giorno è accaduto anche ad Atlanta, e poi a Chicago, e infine a Los Angeles ed è dilagata in tutta la confederazione. Essendo una etnia molto efficiente e pragmatica, invece di dare soldi in beneficenza o versarli a qualche ente, religioso o laico che sia, questi cittadini si sono rivolti –nella stragrande maggioranza attraverso un legale- ai direttori di supermercati e di negozi di giocattoli per bambini versando una cifra in contanti per regalare cibo e bambole e lego e giochi elettronici a chiunque si fosse presentato in quel negozio, senza alcuna discriminazione. La questione è diventata pubblica perché nei centri commerciali sono cominciati a comparire dei cartelli, tipo “un anonimo benefattore mette a disposizione 2.000 tacchini, 550 prosciutti, 10.000 scatolette di tonno, 1000 bottiglie di scotch e 1000 di spumante fino a esaurimento della merce” e accanto c’era un elenco delle merci, mano a mano che andavano via. Per evitare tragici incidenti, in cambio si richiedeva la propria carta d’identità e una dichiarazione auto-certificata controfirmata da un notaio assunto dal negoziante in cui ci si dichiara “indigenti”.
Ronald Matthew, direttore marketing della Mattel, a Los Angeles (l’azienda che produce le Barbie) ha dichiarato di avere messo in offerta gratuita 22.500 ultimi modelli della celebre bambola per un totale di 257.000$ versati da una coppia di attori di Hollywood. A Chicago, il pub O’Malley (un gigantesco bar frequentato da operai irlandesi) ha affisso un cartello in cui annunciava che da lui “grazie a un benefattore, qui si beve gratis fino al 2 gennaio 2012, a qualunque ora, qualunque liquido e in qualunque quantità”. E così via dicendo. Le prime stime parlano di versamenti effettuati da circa 50 mila persone per diverse centinaia di milioni di dollari. La stampa, all’unisono, si è accordata per rifiutarsi di pubblicare anche un solo nome  E ha deciso di fare da cassa di risonanza, incitando i ricchi a farlo “a condizione di restare anonimi: chi lo fa per pubblicità e narcisismo godrà del disprezzo della comunità”; questa è la frase standard che usano tutti.
Personalmente la considero una splendida notizia. Molte delle persone con le quali ho condiviso questo mini evento irrilevante mi hanno detto –con scettico cinismo-  che è un’idiozia perché non cambia nulla e non modifica la situazione. Lo so da me che non intacca la struttura. Ma l’idea che migliaia e migliaia di genitori, dopodomani, si risparmieranno un attacco di depressione, di ansia, di umiliazione esistenziale e i loro bimbi saranno contenti, mi sembra una notizia bella. L’umanità, in questo momento, ha bisogno di ridurre lo spettro dell’infelicità esistenziale. Il disagio, il bisogno, sono psicologicamente contagiosi. Fare qualcosa per attutirli, in questi giorni, vale più che un corteo contro le banche, sapendo peraltro che i banchieri, nel frattempo. stanno a sciare a Cortina e se ne fregano: non serve a nulla.

2). Dalla parte opposta del continente, in Sudamerica, un’idea collettiva che ha fatto presa in Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay. Di tipo diverso, perché l’etnia è diversa, ma la sostanza è la stessa. Laggiù adesso è piena estate e fa molto caldo e per tradizione il dopo natale lo si trascorre in spiaggia o all’aria aperta. Applicando e pubblicizzando lo slogan “acquistate prodotti per rilanciare i consumi ma non buttate via nulla e cucinate per gli altri” in tutte le città, piccoli paesi, villaggi, migliaia e migliaia di donne hanno cominciato a cucinare in piazza spostando la festività natalizia all’aperto. In una cittadina del Cile, un benefattore ha messo a disposizione 10 tonnellate di fagioli, orzo e piselli e 250 vitelli da macello che vengono cucinati all’aperto e offerti nei luoghi più disastrati alle famiglie che non hanno da mangiare. Anche in questo caso, l’esperienza è dilagata sul passaparola, senza nessuna organizzazione, struttura, ideologia, se non quella di uscire fuori dal proprio piccolo ego e comprendere e accettare e fare proprio il principio della inaccettabilità di una infelicità collettiva della quale essere testimoni passivi. Anche in questo caso, mi sembra un’altra bella notizia. Idem le reazioni degli scettici. Un giornale uruguaiano ha aperto l’editoriale scrivendo “questo Natale mangeremo tutti e bene”.

3). Queste qui, invece, sono notizie più politiche. Vengono sempre dal continente americano, una all’estremo nord (governo centrale del Canada) l’altro all’estremo sud (governatori del Chubut e della Patagonia nella terra del fuoco). Il Canada ha varato una legge –dieci giorni fa- con la quale ha abolito l’età pensionabile. Dal 1 gennaio 2012 qualunque cittadino potrà andare in pensione a qualunque età sulla base di ciò che ha versato. Uno, ad esempio, se vuole va in pensione a 22 anni e prende come pensione 2 euro al mese. Non solo. Hanno varato la prima legge al mondo che condanna “il razzismo anagrafico” prendendo atto che nelle società dove l’attesa di vita si è allungata molto, la società deve e può usufruire dell’esperienza e dell’entusiasmo di tanti settantenni e ottantenni ancora in grado e vogliosi di lavorare. Per dare l’esempio, il comune di Montreal ha assunto con contratto quinquennale dieci persone, il più giovane di 68 anni, il più anziano di 83, con regolare contratto. Durante il periodo di lavoro, la pensione viene sospesa a condizione che il salario sia superiore di almeno il 10% alla pensione. Il salario, inoltre, non paga contributi e il datore di lavoro non paga tasse. In tal modo (sostengono i canadesi) “otteniamo diversi risultati pratici: cerchiamo di affrontare il problema della solitudine e della depressione degli anziani, li rendiamo di nuovo utili, e risparmiamo danaro dal budget della previdenza; sono i giovani che devono rischiare imprendendo: ai lavori sedentari è meglio che ci vadano gli ottantenni ai quali va dato il credito di avere saggezza ed esperienza grazie ai quali molte volte sono in grado di risolvere diversi tipi di problemi. Fa anche bene alla salute, si risparmiano i soldi delle badanti. La società, nella sua collettività ci guadagna. Date a un anziano depresso un contratto di lavoro, fatelo sentire utile socialmente, e guarisce in un pomeriggio. Si risparmia i soldi degli anti-depressivi a carico dello stato”. Nell’antartide, invece, dove sono concentrate le attività di potenti multinazionali (energia, industria ittica, allevamento bovini, piante medicamentose ad uso cosmetico) è stata varata una legge tale per cui chi opera in quella zona deve reinvestire nel territorio almeno il 70% del proprio profitto. Per evitare la annosa questione degli imprenditori che si lamentano sostenendo che le loro tasse finiscono in mano ai corrotti della politica, il governatore ha approvato un provvedimento aumentando le tasse ai super ricchi del 32%. Tale aliquota ha una caratteristica anòmala: non si versano i soldi in contanti: si creano infrastrutture. La prima azienda con la quale è partito il progetto pilota è la Revlon che in Antartide usufruisce della pelle delle foche e di una quantità di piante locali che usano per i loro prodotti. Adesso devono costruire 250 scuole e cinque ospedali pediatrici se vogliono seguitare a fare affari. La Shell (petrolio olandese) dal 2 febbraio 2012 dovrà costruire 2.500 chilometri di strade asfaltate, dieci municipii, cinque scuole, e ristrutturare dei vecchi condominii disastrati dati in affitto ai loro dipendenti. Non esiste patteggiamento finanziario: prendere o lasciare.


Le considero tutte belle notizie. E’ il sapore di natale che ho voluto aggiungere al mio blog in questo venerdì 23 dicembre. Al quale non poteva mancare un riferimento letterario, e quindi immaginifico. Viene dalla mente di un grande artista sudamericano, un autore brasiliano, famoso romanziere, giornalista, saggista, che si auto-definitiva “umanista planetario”. Ieri sera, due miei cari amici mi hanno regalato per natale una copia di un libro di suoi racconti pubblicati nel 1932, davvero deliziosi. L’autore si chiama Carlos Drummond De Andrade -sua è la fotografia che vedete in bacheca- è nato nel 1902 ed à morto nel 1989. Una casa editrice indipendente italiana, la Fahrenheit 451 ha pubblicato un cofanetto minuscolo con i suoi splendidi e paradossali racconti (che hanno la gustosa particolarità di essere brevissimi) con il titolo “Racconti plausibili”. Ve li consiglio, sono, tra l’altro, molto economici.
Ecco, qui di seguito, uno dei racconti brevi.

QUEL CLUB
“Finalmente presero la decisione, visto quanto si era diffuso il cinismo, lo scetticismo, e quanto fosse necessario fare qualcosa. Fondarono “il Club dei Malfidati”. Il Club dei Malfidati ebbe esistenza breve. La sua utilità era indiscutibile. Per questo riunì gli innumerevoli malfidati, che in società si sarebbero sentiti meglio garantiti contro possibili male intenzioni e sgradevoli sorprese. Una volta riuniti e organizzati, dopo aver speso tante energie e risorse, fecero lo statuto e stabilirono le direttive, Cominciarono a perdere fiducia gli uni negli altri, e ben presto anche in se stessi. Fissata l’assemblea straordinaria generale per esaminare la situazione del paese, nessuno comparve. Rimasero tutti nelle strade vicine, acquattati, spiando chi entrava nella sede. Il portiere, mal fidatissimo, sparì. La nazione sprofondò”.

Buon Natale a tutti, soprattutto a tutte le persone di buon cuore e a tutte le persone per bene.
Vi ringrazio per la vostra continua attenzione.


6 commenti:

  1. Tanti auguri anche a Lei e un grosso "Buona Fortuna" per il 2012.

    Le notizie sono belle. Purtroppo sento di vivere in un paese, l'Italia, che ha ancora molta strada da fare solamente per "immaginare" una di quelle iniziative da Lei citate.

    Nibiru.

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  2. Non è vero che non cambia nulla,si parte da un sentimento di umanità e via via si progredisce fino a costruire un nuova società, gli uomini sono sia razionalità che emozione,molto spesso l'emozione rivela un bisogno che poi la ragione ci dirà come soddisfare.Jack

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  3. L'ultima notizia,quella del Canada, rappresenta "il bello dell'economia e della politica" che non resta solo un'idea.
    Buon Natale anche a lei,DiCori,forse prima dovremo soffrire un pò,ma alla fine sono certo che ce la faremo a cambiare le cose.Jack

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  4. sergiodicorimodigliani

    L’umanità, in questo momento, ha bisogno di ridurre lo spettro dell’infelicità esistenziale. Il disagio, il bisogno, sono psicologicamente contagiosi. Fare qualcosa per attutirli, in questi giorni, vale più che un corteo contro le banche, sapendo peraltro che i banchieri, nel frattempo. stanno a sciare a Cortina

    Solo una sensibilità concreta e profonda arriva a comprendere questa semplice (e solo apparentemente impossibile) verità.

    La povertà va sconfitta perché fa male a tutti, anche a chi crede faccia bene al suo portafoglio.
    Grazie per le belle notizie. Buon Natale.

    Jack

    gli uomini sono sia razionalità che emozione,molto spesso l'emozione rivela un bisogno che poi la ragione ci dirà come soddisfare.
    Concordo al 1000%.Buon Natale.

    E Buon Natale a tutti...

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  5. @Jack...anch'io sono ottimista (a medio termine) perchè fortissimamente credo che, alla fin fine, in questa bella etnia italiana finirà per prevalere quel senso profondo dell'umanità evoluta ed evolutiva che è andata persa e risucchiata da vent'anni di ubriachezza molesta. Dovremo prima soffrire molto -e lì ci sarà una prima selezione- nei prossimi tre mesi che saranno davvero molto duri (rimandiamo tutte le notizie a dopo natale) ma sono convinto che gli scossoni davvero serviranno a creare un risveglio generale. Una volta svegliati, finalmente, sia a destra che a sinistra, si finirà per non credere più alle illusioni e la consapevolezza collettiva spingerà verso una gestione e organizzazione generale di livello iumano più alto e profondo. Buon Natale

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  6. ricambio gli auguri, pero'
    "Nike mette in vendita le nuove scarpe in Usa
    Code, incidenti e forse anche un morto"
    non offre grandi speranze.

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