di Sergio Di Cori Modigliani
“Giovanni Falcone sciorina sentenze in tivù, è un comico, un guitto, che può gareggiare coi comici del sabato sera” . (quotidiano la Repubblica, 9 gennaio 1992)
Oggi sono di buon umore.
E’ come quando vado allo stadio con i miei due figli, il divertimento è comunque garantito.
Restiamo, dunque, dentro l’uso della metafora calcistica, e diamo un’occhiata al sistema di comunicazione politica, conseguente ai risultati elettorali, per cercare di capire che cosa ci stanno dicendo.
Beppe Grillo mi ricorda Alessandro Del Piero o Francesco Totti o Antonio Cassano. Potete scegliere chi vi pare a seconda del vostro tifo o gusto. Giocatori dalla forte personalità, sono sempre stati amati dai propri sostenitori, e spesso contestati e dileggiati. Tanto più vengono attaccati, criticati e protestati, tanto più, loro, come risposta, la domenica susseguente la polemica, scendono in campo, fanno goal e fanno vincere la propria squadra.
Lunedì scorso, alle ore 15, Pierluigi Bersani era chiuso nella sua stanza presso la direzione del partito, circondato dai suoi cervelloni della comunicazione. Mentre i dati affluivano, i geni mediatici si lambiccavano il cervello per cercare di metterci una toppa. A un certo punto devono avergli detto: “capo, l’importante è non usare mai la parola sconfitta; abbiamo avuto una idea geniale: devi dire che a Parma abbiamo non vinto”. Bersani, soddisfatto del consiglio dei suoi strapagati consulenti, alle ore 17.30 l’ha detto. Quando l’hanno riferito a Grillo, lì per lì il leader genovese non ci voleva credere. Deve aver pensato a una ingegnosa trappola di qualche subdolo avversario che tentava di fargli fare una gaffe. Ha preso tutto il tempo necessario per controllare, poi, dopo averlo ascoltato dieci volte, verso sera, ha risposto: “Capisco il punto di vista di Bersani. Soprattutto per il fatto che è la dichiarazione di un non morto, che è anche segretario di un non partito”.
Bum! Goal su punizione. La barriera della comunicazione era stata sistemata male. 1-0
I geni della comunicazione hanno trascorso una notte d’inferno, insonni, a studiare sui libri e sui manuali che cosa inventarsi. Verso le sette del mattino sono andati da Bersani e devono avergli detto: “Capo, qui il gioco si fa duro, è meglio far parlare i duri. Tu, non dire più nulla e fai parlare Massimo D’Alema, lui sì che sa come picchiare”. E così alle ore 10 di martedì mattina, il vice-conte vaticanense rilascia tre dichiarazioni, a raffica, una dopo l’altra. La prima è degna di essere ricordata, riproposta in una successiva intervista al giornalista Marco Damilano sul settimanale L’Espresso. Ha letteralmente detto: “Quello che più mi ha impressionato è vedere come gran parte dell’informazione abbia assegnato la vittoria a Grillo! Bisognerebbe dedicare dei pensieri sulla comunicazione politica in Italia” (è ciò che stiamo facendo grazie ai consigli geniali di D’Alema). Non soddisfatto di aver ventilato l’idea di un complotto mediatico perché la stampa ha osato riferire un dato elettorale oggettivo (chissà, nella sua mente, che cosa avrebbe dovuto fare la stampa) ha cominciato a flettere i muscoli e ha aggiunto minaccioso: “Io al posto di Grillo starei molto attento” (calcio negli stinchi e atterramento ma l’arbitro non stava guardando) “perché la politica si fa nei fatti e nelle proposte; visto che lui si picca, essendo un comico….(pausa)…..direi….(altra pausa)….prevalentemente un comico, mi farebbe piacere essere messo al corrente di una qualche proposta, sempre nel caso che ne abbiano una, relativa a….(pausa lunga)….la televisione, la comunicazione, per esempio”. Due ore dopo, sul suo blog, a distanza (D’Alema è uno che mena, quindi era meglio per Grillo non trovarsi nei paraggi) compariva una dichiarazione ufficiale del movimento, eccola:
“Il programma del MoVimento 5 Stelle per ciò che concerne l'informazione e soprattutto la televisione ha una idea molto chiara, netta e semplice:
- nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
- le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni
- abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive
- vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
- un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale, indipendente dai partiti e gestito da professionisti con specifiche competenze tecniche.
- abolizione della legge Gasparri.
Bum! Atterramento in area, rigore: goal. 2-0.
Palla al centro.
Verso l’ora di pranzo, i geniacci della comunicazione, nel tentativo di recuperare, hanno spiegato a Bersani che intendevano seguire la tradizione: tutti in televisione, affidandosi alle loro menti migliori, delle facce nuove per spiegare agli elettori come e dove il nuovo avanza: Enrico Letta a Ballarò, Anna Finocchiaro a Porta a Porta, Walter Veltroni su Canale 5. Tutti e tre –esattamente alla stessa ora- hanno spiegato perché il PD a Parma aveva non vinto, perché Grillo doveva stare attento, e perché loro sono la novità.
Ecco la risposta di Beppe Grillo, comparsa il mattino dopo, mercoledì, sul suo blog.
“È sempre più estraniante guardare cicciobombi e labbra turgide, megafoni dei partiti nelle televisioni nazionali, nei telegiornali, nei talk show. Provocano un senso di piccole cose di pessimo gusto, richiamano il profumo di fiori marci, l'odore pungente dei cespugli di bosso lungo i vialetti dei cimiteri. Le sagome che si agitano dietro lo schermo con l'estrema vitalità che talvolta precede le ultime ore di vita rammentano il dodo, l'uccello estinto, o gli ultimi giapponesi che combattevano a guerra finita in qualche atollo del Pacifico dopo il 1945. Il loro lavoro di portavoci e anfitrioni, finora, lo hanno svolto egregiamente, hanno trasformato personaggi come Lupi, Formigoni, Alfano, Veltroni, Alemanno, Fini in giganti della politica. Li hanno tenuti in vita. In caso di difficoltà sono puntualmente accorsi, premurosi come crocerossine, a portargli la flebo. I partiti ora muoiono, cadono come foglie d'autunno. I conduttori sono animali domestici (pappagalli?) dimenticati dal padrone dopo un trasloco. I loro studi, dove hanno manipolato per decenni l'opinione pubblica, sono spogli, tristi. I partiti vi inviano figure di secondo piano, per fare presenza. I conduttori sono costretti a intervistarsi tra di loro, a scambiarsi opinioni di cui non frega niente a nessuno. Santoro intervista Lerner. La Annunziata intervista Santoro. La Gruber intervista Mieli. Hanno inventato l'informazione a ciclo chiuso.”
Bum! Enorme l’emozione sugli spalti per il goal realizzato in contropiede. 3-0
Fine della cronaca della partita.
Bersani ha dunque perso a sua insaputa. Come Scajola e Umberto Bossi.
Ma già questa mattina, la truppa mediatica ha iniziato a battere la grancassa sulle testate controllate, sovvenzionate e alimentate dal PD per spiegarci che il movimento cinque stelle, praticamente già non esiste più, travolto da contestazioni, spaccature, proteste e indignazioni che sono per lo più l’estremo tentativo dei super-cervelloni della comunicazione per tentare di recuperare il risultato. Peccato per loro.
Non hanno capito che la partita è finita.
Il pubblico se n’è andato casa abbandonando lo stadio. Sugli spalti ci sono soltanto delle sagome di cartapesta che la televisione ci spiega come, in verità, siano delle persone.
E’ anche finito il campionato.
In compenso, la destra ha annunciato la nuova rivoluzione delle facce nuove: Ignazio la Russa che guida l’attacco della destra sociale e la coppia Santanchè-Brambilla al centro, incitate dalla new entry dello spettacolo impietoso italiota: il rapper Giuliano Ferrara.
Per fortuna c’è la grande industria con le loro progressiste idee di novità.
“Sto pensando di scendere in campo politicamente perché ritengo che l’Italia abbia bisogno di facce nuove e di nuovi soggetti politici in grado di guidare la nazione”.
Così annuncia il prode Montezemolo, 65 anni, di cui 35 spesi a fare il cameriere di malfattori. Si è dimenticato di spiegare dove intenda guidarla, la nazione.
Sarebbe divertente se non fosse tragico.
E’ la fine di un’idea della politica costruita sul consociativismo esasperato, sulla perdurante costruzione di falsi ideologici, nell’estremo tentativo di riuscire a salvare presidenze di enti inutili, funzionari incapaci, una classe manageriale vecchia dentro e vecchia fuori, composta da ipocriti e doppiogiochisti, in preda al panico perché si rendono conto che non hanno più alcun appiglio sulla realtà circostante. Basterebbe pensare che Stefano Fassina (presentato alla massa come una specie di economista in rappresentanza dell’alternativa di sinistra) nelle due settimane di campagna elettorale a Parma, ha fatto quattro comizi-convegni nel corso dei quali ha spiegato che le ricette di Monti non andavano bene. Quando, dal pubblico (i cittadini che sarebbero andati a votare di lì a qualche giorno) gli hanno ricordato che lui ha votato in parlamento sostenendolo, il baldo rivoluzionario ha così risposto: “Si tratta di un appoggio tattico, non reale, è la dimostrazione del nostro alto senso di responsabilità; l’appoggio è relativo soltanto all’aspetto governativo e non economico”. No comment.
Pensavano che la gente se la sarebbe ancora bevuta.
Penso che a Parma (senza togliere nulla alla scelta dei votanti e alla vittoria di Grillo) i cittadini avrebbero votato anche per Snoopy, il simpatico filosofo bracchetto; dopotutto, un fumetto, proprio perché irreale, di sicuro non potrebbe provocare danni.
Queste sono le conseguenze di vent’anni di asservimento a Berlusconi, una personalità abituata a vincere sempre ogni partita, schierando squadre improbabili composte per lo più da mafiosi, malfattori, prostitute, gente che non è in grado neppure di fare tic con la palla. Eppure vincevano sempre. Perché erano abituati a scendere in campo sapendo che l’arbitro era stato pagato, che i guardialinee vivevano nel terrore perché gli avevano sequestrato i figli, e che potevano fare goal con la mano ritenuti validi, e se non ci riuscivano neppure con la mano, potevano dire che avevano fatto goal anche se non lo avevano fatto e il nulla veniva convalidato. Tanto sugli spalti c’era un pubblico ipnotizzato al quale si poteva far credere qualsivoglia evento. Il PD ci ha giocato insieme per tutti questi anni, e a Parma, alla prima partita con arbitro e guardialinee veri, ha perso per un’unica, elementare e banale ragione: non conoscono neppure le regole basilari della democrazia partecipativa, quindi non sono in grado di poterle applicare. Si sono abituati a scendere in campo sapendo già, tutti, nessuno escluso, che l’arbitro, alla fine, darà loro le punizioni e i rigori di cui hanno bisogno perché era il gioco in sé che era truccato.
E da questa mattina è iniziato (da parte di quelli che almeno riflettono, o fingono di riflettere) il consueto piagnisteo della ricetta Monti. Consapevoli di essere degli inetti, iniziano a dire in giro: sì è vero, siamo un disastro, ma non c’è alternativa.
Non è vero.
Si chiama democrazia diretta della cittadinanza.
Tant’è vero che quando può essere esercitata, come nel caso della città di Parma, boccia impietosamente gli squallidi inciuci proprio perché li riconosce. L’antagonista piddino del candidato di Beppe Grillo è anche il presidente della provincia di Parma. Ha avallato per cinque lunghi anni tutte le delibere della precedente amministrazione comunale parmense (quelle che riguardavano anche il territorio di sua competenza) che nascondevano un ammanco che ha raggiunto i 600 milioni di euro di buco: spariti nel nulla.
Solo un masochista avrebbe potuto votarlo.
Non se ne rendono conto.
Il re è ormai nudo.
E questa volta non sarà sufficiente un tenue maquillage per salvare la continua gestione della corruttela diffusa.
Rimbocchiamoci le maniche. E’ solo una questione di tempo.
Poco a poco, uno per uno, città per città, verranno rispediti tutti a casa.
Che lo vogliano o che non lo vogliano.
Perché spetta a noi decidere.
Tant’è vero che i più furbi, abili, provveduti e lungimiranti, si stanno cercando un nuovo lavoro e stanno contrattando la propria liquidazione.
Come l’intelligente Giuliano Ferrara che si propone come cantante. Perché no? Potrebbe prendersi la Finocchiaro alla batteria, Bersani al basso e Cicchitto alla fisarmonica.
Tanto la musica non cambia.
Almeno questo, tutti gli italiani, cominciano a capirlo. Anche i più riottosi, zucconi e scettici.
Come sempre grazie per questi stupendi articoli.
RispondiEliminaVorrei chiederle un' opinione, Sergio. Immaginiamo che a Marzo 2013 si va ad elezioni. Come precisava "Il Dodo" Gad Lerner lunedì sera, manca poco meno di 10 mesi, e nessun partito ha un elemento presentabile al paese. Sopratutto perché il paese adesso sta veramente male, quindi non basta un silvietto con i suoi manifestini "Più tutto per tutti". Ci vogliono risposte, non promesse. A questo punto non fatico a credere che il prossimo governo lo formerà il Movimento 5 Stelle. Ci tengo a dire subito che io sono attivo politicamente nella mia cittadina proprio per formare il M5S, quindi potrei solo esserne felice di un governo dello stesso. Ma mi interrogo su diversi aspetti pericolosi di un evento del genere, poiché converrà con me che a quel punto gli italiani farebbero una scelta ultra rivoluzionaria, perché in Francia come in Grecia i partiti che raccolgono il malumore popolare sono di sì di estrema destra, ma sono sempre partiti manipolati o manipolabili, mentre da noi nasce l' idea che la politica siamo noi e noi soltanto possiamo gestire lo Stato senza malaffare. E proprio per questo mi interrogo sugli effetti di una rivoluzione di tale portata. Innanzitutto i Mercati ci ammazzano, perché l' oligarchia finanziaria non vuole il governo dei cittadini, ma solo quello di politici asserviti. Quindi mettiamo in conto che vendiamo Bond a tassi inesigibili. Poi per esempio immaginiamo un comune cittadino seppur carismatico, esperto, tenace e quant' altro rapportarsi con Merkel, Obama, Cameron, Rajoy, Van Rompuy, Draghi, e tutta la commissione Europea che è asservita al sistema Neo-liberista. Cosa pensa che potrà succedere quando un libero citttadino dovrà rapportarsi con questi elementi flautolenti per discutere e decidere le politiche comunitarie?
RispondiEliminaCome reagiranno gli americani quando gli faremo sapere che dal '45 sono passati 68 anni e che le loro basi le possono riportare da dove sono venute? E cosa diranno quando non parteciperemo più alle loro GUERRE PER LA PACE?
E di esempi ne potrei trovare a bizzeffe. Lei cosa ne pensa?
Potrebbe succedere che il potere finanziario ci imponga i militari, piuttosto che vedere uno scenario del genere... Insomma sono contento che gli italiani siano i primi a cambiare davvero il modo di rapportarsi con la politica, ma a quale prezzo? Grazie dell' attenzione... Govinda
Noi ci troviamo in questo momento al centro di un gioco d'azzardo pericolosissimo, perchè nessuno di noi sa (tranne pochissimi al mondo, e io, ahimè, non sono tra quelli)come, quando, e in che modo, i Grandi Bastardi dichiareranno la Grecia in default: potrebbe essere domani o tra un mese o tra quindici giorni. Mario Monti è tra quelli che lo sa, è per questo che l'hanno messo lì. Non sappiamo, quindi, come si stanno organizzando. La nostra unica possibilità è in maniera costante, perdurante, contundente -e soprattutto ultra veloce- scompigliare le carte quotidianamente creando una situazione nella quale i Super Bastardi si rendono conto che non possono pianificare il tutto, perchè esistono le cosiddette "variabili impazzite", tipo (per l'appunto) in Italia, Beppe Grillo. Utilissima e preziosa la sua funzione, in questa fase, e faranno di tutto per dargli fastidio e delegittimarlo. Non credo affatto che si arrivi a marzo del 2013 per due motivi: 1). O va tutto a puttane entro un mese al massimo, oppure ci mettono una pezza. IN questo caso, 2) in Italia, il PD che è a rischio collasso come il PDL, si giocherà l'ultima e unica possibilità di sopravvivenza: dopo aver assicurato a Lor Signori la cosiddetta PEZZA, in cambio, finge un "rigurgito grillesco" passa all'opposizione, fa cadere il governo e si va alle elezioni a ottobre, perchè si è messo già d'accordo con i cosiddetti poteri forti per sostituire l'attuale governo. Lo capiremo nelle prossime settimane, non manca molto. Il PD venderà cara la pelle molto di più del PDL. La differenza sta nel fatto che il PDL era composto da una serie di poveri miserabili al soldo di Berlusconi, il quale ha tutto l'interesse a tenersi stretto Mario Monti; il berlusca se ne frega del PDL, dei partiti, dei suoi seguaci, è di nuovo pieno di debiti e deve salvare la sua baracca. Lui, oggi, adora Mario Monti. Per il PD è diverso. Loro mantengono in Italia circa 5 milioni di persone che vivono di clientele, malaffare e corruttela garantite dal partito: non può implodere. Questa è la differenza. Mentre la Lega Nord si è sgonfiata facilmente perchè era un bluff utile a tutti, il PD, invece, è organico alla tenuta di questo sistema, ha bisogno del sistema che c'è (una specie di via italiana al sovietismo). Se si va alle elezioni a ottobre, non penso sarà facile per Grillo riuscire a organizzarsi a livello nazionale in tre mesi. Mentre il PD userà tutta la sua impalcatura presentando candidati nuovi (finti) in gran parte d'accordo con Casini e il Berlusca. Dobbiamo, quindi, riaggiornarci tra un mese. Personalmente penso (ma stiamo a livello di lampada magica mia individuale) che si sta andando, invece, verso un micidiale scontro internazionale. Hollande ha capito che la Francia ha preso una colossale fregatura (la Germania ha trasferito tutti i titoli tossici che aveva in pancia nelle banche francesi negli ultimi sei mesi grazie a Sarkozy) e sta cercando di portarsi appresso Obama per convincere i tedeschi a darsi una calmata, diventare più duttili, varare gli eurobonds e un piano di investimenti. Quando la Grecia va in deafult, il prezzo più catastrofico lo paga subito la Francia, ancora più di noi. E qui, il nostro Monti sta cercando di mediare, sperando di farcela spostandosi a sinistra, e poi presentarsi come il salvatore della patria e far vincere le elezioni al PD che lo elegge come proprio primo ministro, portando avanti le misure liberiste mascherate sotto voci diverse. Non credo che ci sarà nessun golpe militare, da nessuna parte in Europa; caso mai, se non si mettono d'accordo, ci sarà una guerra, il che è diverso. Comunque vada, a marzo non ci si arriva.
Elimina@ Giovinda:
Eliminaguardati il sito del GOD,c'è di che prendere ispirazione per le risposte che cerchi,e che ispirazione!
Caro Sergio,
RispondiEliminalei cavalca l'onda emotiva e per tale motivo non può esser lucido nel pensiero.
Ciò che scrive in questo post, circa le considerazioni sul movimento di Grillo, contrasta in modo evidente con quanto affermato nel SUPERBO post precedente.
Evidenziare la sterilità e il differente valore degli slogan utilizzati da FN rispetto ad una sana concezione dello stato di diritto come massimo grado di evoluzione civile raggiunta dall'uomo è in contrasto con la natura stessa del movimento 5 stelle.
Movimento che ha un proprietario! Un movimento,all interno del quale uno vale uno, ma le decisioni su espulsioni ecc vengono prese dal capo senza possibilità di appello, senza regole che ne disciplinano le procedure, un movimento privo nella sostanza di qualsivoglia principio democratico. Ammiccante al populismo sfrenato. Per quanto consideri le intenzioni reali di
Grillo, buone, culturalmente, Beppe, non ci arriva!!!E non ci arrivano manco i suoi militanti (forse qualcuno!).
Una tale concezione autoritaristica della gestione democratica, non può che riversarsi nell'azione di governo qualora tale movimento raggiunga posizioni di comando, sebbene supportata da tente buone intenzioni. Consideri ad esempio le attuali diatribe con il neo eletto sindaco di Parma e il ruolo di dg comunale del Tavolazzi. La vicenda le sarà più chiara.
Caro Luca, seguo -come tutti, del resto- le vicende sui grillini e Grillo sulla base di ciò che si può sapere mediaticamente. Non vi è dubbio che il narcisismo di Grillo e la forte presenza di società ad alta tecnologia operanti nel settore marketing compulsivo finiscano per svolgere un ruolo di forte pressione. In questa fase attuale, però, ciò che a me interessa, è la presenza nel territorio di forze nuove (autentiche)non riciclate, che riescano a smascherare e sbugiardare le ipocrisie di un sistema di potere al collasso, per cominciare a gettare semi di potenziale e possibile risveglio di passioni civili autenticamente antagoniste al mainstream e di vera opposizione a un sistema socio-psico-economico che non funziona e non funzionerà e che ci sta portando alla catastrofe. Già da oggi seguo sui media diversi attacchi contro i neo-sindaci grillini. Un aspetto, però, è fuori di dubbio: in una città saccheggiata come Parma, mi sembra un ottimo segnale e davvero un buon auspicio che i cittadini abbiano scelto Pizzarotti. L'alternativa era un funzionario che avrebbe gestito la malapianta della morsa mefitica della camorra intorno al collo dell'attività imprenditoriale di Parma, sedendosi intorno a un tavolo con delegati di Bersani, Alfano, Casini per vedere come metterci una pezza. Vediamo che cosa combina il neo-eletto. Come affronta il problema, quali soluzioni propone, di quali soluzioni dispone, come intende attuarle, e come riesce -se ci riesce- a ottenere dei risultati tangibili. Poi, ne riparleremo. I grillini mi ricordano (ma credo lei sia troppo giovane per saperlo) i radicali a metà degli anni'70, quando era vincente e trionfante il cattocomunismo che ha strozzato l'Italia. Allora, la sinistra democratica, li trattava e li definiva come criminali agenti della Cia spediti in Italia per distruggere la nazione. Eppure, riuscirono a far varare la legge sull'aborto, a far abolire la censura editoriale, a obbligare il potere costituito a prendere atto che esisteva l'omosessualità, ad affrontare la parità di diritti tra maschio e femmina, e soprattutto a denunciare il finanziamento pubblico dei partiti e la presa di possesso delle banche internazionali sui beni comuni collettivi. Da allora, sono trascorsi 35 anni. Siamo rimasti lì al palo, sempre allo stesso punto. Anche Pannella era (ed è tuttora) un dittatore impietoso super-egoico e ultra narcisista, ma ha davvero smosso le acque in quel periodo. L'Italia è un paese caratterizzato da una particolarità ben nota: tutti vogliono un cambiamento e lo pretendono, quando qualcosa di inedito e nuovo compare all'orizzonte, tutti si spaventano e rimpiangono il vecchio chiedendo ai vecchi partiti di aiutarli a far quadrato. E così rimane, e permane, lo status quo. E io voglio ardentemente uscire fuori dallo status quo.
Eliminaperchè pannella e i radicali non tornano ad essere quelli di prima?
EliminaPerchè non c'è più sensibilità da parte dei cittadini (non tutti) per i grandi temi politici come i diritti civili sommersi ormai da vuoti tcnicismi e falso "moderatismo" che è sinonimo di immobilismo
EliminaLuca
Ho dimenticato la firma...
RispondiEliminaSono luca da Napoli e la leggo con piacere.
Sergio,
RispondiEliminami permetta un' ulteriore considerazione generale sul tema dell'attuale crisi economica.
Leggo numerosi blogger, autorevoli giornalisti e pensatori disquisire di massimi sistemi, di Teorie Economiche e di modelli differenti di sviluppo economico. Dimenticando o cmq tralasciando un particolare di rilevante importanza!
NON SI TRATTA DI UNA CRISI ECONOMICA!
Viviamo, quotidianamente, sulla nostra pelle una CRISI DEL DIRITTO! ( e della politica).
Qualsiasi sistema economico matematicamente e dunque razionalmente costruito, con solide basi scientifiche, può esser considerato valido. MA NON LEGITTIMO!
Nella fattispecie, il turbo capitalismo finanziario (e non il capitalismo tout court) risulta in evidente contrasto con lo Stato sociale di diritto così come delineato dalla nostra Costituzione, dove istanze personalistiche e solidaristiche la fanno da padrona. La persona e i suoi diritti fondamentali prima di tutto! Ad es..La stessa proprietà privata è drasticamente limitata DALLA STESSA COSTITUZIONE!!!
La questione tecnica, perchè il diritto è (anche) tecnica, viene "aggirata" dalla previsione di clausole che permettono l'ingresso nel nostro ordinamento di norme internazionali e comunitarie. Tuttavia, la questione ideologica, perchè il diritto è (anche) sintesi di matrici ideologiche che informano la società è stata nella sua essenza STUPRATA!
Luca.
Il movimento 5 Stelle intercetta le proteste sul territorio e molte delle sue critiche sono condivisibili, è ciò che pensiamo in molti. A livello locale però è più facile intervenire. A Parma sono bastate 6 mila euro di spesa perché il pdl e il pd erano diventati impresentabili: i nuovi sono risultati più credibili perché tutte le alternative erano screditate. Per rimanere nella metafora calcistica è stato come giocare ad una sola porta e senza il portiere Bertinazzoli. Del resto il pd è bravissimo nel perdere i confronti significativi. Da solo.
RispondiEliminaDirei che a Parma come nella Padania questo voto è stato più un voto di protesta, un avviso ai "naviganti", come la forte astensione. Non dobbiamo ignorare che alla fine i sindaci sono stati eletti col 20-30 per cento del voto dell'intero elettorato, quindi rappresentano soprattutto delle minoranze: a Genova, a Palermo, altrove, che hanno scelte le persone piuttosto che i simboli ed i partiti.
Grillo è il megafono del Movimento, ma il regista-suggeritore è il Carneade (almeno per me) Casaleggio, di cui ignoro tutto. E questo è un problema perché ci sono molte contraddizioni nelle sue prese di posizione. Grillo ci mette la faccia, ma chi muove il pupazzo?
E' da qui che bisogna partire perché più che solo di una crisi economica io parlerei di una crisi di sistema. E quindi non possiamo anticipare il futuro perché i vecchi criteri di analisi non vanno più bene. C'è un'accelerazione in questa crisi e quindi gli sbocchi nazionali e internazionali sono ormai imprevedibili sicchè non bastano più le vecchie soluzioni, le strategie del terrore o altro. C'è sempre il fattore umano.
Per quanto riguarda l'Italia non dimentichiamoci che il prossimo anno scatterà il semestre bianco che precede la fine del mandato di Napolitano e quindi si intrecciano i due fattori. Con quali conseguenze, visto che questi politici sono ancora convinti del buon esito delle loro "furbizie"?