venerdì 25 ottobre 2013

Siamo gli ultimi in Europa. Ma non è colpa delle spie: è il risultato dell'ipocrisia di Stato.



di Sergio Di Cori Modigliani

Che cosa fa, tutto il giorno, Emma Bonino nel suo ufficio?
Sarebbe bello saperlo.
E' probabile che al mattino si dedichi alla caccia dei secondi, dei minuti, delle ore. 
Cioè sta cercando di prendere tempo.
Al pomeriggio, invece, infila una comoda tuta, un giubbotto di sicurezza, un solido casco e si inerpica sulle cornici delle splendide specchiere della Farnesina. 
Cioè si arrampica sugli specchi.
La immagino così, che non sa come e quando poter dare alla nazione l'annuncio ufficiale di informazioni che ci riguardano, scritte su un foglietto che le è stato recapitato.
In un paese normale, invece di star qui a perdere tempo sulla Pascale e compagnia bella, da almeno dieci giorni l'intera nazione dibatterebbe, si confronterebbe e argomenterebbe, alla ricerca di una soluzione su un tema fondamentale, che il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari Esteri, insieme, avrebbero comunicato ufficialmente alla nazione. 
Da noi, invece, e' stato censurato, sottaciuto, nascosto.
Occultato all'attenzione generale.
Perchè da noi tutto è sempre occulto, nascosto, clandestino, opaco. Mai trasparente.
Si tratta di un aspetto puramente tecnico-formale, dotato però di una furibonda carica simbolica, che sottende una tragica sostanza che dovrebbe indurre tutti, nessuno escluso, a interrogarsi sul futuro della nostra nazione.
La notizia è la seguente: "nel rispetto della consueta procedura, il Fondo Monetario Internazionale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, la Banca Mondiale e l'ufficio economico del Consiglio d'Europa, hanno comunicato formalmente al governo italiano che al prossimo G8 il nostro paese non parteciperà perchè non verrà contemplata la sua presenza".
Discriminazione? Complotto? Ce l'hanno con gli italiani e con l'Italia?
Assolutamente no.
Per la prima volta, dopo trentatrè anni, l'Italia -come potenza economica mondiale- viene retrocessa al decimo posto. 
E' ufficiale.
In verità lo era già da diciotto mesi. Ma grazie ad alchimie diplomatiche (chissà quello che ci deve essere costato e nessuno verrà mai a dircelo) era stato posposto, con la complicità dei brasiliani (sono loro a prendere il nostro posto) che evidentemente avevano accettato di rimandare l'evento.
Non solo.
I dati ufficiali sono impietosi: dal 2015 (praticamente domani) l'Italia non parteciperà più neppure al G10. La nona potenza ben accolta sarà la Russia, e la decima l'India.
Forse, gli italiani, prima di accorgersi dell'impatto spaventoso che questo inarrestabile trend sta provocando nella gestione collettiva degli affari di Stato, aspettano il 2020, anno in cui, continuando così, non parteciperemo neppure al G20. A quel punto, è probabile, qualcuno si sveglierà. Ma ormai, conteremo talmente poco, ma talmente poco, da non essere più in grado di far ascoltare la nostra voce. La Storia, che non fa sconti a nessuno, ci condannerà alla periferia della civiltà, identificati nel gruppo di nazioni regredite, quelle che non hanno più possibilità di riprendersi, come un malato collassato.
Nel 1949 l'Italia era distrutta. 
Povera per davvero, priva di una spina dorsale industriale funzionante, senza infrastrutture, con un analfabetismo intorno al 70%, una disoccupazione pari al 65%. 
Eravamo al 29esimo posto nel ranking mondiale.
Nel 1959, solo dieci anni dopo, un'accorta classe politica dirigente e imprenditoriale ci aveva fatto risalire fino al 12esimo. 
Nel 1969 eravamo diventati la prima industria manifatturiera d'Europa e raggiungevamo la decima posizione.
Nel 1979 eravamo ottavi.
Il 1 giugno del 1980 entravamo -e ce lo eravamo conquistati- nel cosiddetto G8.
Nel 1983 eravamo settimi.
Nel 1985 eravamo sesti.
Nel 1987 eravamo quinti.
La Gran Bretagna, la Germania, la Francia, schiumavano dall'invidia: questa piccola nazione scombiccherata era leader nel mondo in almeno 25 segmenti di mercato su 100.
E non era mitomania. Si trattava di fatti reali accertati.
Poi, l'8 novembre del 1989, è crollato il muro di Berlino ed è finita un'altra guerra europea.
Quella fredda.
Il fatto che fosse fredda non vuol dire che non fosse, pur sempre, una guerra vera e propria.
E la Storia dimostra che le nazioni in grado di riprendersi dopo una guerra, magari persa, sono quelle in grado di fare i conti con se stessi, di elaborare il lutto, di leccarsi le ferite, di approfittare dell'occasione per liberarsi dalle zavorre strutturali. Soprattutto capaci di avere una grande visione globale del nuovo ordine mondiale.
Perchè quando una poderosa guerra finisce, gli assetti geo-politici cambiano.
Dovunque è stato fatto: in Russia, in Germania, in Francia, in Gran Bretagna, in Usa.
Da noi no.
Nel 1999, dieci anni dopo, dopo una spruzzata di ipocrisia giustizialista inutile quanto spettacolare, la classe dirigente politica italiana era la stessa del 1989. Con nomi nuovi, identità fittizie, subdole manipolazioni, ma sempre la stessa era. La tendenza trasformista e doppiogiochista della nostra etnia, invece di essere dibattuta, curata e superata, per evolversi ad un livello superiore attraverso un gigantesco psico-dramma collettivo, diede vita alla struttura portante del Gran Regno d'Ipocritania. 
Si imbarcarono tutti a vicenda, altro che resa dei conti.
Nel 1999 in Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia, Russia, non esisteva nessun soggetto politico attivo nelle classi dirigenti che fosse lo stesso o affiliato o apparentato con i sistemi politici precedenti al 1989. Neppure uno.
Da Romano Prodi a Silvio Berlusconi, da Massimo D'Alema a Fabrizio Cicchitto, da Umberto Bossi a Fausto Bertinotti, da Mario Monti a Pierferdinando Casini, da Giulio Tremonti a Corrado Passera (giusto per nominare i più noti) si sono passati l'un l'altro la palla con la caratteristica (questa sì tutta italiana) di non assumersi mai nessuno (nel senso di neppure uno, una volta, magari per caso) la responsabilità di una propria colpa, un proprio errore, un proprio vizio. 
Tutte queste persone insieme hanno collaborato attivamente e consapevolmente, con macabra lucidità e serena superficialità da incoscienti infantili, al varo di un programma di regressione collettiva della nazione Italia, i cui risultati stanno sotto gli occhi di tutti. 

In un tragico (ma interessante) articolo scritto da Luciano Parente su Il sole24ore di qualche giorno fa dal titolo "Non solo Merkel: ecco perchè l'Europa ci mette sul banco degli imputati" il giornalista spiega la squallida immagine  che l'Italia offre di se stessa al resto d'Europa. Dice l'articolista: "L'Italia è pesantemente in ritardo nell'attuazione delle regole imposte a livello comunitario. Lo scorso anno sono stati 36 i nuovi dossier aperti da Bruxelles contro il nostro Paese. Il risultato peggiore dell'intera Unione europea..... a rilevarlo è il monitoraggio annuale della Commissione europea appena diffuso. Si potrebbe pensare che è il risultato negativo di un anno magari magari frutto della necessità di tamponare a livello legislativo gli effetti della crisi economica e finanziari. E invece no. Perché al nostro Paese i primati in questo senso non solo piace raggiungerli ma anche consolidarli. Già perché a fine 2012 erano ben 99 le procedure ancora aperte contro l'Italia per il "vizio" di rallentare il passo quando si tratta di rinnovare regole e metterle al passo con gli altri partner comunitari o di non rispettare le regole del diritto comunitario..... il ritardo dell'Italia emerge anche da un altro dato: il problema è avvertito non solo dai vertici della Commissione ma anche dagli stessi cittadini. Le "lamentele" che arrivano dal basso a Bruxelles riguardano prevalentemente ambiente, giustizia, mercato interno e concorrenza. Ebbene la maggior parte sono indirizzate contro l'Italia (438). Tutto questo mentre a livello complessivo l'Unione europea ha visto ridursi le procedure di infrazione ancora aperto per ritardi o mancato ricevimento. Un calo del 25% tra 2011 e 2012 (si è passati da 1775 al 1343): segnale evidente che alcuni nuovi strumenti per pungolare gli Stati adottati negli ultimi anni ed evitare lunghe querelle stanno dando i loro risultati.....il problema va ben oltre il dato numerico, perché ritardi nell'attuazione comportano una legislazione meno aggiornata su molti temi che impattano anche con la competitività del Paese e che, quindi, finiscono con il creare disparità rispetto a chi si è già adeguato....".

Se l'Italia non stesse dentro l'Europa come stato membro, gli europei non la considererebbero neppure una nazione civile. Banche con bilanci falsificati, non è stata rispettata nessuna procedura prevista già per il 2002, 2006, 2009, 2011, 2012 per ciò che riguarda il problema delle carceri, l'agricoltura, l'innovazione tecnologica, l'applicazione del reddito minimo di cittadinanza garantito (siamo soltanto due paesi in Europa a non averlo, noi e la Grecia). Se non fosse stato per l'Europa molti cittadini italiani non avrebbero mai saputo neppure che l'Ilva esisteva e che a Taranto c'era un tragico problema. Non solo. Dieci giorni fa è partita l'ultima denuncia da parte sia del Consiglio d'Europa che della Commissione Europea contro i ministri dell'ambiente del governo Monti e di quello attuale, per non aver risolto il problema rispettando la consegna europea.
La lista sarebbe lunghissima.
La responsabilità non è della Merkel, di Hollande, di Cameron o di Mario Draghi.
Se uno vuole contrattare e discutere un contratto deve poterselo permettere.
Due anni fa il governo brasiliano prese a schiaffi quello italiano rifiutandosi di consegnare l'ex brigatista Battisti, condannato per omicidio. Era una prova di forza del Brasile che (guarda caso proprio in quei giorni) vedeva per la prima volta nella Storia il proprio pil superare quello italiano. Identica vicenda con i marò indiani. L'India tiene duro per dimostrare di essere una potenza che merita di stare nel G10 scalzando l'Italia che si fa tranquillamente scalzare: abbiamo sempre qualcosa da farci perdonare.
Tutto ciò per rispondere alle continue sollecitazioni di commenti e rimbrotti di sovranisti, complottisti vari, tutti furiosamente anti-europeisti.
Non è vero che l'Europa ha fatto declinare l'Italia: è falso.
E' vero il contrario.
E' stata l'Italia, paese fondatore dell'Unione Europea, ad aver dato un solido contributo al declino dell'Europa, perchè non è stata in grado di produrre, negli ultimi 23 anni, uno straccio di classe dirigente politica e imprenditoriale che fosse un minimo presentabile e quindi in grado di poter dettare legge, Leggi, normative a favore della propria nazione e dare anche un solido e serio contributo a spostare l'ago della bilancia dalla finanza speculativa alla battaglia sui Diritti Civili, per far rispettare il sociale e gli interessi della collettività, per creare un'Europa diversa.  E i più forti e prepotenti hanno approfittato della corruzione endemica della nostra nazione per espoliarci facendo i loro interessi. Perchè mai avrebbero dovuto fare i nostri?
Quando un mese fa la Merkel si è incontrata con i "nemici" della SPD e hanno deciso insieme di fare un governo, il leader socialdemocratico le ha risposto" devo varare prima un referendum tra gli iscritti per sapere se sono d'accordo o meno". E lo ha fatto: on-line.
Quando ha avuto la cifra (il 59% erano a favore con l'elenco delle condizioni), per diciannove giorni, hanno discusso, trattato, negoziato, su sponde diverse e spesso antagoniste, con un unico obiettivo: fare gli interessi della Germania.
Se noi non siamo in grado di fare questo, non è colpa di Mario Draghi nè di Angela Merkel.
E' colpa del fatto che l'Italia non ha rappresentanza.
La nostra ultima speranza per fermare questa catastrofe già iniziata sono le prossime elezioni europee.
Da oggi  tutti dovremmo cominciare a discutere sui temi veri che ci riguardano, con l'obiettivo di spedire a Strasburgo e poi a Francoforte e Bruxelles una divisione agguerrita (una pattuglia non basta più, è troppo tardi) di italiani innamorati dell'Italia che vadano a combattere in prima linea con la consapevolezza che stanno giocando un ruolo storico decisivo.
Soprattutto definitivo.
Per cambiarla, questa Europa.
Noi italiani l'abbiamo costruita.
Noi italiani l'abbiamo distrutta.
Spetta a noi la responsabilità di rimetterla in piedi.





35 commenti:

  1. "Tutto ciò per rispondere alle continue sollecitazioni di commenti e rimbrotti di sovranisti, complottisti vari, tutti furiosamente anti-europeisti.
    Non è vero che l'Europa ha fatto declinare l'Italia: è falso.
    E' vero il contrario.
    E' stata l'Italia, paese fondatore dell'Unione Europea, ad aver dato un solido contributo al declino dell'Europa, perchè non è stata in grado di produrre, negli ultimi 23 anni, uno straccio di classe dirigente politica e imprenditoriale che fosse un minimo presentabile e quindi in grado di poter dettare legge, "

    Che non abbiamo una classe dirigente degna di questo nome, che sono tutti vecchi politicanti da decenni ecc ecc, SONO TOTALMENTE IN ACCORDO CON LEI, ma per quanto riguarda il fatto che l'industria italiana non riesce più ad essere quella che era C'E BISOGNO CHE LEI SI INFORMI UN PO MEGLIO DI ECONOMIA INVECE DI SCRIVERE CERTE SCEMENZE.

    Per quanto riguarda l'economia infatti la colpa non è dell'europa ma dell'EURO, è la moneta e la politica monetaria che è sbagliata in quanto la moneta rappresenta la forza di un economia in base a tanti fattori e per NOI (come per la Spagna per la Francia per la Grecia ecc) l'EURO è troppo forte, è sopravvalutato di circa il 20/25 % mentre per l'economia dei paesi del nord l'EURO è troppo debole di circa il 20/25%.

    Le è chiaro il problema? se non lo è si informi per cortesia.
    Ovviamente questa spiegazione è molto semplicistica ed è una delle tante disgrazie che l'EURO ci porta. RIPETO A SCANSO DI EQUIVOCI, L'EURO E' LA CAUSA, LA MONETA, LA BCE, NON L'EUROPA o almeno non del tutto.

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    1. Completamente daccordo con lei, e in particolare mi dispiaccio che una persona di cui apprezzo moltissimo gli scritti e il pensiero come il sig. Modigliani, confonda l'Europa con l'euro, e che evidentemente non abbia conoscenza del semplice sistema dei cambi, o gli effetti del divorzio trai l tesoro sulla banca centrale, che del fatto sono gli strumenti fondamentali dell'attuale lotta di classe.......

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    2. Senza sottovalutare il ruolo dell'istituzione della moneta unica nella crisi dei paesi "deboli", è lei, signore Anonimo, che confonde il discorso di Modigliani sull'Europa con un discorso sulla moneta che qui, ma altrove sì, non tenta di fare neppure.
      Ed è anche vero che qui non se ne parla delle tante pecche della finta democrazia europea, dove pochissimi paesi e soprattutto le banche dettano legge a tutti gli altri governi.
      Ciò non toglie, però, che i nostri governanti, di destra, centro e sinistra hanno accuratamente ignorato tutto di buono che l'Europa poteva offrirci (tanto per dire, tutti i fondi europei non spesi per incapacità progettuale e inefficienze burocratiche), prendendo solo la parte peggiore, a cui siamo ligi assai, al punto di cancellare dalla Costituzione le possibilità offerte da una visione economica keynesiana, che nella storia non pochi risultati ha prodotto, non ultimo il boom economico italiano degli anni 60-80.

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  2. Sig. Modigliani, spero stia scherzando
    Anch'io sono d'accordo sull'indegnità della classe dirigente italiana, come negarlo, ma per il resto concordo con quanto dice Bravetti qui sopra
    Studi economia, in particolare economia monetaria, e vada a rivedersi la storia dello SME
    Buono studio

    P.S.

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  3. Un consiglio di lettura:
    http://scegli.wordpress.com/2012/10/19/leuro-non-e-irreversibile/

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  4. una interessante lettura sig Modigliani sulle cause del debito italiano ecc ecc

    http://www.siderlandia.it/index.php/la-verita-sul-debito-pubblico-italiano/

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    1. La ringrazio moltissimo per la segnalazione di questo articolo che, pubblicato su uno dei giornali più autorevoli di una Nazione sovrana che pur facendo parte politicamente della comunità europea, si è rifiutata di abbandonare la propria valuta in favore dell'euro, rappresenta un pungolo non indifferente alla riflessione su dove e perché la nostra classe dirigente abbia commesso errori dalle conseguenze oggi così drammatiche per una maggioranza di italiani che purtroppo tende ad espandersi sempre di più.

      Vorrei mettere in evidenza che l'elevatezza del tasso di sconto così a lungo mantenuta dalla Banca d'Italia per scongiurare sia l'inflazione, sia quella svalutazione che avrebbe fatto decollare le nostre esportazioni a ovvio detrimento dei partner europei dalla moneta più forte -- una manovra finanziaria fatta dunque in spirito di vera collaborazione comunitaria -- oggi non è ricambiata da altrettanta comprensione da parte proprio di quei paesi dell'Unione (Germania, Francia) che più ne hanno beneficiato e che adesso riscoprono -- ma guarda un po' -- l'orrore della nostra diffusa corruttela, della mafia, del disavanzo pubblico, delle industrie strangolate dal fisco o emigrate in paesi ancora più poveri e deregolamentati del nostro quanto a diritto del lavoro (ma anche a ridotto prelievo fiscale; tanto lì è "normale" che la stragrande maggioranza della popolazione faccia la fame e manchi dell'essenziale, senza poter -- o persino ormai essere in grado di -- fiatare).

      C'è tuttavia un passaggio dell'articolo che non mi è ancora del tutto chiaro: se nel 1995 abbiamo intrapreso l'ultima svalutazione 'controllata' e la ripresa non c'è stata, ciò vuol dire che il divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro, insieme al quasi ventennale tasso di sconto vertiginoso, hanno funzionato da zavorra frenante e non più eludibile solo col ricorso a una timida manovra di svalutazione?

      Grazie ancora di tutto, marilù l.

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  5. sig.sergio,mi piace molto leggere i suoi articoli,anche questo,ma devo dissentire su un punto:il concetto dell'europa che ha lei!
    il problema non e' l'europa,intesa come comunita di paesi,equa e solidale,(da questo punto di vista siamo tutti europeisti),ma il problema e' l'EURO!
    se essere scontenti della situazione economica attuale e non volere un europa dell'euro e dei banchieri significa essere complottisti,sovranisti e antieuropeisti (come lei etichetta chi dissente)allora lo sono la stragrande maggioranza degli italiani e tutti i membri dei piigs,questi ultimi credo che poco abbiano a che fare con la nostra ipocrisia che riconosco nel nostro dna ,ma credo che per questa per volta non c'entri!

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  6. Bellissimo articolo. Non comprendo invece la miopia dei commenti che riducono tutto il discorso sull'Europa ad una semplice questione monetaria e di cambi. L'Europa è altro, semplicemente perchè l'economia di ogni Stato è altro!

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    1. Proprio perchè l'economia di ogni Stato è altro, avere un' unica moneta era un suicidio prevedibilissimo che per interessi estranei ai cittadini non si è voluto vedere!

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  7. Nel paese della kleptocrazia vi e' un concetto che deve essere tenuto in nessun conto. Anzi va decapitato subito.
    Ed e' quello della logistica del paese, cioe' della sua amministrazione statale e del suo stato. Nella moneta viene rappresentata non solo la situazione economica di un paese ma anche la fiducia che si ha di quel paese.
    Da qui partono due soluzioni. La prima porta al cambio della moneta, alla svalutazione. Risultato, dicono i proponenti, subito maggior competivita', subito un rilancio economico. Il paese non cambia ma cambiando il valore della sua moneta torna competitivo. A questo ragionamento logico e indiscutibile, rapido e poco faticoso e' difficile proporre il famoso "meglio l'uovo oggi o la gallina domani."
    La seconda soluzione dice attenti i costi di mantenimento di questo stato cosi' abnormi, la tassazione cosi' alta, i servizi cosi' deficienti, la struttura cosi' marcescente sono il reale perche' della contrazione dei profitti delle imprese e dell'enorme abbassamento dei salari.
    No? E allora perche' solo i garantiti del sistema non ne soffrono?
    Le loro clientele aumentano, i loro stipendi, le loro pensioni sempre piu' contrapposte al continuo impoverimento del resto della popolazione?
    L'uscita dalla moneta unica come soluzione?
    Andare da gli altri europei a dire cosa? Di svalutate tutti assieme?
    Oppure dire e' tempo di costruire una comune amministrazione pubblica
    in Europa? Che magari serva a decapitare i nostri parassiti regalandoci
    una diversa struttura logistica del nostro stato?
    Il problema e' che nessuno fa regali. Chi non riesce a togliersi i propri parassiti non merita niente. Sperare nei altri non e' una soluzione. Decapitare i nostri parassiti e presentarsi puliti portando
    i nostri interessi e le nostre idee e' l'unica soluzione. Almeno quella
    dignitosa. Quella sovrana. Di quella sovranita' di cui molti, troppi
    van cianciando ma non sanno cos'e'.

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    1. non capisco, a me sembra che questi parassiti in Italia ci fossero anche prima dell'euro eppure anche secondo l'analisi del Sig. Modigliani negli anni della svalutazione stavamo scalando con prepotenza le classifiche mondiali e le nostre industrie andavano a gonfie vele. Anche in passato l'amministrazione pubblica faceva acqua da tutte le parti e la corruzione dilagava, non è certo una novità di questi ultimi vent'anni, forse la classe politica era un filo migliore e probabilmente sarebbe stata in grado di porre condizioni più vantaggiose al nostro ingresso nella moneta unica ma questo non è avvenuto e i politici di oggi sono gli stessi che hanno venduto il nostro paese a Maastricht nel '92.

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    2. Una cattiva amministrazione non produce una bancarotta immediatamente.
      Un certo tipo di mercato in un dato momento storico non puo' essere paragonato a qualcosa di nuovo. L'Italia dal mercato interno chiuso e libera di esportare in tutto il mondo e' finita. Quando hanno dovuto aprire le frontiere sono dovuti gia' ricorrere alla svalutazione che come
      ho detto si puo' sempre fare. Chi e' vecchio sa che quando sono nati i Beatles per qualche anno dovevamo sentirli a Radio Luxemburg, la nostra Radio non li faceva ascoltare. Una intera generazione canora italiana
      e' morta. Poi sono nati i Battisti, i nostri gruppi ecc.
      Nessuno ha venduto il nostro paese a Mastritch, i nostri politici ci
      hanno fatto entrare senza essere preparati per entrarci. Gli inglesi non
      hanno mica adottato l'Euro. E' la stessa cosa dell'ultima guerra, nessuno
      ci aveva chiesto di entrare, anzi. Poi prova a spiegare ai nostri alpini
      perche' li si congelavano i piedi.
      Io non so perche' sono entrati. Io la chiamo vanita'. Il voler essere tra
      i grandi senza voler mai far la fatica di diventarlo.

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  8. Sì, va bene, le rendite da aristocrazia fondiaria gattopardesca della casta politica & satelliti sono un obbrobrio, su questo non ci piove. Lei dice che bisogna sbarazzarcene: d'accordo anche qui. Comincio a preoccuparmi quando parla di "decapitare". No, mica per niente, ma di brigatisti che languono nel ricordo dei bei tempi andati nelle nostre carceri ce n'è ancora qualcuno, non vorrei che magari con l'aiuto di 'esuli' come Battisti riuscissero a mettere in piedi un Comitato di Salute Pubblica con tanto di ghigliottina a ciclo continuo.

    Saluti, marilù l.

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    1. Non si preoccupi, i brigatisti, quelli del 68 in genere, credevano di combattere uno stato borghese non uno stato medioevale.
      Ad ognuno la sua epoca, ad ognuno i suoi sbagli. Loro credevano
      di cambiare il mondo con una ideologia manipolata da uno stato zarista.
      Noi con qualche teoria economica. Se poi queste teorie, ormai sicurezze popolari verrano usate da nuovi o vecchi partiti per lasciare intatto
      il sistema, allora, in quel momento si chieda cosa vuole dire decapitare.
      Usero' togliere dal sedere le loro poltrone, in futuro usero' la parola
      depoltroniamoli. Non cambia molto se non si sa come e che fare dopo. Spoltroniamoli forse, lascio a lei trovare la corretta parola.
      Quello che lei non capisce e mia e' la colpa, soltanto mia, perche' da grande ignorante non riesco a farmi capire e' che e' la struttura di
      questo stato che ha prodotto questa casta. Questo e' uno stato che
      produce e riproduce nobilotti di campagna, detti notabili da noi.
      Sono gli stati che fanno i popoli. No?
      Vada a vedere come si comporta la stragrande maggioranza dei nostri emigranti all'estero, come adeguano il loro comportamento. Vada a
      a fare una vacanza anche istruttiva. Ci mediti sopra. Quando uno stato e la classe che lo amministra non e' piu' interessato alla condizione del
      popolo che dovrebbe governare e' fallito nel suo compito.
      Purtroppo non vi e' altra soluzione che farne un altro.

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    2. Concordo con questa interpretazione. Penso che tutta questa questione dei saggi nostrani, al di là degli aspetti folcloristici, sia una idea mediatica molto abile dei consulenti della comunicazione dell'attuale oligarchia. Vogliono far passare l'idea tra il popolo che "per cambiare l'Italia sono assolutamente necessarie le riforme strutturali". Questo poteva andare bene nel 1973. Oggi no. Non c'è niente da cambiare in Italia, è troppo tardi ormai. Va rifondato un nuovo Stato. Va dichiarato ufficialmente il fallimento e la fine di questa idea italiana dello Stato e della collettività che ha retto fino a oggi e se ne rifà un altro. Non c'è nulla da riformare, è impossibile. Il carburatore è intasato, la carrozzeria è tutta ammaccata, i freni non funzionano, non c'è benzina nel serbatoio nè soldi per acquistarla, e ci vogliono far credere che cambiando il modello del cruscotto la macchina si rimette in funzione.

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    3. A me Lei non sembra affatto un ignorante, sono solo io che forzo un po' i discorsi, a volte, con paradossi, per cercare di indirizzarli verso soluzioni concrete, fattibili. Insomma sono impaziente.

      Le dirò qual è la mia vera paura: un commissariamento di fatto delle nostre istituzioni con burocrati europei non eletti, una sorta di contingente di caschi 'grigi' della Ue, che non è detto debbano essere, solo per questa loro origine 'imperiale', integerrimi e infallibili come arcangeli. Non mi pare, anzi, del tutto improbabile che potrebbero rivelarsi la versione in abiti civili dei caschi blu olandesi dell'ONU a Srebrenica o degli ancora rimasti impuniti caschi canadesi a Mostar, per capirci.

      Grazie anche del consiglio sulla vacanza, ma ho già vissuto e lavorato per diversi anni all'estero: riguardo a questo, da brava italiana, ho già dato, basta così. Adesso vorrei solo poter pienamente gioire di abitare dentro i miei naturali confini geopolitici, prima di finirci sotto e una volta per sempre (almeno in questa era geologica).

      Saluti cordiali, marilù l.

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  9. La poetica modiglianesca anche questa volta ha prodotto la solita marmellata di beatitudini illuministico-massoniche, tutte ovviamente presunte, tese alla santificazione della dea europa che, come ogni divinità che si rispetti, chiede il sacrificio di chi non ha capito e quindi non si adegua.
    In questa europa canaglia, dopo la caduta del muro abbiamo avuto un regolamento di conti tra i vari arroccamenti oligarchici; noi stiamo facendo la parte dei fessi semplicemente perché ai nostri oligarchi dell'Italia non frega una beata cippa, abituati da buoni provinciali a succhiarne le mammelle come a una balia pezzente, della quale in fondo ci si vergogna e alla quale non è dovuta gratitudine per ciò che le si sugge. La truffa dell'euro li ha trovati consenzienti perché è nella loro natura di vigliacchi parassiti affiliarsi alla canaglia più potente.
    Come, del resto, non importa sega (come direbbe Renzi) agli oligarchi continentali della cosiddetta europa moderna, mito ambiguo partorito da raffinatissime intelligenze perverse franco-germaniche, orfane di manganello e svastica, ampiamente bevuto da brillanti presunti intellettuali assetati di teorie e principii, tanto da inebriarsene sino a vomitare un lago di ridondante retorica europeista, fastidiosa quanto irritante, come la sciarpetta di lana ruvida che la mamma ci appioppava d'inverno prima di uscire di casa.
    Bei tempi quando l'europa era Giochi senza Frontiere o l'Eurofestival, quando la troika era al massimo la quarantenne tedesca in vacanza a Rimini con il marito nibelungicamente cornuto quanto ubriaco, Ollie Rehn era un mediocrissimo aspirante calciatore e Angela Merkel una ragazzona corpulenta di Berlino Est al servizio della Stasi per spiare i suoi amici...

    P.S.
    Napolitano a quei tempi era un ex fascista, prontamente convertitosi sulla strada di Mosca, munito di passaporto con visto USA, impugnante con la nano sinistra falce e martello, con la destra squadra e compasso.

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  10. Innanzitutto sarei felice se chi commenta ci metta la faccia con nome e cognome e non "Anonimo" in quanto non si capisce nulla dopo un po'.

    A parte questo, la questione monetaria è la seguente:
    la storia economica ci racconta che nel corso degli ultimi 150 anni ci sono stati almeno 3 o 4 tentativi di unione monetaria in europa, (nel mondo almeno un centinaio) e TUTTE sono finite male, sottolineo TUTTE.
    Perchè si tenta sempre di fare queste unioni monetarie cosi come è l'euro adesso sapendo che non funzionano?
    La risposta è che chi ha i soldi vuole essere libero di andarli ad investire dove piu gli conviene. Ora pero' cosa succede, se io oggi vado ad investire in America (qualsiasi investimento) lo faccio in dollari, e magari guadagno ad esempio il 3%. Bene decido di monetizzare quindi dismetto l'investimento e ottenuti i dollari investiti + il 3%, siccome io sono in Italia li convertiro' in Euro. Ora se pero' durante la durata del mio investimento il cambio tra EURO e DOLLARO ha oscillato, potrei aver guadagnato di piu del 3% sfruttando anche questa oscillazione a mio favore, ma potrei anche essere andato sotto il mio investimento iniziale ossia al momento della conversione in euro anche se i miei dollari sono di piu perchè ho ottenuto un 3% di profitto, al cambio gli euro che riprendo saranno meno di quelli iniziali, questo perchè il cambio ha oscillato.
    Ora su investimenti a breve termine ( 3 / 6 / 12 mesi ) questo non è un problema in quanto l'investitore fa "un 'assicurazione" chiamiamola cosi che lo copre dal rischio di cambio, ma per investimenti strutturali dove il rientro dei profitti non è rapido ma possono anche passare anni o decenni, questo non è possibile. Quindi la soluzione è semplicemente fissare il cambio in modo da essere libero da questo rischio. Poi ho anche bisogno di tenere l'inflazione molto bassa in modo che i miei capitali e i miei guadagni non vengono erosi da essa.
    E fin qui potremmo anche starci con questa logica, il problema nasce pero in quanto quando si legano insieme economie completamente diverse con tassi di inflazione diversi con tassi di crescita diversi ecc senza inserire nell'unione monetaria gli aggiustamenti tramite trasferimenti interni, succede che i paesi piu deboli inizialmente godono del fatto di avere una moneta forte ma al primo shock economico vanno in crisi.
    Riassumendo fino a qui: fissando il cambio i capitalisti hanno inondato di liquidità i paesi del sud europa senza avere problemi di cambio dovuti a svalutazioni ecc.
    I paesi del sud avendo a disposizione tanta liquidità e con una valuta forte hanno iniziato a comprare a manbassa prodotti di importazione perchè piu convenienti di quelli nostrani. Questo ovviamente ha portato alla chiusura e al fallimento le aziende nostrane e hanno fatto invece guadagnare enormi cifre alle aziende estere. Al primo shock economico di rilievo (vedi crisi mutui in USA del 2008), questo flusso continuo di capitali dall'estero (messi a disposizione per farci comprare i loro prodotti) si è bloccato e anzi i creditori esteri hanno richiesto indietro i loro soldi fino all'ultimo centesimo. I paesi in crisi pero non avendo piu' ne la leva della moneta per rilanciare l'economia, ne le aziende che nel frattempo avevano chiuso / fallito / delocalizzato, si sono trovati nella m....a.
    Ora cosa fa uno stato sovrano quando va in crisi? semplicemente lo stato deve essere anti ciclico. Cosa significa questo:
    1) Pro ciclici sono gli investitori privati / banche i quali investono quando il trend economico va mentre quando il ciclo economico va in crisi bloccano tutto.
    2) Anti ciclici sono invece (dovrebbero essere) gli stati i quali investono a deficit nei momenti in cui i privati non investono per poi rallentare e rientrare da questi soldi investiti quando il ciclo economico riparte.

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  11. segue....

    Cosa sta succedendo invece ora? succede che gli investitori pro ciclici fanno quello che hanno sempre fatto, gli stati che dovrebbero essere anti ciclici non POSSONO fare quello che hanno sempre fatto in quanto non hanno piu gli strumenti per farlo.
    1) Non pssono fare spesa a deficit perchè c'e il limite del 3% (che vale solo per l'italia mentre tutti gli altri fanno il cazzo che vogliono)
    2) Non ci sono aggiustamenti interni all'unione (quello che succede in italia tra nord e sud)
    3) Non hanno piu facolta di stampare moneta quindi lo stato si deve comportare come una qualsiasi azienza / persona la quale quando ha bisogno di soldi deve rivolgersi alle banche e le banche forse gli daranno questi soldi forse no e al tasso che loro vogliono.

    Mi fermo qui perchè mi sono stufato di scrivere. Comunque sia per chi volesse aprendo google trova diversi blog che trattano questi argomenti di economia trattati da economisti che non seguono il main stream del PUD€ (PARTITO UNICO DELL'EURO)

    Mentre scrivo ho la tv accesa e cosa sento dire? che Letta ha detto che per risolvere il problema del lavoro ci vuole PIU EUROPA.
    E' come dire ad uno che stava per morire con i gas di scarico della macchina nell'abitacolo, che per salvarsi deve attaccarsi con la bocca direttamente allo scarico della marmitta. E ESATTAMENTE LA STESSA COSA.

    Consiglio di trovare e leggere il "romanzo di centro e di periferia"

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    1. La ringrazio anche di questa ulteriore spiegazione e dei consigli sui blog anti-mainstream riguardo l'Europa.

      Saluti cordiali, marilù l.

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  12. Anche qualche lezione di cucina non ci starebbe male. Pochi ingredienti di una qualità passabile vengono mescolati insieme a robaccia di quart'ordine. Il risultato è una zuppa immangiabile. Ma, soprattutto: perché confezionare la zuppa? Insomma il solito DCM ben noto

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  13. AP bisogna che ti spieghi altrimenti cosi è facile....di la tua idea se ne hai una invece di parlare di zuppa

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    1. Consiglio di trovare e leggere il "romanzo di centro e di periferia"

      Ma tu non l'hai letto. Altrimenti sapresti che ...

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    2. me lo rileggo volentieri e vedro' le inesattezze che ho scritte cmq sia non mi sono allontanato molto dalla verità mentre altri dicono completamente il falso.

      In ogni caso non sono Bagnai ma credo cmq di aver capito abbastanza bene come stanno le cose...

      ti faro sapere

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    3. Ho riletto il romanzo di centro e periferia, non mi sembra di essermi distaccato molto da quello che ho scritto.....ovviamente certo, in 30 righe non si scrive tutto come nel romanzo ma la strada è quella caro AP.

      Cmq sia se hai qualcosa da dire scrivila, le cose dette a metà o sotto intese non mi sono mai piaciute

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  14. Io mi sono chiesto spesso quando viene immessa nella mente del bambino
    quella verita' o almeno chiamiamola cosi' che lo determinera' per tutta la vita e che poi verra' chiamata la mentalita' di un popolo. E' quella verita' cosi insita dentro il cervello da non poter essere messa in dubbio
    ne' studiata, ne' dubitata. Indiscutibile. Provate a far leggere i Vangeli
    sinottici a un Cattolico, solo la parte della Passione, e poi chiedetegli se ha notato qualcosa. Anche se e' un divoratore di libri gialli, anche se immagina mille cospirazioni dove vi e' una verita' banale non notera'
    niente. Quando gli farete notare quel piccolo fatto mancante non ne trarra' nessuna conclusione, lo rimuove. Non mi dilungo in altri esempi. A Nikolajeska c'erano due 88 e dei carri armati tedeschi, senza i quali
    sicuramente lo sfondamento sarebbe stato piu' duro. Vengono rimossi.
    Se voi pensate che basta svalutare, uscire dal Euro perche' tutto torni come prima accomodatevi.
    Le catene di montaggio della Panda torneranno a Torino. Ai polacchi, ai brasiliani, ai russi, agli argentini proporremmo le nostre vecchie catene di montaggio in maniera che anche loro abbiano una industria nazionale.
    Accomodatevi.
    Se poi questo discorso viene capito come quello di quello che non vuole
    uscire dall'Europa sbagliate. Lira o Euro lo stato del cotolengo rimane.
    Gia', chi se ne frega. Rimoviamo il problema.

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    1. Sono d'accordo. La mia tematica di punta, infatti, riguarrda il cotolengo. Fintantochè rimane stare nell'euro, uscirci, starci a metà è irrilevante.

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    2. mi intrometto senza capire niente di economia, finanza ecc... tutti fate analisi, e qui gli economisti sono dei supereroi, solo che lo fanno a bilancio chiuso, bravi, e che ci vuole a farlo. quali sono invece le proposte, cosa dobbaimo reinventare? un nuovo modo di concepire gli scambi (barattiamo)? un nuovo modo di governare, dittatura? cosa? nessuna muove un dito, nessuno dice niente sulle soluzioni. io dico che non ci sono, che nessuno vuole perdere i propri privilegi, ma quando avranno tolto tutto a tutti, si scanneranno tra di loro?

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    3. Oibò, signor Anonimo, ma che mi combina, adesso mi tira anche in ballo il vangelo, il cattolicesimo e persino la Passione di Nostro Signore, tanto è rimasto a corto di argomenti?
      Lo dicevo io, perbacco, che mi dovevo preoccupare.
      Comunque va bene, fa niente, succede anche nelle migliori famiglie. Facciamo che è pari e patta, eh?
      Anche perché ormai, con sublime buona creanza da vero gentleman inglese, Modigliani ci ha fatto notare che siamo già ai... tempi supplementari.
      Buone cose,

      marilù l.

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    4. Fate una cosa molto semplice. Andate a chiedere alle ditte italiane che se ne vanno in Svizzera o in Austria perche'.
      Perché costa meno la mano d'opera o la loro moneta e' già stata svalutata? Chiedete a loro.

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  15. per tutti quelli convinti che QUESTA europa va bene cosi come è e che bisogna andare avanti......
    http://orizzonte48.blogspot.it/

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  16. Vorrei tanto capirci un cazzo.... Ma con una classe di cialtroni fuorilegge al governo.. ... Con un salva delinquenti come presidente......!!!, con dirigenti disonesti .... Con tre mafie ecc.ecc.ecc. Con il Vaticano che non si fa' i casi di dio... Con un milione di cialtroni che vivono con la politica..... Che cosa si puo' sperare ..... Se non la rovina di un paese , che continua andare verso il Baratro ......!!!!!Sembrano tutti dei cervelloni.... Con i coglioni in testa.... Salvo qualc'uno se c'e'.... In Inghilterra sarebbero questi della setta di delinquenti,in galera , e d interdetti dalla politica, ed ignorati per sempre...... Sel lo capisco io che sono ignorante .......... Quanti teste di minchia fanno finta di niente ........€€€€€€€€€€€€$$$$$$$$$*********

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  17. Credo che bisognerebbe mettere da parte le ideologie: l'Unione Europea non è l'Europa ed è stata creata per favorire la libera circolazione di merci e capitali.
    Io sono un signor nessuno, ma Sergio ti consiglio di vedere questa intervista di Messora a Fabrizio Tringali dell'anno scorso.
    E' sintetica, illuminante e sopratutto non dominata dalle ideologie
    http://www.youtube.com/watch?v=a9y1-_HWlCk

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