giovedì 10 novembre 2011

Intervista sull'Italia al prof. Nicola Tranfaglia, docente di "Storia delle mafie": il grande storico napoletano risponde a 13 domande sull'Italia di oggi.

di Sergio Di Cori Modigliani

pubblicato il 10 novembre del 2011

Senza tema di smentita, ritengo che possa essere considerato uno dei tanti Padri della cultura nazionale, che la nostra Italia, attualmente orfana, nonché dimèntica delle proprie radici e tradizioni, ha avuto e tuttora possiede nel proprio carniere intellettuale: la nostra grande ricchezza non dichiarata e nient’affatto pubblicizzata.
Così come il cosiddetto “grande pubblico” conosce a menadito Vittorio Sgarbi o Giuliano Ferrara,  gli studiosi, gli intellettuali italiani, e tutti coloro che seguono le attività di chi ha da sempre prodotto “cultura” conoscono invece a menadito sia l’opera che l’attività del Prof. Nicola Tranfaglia. Il suo nome, la sua attività, e la sua produzione intellettuale è ampiamente riconosciuta in tutta Europa -e in Italia- dove, pur godendo di un fattore di stima e rispetto riconosciuti, paga il prezzo del suo "esseer andato contro".

 L’elenco delle sue opere importanti è davvero molto vasto.

Nicola Tranfaglia nasce a Napoli il 2 ottobre del 1938.
E’ uno storico politico, uno scrittore, un editorialista e un docente universitario accreditato.
  • Ricordiamo, qui, solo alcuni dei suoi scritti: dal suo primo libro, uscito per i tipi dell’editore Laterza, di Bari, che risale al 1968 “Carlo Rosselli dall'interventismo a Giustizia e Libertà, passando a “Stampa e sistema politico nella storia dell'Italia unita”nel 1986 per l’editore Le Monnier e poi “Le veline del Minculpop per orientare l'informazione” per Bompiani
  • “Come nasce la Repubblica. La mafia, il Vaticano e il neofascismo nei documenti americani e italiani 1943-1947” sempre per Bompiani
  • “La resistibile ascesa di Silvio B. Dieci anni alle prese con la corte dei miracoli” Baldini Castoldi Dalai
  • per arrivare all’ultimo dei suoi libri “Perché la mafia ha vinto” pubblicato nel 2008.
 É attualmente membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Presidi di Lettere e Filosofia, membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e del Comitato Nazionale di settore per gli Archivi, membro della commissione dei Quaranta Saggi sulla Scuola e del gruppo di lavoro Martinotti riforma universitaria. Nella sua qualità di storico accademico è condirettore della rivista Studi Storici e membro del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci.
 Con tale curriculum vitae, in un momento di bisogno e di fame culturale competente com’è il nostro attuale, il viso del prof. Nicola Tranfaglia dovrebbe essere noto a tutti in quanto ospite fisso dei numi tutelari della cassa mediatica televisiva gestita dalla sinistra italiana (Gad Lerner, Michele Santoro, Giovanni Floris, e compagnia bella) e invece no. Lui non piace. E’ considerato scomodo, ostico, troppo schivo, poco incline a compromessi di maniera, giochetti sottobanco, autore di verità scomode perché contundenti, in quanto frutto di analisi ponderate, documentazione inattaccabile, un lungo e laborioso lavoro di ricerca e indagine storica professionale. Come lui stesso dice, parlando di sé “ciò che io scrivo, oggi non è gradito ai media” e così lo silenziano. Come se lui non esistesse.
In verità la sua campana a morto è suonata il 2 febbraio 2004, quando, deluso nelle sue aspettative democratiche, abbandonò i DS con una lettera critica scritta a Piero Fassino, che l’inconscio culturale collettivo della sinistra ha scelto e stabilito di far finta che non sia mai esistita.
Attualmente, il prof. Nicola Tranfaglia insegna all’università di Torino “Storia delle mafie”.
Mi ha rilasciato in esclusiva questa breve intervista per il mio blog.
Ho pensato che potesse essere stimolante, per i lettori, ascoltare l’opinione di un grande intellettuale italiano, un libero pensatore meridionale, una personalità esclusa dalle consuete palestre mediatiche perché considerata eccessivamente critica, non avendo mai abdicato al suo ruolo di pungolo costante per stimolare l’uso della libertà di pensiero e dell’apertura della mente.

Risposte a Sergio Di Cori Modigliani da parte del prof. Nicola Tranfaglia.
1). “Qual'è la vera posta in gioco, oggi, in Italia?”
E’ una posta importante: la fine o il proseguimento  di un periodo che si avvicina ai vent’anni (dal 1994) in cui un leader populista come l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi è arrivato al potere e, con l’ intervallo di sei anni tra il 1995 e il 2001, ha governato il paese. Con molti effetti negativi collaterali di cui vale la pena segnalare almeno la diffusione dei metodi populisti anche in forze del centro-sinistra e, prima di tutto, nel partito di Antonio Di Pietro, l’Italia dei Valori


2). “La posta in gioco politica è la stessa in campo economico?”
 Sul piano economico la situazione è più complessa perché c’è, da una parte, chi come l’amministratore delegato della Fiat Marchionne sembra perseguire un analogo disegno sul piano dei rapporti con i lavoratori ma non tutti gli imprenditori la pensano così. E bisognerà vedere che cosa succede nei prossimi anni in Europa e nel mondo e quando sarà archiviata la crisi economica che, per ora, attanaglia tutto il mondo sviluppato.


3). “Dovendo spiegare agli italiani, lei che non è un economista ma un famoso e meritevole storico e uomo di cultura, e quindi dal punto di vista di chi può ben rappresentare la Voce Alta della cultura italiana: "E' un bene oppure no rimanere nell'euro per il paese?"
Non ho dubbi sulla opportunità di restare nell’euro per il nostro paese. Il ventunesimo secolo è caratterizzato da una forte competizione e concorrenza tra entità sopranazionali che lottano tra loro. Gli stati nazionali sono in evidente difficoltà. E all’Italia come alla Grecia e all’Irlanda, per parlare di stati in particolare difficoltà, conviene restare agganciati alla moneta europea piuttosto che ritornare alle monete nazionali che sarebbero in difficoltà ancora maggiori nei nuovi tempi.

4). “Perchè l'opposizione italiana di sinistra in parlamento è sempre stata così flebile contro Berlusconi? Sono incompetenti? Collusi? Complici? Poco intelligenti? Irresponsabili?”
Le forze d ‘opposizione al berlusconismo hanno capito con ritardo l’irruzione del populismo nella politica italiana e continuano ad essere divise anche se adesso, dopo diciassette anni di sconfitte continue, incominciano a rendersi conto dell’esigenza molto forte di unità.
Quali sono stati i loro errori ? In parte scarsa competenza culturale, in parte tendenza antica a un certo consociativismo di cui la storia italiana registra episodi antichi e recenti.

5). “Lei è d'accordo con Bersani che sostiene "nel PD non esiste una questione morale e non è mai esistita" ?
E’ difficile esser d’accordo con Bersani perché ci sono stati anche di recente alcuni casi, come quello del consigliere regionale Penati a Milano, che non possono esser liquidati come casi in tutto e per tutto personali.

6). “Quando e perchè -secondo lei- la sinistra, in Italia, ha cessato di essere, per l'immaginario collettivo nazionale, un modello di identificazione in senso etico, morale e culturale, abdicando alla propria funzione di essere rappresentativa come punto di riferimento costante per la società e per i movimenti?”
Il disincanto è incominciato negli anni settanta con il tentativo di “compromesso storico” e quindi si è rivelato con maggior chiarezza di fronte al naufragio precoce del secondo governo Prodi nel 2008. E’ da quel momento che gli italiani hanno cessato di guardare alla sinistra come punto di riferimento costante per la società e per i movimenti e così hanno per la terza volta dato fiducia al populista Berlusconi che era stato già due volte presidente del Consiglio. Con i risultati negativi che oggi possiamo verificare.

7). “Perchè in Italia non è decollato un modello di protesta come "occupy wall street"?
Gli italiani si sono addormentati in questi anni nel sonno del populismo trionfante e non si sono ancora svegliati.

8). “Se lei avesse la possibilità di poter far passare subito dei provvedimenti urgenti in parlamento, che cosa suggerirebbe va fatto subito per migliorare la situazione dell'Italia e degli italiani?”
Come lei ha detto, io non faccio di mestiere l’economista ma è abbastanza evidente che occorrono provvedimenti che vadano nella direzione di inserire i giovani nel mondo del lavoro, di favorire investimenti pubblici legati allo sviluppo del turismo e allo sfruttamento del nostro grande patrimonio artistico e culturale senza trascurare gli aiuti  all’innovazione e alla ricerca scientifica e culturale che le nostre classi dirigenti hanno abbandonato da molti anni. Inoltre una imposta sui grandi patrimoni (gli stessi più noti imprenditori come Della Valle e Montezemolo la chiedono) sarebbe necessaria e si impone allo stesso tempo una lotta più efficace contro l’evasione fiscale

9). “Lei pensa che l'uscita di Renzi abbia avuto e abbia un suo significato oppure è inutile e puramente mediatico?”
La sortita di Renzi ha avuto un aspetto positivo, legato alla necessità indubbia di confronto e discussione nel maggior partito della sinistra ma sul piano dei contenuti, come ha  ricordato con precisione l’onorevole Rosy Bindi, ha sfondato alcune porte aperte e ha citato come problemi da affrontare questioni che il Partito democratico aveva già affrontato e, a suo modo, risolto in precedenti occasioni. A dimostrazione di una verità che molti non riconoscono di questi tempi: cioè che, nella nostra società, l’informazione politica è peggiorata piuttosto che migliorare, come a prima vista parrebbe.
10). “Lei è l'unica persona di rinomata e riconosciuta cultura che ha avuto il coraggio di sostenere la sconfitta dello stato, come ha spiegato nel suo libro del 2008 "perchè la mafia ha vinto". Che cosa è accaduto? Perchè è accaduto?”
Sono convinto, se è possibile ancor più che nel 2008: le mafie purtroppo hanno sconfitto lo Stato nel nostro paese e controllano una parte rilevante della politica e dell’economia a livello nazionale come, con particolare capacità di penetrazione, in alcune regioni conquistate da tempo come la Campania, la Calabria e la Sicilia e in parte la Puglia. 

11). “Che cosa deve fare oggi un intellettuale per uscire fuori dall'inevitabile solitudine nella quale è stato e viene spinto?”
A mio avviso, due cose: da una parte fare il proprio mestiere rispettando i più importanti principi della costituzione e della convivenza civile; dall’altra continuare ad osservare l’evoluzione politica nazionale e internazionale e far conoscere, se gli viene consentito, la propria opinione. In questo periodo è particolarmente difficile ed io sono presente assai poco sulla stampa italiana perché i miei articoli non piacciono a forze politiche diverse e a volte contrapposte. 

12). “Le risulta che esista, in Italia, uno sbarramento di mercato che impedisce l'accesso al mercato editoriale di intellettuali, liberi pensatori, artisti a meno che non siano garantiti da partiti tradizionali e/o associazioni e/o confraternite e/o club e/o organizzazioni criminali?”
Non esiste una ricetta unica. Io direi in generale che bisogna fare in modo da partecipare a quel che si muove nella società e non soltanto nei partiti politici.

13). “Se sì, che cosa devono fare gli esclusi?”
Diciamo che è più difficile di una volta superare sbarramenti giornalistici ed editoriali. Il degrado morale è forte e chi vive in Italia lo avverte, sia se svolga un mestiere che ha a che fare con la cultura, sia che faccia altro. Gli esclusi dovrebbero mettersi insieme e cercare di superare così gli sbarramenti, non sarà un’impresa facile ma è necessario tentare..



copyright "Libero pensiero: la casa degli italiani esuli in patria" di Sergio Di Cori Modigliani.
Nel riprodurre l'intervista è necessario citare la fonte, il link di provenienza, la data di pubblicazione.


29 commenti:

  1. risposte di una banalità estrema
    praticamente aria fritta

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  2. se volete avere una visione chiara di quanto valgono veramente i soloni che ci propinano le ricette economiche che ci stanno distruggendo
    cercate di trovare e leggere un vecchio libro di Sergio Ricossa (economista pentito già in cattedra all'Università di Torino, non uno qualunque)
    Titolo
    Maledetti economisti (anche lui lo era)-Le idiozie di una scienza inesistente
    Editore Rizzoli
    Un libro eccezionale, trovatelo e leggetelo, ne vale davvero la pena
    PS non lavoro alla Rizzoli e il libro è del 1996 ma ha un valore universale
    Ciao

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  3. tutte balle Sergio, chi non conosce un minimo "l'uomo" non ne riesce a capire nemmeno in minima parte il funzionamento e quindi non puo' dare un perche' a cio' che accade.
    c'e' un gossip per ognuno di noi, a chi piace il calcio e a chi piace la politica o l'economia ma e' sempre cibo per riempire le menti e non farle pensare al cuore della questione.

    hehehe..... l'illusione continua.

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  4. nulla di nuovo.. a parte le solite risposte date senza competenza. così chi legge, confonde un concetto giusto, quello sulla mafia, con un concetto sbagliato, quello sull'Europa. fumo su fumo

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  5. @tutti gli anonimi....
    05.22, è vero ha detto molto poco. La notizia, per me, è questa: o è stitichezza o auto-censura....
    05.30....hai ragione, è un libro splendido...
    05.56...mi ricordi un mio vecchio amico...
    08.48...non so, ci devo ancora pensare

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  6. anch'io eleggo questo post come il peggiore .


    Non avertene a male. Gli altri erano duri concorrenti da battere. Eh eh eh , ci hai abituati bene :-)

    Del resto mica tutte le ciambelle riescono col buco

    Però ti rendo omaggio, perchè sei l'unico che ha capito, e che ne trae le dovute cnseguenze , che nella realtà dei fatti oggi in Italia e domani in Europa (ma già anche oggi) esiste un solo grande unico problema.

    Le Mafie

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  7. @ Yuma
    Sono ancora quel rompi(bip!) di Jack e,ancora una volta,ti rivolgo una domanda totalmente fuori luogo.

    Come ti dissi già in un post precedente,considero ottimo,anche se da completare,il programma di "Democrazia Radical Popolare" eccezion fatta per molti fra gli interpreti che dovrebbero attuarlo,mi rispondesti che la persona di Gioele Magaldi non ti ispira molta fiducia,poi però alla mia 2a domanda sul dare un giudizio sul programma oltre che sulla persona,purtroppo è successo quello che temevo,e cioè che gli ultimi post di DiCoriModigliani,che per la cronaca mi ha anche risposto,hanno "seppellito" la possibilità di ottenere una tua eventuale risposta.

    Così eccomi qui di nuovo a darti noie,e a rivolgerti per la 2a volta la stessa domanda:Gioele Magaldi non ti ispira fiducia,ok,rispetto le tue sensazioni,ma del suo programma (se lo hai letto e se hai voglia di darmi un tuo giudizio) che cosa ne pensi?Jack

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  8. @ Jack

    A volte il silenzio è d'oro.

    E scusami se te lo dico, questa tua insistenza mi sembra faziosa.

    Non è escluso che prima o poi si possa affrontare per bene l'argomento

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  9. ecco una risposta data con competenza:

    3) Abbandonare l’Eurozona, tornare alla Lira sovrana. Ok, l’Italia dice “Ciao a tutti me ne vado, e l’ultimo che esce da sta stanza mefitica spenga la luce”. Significa rompere drammaticamente con gli obblighi italiani ratificati col Trattato di Lisbona e altri. Significa fare un default in Euro. Senza dubbio questo è drammatico. Avete presente l’Argentina del default? Ecco. Però un attimo, continuo. Di sicuro questo comporterebbe il collasso istantaneo della capacità dell’Italia di ottenere prestiti in Euro, comporta il fatto che il nostro debito viene convertito in nuove Lire, che proprio a causa del terremoto default varranno molto poco, per cui il debito in termini di numeri si gonfierà come un pallone. Poi la Germania di certo tenterà di scatenarci addosso ricatti commerciali, con ritiro d’investimenti da parte di molti ecc. Di certo sarà durissima rinegoziare tanti crediti privati dicendogli pari pari “Sorry, non ce n’è più, o accettate la metà, un terzo, di quello che vi dobbiamo, o ciccia”. Le banche italiane dovranno subire terremoti, di sicuro, e si trascineranno dietro quelle europee. Noi italiani dovremmo prepararci per un periodo di vacche molto, molto magre. Ma poi… Indovinate cosa?
    ..i mercati capiranno nel giro di molto poco che l’Italia ha ora la sua moneta sovrana, e che quindi ha recuperato la fondamentale Ability to Pay, cioè possiamo garantire di pagare puntuali i nostri titoli di Stato senza problemi. Il debito gonfiato come un pallone non conta più se noi possiamo sempre onorarlo. Poi i creditori alla fine diranno: “Ok, meglio incassare qualcosa piuttosto che nulla”, è già successo molte volte ed è in fondo la regola del Libero Mercato, rischi e magari perdi tutto, pace. Ma gli stessi creditori sanno che in futuro, con la nostra recuperata moneta sovrana, questo rischio non ci sarà più, e possono recuperare investendo nelle nuove Lire che saranno di certo onorate. Quindi i tassi sulle nuove emissioni di titoli italiani cominceranno a scendere, e scendere e scendere, non immaginate quanto. Poi: i mercati sanno anche che questo Bel Paese che ha recuperato la sua Ability to Pay ha anche una ricchezza invidiabile, è moderno, ha aziende brillanti, ha banche meno decotte di tutte le altre europee, ha un risparmio privato immenso, sa produrre a livelli tedeschi se vuole. Interessante. Poi il nuovo governo italiano della nuova Lira può applicare, spendendo a deficit la sua moneta emessa dal nulla, il piano di Piena Occupazione della Modern Money Theory School of Economics (MMT), che porta al lavoro tutti i disoccupati, e questo aumenta la nostra produttività. Sempre spendendo a deficit, lo Stato delle nuove Lire può offrire pieno Stato Sociale, può fare investimenti in infrastruttura e modernizzazione, e questo sarà denaro che ritorna nelle riserve delle banche bastonate, che si rizzeranno. Le due cose appena dette aumentano la nostra attrattiva per gli investitori, che pensano “Umm, interessante questo ricco Paese rinnovato, investiamo, e compriamo titoli, questa volta può pagare puntuale”. Risultato: quello che è successo in Argentina dopo il catastrofico default. Hanno recuperato moneta sovrana, hanno mandato affanc… gli USA e il Fondo Monetario Internazionale, hanno applicato la MMT all’occupazione nazionale e all’economia, e sono schizzati in 3 anni da un livello africano a uno dei Paesi più in crescita del mondo. Ed erano l’Argentina, con tutto il rispetto. Immaginate noi.
    Paolo Barnard

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  10. io penso che prima di abbandonare sic et simpliciter l'eurozona si potrebbe fare a francia e germania un discorso preliminare (che forse andava già fatto da tempo) e cioè:
    o l'euro cessa di essere una moneta privata che gli stati europei devono comprare sul mercato come se fossero dei privati che vanno in banca e devono sottostare alle condizioni imposte dal direttore della Banca (nel nostro caso il mercato che compra gli euro a 1,25 dalla BCE e li rivende agli stati lucrandoci sopra, all'italia li ha rivenduti fino al 7%)
    oppure noi usciamo dall'euro
    perchè questo è il punto
    l'euro è una ottima moneta che ha unificato l'europa, che ci ha permesso di valicare le frontiere senza la rittura della scatole passare ogni volta per l'agenzia dei cambi
    però ha grave peccato originale:
    non è di nessuno e chi la vuole se la deve andare a comprare
    questa è la tragedia dell'euro e dell'europa
    l'euro deve diventare la moneta degli stati europei, gli stati europei devono battere la loro moneta, recuperare la sovranità monetaria che è una prerogativa degli stati sovrani,
    ai tempi dei romani Roma concedva alle città più fedeli di battere moneta perchè ?
    perchè l'emissione della moneta consente di governare,
    il deficit poi è una cretinata, tutti gli stati sono indebitati, senza debito pubblico l'economia muore,
    è indebitandosi che gli stati rilanciano l'economia nazionale,
    gli stati uniti e l'inghilterra hanno debiti stratosferici ma sopravvivono e dominano perchè hanno la loro moneta che possono stampare e diffondere, l'europa e l'italia no,
    perciò ci troviamo in questa situazione,
    concludo o gli stati europei decidono di emettere direttamente la loro moneta (l'euro)come moneta sovranazionale e comune, oppure conviene uscire dall'euro, riprenderci al covranità e tornare alla lira costi quel che costi,
    vi siete chiesti perchè mai la svizzera, l'inghilterra ed altri non sono entrati nell'euro? per quello che ho detto prima, avrebbero perso la sovranità nazionale.

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  11. @ Anonimo 11 novembre 2011 00:29

    se è davvero Paolo Barnard che ha scritto questa sequela di scemenze , deve assolutamente cambiare pusher.

    Stento a crederlo.

    Nel caso linkami dove ,che se verifico essere vero, lo depenno immediatamente dal mio archivio, spostandolo in quello "cazzate dette e sentite"

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  12. @Yuma....sono d'accordo con te sul fatto che le risposte dell'intervistato sono deboli, molto deboli, nonostante la persona sia nobile e solida; è l'aspetto più interessante della vicenda; la notizia, infatti, è legata al processo collettivo di auto-censura che è dilagato all'interno della sinistra cosiddetta pensante: non parlano, non dicono, non si espongono; e chi è riuscito a mantenere una propria oasi (o rendita di posizione) se la tiene stretta. In questo paese, c'è un assordante silenzio coperto dal cicaleccio di chi parla e scrive senza avere la minima idea di ciò che dice e scrive, come ad es.
    @anonimo 00.29.........non ho la minima idea di chi tu sia nè di che cosa tu faccia nella tua vita; personalmente considero scorrettissimo presentarsi in maniera anonima firmando un testo a nome di un altro senza specificare da dove provenga, il che induce chiunque a pensare che tu sia a) il narcisista Paolo Barnard oppure un b) un semplice superficiale semi-analfabeta. Nel caso tu sia Paolo Barnard, sei un vero criminale. Nel caso tu sia uno che non à Barnard, nella migliore delle ipotesi sei un demente. Le tesi sostenute in questa letterina sono la sintesi raffazzonata del libellismo deteriore dell'estrema destra mescolata ai refusi deliranti dell'estrema sinistra. Vai a scuola. Quantomeno taci, se non altro per pudore. Ti ringrazio per avermi dato lo spunto per scriverci su un post...vi siete proprio bevuti il cervello

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  13. @ yuma 11 novembre 2011 02:27

    Carissimo Yuma,
    se vuole verificare l’autenticità dell’autore, la cosa che deve fare è molto difficile, ma non impossibile: deve digitare il nome “Paolo Barnard” su Google ed aprire il suo sito. È l’aggiornamento (11.11.11) al suo saggio economico: “IL PIU’ GRANDE CRIMINE”.
    Una inchiesta di rigore scientifico che si è avvalsa della consulenza di dodici economisti universitari internazionali.. un team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell'Università del Missouri Kansas City (sono coloro che hanno strutturato il piano Jefes che ha portato l'Argentina dal default al divenire una delle economie più in crescita del mondo di oggi).
    Non so chi lei sia e cosa faccia nella vita, ma se reputa di avere le competenze per targare quel saggio, sotto la voce “scemenze” o “cazzate dette e sentite”, allora, la invito a rivolgersi direttamente alla “Modern Money Theory school of economics” da cui lui trae l’impianto tecnico per descrivere il colpo di Stato finanziario in atto.
    il Prof. L. Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City (che coordina il tutto) sarà lieto di fare la sua presenza.. e noi con lui

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  14. hmmmm...
    Poco convincente, l'intervista (già più interessanti alcuni commenti, e capita...)
    La sensazione che me ne resta è più o meno quella che ho ascoltando Bersani.
    Con tutto il rispetto per le persone e il loro pensiero, sono da un'altra parte: mi pare un farla facile il liquidare con "populismo" 17 anni di quasi niente a sinistra e niente di niente a destra.
    Sul tema default, Europa ect, trovo più interessante e convincente il pezzo di Habermas letto ieri

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  15. diciamo che avendo una banca di proprieta' dei cittadini, sempre rimanendo col sistema del denaro a debito, si ha il grosso vantaggio di far rimanere gli interessi in mano ai cittadini invece che farli andare in mano a pochi oligarchi. e' gia' un primo passo, ognuno da' il giudizio che vuole.
    c'e' un pero'.
    rimane invariato l'equilibrio con gli altri stati, per scambiare i beni con l'estero si dovrebbe usare monete diverse (accettate reciprocamente) ed ognuno dei due stati puo' barare perche' puo' stampare moneta dal nulla per comprare beni dall'altro.
    se poi c'e' uno stato tra tutti (USD) cosi' potente (militarmente) da imporre agli altri l'uso della propria moneta per lo scambio delle risorse principali del pianeta, va da se' che ha l'indubbio vantaggio di potersi creare la moneta dal nulla per averle.
    anche gli altri stati potrebbero fare un po' i furbetti creandosi la loro moneta dal nulla e comprando la moneta USD (e poi i beni desiderati) ma poi succede che lo stato USD con la moneta ricevuta va dentro allo stato che gliel'ha data a comprare cose vere.
    USD non ha da temere questa mossa perche' non deve dare in cambio nessuna moneta per comprare la propria, la stampa e la scambia direttamente con un bene.
    quindi, quando diventera' veramente forte l'EURO? quando la sua potenza militare sara' superiore a quella dello USD e lo battera', quest'ultimo sottomettendosi ai voleri dell'EURO.

    l'economia non e' solo matematica, anche ma non solo. la cosa piu' importante sono i valori di forza che hanno permesso di coniare e mantenere in opera le regole, il resto e' un dettaglio. al momento stiamo parlando di dettagli. non c'e' quella liberta' che crediamo ci sia. chi va troppo fuori (come per esempio la finanza islamica) viene bombardato e riconvertito alla finanza USD, ovvero inglese.

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  16. Sul fatto che IO sia un demente e debba andare a scuola non ve dubbio alcuno. Anzi, se devo essere sincero, il giudizio che spesso do a me stesso è peggiore delle migliore delle ipotesi. È altrettanto vero che, a seguito del saggio menzionato, un sacco di persone si sono bevute il cervello. Da tempo sto cercando qualcuno (nel mondo finanziario) che possa smentire gli studi di Paolo Barnard, ma purtroppo, a causa delle mie scarse conoscenze (dovute in primo luogo alle mie facoltà mentali) non sono ancora riuscito a trovarlo. La televisione non mi è d’aiuto in quanto tempestata da opinionisti senza competenze, così finisco con il credere alle teorie di professori universitari accademici..
    Speriamo che almeno questo blog possa fare luce in materia, magari interpellando personaggi di spessore con autorità e competenza in grado di smontare punto per punto lo studio di P.B.

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  17. @11 novembre 2011 07:59
    e perche' non provare a ragionarci sopra con la nostra testa? ogni volta che leggiamo qualcosa proviamo a trovare un perche' al vero o al falso, no? perche' fidarci sempre senza capire? chi non capisce ha bisogno di una guida........

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  18. @ 11 novembre 2011 08:49
    ..ma io ho capito, perché prima di tutto ho letto! diciamo che (su suggerimento, avendo 4 anni) ho sposato la teoria della semplicità. il ragionamento mi è chiaro; la teoria può essere sbagliata, ma se ne può parlare:-)

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  19. purtroppo il cori modigliani è da un punto di vista della tolleranza simile ad un fascista o ad un comunista il che in fondo è la stessa cosa
    non ama essere contraddetto ama invece chi lo incensa, si è creta una piccola corte di fedelissimi, aggredisce chi la pensa diversamente da lui, lo fa con tutti
    non so cosa fa per vivere ma non penso che viva con i proventi del giornalismo,
    mi scusi sig corimodi ma lei su quali giornali scrive ?

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  20. @anonimo che scrive a Yuma alle 02.27....l'ho letto quel libro, ce ne saranno centinaia così; non c'è dentro una informazione attendibile. Per quanto riguarda l'università del Missouri non sono stati loro a preparare il piano per l'Argentina, bensì Cristina Rohmer, da Berkeley California, in intesa con Cristina Kirchner attraverso le centrali sindacali peroniste in sintonia cone le unions californiane dei lavoratori messicani. Inoltre, devo dirle che il prof. Randall Wry è una mente molto limitata che non gode di grande stima nell'ambito degli economisti tipo Krugman, Roubini, Romer, o il nostro De Cecco che è mente eccellente...un'ultima cosa, invece di fare i black bloc tra i bloggers, perchè non cominciate a qualificarvi con nome e cognome entrando nel nòvero di chi fa battaglia politica a viso aperto? La demagogia spicciola non aiuta a crescere, soprattutto una nazione infantile e dietrologica come questa.

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  21. @rossland...anch'io ho trovato eccellente il pezzo di Habermas, ma è senz'altro un livello superiore

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  22. @anonimo 10.02...le ho già spiegato che per principio non mi piace rispondere ad anonimi. Lei per chi lavora, per i servizi di sicurezza? Forse lei non comprende come funziona la comunicazione tra le persone. Chi si mette in una posizione di anonimità, automaticaments esclude se stesso da qualsivoglia possibilità di confronto diretto, al massimo si possono fare delle chiacchierate insieme, scambiarsi battute e opinioni. Si vada a cercare il mio curriculum vitae in rete e buona fortuna.....

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  23. ma sei fissato con i servizi ma davvero credi di essere così importante che con tutto quello che hanno da fare impegnino tempo e personale e quindi soldi per controllarti ?
    ma mi facci il piacere come diceva totò

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  24. @ Yuma
    Se il credere ad un programma significa essere fazioso allora SI!Sono MOLTO FAZIOSO! Per il resto non comprendo MA RISPETTO il tuo atteggiamento.Jack

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  25. scusate, scusate, scusate, mi ero assentato un attimo

    Per primo una risposta al mio amico Jack

    Mi spiace che tu l'abbia presa male,in realtà avendoti interpretato fan di Magaldi immaginavo che apprezzassi di più una non parola rispetto a due parole
    Appurato che non era così, ho dovuto "obtorto collo" chiarire, ma mi ci hai obbligato

    Una delle virtù dell'apprrendista dovrebbe essere la pazienza, ahi ahi ahi , apprendista fai da te ?

    Agli altri fan di PB e del sooooolito "team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell'Università del Missouri Kansas City " maronnacheduecoglioni,

    rispondo così

    http://www.valigiablu.it/doc/563/indignati-protesta-informata-ecco-cosa-si-rischia-a-non-pagare-il-debito.htm

    Ps Vi siete dimenticati l'Islanda

    Ps del Ps , ma quando comincerete a ragionare col vostro cervello?



    http://www.valigiablu.it/doc/563/indignati-protesta-informata-ecco-cosa-si-rischia-a-non-pagare-il-debito.htm

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  26. @ Jack

    Lo scritto rispetto al parlato ha un vantaggio,

    Permette di essere riletto e modificato Volendolo fare

    . Il parlato questo non lo consente ed una cosa detta ha il suo peso,a volte le precisazioni ottengono addirittura effetto contrario.

    In una discussione è perfino più pericoloso , in quanto può agire a mo' di scambio portando e il treno in stazioni che non facevano parte dell'itineraeio pewvisto.

    Ma ha un grosso vantaggio rispetto allo scritto.

    Il body lamguage.

    Purtroppo dagli scritti non traspare ,

    E quello che vorrebbe essere magari un simpatico sfottò corre il rischio di venire interpretato come prevaricazione.

    Io se in una giornata non faccio almeno un paio di grandi risate sto male.

    Mi piace mettere sempre una parte più leggera anche nel più tetro ragionamento

    Amico Jack non prendermi troppo sul serio, sono un buontempone che da piccolo andava a raccogliere le cacche dei cani per metterle nella buca delle lettere che portava la posta vicino al telegrafo di un'anziana signorina, che inorridita faceva un'insensata serie di puntini.

    Magari mi troveresti perfino simpatico e riuscirei a strappare una risata anche a te.

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  27. @ Yuma
    Ehi!Buono,buono!Stai tranquillo che ho capito che stavi scherzando,quando ti ho detto che hai postato un commento simpatico lo pensavo sul serio!!!
    Anche la risata me l'avevi già strappata prima se è per quello.Jack

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  28. Laura


    @ Jack:
    Leggo anch'io God & Drp, nonostante delle volte il sig. Magaldi personalmente mi incuta un certo timore e molti fra coloro i quali dovrebbero attuare quelle proposte siano in realtà persone che al pari di altre hanno tradito in lungo e in largo il povero popolo Italiano,debbo però dargli atto che le proposte sono veramente molto buone;la tua idea della "spinta riformatrice a furor di popolo" potrebbe andare ma non sarà una passeggiata.
    Comunque,se ti può consolare,anch'io parlo di quelle proposte con le persone a me più vicine e ti dirò che anche loro sembrano apprezzare,in particolar modo gli elettori o ex elettori del centro-sinistra.Chissà...

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