di Sergio Di Cori Modigliani
E’ la nostra matrigna.
Ha circa 900 milioni di figli (e inconsapevoli contribuenti disseminati su tutto il pianeta).
Noi tutti siamo parte di questa gigantesca famiglia post-moderna.
Si chiama Priscilla.
Di cognome, Chan, famiglia di cinesi poveri emigrati in Usa a metà degli anni’60.
Da sabato scorso, ha anche un altro cognome: Zuckerberg.
Ha sposato (dopo sette anni di fidanzamento e convivenza) David Zuckerberg, il fondatore e inventore di facebook, il social network che noi tutti usiamo.
Fa la pediatra.
Come regalo di matrimonio, il neo marito le ha regalato un grande cartello colorato a mano che rappresenta 1 milione di azioni di facebook, pari a circa 39 milioni di dollari.
Si sono conosciuti nel 2004, all’università. “Ti va di venire a lavorare per facebook?” le ha chiesto lui che in quel periodo stava costruendo il primo prototipo. Lei ha detto sì. “Ma lo sapevo che si trattava soltanto di un trucco per rimorchiare”. Tant’è vero che non ci ha mai lavorato preferendo occuparsi dei suoi studi di pediatria. Ma lui ha confermato, qualche anno fa, sconvolgendo l’inossidabile aplomb ultra-conservatore dei guru della finanza high tech. “Ma quale grande idea! Mi è venuto in mente soltanto perché cercavo il modo più semplice e furbo e immediato per portarsi a letto tutte le ragazze del college, comunicando all’interno dell’università senza che i professori lo sapessero, così potevo convincere anche le più timide”. Quest’affermazione ha suscitato, nell’America puritana, discussioni a valanga, ancora oggi.
Ma la storiella è piaciuta e su questa hanno cominciato a costruire l’iconografia.
Cade Murdoch, e quindi viene ridimensionata anche la sua consorte, la perfida e indomabile Madame Weng, ma in compenso, come da un’anfora senza fondo, sapientemente costruita dagli dei dell’Olimpo, spunta la nuova giovane coppia mediatica del secolo: lui, appena 29 anni, tra le cento persone più ricche al mondo, lei, cinese doc purosangue, anche se statunitense per nascita e cultura.
L’esatto corrispondente di Murdoch e la Weng, versione 2012.
Ma qui finisce la dietrologia. Può essere che sia un caso, una coincidenza, oppure è la traccia di un copione standard che ormai deve essere così e lo capisce chi lo vuol capire. Nel 1980, la lenta conquista del mondo grezzo, greve, e volgare dei tabloid e il giro a 180 gradi dell’intera cultura mediatica planetaria che spostò il proprio indice d’attenzione (e di gradimento delle masse) dall’informazione al gossip, consentì a Rupert Murdoch di diventare il magnate numero uno al mondo nel campo dell’informazione, applicando una tecnica che era una specie di sintesi tra Novella 2000 e Dagospia. Fu una scelta vincente. Aprì la strada ai vari Bush, Berlusconi, Sarkozy, alla finanza speculativa, al rimbecillimento planetario, all’affossamento della cultura, dell’intelligenza; in ultima istanza, all’uccisione della trasmissione del Sapere, sostituito dal Sapore relativo all’intimità (per lo più di natura sporcacciona) dei vip, dei super ricchi, dei privilegiati, ma soprattutto di coloro che si facevano vedere nei posti giusti con le persone giuste (di solito dei criminali). Fu l’affermazione del presenzialismo e dell’esibizionismo, la fondazione del concetto di visibilità.
Con facebook è cambiato tutto.
In realtà non è cambiato nulla.
E’ cambiato soltanto il medium, cioè il mezzo tecnologico utilizzato.
Oggi, se un evento non rimbalza subito su facebook, è come se non esistesse, esattamente com’era venticinque anni fa per la televisione e per la stampa gossip.
I cretini lo chiamano “il popolo della rete”, ma è una idiozia senza alcun fondamento.
Non esiste nessun popolo della rete. E’ semplicemente più sicuro per il potere fare in modo che in tutto il mondo la gente si scateni sul virtuale piuttosto che nella realtà, per lasciare spazio a chi –dentro la realtà- vuole operare a proprio piacimento con un numero di testimoni sempre minore.
Ciò non toglie che facebook è uno strumento meraviglioso e anche divertente, se lo si usa per fini connettivi che vadano al di là del semplice sfogo, del caramelloso chiacchiericcio o del rimorchio compulsivo.
E’ la modalità del nostro tempo.
I due padroni delle vite sociali di 900 milioni di esseri umani sono un simpatico ragazzino di 29 anni, che voleva rimorchiare tutte le femmine del college, e una deliziosa cinesina di 26, che fa la pediatra perché ama i bambini. Adorabili, è dir poco.
A guardarli ed ascoltarli sembrano Julia Roberts e Richard Gere in “Pretty woman”.
E’ stata lei a convincere lui a ideare il concetto di “pagina di facebook”. Lui l’ha fatto per amore. La prima pagina mai apparsa su facebook si chiamava “BEAST” ed era la faccia di un cagnolone randagio che la coppia aveva trovato per strada e avevano deciso di adottare. “Salve, io sono BeAST, la mia razza è un misto di poli e bastardo, una specie di pastore ungherese, e la vita è bella perché adesso ho anche una casa. Finalmente”.
Questa è la striscetta di base.
Chissà, forse un giorno ce la faranno imparare a memoria quando marceremo piangendo perché magari è morto il nostro caro leader di turno.
Sembra un film costruito a Hollywood.
Forse lo è.
Il punto è proprio questo.
Auguro sinceramente tutta la possibile felicità coniugale ai due nuovi proprietari della sopravvivenza sociale di un miliardo di persone sul pianeta Terra.
Facebook = Murdoch 2.0 = Vanità = FWB (friends with benefit )
RispondiEliminail 99,9% della roba che avviene all'interno di questo social network è solo rumore virtuale.
Basta evitare di crearsi un'account e saltare qualsiasi articolo di repubblica e corriere che da bravi soldatini di piombo amplificano le discussioni che avvengono all'interno di questo wallet garden.
Personalmente mi auguro che alle 4 di oggi pomeriggio le azioni di facebook crollino in borsa (doveva crollare venerdi ma a quanto pare è pieno di paccari pronti a sostenere il titolo ) trovo ridicolo valutare una societa del genere 100 miliardi di dollari dove la ricchezza è distribuita soltanto ad una manciata di persone.
(zuckerberg e le private equity che hanno pompato il titolo per il cosidetto startup )
Comunque da quello che sto leggendo adesso su alcuni tweet esperti di finanza americani, oggi dovrebbe partire il mega crollo.
RispondiEliminala pre IPO è stato un epic fail molti investitori hanno venduto i titoli che era sceso sotto i 36 dollari (il prezzo fissato doveva essere di 38 ) e la SEC ha preventivamente spento i server (che girano su linux Redhat per la cronaca )
il prezzo teorico al momento dovrebbe essere 34.13
LOL
Articolo assai opportuno, ancorchè interessante. Credo di essere tra i molti che, dopo essersi registrati su FB, hanno tentato di cancellarsi senza riuscirvi. Insisterò, cercando di uscire dal gregge dei 900 mln.
RispondiEliminaComunque, un'altra magistrale speculazione made in Goldman Sachs, l'epilogo è già noto: migliaia di risparmiatori fregati e altro prezioso risparmio in fumo.
Blog interessante che vorrei seguire con il mio reader. Puoi gentilmente modificare i parametri come già ti chiesi in un precedente commento? Grazie
RispondiEliminaIstintivamente rifuggo da FB e gli altri social perché ho sempre sospettato del controllo totale. Usando internet è praticamente impossibile sfuggire a questo controllo, ma almeno non do il mio contributo e lo riduco il più possibile.
RispondiEliminaLa discussione su FB mi ricorda quella sui microchips per gli umani con l'intento apparente di memorizzare i dati clinici, per rintracciare i bambini smarriti o rapiti, per non usare denaro contante... E molti si offrono pure come volontari, come per le vaccinazioni ed altri sistemi che nulla hanno di sociale, se non lo sfruttamento.
Quoto il commento di nino. Aggiungo che novecento milioni su sette miliardi di abitanti sono un misero tredici per cento. Da qui al controllo mondiale ne passa di acqua. Ma concordo con l'autore quando dice che i sociale network servono a sfogare la rabbia di massa in modi tutto sommato innocui che non disturbano i manovratori. Sempre che gli stessi sappiano dove stanno andando, e non mi sembra che sia questo il caso finora.
RispondiEliminaCaro Sergio, vorrei portare alla tua attenzione un particolare di notevole importanza sulla vicenda di Brindisi: l'assenza del Presidente della Repubblica ai funerali della giovane Melissa, contestualmente, l'assenza dello stesso alla partita ed alla successiva premiazione della finale di coppa Italia (al suo posto Schifani)... Si colleghi il tutto alle minacce rinvenute a Castelvolturno con annessa bombola di gas senza innesco... et voilà...Non lo dicono, ma si teme per la vita del Presidente? Vi è una seria minaccia terroristica da prendere in considerazione? Probabilmente, le assenze qui illustrate( correlate al rinvenimento di Castelvolturno) sono dovute a esigenze di sicurezza nei confronti della sua persona... Chissà
RispondiEliminaIn una realtà caratterizzata da una notevole complessità, come in un post precedente ben spiegavi, spesso, per la comprensione di un fenomeno (di un avvenimento) occorre distogliere l'attenzione dal punto maggiormente esposto ad essa (le indagini) e concentrarla altrove analizzando comportamenti, decisioni e parole di istituzioni, mercati e ed altri player della vita associata, in modo da avere un diversa ma efficace chiave di lettura della realtà... sempre in temini probabilistici, tuttavia....
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