di Sergio Di Cori Modigliani
Il più grande trionfo dell’oligarchia finanziaria sovra-nazionale, acquisito definitivamente nell’arco degli ultimi vent’anni, consiste nell’essere riusciti a “monetizzare l’esistenza” degli individui. Questo sì, a loro insaputa.
Poco a poco, hanno condotto una strategica battaglia iniziata verso la fine degli anni’70, con l’ottima scusa della guerra fredda.
Hanno iniziato costruendo, in diversi luoghi del pianeta, delle centrali operative della comunicazione globale, accogliendo ingenti capitali mafiosi che sono serviti come base finanziaria per costruire giganteschi monopoli mediatici, grazie ai quali hanno iniziato l’iniziale trasformazione alchemica dei media e dei professionisti che ne facevano parte. Agli inizi degli anni’80, (ormai ampiamente identificata come data esatta) è iniziata la prima grande battaglia, vinta dai padroni di Ronald Reagan che abbatterono –in molti casi anche con la violenza, a seconda del territorio e dei continenti- il concetto di informazione mediatica, spostando il baricentro dell’attività giornalistica dall’investigativo al gossip. Su quello costruirono un gigantesco mercato, grazie al quale hanno cominciato a costruire dei centri operativi finanziari il cui obiettivo era smaccatamente e squisitamente politico, ben mascherato dietro il termine, allora molto trendy (1985) “nuova economia del terziario avanzato”. L’intero sistema di informazione planetario (grazie anche alla caduta del comunismo e quindi all’apertura del mercato globale e crollo delle ideologie) si spostò abbattendo il concetto di Cultura e trasformandolo da “trasmissione di Sapere” a “Uso e consumo di nozioni a finalità marketing”. In tal modo, abbattute le barriere di resistenza sociale, la finanza speculativa ha cominciato ad allargare lo spettro delle proprie attività occupando la produzione della “economia delle merci” (che produce ricchezza reale sia per le nazioni che per i popoli e in ultima istanza per ogni singolo individuo) sostituendola con la cosiddetta “necessità di gestire la società dei servizi”. Furono gli anni in cui –tanto per fare un chiaro esempio italiano, uno solo valido per tutti- una florida azienda leader italiana nel mondo, come la Pirelli, che produceva pneumatici e gomma per elettrodomestici, ovverossia beni di largo consumo non soggetti a crisi di consumo, cambiò ottica di politica industriale e si gettò nella telefonia mobile, nella pubblicità, e nell’industria televisiva, acquisendo Telecom Italia, perfettamente in linea con ciò che stava accadendo nelle altre nazioni di capitalismo avanzato. In tal modo, l’industria mondiale (senza accorgersi di star operando il proprio suicidio) affidò alla finanza un ruolo privilegiato rispetto alla produzione di merci iniziando la lunga marcia verso il proprio strozzamento. Una volta (siamo ormai agli inizi del nuovo millennio) realizzato il piano economico di espoliazione del comparto industriale, nell’indifferenza generale, fu un gioco da ragazzi selezionare nelle singole nazioni la dirigenza partitica adeguata per fare in modo che la Politica “eseguisse” gli ordini dell’oligarchia. Ormai completamente distaccata dall’economia, ormai priva di adeguate informazioni perché l’intero sistema mediatico era stato accorpato, privi di qualsivoglia riferimento culturale perché avevano eliminato o acquistato o addormentato la classe intellettuale, cominciarono a gettare il fertile humus necessario per far varare il sistema di leggi necessarie per consentire la nascita di quella che il filosofo statunitense Richard Rorty (deceduto ahimè nel 2007) in una sua splendida conferenza tenuta a Berkeley, in California, nel maggio del 2002, aveva selezionato e definito come “la nascita di a new overclass, una generazione di semi-dei che i media provvederanno a definire “tecnici”, i quali sono al di sopra delle leggi e al di sopra delle istituzioni e al di sopra e al di fuori delle loro rispettive etnie e culture locali, perché non risponderanno più né ai partiti né ai governi, bensì a una ristrettissima pattuglia di oligarchi globali in grado di poter annientare il destino di una intera nazione con una semplice telefonata, senza bisogno alcuno di schierare carri armati o aerei da bombardamento; non avranno bisogno neppure della polizia, ci penserà la finanza a decidere e a stabilire la gestione dei conflitti micro-sociali”. Questa nuova “overclass” (trad.: classe superiore) avrebbe gettato le basi di quella che due mesi dopo a Harvard, il prof. Noam Chomsky avrebbe identificato e definito come “la genesi del nuovo pensiero nazista globale” che si sarebbe affermata secondo le modalità di quella che lui chiamò a friendly dictatorship (trad. una ditattura amichevole dal volto buono) ovverossia l’applicazione e pianificazione sistematica di una nuova organizzazione mondiale che applica alla lettera la strategia hitleriana della “soluzione finale” laddove gli ebrei, zingari, omosessuali, disabili, ecc., sono tutti i cittadini. Completamente ignari di ciò che accade.
Tutto ciò per spiegare (e rispondo anche collettivamente ai tanti commenti e tantissime lettere ricevute) la motivazione per cui insisto nel seguitare a dare un giudizio positivo della “operazione politica Beppe Grillo”, a mio avviso, una scheggia impazzita del sistema, non prevista, non prevedibile, non calcolata preventivamente. Impiegheranno diversi mesi prima di riuscire a trovare il sistema giusto (che magari noi non sapremo mai) per cercare di farlo virare o cadere o tacere. Ma nel frattempo, tante e tante persone saranno entrate nella stanza “dell’acquisizione di consapevolezza del diritto di cittadinanza basato sul principio che uno vale uno” l’unica risposta intellettualmente vincente contro il nazismo: non esiste razza superiore, non esiste necessità di privilegio, non esiste il sangue blu, perché stiamo tutti sul Titanic, quindi, o ci salviamo tutti oppure anneghiamo.
I detrattori lo accusano di essere “un guitto”. Non so che cosa pensi lui. Io gli consiglierei di dire “ma grazie, che bel complimento”. I guitti, infatti, erano quelli che nel secolo XVI, soprattutto in Gran Bretagna, avevano una speciale licenza per andare nelle corti e –con la scusa di divertire il re e i cortigiani- avevano il permesso di prenderlo in giro, attaccarlo, addirittura sbeffeggiarlo, mostrare a tutti che “il re è nudo”, raccontando come e dove il re ruttasse, facesse la cacca, facesse i capricci, si grattasse i pidocchi. E c’erano anche “i guitti d’osteria” che facevano altrettanto raccontando al popolo analfabeta che cosa combinasse l’aristocrazia ai loro danni. Tra i guitti dell’epoca, uno, più geniale degli altri, si mise anche a studiare e un mattino, divenuto ormai un intellettuale pensante, decise di abbandonare la commedia satirica (era il suo pane quotidiano) e cominciò a scrivere delle tragedie sul Potere. Si chiamava William Shakespeare. Ogni tanto ai guitti andava male perché c’era qualche potente che si irritava, tant’è vero che alla fine del ‘500 le carceri inglesi erano piene di guitti, in numero senz’altro maggiore rispetto a ladri e assassini. Ma cento anni dopo, il grande filosofo David Hume, in un suo delizioso libello, rendeva omaggio ai guitti sostenendo che erano “stati i primi ad aprire la breccia per far pensare le persone, per avviarli alla riflessione, per porsi delle domande, e quindi, trovare le risposte adeguate che soltanto un profondo interrogativo sulla natura umana può fornire”.
Grillo è un cavallo di Troia.
E’ il nostro Ulisse, a me piace vivere questa storia così.
Beppe Grillo non è una testa di cazzo come vogliono far credere Massimo D’Alema, Pierferdinando Casini, Pierluigi Bersani.
E’ una testa d’ariete.
Tutta un’altra cosa.
E’ un animale da sfondamento, perché lui si diverte a fare ciò che fa, proprio come i guitti.
E’ questo che fa diventare matti i suoi detrattori: non lo capiscono.
Perché non colgono il Senso di tutto ciò.
Non vedono dove stia “il suo interesse”.
Non possono credere che il suo vero interesse stia proprio in questo: nel guadagnare una caterva di applausi a scena aperta (lui che con il palcoscenico ci è nato e ci vive) per il solo fatto di riuscire a sbugiardare, smascherare, denudare la totale incompetenza, inefficienza, insipienza, insufficienza, di una classe politica immonda composta da semplici e banali ragionieri che veicolano interessi terzi della overclass dell’esimio prof. Rorty.
Moltissime persone che conosco si sono stupiti in questi giorni –tanto per fare un esempio unico valido per tutti- perché un intellettuale musicista, il prof. Claudio Ronco, un noto violoncellista, laureato al conservatorio di musica classica di Torino, sta affrontando gloriose polemiche perché lo difende. Ronco è esattamente come uno immagina che possa essere un violoncellista, professionista affermato di musica classica, con il suo bel frac, la barbetta, la bacchetta in mano da direttore d’orchestra. Questa mattina dava imperiosi ordini ai suoi amici feisbucchiani di andare a guardarsi il video che sta circolando per tutta l’Europa (in Italia non è stato trasmesso ma si trova su you tube, ecco il link per chi se lo vuole andare a vedere: euronews interview - Grillo in esclusiva su euronews: "La Merkel si riprenda il marco, noi facciamo.
http://it.euronews.com/ ) e poi farsi una chiacchierata insieme aggirando gli stereotipi.
La testa d’ariete Grillo è andata a occupare il territorio vuoto lasciato dagli intellettuali italiani, quelli che nello scorso decennio si facevano pagare profumatamente per andare da Santoro ogni tanto a dire peste e corna di Berlusconi, ma il mattino dopo, firmavano i contratti “contagiosi” da Mondadori e tutte le sue associate. (Berlusconi, si sa, con chi lo serve è sempre stato molto ma molto generoso). Quella classe di intellettuali che ha pensato la scelta fosse o Mondadori appresso a Berlusconi (ma parlandone male per salvarsi l’anima e il consenso sociale, da bravi ipocriti italiani doppiogiochisti) o la Rizzoli appresso a Veltroni, accettando le consulenze in Rai e in Mediaset una dopo l’altra, a fior di bigliettoni, sempre a condizione di poter attaccare o Berlusconi o Bersani da cui dopo andavano a farsi dare i soldi. E’ la democrazia come è intesa nel cosiddetto mondo della Cultura in Italia, splendidamente sintetizzato dal duo Fazio/Littizzetto, due parrocchiani miliardari, inviati a imbonire le masse rappresentando la finzione eccellente.
Gli intellettuali italiani sono stati ammorbati dal “contagio” e criminalmente hanno lasciato un immenso vuoto.
Preferisco il guitto.
E sono d’accordo con l’intellettuale Claudio Ronco.
L’ultima volta che in Italia c’è stato un dibattito serio sulla classe degli intellettuali e sulla funzione degli intellettuali è stato nel 1998. Durò tre mesi. Un buco nell’acqua.
Nacque da un breve editoriale scritto da Umberto Eco sul settimanale L’Espresso in una rubrica che lui allora teneva e che si chiamava “La bustina di Minerva”. Il breve articolo si concludeva così: “l’unica cosa che può fare un intellettuale italiano quando la casa brucia è chiamare i pompieri”.
Un altro intellettuale si arrabbiò. Lo contestò. Era Antonio Tabucchi, che allora era in auto-esilio volontario tra Lisbona e Parigi. Salì, quindi, sul carro anche il prof. Alberto Asor Rosa, il più importante storico della letteratura italiana, il quale scrisse su rinascita un editoriale nel quale sosteneva che “tutto è nato dalla sovra-estimazione di Niccolò Macchiavelli, un pensatore debole, scarsissimo, senza idee, un piccolo-borghese asservito che non ha mai inventato nulla, anzi, veicolava avanzi dell’Europa di allora” e Asor Rosa salì sul cavallo della necessaria lotta contro l’ipocrisia italiana doppiogiochista che si nasconde dietro il velo di questa orrenda frase “il fine giustifica i mezzi” intesa dalla classe politica e intellettuale italiana come giustificazione necessaria di qualsivoglia obbrobrio.
Asor Rosa smise subito. Gli saltarono addosso. Lui si fermò, scese da cavallo e si occupò della sua brillantissima carriera. Non era un combattente. Scelse il suicidio, optò per un sereno vitalizio. Tabucchi mandò tutti al diavolo e pubblicò un pamphlet su questo argomento in francese, a Parigi, dal titolo “La gastrite di Platone” che l’editore Sellerio tradusse in italiano e pubblicò qualche anno dopo. Ma ormai c’era già il vuoto.
Da allora, non si è mai più neppure trattato l’argomento.
Quando i maestri non ci sono, perché sono addormentati o sono scappati via appresso ai soldi, è cosa nota, il più vivace della classe, tra gli alunni, approfitta, sale in cattedra e dice: ragazzi, se non altro divertiamoci.
E comincia a sbeffeggiare il preside.
Preferisco pensare a Beppe Grillo che suicidarmi.
Sono le due uniche opzioni che l’immonda classe intellettuale di venduti italioti ci ha lasciato.
E a me piace vivere.
Gli intellettuali italiani hanno lasciato che la casa bruciasse e non hanno neanche avuto il pudore civile di chiamare i pompieri.
Sono loro i veri criminali.
Beppe Grillo li sta smascherando senza neppure nominarli.
Cosa ne pensa di questo video ? La testa d'ariete ha qualch'uno che la spinge. "Il futuro dell'umanità secondo Casaleggio associati.mp4" Buona giornata FM
RispondiEliminase parla della storiella di Gaia, ecc., lo conosco benissimo, ne ho visti anche altri due se è per questo, ma questo non cambia nulla.
EliminaSergio, il video più inquietante non è quello di Gaia ma quello di Prometeus, Il futuro dell'umanità che ha in copertina il simbolo massonico e che trovi sul sito della Casaleggio.
EliminaSe ha superato i 10 anni, dovrebbe lasciarsi impressionare dai fatti, dalle idee... al più dal linguaggio...non dai simboli!
EliminaLe chiese,i partiti,la massoneria il marketing tutti utilizzano i simboli, guardi l'etimo di simbolico e diabolico. Saluti FM
EliminaMa siamo caduti proprio in basso, siamo italiani sempre in attesa del Mussolini di turno chi era quel tale che diceva che nella storia le cose la prima volta si presentano come tragedia la seconda come farsa,forse Marx! Dopo Berlusconi,Grillo? La seguo sempre volentieri FM
RispondiEliminaMa come si fa a pensare una cosa del genere per uno che non solo non si presenta candidato, ma sta facendo la sua lotta proprio per una democrazia dal basso, la più diretta possibile.
EliminaE' esattamente l'anti-tiranno per eccellenza e sta sviluppando da anni una possibilità di far governare la cosa pubblica ai cittadini.
Vada a leggere il programma 5 stelle e il suo non-statuto poi magari vedrà delle differenze con la non-politica, gli appalti, e tutto quello che ormai ben sappiamo sta succedendo da un ventennio.
"Democrazia dal basso" non vuol dire nulla! E' semplicemente l'equivalente grillesco dell'anticomunismo berlusconiano. Studi!
EliminaE' proprio vero che la classe intellettuale italiana si è liquefatta.
Dietro a Grillo c'è la Casaleggio.
RispondiEliminaDietro a Gianroberto c'è Giuliano.
Un po' di Dignity, per favore 1
QWERT
A onor del vero Grillo è da molti anni che si interessa di temi politicamente "scorretti". Ricordo quando comprava le azioni per poter partecipare alle assemblee delle grandi società per denunciarne i lati oscuri, come sull'auto ad idrogeno. Quindi la sua è una partecipazione genuina, non datata. A differenza di altri che hanno abbracciato Forza Italia per comodità o che hanno preso la tessera numero 1 del pd perché gli imprenditori si schierano a sinistra e a destra, e come i ladri di Pisa di notte vanno a braccetto per dividersi il bottino.
RispondiEliminaDetto questo, è chi gli cura la comunicazione che mi lascia perplesso, per non dire altro. La Casaleggio è specializzata nella comunicazione, nel marketing e quindi niente di strano che utilizzi le stesse tecniche di manipolazione occulta della dittatura amichevole. Non credo che il loro fine sia liberare l'uomo dall'attuale schiavitù. A meno di prove contrarie, ho il timore che vogliano sostituire un padrone con un altro, sfruttando la legittima delusione degli Italiani, la loro rabbia, le loro paure. Bastano già le polemiche a Parma sulla scelta dei collaboratori del nuovo sindaco. Perché la scelta deve essere fatta da Grillo e dalla Casaleggio, quando il voto è stato dato dai parmensi? E a Comacchio? Dove è il rispetto per i cittadini? E poi con quali criteri far scegliere i vari curricula da una struttura centralizzata, che deve poi riferirsi al territorio? Insomma molte sono le perplessità in merito. Mentre l'importante è che si scelgano le professionalità più idonee a risolvere i problemi locali, semmai qualche consulente di valore, come la Napoleoni, può coadiuvarne il lavoro. Soprattutto in queste realtà minori.
Usiamo pure Grillo come cavallo di Troia o testa d'ariete per scardinare il sistema, ma senza lasciarci affascinare dalla sua narrazione e dalle sue battute ad effetto, che poi sono molto fumo e poco arrosto.
Questo e' un paese che crede ancora che un sergente si debba occupare della logistica e che un generale si deve occupare soltanto di alta strategia. Malattia ereditaria, non vi e' salvezza.
RispondiEliminaLa grandezza di Grillo e' di aver finalmente parlato alla gente.
I partiti parlavano ai rappresentanti della gente, cioe' a loro stessi.
Purtroppo soffre della stessa malattia. Non capisce la forza della
struttura. Va a gestire il Cotolengo sorridendo, pensando che basti la buona volonta'. I partiti, ormai alle corde, tempestati di pugni, in un attimo di lucidita' pensano a quello che avrebbero dovuto fare.
Ma ancora confondono una forma di governo con lo stato.
Questi sono stati i nostri generali, 6000 ne aveva l'Italia nell'ultima guerra. Rommel, a Tripoli, dovette mandare un sergente tedesco a fare sbarcare i suoi carri armati perche' loro non ci riuscivano. O qualcuno ci costruira' un nuovo stato come regalo dei suoi interessi, o ci disgreghiamo in un altra piccola Jugoslavia o ci curiamo di questa malattia.
Mi trovo perfettamente d'accordo con nino p. Condivido come molti la risposta alle nostre "sofferenze" che propugna il movimento 5 stelle ma le ombre esistono ( e non son poche: http://www.youtube.com/watch?v=ToBgJJuUNrM&feature=plcp) e bisognerebbe farci luce, non sfuggire o fare ironia ridicolizzando il pensiero altrui proponendo nel frattempo una pagina targata sempre Casaleggio come crocevia, e quindi rischioso controllore, dei blog! (:http://www.youtube.com/watch?v=5Zf4nvF2c84)
RispondiEliminaQuando poi vedi apparire sempre all'interno del movimento idee del genere (: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/05/fondiamo-la-repubblica-federale-degli-stati-uniti-deuropa-e-poi-la-repubblica-federale-degli-stati-u.html#comments) i dubbi continuano ad essere molti.
Da Publitalia alla Lega e alla Casaleggio Associati un uomo un partito, dovrebbe fare inorridire qualunche persona, che cosa possiamo aspettarci da un movimento che non è in grado di andare avanti da solo se manca il leader ? FM
RispondiEliminaPerdonami, a prescindere da qualsiasi giudizio positivo o negativo sul movimento 5 stelle, come fai ad affermare che non è in grado di andare avanti senza il leader?
EliminaPer tua norma e regola è da un po' che si gestiscono sui vari territori "senza" il leader a reggergli il moccolo.
Perché Grillo fa il megafono, i tour elettorali, posta i messaggi sul blog, ma mica è onnipresente ovunque...
Sul territorio ci sono gli attivisti del movimento.
E se ti fossi disturbato di andare a vedere di persona, invece che rimanere attaccato al pc e basta, non avresti nemmeno postato quello che hai postato.
Igor Biagini
Miei cari teorici del cambiamento
RispondiEliminaQuello che oggi passa il convento e' Beppe Grillo e il M5*.
Le malelingue e i teorici del complotto quelli sono eterni.
Grillo od un altro e' sempre il scegliere tra un qualcosa di preconfezionato. o no?
RispondiEliminademocrazia dal basso, ma come puo' uno scegliere una persona se non conosce quello che questa persona deve fare? quanti cittadini sanno come si deve governare? eppure dovrebbero per scegliere chi governa meglio..... dovrebbero se e' vero che la democrazia deve venire dal basso.
non si puo' scegliere cio' che non si conosce e ad oggi quello che manca e' proprio la conoscenza e non la si crea in un batter d'occhio.
Che si governi la stessa macchina con uno o con un altro pilota alla
RispondiEliminafine sara' sempre la stessa macchina. Cioe' questo cotolengo.
"non si puo' scegliere cio' che non si conosce" e "manca proprio la conoscenza e non la si crea in un batter d'occhio."
Appunto. E allora cominciamo ad immaginarla. E a discuterla. A sognare qualcosa che funzioni.
Questo stato non e' il mio. Non ho potere, non ho comando, non ho voce. Questo stato e' solo un enorme apparato burocratico, vecchio,
dispendioso, inefficiente. Se lo cucchi Grillo, si faccia consigliare
da Casaleggio, dalle "tremende forze occulte che lo hanno inventato".
Ma quali forze occulte!!!!
E' da trecento anni che non cambia, non lo ha cambiato il Risorgimento, ne' il duce ne' la Resistenza. L'apparato burocratico di uno stato e' la sua continuita', la sua struttura. Mai come oggi e' li nudo, bisogna essere ciechi per non vederlo. O pensate che c'e' qualcosa che funziona, dalla sanita' alla Polizia, dai trasporti al Welfare, dalle Poste alla Giustizia. Tutto questo aparato si sta mangiando il paese, produce e riproduce debito. Potrai tornare alla Liretta, potrai chiamare il miglior pilota di formula 1. Il problema?
Questa non e' una macchina e' un carretto ormai spinto da un asino cieco che mangia biada a piu' non posso. La nostra. E maledetta parola "La casta", invenzione grandiosa di una mente non tanto occulta. La casta siamo noi, milioni di italiani hanno le azioni di questa C & Company. Le abbiamo comprate per lavorare, per avere un posto di lavoro, per un favore.
E cosa diciamo a tutta questa massa? Onesta'. Cambiamento interno?
O che? Stamperemo piu' moneta, faremo felici tutti?
"La casta siamo noi, milioni di italiani hanno le azioni di questa C & Company. Le abbiamo comprate per lavorare, per avere un posto di lavoro, per un favore. "
RispondiEliminaesattamente, al comando della nave ci puoi mettere il miglior comandante ma con questi marinai si va poco in la'.
il problema non sono alcuni italiani al potere ma tutti gli altri che stanno sotto. per cambiare questi ci vogliono generazioni, o un miracolo.
Sono piu' o meno le stesse parole che uso Lenin a Zurigo. Una settimana
Eliminadopo i tedeschi lo misero su un treno blindato.
La differenza e' che lui non disprezzava la gente. Il disprezzo lo aveva per una certa intelligenza. Arrivo a dire a la faccia di certi
nostri grandi ed intoccabili intellettuali che c'era solo un rivoluzionario in Italia ed era D'Annunzio.
Le barricate a Parma lo dimostrarono. Il PCI proibì ai suoi uomini
di andare ad aiutare Picelli e gli Arditi del Popolo. D'Annunzio
ci voleva andare volontario. Immagina se lo avessero preso e lui ci fosse andato. Pensi che Mussolini, che in fondo era una brutta copia del Vate sarebbe arrivato dov'e' arrivato?
Grillo va appoggiato. Con tutti i suoi limiti e' l'unica roba decente in questo porcaio.
La ristrutturazione dello stato e' ormai necessaria anche a loro:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-27/giarda-spending-review-mirino-154329.shtml?uuid=AbkMLIjF
Naturalmente come la vogliono loro. Per noi il loro disprezzo e'
genetico.
E' la mia utopia. E' la mia illusione. Lavoro, per l'appunto (perchè sono d'accordo con te) che bisogna lavorare sui miracoli. La classe intellettuale ha questo gravoso còmpito: fare miracoli
Eliminascusate...si è mescolato un refuso....
Eliminastop fighting, let it flow...... (kung fu panda 2)
RispondiEliminaYeah...questo mi piace
EliminaCome giustamente afferma Indopalma per decidere bisogna conoscere ed in effetti chi sa comandare è chi sa fare perché conosce bene ciò di cui si occupa. Ma non basta perché la conoscenza deve trasformarsi poi in coscienza, consapevolezza.
RispondiEliminaUna perla appena ascoltata: un tempo si andava in pensione per comprarsi la casa, oggi ci sono molti che per andare in pensione devono vendersi la casa (!) perché devono pagare anche più di 200 mila euro per riscattare i contributi previdenziali. E' questa credo che sia la vera cifra della follia a cui è giunto questo sistema criminale che sta gestendo le nostre vite.
Grillo o non Grillo se non diventiamo consapevoli rischiamo di essere manipolati e fregati, come al solito
pienamente d'accordo, penso proprio che la chiave sia quella: forte cultura dentro un fortissimo impianto etico, altrimenti si perde sempre
EliminaFa una cosa semplice. Informati di quanto sono le spese annuali di gestione dell"INPS. Per davvero, non per scherzo.
RispondiEliminaPoi dividile per i 20 milioni di pensionati o quel che sono.
Poi fa il tuo ragionamento. Postalo.
Magari si comincia a capirsi.
Ho provato a seguire il consiglio, cercando i bilanci nel sito dell'inps, ma ci ho capito ben poco. A spanne mi pare che nel 2010 la spesa media per assistito sia intorno ai 10 mila euro l'anno. E non credo che oggi sia molto differente. Certamente pochi per vivere oggi, se ci devono vivere due o più persone; un pochino meglio se ci sono in casa almeno due pensioni. Ma trattasi sempre di media.
RispondiEliminaComunque, per me il problema non è tanto una questione di numeri. Per come siamo combinati oggi, debito pubblico, diventa pressoché impossibile assicurare lo stato sociale così come lo conosciamo, ma il punto è proprio questo. Oggi dobbiamo tirare la cinghia e sacrificare le fasce più deboli di cittadini proprio perché per decenni i soldi pubblici sono stati spesi male, per alimentare il consenso clientelare, di ogni tipo. Le risorse pubbliche sono state utilizzate non per migliorare la sanità, la scuola,i servizi, il turismo, i trasporti, per tutelare il territorio ed i beni culturali. Ed oggi che i nodi vengono al pettine, complice la crisi internazionale e della finanza, ci rendiamo conto che stiamo peggio di prima, almeno a livello medio.
Per questo continuo a pensare che il problema è complesso e connesso con questo sistema che va cambiato, non solo in Italia. Mi rendo conto che può sembrare un'utopia e che aiutare la gente a diventare consapevole richiede molto entusiasmo, tempo e fiducia nel futuro. Ma non vedo altre strade perché oggi i rattoppi sarebbero peggiori del buco, come si evince dal governo tecnico di Monti.
si si però il debito pubblico ci farebbe un baffo se l'europa avesse altre regole,anche questa grossa e criminale presa per il c... andrebbe spiegata alla gente,che poi è quello il problema dei problemi non ce lo dimentichiamo mai o andiamo fuori strada
Eliminacioè voglio solo dirti che con un cambio di regole non si dovrebbe fare alcun sacrificio,la tessa parola SACRIFICIO dovrebbe essere rifiutata dalle personee perchè ripeto,è una grossa e criminale presa per il c...
Eliminanino
RispondiEliminaIl punto e' che lo stato ormai spende piu' a erogare i servizi che il valore dei servizi stessi. Tutto li.
Tu fai riferimento a questo sito:
http://micheledisalvo.com
Leggiti /lo-shock-di-friedman-e-la-necessita-di-tornare-a-pensare/
Rileggiti il pdf di Grillo
Rifletti sul "Influencer"
Pensa ai mesi di discussione sull'art.18 e alla miseria partorita.
Al silenzio totale su una discussione veramene di massa sul Welfare.
Leggeti questo
files pag29 site:jobtalk.blog.ilsole24ore.com