di Sergio Di Cori Modigliani
Commentare l'indecoroso spettacolo di questi pagliacci farseschi, mascherati da grandi boiardi di Stato, tirati a lucido come i piccolo-borghesi alla fiera di paese, è inutile. Oltre che noioso. Ogni commento è superfluo.
Penso che possa essere utile, invece, argomentare sulle due lezioni da apprendere come risultato dell'indecorosa vicenda nostrana. Una è Politica, l'altra è Culturale.
Quella squisitamente politica finalmente ci spiega -risolvendolo per sempre- uno dei grandi quesiti
che avevano animato il dibattito dal 2 agosto a ieri, ovvero l'atteggiamento (apparentemente) schizofrenico del PD, in bilico tra l'appoggio a Berlusconi come alleato di governo e la ferma presa di posizione che prendeva atto della necessità di far decadere un pregiudicato. Fiumi di inchiostro sono stati sprecati cercando di diffondere, divulgare, dibattere, questa dicotomia, facendo pensare ai gonzi che dentro il PD ci fosse una cosiddetta "ala legalitaria di persone normali" contraria all'abbraccio mortale tra Berlusconi e il PD, contrapposta a quella che lo sosteneva nel nome della necessità di varare l'unico governo possibile. Si dava per scontato che fosse inevitabile la vittoria di una delle due parti, con la conseguente rottura del partito provocata dal gruppo minoritario perdente. In tal caso (così almeno ci volevano far credere) avremmo assistito a una spaccatura civile della classe dirigente politica: da una parte i piddini che fortemente reclamavano il pensionamento del berlusconismo per dar vita a una nuova e più evoluta italianità, e dall'altra i marpioni burocrati che da sempre fanno affari con lui. Questo esito avrebbe prodotto lacerazioni, novità, polemiche, fortissimi scontri, che -con ogni probabilità- avrebbero dato via al lancio di una nuova tangentopoli, perchè lo status quo non avrebbe più retto di fronte alla crisi.
Tutto ciò non si è verificato.
Il risultato della trattativa tra PD PDL e Lista Monti ha smascherato definitivamente il PD, dimostrando che la supposta contraddizione rientrava, invece, in una ben congegnata strategia, il cui esito sta sotto gli occhi di tutti. Il PD ha presentato il conto ai più abili tra i marpioni del PDL dicendo loro" Berlusconi se ne va per sempre, senza se e senza ma, perchè non possiamo permetterci più di sostenerlo come abbiamo fatto negli ultimi 25 anni, altrimenti perdiamo l'intero nostro elettorato" e, davanti alla sgomenta reazione bellicosa della controparte, hanno aggiunto (con la diabolica competenza che contraddistingue ogni bravo negoziatore) "però, in compenso, abbiamo una proposta d'oro: se voi accettate di pensionare il pregiudicato promuoviamo insieme il berlusconismo, lanciandolo definitivamente come struttura operativa di un'azione politica comune, senza nessuna forma di opposizione".
Davvero una ghiotta prospettiva, che i più intelligenti, colti, abili soggetti politici del PDL non potevano non raccogliere e farla loro.
Questa è la sintesi della giornata di ieri: hanno affossato Berlusconi e hanno promosso il berlusconismo.
Quindi, non cambierà nulla. Anzi.
Verrà decuplicata l'ingessatura e il conseguente stallo, perchè non saranno più tollerati scossoni, fibrillazioni, contestazioni, neppure malumori: Napolitano è stato molto chiaro in proposito. La destra tecnocratica di supporto ai colossi della finanza e delle banche corrotte avrà così mano libera per poter operare a proprio piacimento, scaricando ogni nequizia su Silvio Berlusconi (inteso come persona fisica) e liberando il berlusconismo come forma di pensiero, seguitando a promuovere il clientelismo più becero, la burocrazia più ampollosa, l'affermazione dell'autoritarismo centrale oligarchico.
E' la consacrazione del Gran Regno d'Ipocritania, che lancia le larghe intese (questa volta per davvero): la modalità italiota medioevale di interpretare il Senso della Grosse koalition di marca teutonica; squisita sintesi dal macabro sapore tra l'ipocrisia doppiogiochista dei comunisti ripuliti e l'opportunismo cinico dei fascisti in doppiopetto. Una perfetta fusione.
I grandi vincitori di questa bella pensata rappresentano la nuova squadra della nazionale italiana: in porta la cupola mediatica dei giornalisti narcotizzati, Mario Monti/Mario Draghi alla difesa (non a caso hanno il Ministero del Tesoro e quello della Difesa) a centrocampo l'inossidabile asse dei vecchi amiconi Cicchitto/D'Alema/zioLetta, alle ali esterne Formigoni/opus dei in funzione anti-papista e Veltroni/Renzi a sostegno della tecnocrazia multinazionale finto-modernista, all'attacco due centravanti spompati, Letta nipotino/Alfano rampante, i quali non avranno alcun problema a segnare la caterva di goal necessari, anche se sono, notoriamente, incapaci e inadatti. Basta entrare in area, a quel punto ci penserà Napolitano -che fa da arbitro e da guardalinee- ad annullare ogni goal degli avversari sopravvissuti, convalidando ogni tipo di goal del Sistema Italia, anche se segnato con la mano.
Dimostrando di non aver letto la Storia, ieri, i dirigenti politici italiani hanno portato a termine la stessa identica operazione realizzata il 25 luglio del 1943, quando affossarono Benito Mussolini come persona fisica, lasciando inalterata la struttura fascista della stato centrale, il suo humus culturale e antropologico, la sua spina dorsale, la sua capacità di manipolazione dell'immaginario collettivo del popolo beone.
E' stata la prima operazione politica post-moderna, che ci annuncia il varo della nuova opzione culturale della società mediatica nella quale viviamo e lancia il nuovo modello culturale delle classi sociali.
A differenza del 1977 quando Francesco Cossiga varò il primo grande governo italiano di larghe intese, oggi, non esistono più soggetti politici che rappresentano dei blocchi sociali definiti, perchè le classi sociali hanno subìto una vera e propria rivoluzione in senso regressivo (economica, culturale, antropologica, psicologica) che hanno ridotto i margini di contrattazione al minimo. Dal punto di vista economico, detto qui in rozza sintesi, è iniziata la soluzione finale della classe media, che afferma e promuove due sole classi contrapposte: quella dei ricchi privilegiati oligarchici -e saranno sempre più ricchi- e una gigantesca massa di consumatori che ingloba operai e imprenditori, professionisti colti e disoccupati analfabeti, muratori e accademici, tutti in lite tra di loro a scannarsi per le briciole della torta. Privi di rappresentanza.
Oggi, sociologicamente parlando -e da ieri è ufficiale anche in Italia- esistono soltanto due classi: gli esuli e i turisti.
Ieri ho seguito con interesse e curiosità la diretta televisiva del dibattito alla Camera. Quando ha parlato l'onorevole del M5s, Federico D'Incà, ho avuto la prova definitiva del lancio delle due classi. A differenza dei suoi colleghi, il deputato ha optato per una narrativa mediatica diversa e differente da quella paludosa degli altri deputati, il cui fine consisteva nel sottolineare l'ingresso in aula del concetto di cittadinanza, coadiuvata dall'affermazione -e dalla promozione- dell'esistenza dei social networks, della rete, delle voci e delle opinioni della gente comune e normale. Ha cominciato a declinare -giustamente firmate solo dai nomi propri- le idee dei cittadini italiani, i più disparati, diversi tra di loro, sia nel linguaggio che nella forma. Mano a mano che leggeva, in realtà twittando in parlamento a voce alta, il suo intervento mi ha provocato una connessione sinaptica interiore. Era come leggere un vecchio libro famoso italiano, di grande successo sociale, pubblicato da Einaudi a metà degli anni '60, ignoto a chiunque oggi abbia meno di 45 anni, "Lettere dei condannati a morte della resistenza italiana". L'onorevole D'Incà mi è apparso come un esule in patria che stava parlando a un gruppo di turisti. I membri del governo (dopotutto stava parlando una persona che in quel momento rappresentava il cuore, le idee, le percezioni, le esistenze tangibili di quasi 9 milioni di contribuenti fiscali) erano distratti e ridacchiavano. Il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, ovviamente (e inconsciamente) era disturbata nell'accorgersi in un lampo quanto fosse diventata inutilmente vecchia, visto che, all'inizio del suo intervento, Federico D'Incà -molto probabilmente senza neppure esserne consapevole- aveva detto quasi le stesse identiche cose declamate dalla stessa Bonino venti anni prima nella stessa aula (la parola che mi ha evocato questa associazione è stata "partitocrazia") La nostra ministra, invece di ascoltare con attenzione puntigliosa, visto che ci rappresenta all'estero, si è messa a leggere i suoi sms con una esibizionista disinvoltura forse per manifestare pubblicamente il suo totale disinteresse. La mimica era molto chiara, quella della turista che osserva con bonomia gli accadimenti presso una etnia altra, diversa dalla propria.
Il governo in carica è composto da turisti.
Come i gruppi di stranieri, magari intelligenti, attenti e colti, che vengono in Italia, vanno a Venezia in gondola, visitano la Galleria degli Uffizi a Firenze, passeggiano per i trulli del Salento, fanno una gita in barca tra i faraglioni di Capri, cenano a lume di candela davanti al Colosseo a Roma, e quando vanno via hanno le lacrime agli occhi sostenendo che l'Italia è un paese meraviglioso, unico al mondo, con gente stupenda, pieno di ogni dovizia immaginabile, insostituibile. Lo è. Per i turisti, appunto. Ed è comprensibile.
Se domani andassi in Birmania, etnia e paese di cui so poco o nulla, è quasi sicuro mi comporterei nello stesso modo. Rimarrei affascinato dalle bellezze locali e forse l'anno dopo ci ritornerei pure, senza rendermi conto di come vive la gente, di ciò che accade, di quali siano le contraddizioni reali del posto, ben nascoste dalla pàtina offerta, per l'appunto, ai turisti danarosi.
La nostra classe dirigente politica vive così.
Nel più bel paese del mondo, che visitano di continuo, dalle Alpi al canale di Sicilia, in una continua scorribanda ricca di suggestioni, umori, odori, sapori, con la leggerezza trasognata di chi sta in perenne vacanza, con la consueta bonomia che hanno i ricchi turisti quando commossi osservano le barche dei vecchi pescatori a Camogli, al tramonto. Non sanno, nè a loro interessa, ciò che c'è dietro quelle vite, ciò che accade nelle esistenze dei locali.
Ieri, per una manciata di secondi, il più importante industriale italiano -dal punto di vista politico- cioè Giorgio Squinzi, in quanto Presidente di Confindustria, ha vissuto l'epopea da esule in patria.
Probabilmente a sua insaputa.
Alle ore 13.10 nell'aula del Senato, il premier Enrico Letta aveva dichiarato: "......il governo del fare ha operato con successi tangibili e reali, magari piccoli ma sostanziosi, abbiamo pagato 12 miliardi di euro dei debiti della pubblica amministrazione alle aziende che vantavano i crediti.....".
Alle ore 18.06, mentre il premier parlava alla Camera dei Deputati, una giornalista di Rainews ha intercettato Squinzi all'uscita da un convegno. Senza riferire da dove avesse ricavato la cifra gli ha chiesto conferma. Squinzi ha risposto: "Non mi risulta affatto. Posso dire che al 28 settembre 2013 sono stati versati solo 7 miliardi di euro". Poi si è dileguato proseguendo la sua passeggiata da turista. Poco dopo, il rappresentante dei giovani industriali di Confindustria ha specificato che di quei 7 miliardi soltanto 490.000 euro sono finiti alle aziende. Sono stati versati infatti alle banche che avevano anticipato il credito (con notevole interesse) nel 2011, nel 2012, nel 2013. Il fatto è che il 93% delle 175.900 aziende che hanno ricevuto quei soldi non esistono più. Negli ultimi tre anni sono fallite restituendo la partita Iva, quindi, non risultano più nel còmputo dei contribuenti fiscali.
Sono soldi che sono andati a coprire i cosiddetti "debiti inesigibili in sofferenza" delle banche.
Enrico Letta, quindi, ha detto una bugia? Ha dichiarato una cifra falsa. Non è una novità, lo sapevamo.
Càpita ai turisti.
Qualcuno ha riferito a Squinzi ciò che -in un paese normale- sarebbe potuto anche diventare immediatamente un piccolo bisticcio politico da affrontare subito. Qualche ora dopo (è stata la sua grande giornata da esule) Squinzi ha commentato. "Ma come è possibile che siamo finiti in questa situazione insostenibile? Quando ci daranno un paese normale?". Una frase da esule in patria.
Ma la notte porta consiglio.
Già questa mattina, il nostro bravo Squinzi ha ripreso le sue passeggiate in visita al Colosseo, in gondola a Venezia, in barchetta ai faraglioni, in gita ai trulli. Non sia mai.
Queste sono le due uniche classi esistenti in Italia, oggi: esuli e turisti.
Lavorare per il cambiamento, per la speranza di un rinnovamento, per abbattere un anti-storico e impresentabile sistema feudale di stampo medioevale, significa, oggi, fare il salto da turista a esule.
Assumere dentro di sè la consapevolezza che siamo stati sequestrati da un gruppo di turisti spensierati.
Rinfocolare la propria passione civica, alimentando la nostalgia, per sottrarsi alle suggestioni del marketing turistico.
Fare propria questa discriminante che è molto più attuale del gioco stantio dei bussolotti ideologici, perchè un fascista turista o un comunista turista è, prima di ogni altra cosa, pur sempre solo e soltanto un turista.
Gli esuli in patria sono una categoria altra.
Come si studiava nei libri di storia quando si leggevano le lettere dei fuoriusciti che stavano in Svizzera e chiedevano alle mogli o alle mamme notizie sui vecchi amici, sul cibo, sulle feste tradizionali, con la speranza ferma e decisa di poter un giorno ritornare a casa.
Ascoltando ieri l'originale intervento di Federico D'Incà, a me ha provocato lo stesso effetto.
Frasi lontane che nella mia mente hanno evocato persone anonime nascoste da qualche parte in qualche lontanissimo luogo straniero, e mi sono identificato con quella comunità di esuli, perchè così ci trattano e questo siamo.
Un paese dove la cittadinanza, per intero, è stata sequestrata da un manipolo di volgarissimi turisti.
Chiassosi, spendaccioni, sempre inclini all'allegria collettiva, leggeri e conviviali. Indifferenti.
Questo passa il convento nel Gran Regno d'Ipocritania.
Una nausea profonda mi assale, sono demoralizzata, non ci libereremo mai da questi cialtroni.
RispondiEliminaTi comprendo... ma forse bisognerebbe liberarsi un po' anche da se stessi.
EliminaSere fa ho avuto una discussione sulla situazione politica. Il mio interlocutore (laureato,di buona cultura, di "sinistra"),ad un certo punto, mi dice che quelli del 5 stelle sono violenti
verbalmente,aggressivi ed offensivi. Che non hanno il diritto... che non rispettano le istituzioni ecc..
Mi sono arreso, domandandomi di quanto tempo possa necessitare,un individuo, per capire il semplice fatto che non è più il momento delle buone maniere. Che anch'esse son diventate menzogna. Mi sono sentito a disagio e mi è venuta la stessa nausea... Ho capito che la ragione è uno strumento,
ma prendere coscienza è un'altra cosa. Che ha più a che fare con l'emozione, la capacità di scandalizzarsi.
forse le buone maniere, se camuffate da ipocrisia, e da snobbismo, non sono mai servite. tutti parlano bene, dicono cose sagge, quando sono soprattutto di buona famiglia, e lontani dal mondo. non mi sono mai fidato, e ho la riprova ogni giorno. scusate se mi sono intromesso, sono rassegnato.
Eliminacaro nessuno, la rassegnazione fa il loro gioco; se posso permettermi, ti darei un immediato consiglio: cambia il tuo nickname in "qualcuno"; la sola idea che ci sia qualche italiano che "osa" pretendere di essere qualcuno, già li mette in subbuglio, puntano alla eliminazione delle persone per bene e meritevoli pensando che li elimineranno tutti per asfissia. Respiriamoci tra di noi: la rassegnazione è sempre gravida e partorisce inevitabilmente l'indifferenza.
Eliminase fosse per me, metterei il mio nome direttamente, ma ad oggi non è possibile, siamo messi peggio dei tempi dell'inquisizione, almeno avevi un nemico, qui chi dobbiamo combattere?
EliminaGrazie Sergio, grazie per questo bellissimo post, che mi ha fatto sentire palpabile il disagio che stiamo vivendo, molti inconsapevolmente colpevoli, e dal quale non vedo via d'uscita se non nella speranza che questo popolo, che ancora non riesce a viversi come unito, prenda finalmente consapevolezza della probabile fine alla quale stiamo andando incontro.
RispondiEliminagabriella messora
Questo decisamente mi piace.
RispondiEliminaE' molto parlato e poco scritto.
Per liberarci di costoro temo che non ci resti che chiamare un esorcista o recitare una Pulsa Denura!!!
RispondiEliminaun Grande Esorcista non è niente male come idea!
EliminaNon è che questo torpedone di turisti spendaccioni, chiassosi e indifferenti all'umanità che parla un linguaggio così distante dal loro, ci abbia sequestrato solo la fiducia, il buon umore o 11 miliardi e 500.000 euro di opere portate a termine e non pagate, di aziende evaporate nel cortile di servizio di banche-narciso sempre più frignone e sempre più grasse. No, no adesso cominciano anche a rivendersi i souvenir per pagarsi il biglietto, questi passeggeri senza passaporto ma con permesso di soggiorno ad libitum, come hanno fatto svendendo letteralmente a un'asta l'isola sarda di Budelli, nell'arcipelago della Maddalena, con la sua meravigliosa e unica spiaggia rosa, a un ricchissimo imprenditore neozelandese. Lo Stato avrebbe avuto sì diritto di prelazione, ma c'è la spending review, mannaggia... E poi un po' di argent de poche fa sempre comodo, soprattutto adesso che, a forza di voler togliere auto blu, dovranno andare in tassì contromano a comprarsi le scarpe nuove, le nostre rappresentanti che non possono sfigurare davanti all'Europa. Ne va del buon nome dell'Italia, questo lo capiscono tutti, persino quei cialtroni che si lamentano degli espropri di terreno per la Pedemontana e per la TAV e che ancora non hanno visto il becco di un quattrino; ben gli sta, del tutto privi di senso dello Stato come sono.
RispondiEliminaBellissimo articolo.
RispondiEliminaLoro vorranno fare i turisti a vita ma con un pianeta ridotto in rovine sarà sempre più difficile trovare nuovi paradisi dove bivaccare...e chissà che prima o poi non arrivi anche a lor "signori " il conto da pagare..
Lea Lia
Suggerisco a chi ne avesse voglia di guardare questo video - dal minuto 2 al 12, piu' o meno (e' la parte piu' rilevante):
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=z2UoVrS-JqY.
Il regno di Ipocritania estende i sui confini ben oltre quelli nazionali, raggiungendo tranquillamente paesi del nord europa ritenuti assai più civili del nostro.
RispondiEliminaIn europa SOLO IL GIORNALE INGLESE INDIPENDENT RIPORTA IN PRIMA PAGINA LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA.
E' questa l'informazione da cui noi Italiani dovremmo prendere esempio?
D'altra parte se in un paese come la Germania (al 17 posto come libertà di informazione, noi siamo credo al 57) la gente sceglie in massa la politiche di austerità della Merkel fregandosene bellamente degli effetti mortali che dette politiche stanno avendo sui "fratelli" Greci, be allora mi chiedo cosa diavolo dovremmo imparare da questi "popoli superiori" e cosa ci stiamo a fare in questa Europa.
Non esistono popoli superiori. In questa Europa ci stiamo per cercare e tentare di costruirla in maniera civile. Tutti i popoli europei, nessuno escluso, sono stati sequestrati dalle bande della finanza organizzata. In alcuni casi, ci sono stati governi che hanno detto: no, come la Cekia. Tutto sta ad allargare lo spettro della consapevolezza collettiva e fermarli tutti insieme, da Lisbona a Varsavia, da Stoccolma a Palermo
EliminaSi vocifera in alcuni blog (goofynomics) che in Grecia l'euroscetticismo stà per essere considerato reato d'opinione e che presto lo sarà in Italia ... ditemi che si tratta di una bufala!
EliminaA specifica domanda, rispondo in maniera specifica: sì è una bufala che serve agli autori dei blog e dei siti che diffondono queste idiozie di raccattare la truppa complottista. E' più facile diffondere panico che argomentare, elaborare e dare un contributo per aumentare il livello generale di consapevolezza
EliminaGrazie Modigliani per questa lucidissima e illuminante analisi, grazie di cuore. Personalmente non riesco più a tollerare le parole false di questa classe politica marcescente e quindi guardo le immagini senza audio che, riabilito solo ed esclusivamente quando parlano i rappresentanti M5S. Al di là delle personali tendenze politiche, sono, al pari suo, colpito dalla volgare dimostrazione di sfottò da parte di questi "non nominati e non rappresentanti" le istituzioni per i milioni di cittadini che hanno votato "legalmente" con il cuore e con la testa un nuovo movimento che, nei limiti dell'inesperienza, mi rappresenta in toto. Sopratutto confrontato all'attenzione dimostrata verso un personaggio dimostratosi delinquente conclamato. Ho una rabbia interna che cova giorno dopo giorno e che, prima o dopo, vorrà essere soddisfatta. Grazie ancora. Giuseppe
RispondiEliminaCredo che la malattia più grande del m5 e quella di voler essere accettato come movimento democratico di un grande o piccolo cambiamento da gente che vede qualsiasi piccolo cambiamento
RispondiEliminacome l'inizio della frana o smottamento che sia.
Da sempre hanno scelto lo status quo. Da sempre hanno preferito aumentare le tasse piuttosto che razionalizzare non un'altro ma il proprio sistema. Non lo possono fare, i Squinzi ballano
tra desiderio e impossibilita', la Bonino preferisce giocare e distrarsi.
E' divertente constatare la loro potenza-impotenza. Come in un film di Bunuel non riescono a uscire da quella casa. Tra brindisi
e applausi per qualche riuscita tattica il problema rimane. Alla fine scelgono sempre per scaricare il problema sugli indigeni, i sempre più poveri indigeni. Partecipare alle loro risate perche' uno di loro e' stato allontanato fa pensare al solito maramaldo italiano.
Invece di festeggiare sarebbe meglio porli una semplice domanda:
E adesso che?
Gli inglesi hanno una bella espressione- You don't belong- E' bella perche' usa il verbo essere, non solo non appartieni ma non sei
nemmeno. E se non siamo nemmeno perche' inseguire le loro commedie?
Non ci appartengono, vanno semplicemente isolati, non sono loro
che dobbiamo convincere, ne' parte di loro, si arrangino.
Si fa politica con chi non appartiene a loro, loro ci raccontano
soltanto di un mondo al quale non apparteniamo. Che siamo qui per
fargli compagnia?
Grazie.
RispondiEliminaUn post bello ed illuminante come tanti fra i suoi.
Quelli di 5 Stelle vedono la omofobia come questione di vita o di morte, fanno sceneggiati con i baci "omo", garofani rosa, insomma propagano le idiozie. La gente poneva tanta speranza nel M5S, ma con questo loro comportamento si scartano da soli. E Dario Fo con la petizione contro povero Barilla !!! "Nobel" !!!
RispondiEliminaM5S si sta screditando con le proprie mani !!! Pure Crimi; ultima bravata se la poteva risparmiare. Non serviva a niente. Come se avesse 15 anni al massimo. Bisogna essere equilibrati e seri.
M5S da grande speranza è diventato una grande delusione per la gente normale, invece gay, lesbo e altre devianze ringraziano e hanno buoni motivi per farlo !!!
Ad anonimo: si vede lontano un miglio che non segui il M5s e non sei informato su quello che sta tentando di realizzare in Italia perche' tutto quello che dici viene ripetuto ad oltranza e in modo nauseante dai media di regime che vogliono screditare il loro operato in tutti i modi.. riempiono i titoloni con presunte alleanze inesistenti con il PD e parlano di omofobia e di diarie non pronunciandosi mai sui fatti salienti del loro programma...povera Italia...
Eliminaquesto è il classico commento che si legge (identico) nei siti e nei blog degli integralisti cattolici conservatori, i quali -non a caso- si stanno scatenando contro il M5s "reo" (secondo loro) di essere laico e di farsi promotore di battaglie civile in linea con i dispositivi europei; il fatto che siano stati scavalcati a sinistra dal papa in persona li rende ancora più grotteschi
EliminaIl parere del Anonimo sopra, caro Sergio non è degli "integralisti", è il parere della gente non deviata. La penso come lui.
RispondiEliminaAnche tu "Anonimo" sei stato sodomizzato in un collegio di preti?
EliminaStaresti bene a disquisire nel periodo medioevale ma, sveglia, siamo nel 2013, la terra gira attorno al sole ed è tonda (o quasi), non te ne sei accorto?