sabato 2 novembre 2013

38 anni fa veniva assassinato Pier Paolo Pasolini. Ecco il suo lascito.



"I talk show escludono i cittadini dal dibattito, come all'epoca fascista. I talk show televisivi sono il vero terrore, quello autentico, che massacra le coscienze, le annulla e le fa evaporare nel Nulla Mentale che il Potere vuole costruire, per poter sfruttare l'intera cittadinanza facendo creder loro che si stanno occupando del bene della collettività. E' l'ipocrisia elevata a sistema di vita".
                                                                                                    
                                                                                                            Pier Paolo Pasolini. 1971

di Sergio Di Cori Modigliani

Il 2 novembre del 1975 Pier Paolo Pasolini veniva ucciso.
E' morto come le persone morte nell'esplosione dentro l'aereo sui cieli di Ustica, come i morti innocenti nella stazione di Bologna, a piazza della Loggia, dentro al treno Italicus, nella sede di Milano della Banca Nazionale dell'Agricoltura a piazza Fontana. Tutti italiani assassinati, sui cui delitti, dopo 40 anni, nè la magistratura nè le istituzioni, nè men che meno una dirigenza politica sono stati capaci di chiarire i dettagli, i risvolti, le documentazioni, per regalare al popolo italiano la soddisfazione civica di veder punire i veri autentici responsabili, i mandanti, gli esecutori, gli strateghi.
Nessuno, in Italia -tra i dirigenti-  ha mai pagato per questo.

Ogni tanto leggo da qualche parte "chissà che cosa direbbe oggi Pasolini dell'Italia così com'è?"
La domanda non ha senso.
Se lui fosse rimasto vivo e avesse seguitato a portare avanti il suo costante lavoro di pungolo intellettuale per la coscienza pensante degli italiani, l'Italia non sarebbe mai diventata ciò che è.
La sua morte ha accelerato il processo di imbarbarimento della nazione e la condanna a questa incosciente narcolessia suicida.

L'Italia, oggi, è ciò che è, grazie alla scomparsa di artisti come Leonardo Sciascia, Italo Calvino, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini. Un vuoto perenne che l'oligarchia attuale è riuscita a mantenere tale, grazie alla collusione e alla complicità di chi ha preferito schierarsi dalla parte del potere, sapendo che quella scelta avrebbe comportato l'annullamento di ogni possibilità di rinascita del paese.

Per chi, allora, non c'era, propongo qui di seguito una serie di clip che possono essere utili per cogliere il sapore di questo lascito generazionale.

http://www.youtube.com/watch?v=ViRSwWgQEYg 
questo qui dura 2 min. Si chiama "Pasolini e l'Africa". Lo aveva fatto per la Rai nel 1966. Doveva essere un frammento sull'antropologia di quel continente. Lui consegnò un materiale visivo in cui si vedevano soltanto alberi e una leonessa selvaggia, con la sua voce fuoricampo che spiegava perchè gli esseri umani, lì, non esistevano più.

http://www.youtube.com/watch?v=e2yXMgA6bE8
quest'altro dura circa 7 min. Si chiama "Pasolini e il compromesso degli intellettuali" ed è datato 1971. E' una specie di intervista processo curata da Enzo Biagi.

http://www.youtube.com/watch?v=LFgmN7O0i30
questo dura circa 8 min. Si chiama "Pasolini su televisione e media"

http://www.youtube.com/watch?v=Epdg8ktVFvM
questo dura 9 min. e si chiama "le profezie di Pasolini"

http://www.youtube.com/watch?v=1EVU4veuWqE
Infine quello tratto da "lettere luterane" che lui volle intitolare "i giovani fuori dal palazzo". Ha la durata di 54 minuti. Si vede soltanto una immagine fissa di Pasolini e un attore, con voce notarile legge quello che l'intellettuale friulano definì "il mio testamento per le future generazioni sulle colpe mie, nostre, perchè l'Italia domani sarà un posto terribile, angoscioso e angosciante, disumano, malvagio, diseguale, deprivato e depravato, e inevitabilmente se ne dovranno assumere la responsabilità i giovani di allora. Perchè le colpe dei padri ricascono sui figli. A coloro che verranno non posso che dire: avete ragione, scusatemi, è stata tutta colpa nostra. E' colpa mia".



La sua rottura ufficiale con l'ambiente della sinistra intellettuale dell'epoca avvenne nel 1974, in seguito a una sua conferenza al Festival dell'unità a Milano. In quell'occasione, Pasolini attaccò la rottura della identità tra progresso e sviluppo, e il giorno dopo arrivò la sua scomunica ufficiale da parte dell'intellighenzia che lo accusò di essere un reazionario contrario alla modernizzazione del paese. E' stato l'unico intellettuale italiano a essere stato attaccato frontalmente -e contemporaneamente- dai fascisti, dai comunisti, dalla Chiesa.
Ecco il brano saliente del suo intervento, che per lui suonò come una campana a morto:

"Questo solo per dare un breve riassunto della mia visione infernale, che purtroppo io vivo esistenzialmente. Perché questa tragedia in almeno due terzi dell'Italia? Perché questo genocidio dovuto all'acculturazione imposta subdolamente dalle classi dominanti? Ma perché la classe dominante ha scisso nettamente «progresso» e «sviluppo». Ad essa interessa solo lo sviluppo, perché solo da lì trae i suoi profitti. Bisogna farla una buona volta una distinzione drastica tra i due termini: «progresso» e «sviluppo». Si può concepire uno sviluppo senza progresso, cosa mostruosa che è quella che viviamo in circa due terzi dell'Italia; ma in fondo si può concepire anche un progresso senza sviluppo, come accadrebbe se in certe zone contadine si applicassero nuovi modi di vita culturale e civile anche senza, o con un minimo di sviluppo materiale. Quello che occorre -- ed è qui a mio parere il ruolo del partito comunista e degli intellettuali progressisti -- è prendere coscienza di questa dissociazione atroce e renderne coscienti le masse popolari perché appunto essa scompaia, e sviluppo e progresso coincidano. Se non si afferma lo sviluppo della consapevolezza collettiva a livello di massa, non esisterà mai nessuna forma di progresso. Sarà soltanto una parola vuota, di cui ne usufruiranno, alla lunga, soltanto le multinazionali dell'energia e le grandi società finanziarie gestite dalle banche".

In memoriam

9 commenti:

  1. Un Pasolini vale come migliaia di “intellettuali” di sinistra, di centro e di destra,di ieri, di oggi ma spero non di domani.
    Per questo è stato eliminato.
    Ho guardato con piacere i video elencati.
    Grazie è stato un bel regalo
    Lea

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  2. pasolini era un vero democratico,ho letto tutti i suoi articoli sul corriere della Sera,ma pensavo che si era esposto troppo è perciò è stato eliminato perchè andava controcorrente

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  3. Sergio su diversi link di youtube che hai postato non si riescono a vedere....che qualche hacker sta incominciando a boicottare?

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  4. È possibile sapere da dove è presa la citazione pasoliniana che apre l'articolo? Grazie

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  5. l'italia una nazione???? mah.........

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  6. mi unisco al ricordo di Pier Paolo Pasolini, e se posso permettermi, vorrei ricordare il suo sguardo critico e profetico sullo scempio paesaggistico, architettonico, ambientale.
    Era il 1973.
    http://www.youtube.com/watch?v=ccTfrb8NIuM
    Vorrei averlo avuto in questi quasi 40 anni a difendere quel che resta dell'Italia, da inquinatori, criminali, assessori, cementificatori, urbanizzatori, termovalorizzatori, falsi ambientalisti asserviti alle lobby dell'eolico. Ci saremmo divertiti.
    Massimo

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  7. Pasolini è stata una perdita enorme. Il suo omicidio è stato un sacrilegio per la cultura, per gli intellettuali. Io vedevo allora Pasolini non come uno degli intellettuali, ma l'intellettuale per antonomasia. Potevano non piacermi i suoi film o alcuni dei suoi scritti, ma lui rimaneva qualcosa di superiore, seppure in imbarazzo o accerchiato dai lacchè di turno. Biagi era uno di questi ed in alcune interviste appare proprio piccolo, piccolo al cospetto di Pasolini. Un uomo, quest'ultimo, con i suoi pensieri, le sue idee e la sua vita, comunque mai banali e asservite a qualsiasi potere. Io allora militavo nella destra, eppure nessuno di noi (MSI) con due dita di testa disprezzava Pasolini (e neppure il CHE, onestamente, in quanto rivoluzionario). Sentimmo la sua mancanza come una perdita incommensurabile, almeno per il nostro Paese (anche se cercarono di affibbiare alla destra di allora la colpa della sua morte). Era una mente troppo avanti, anche se a volte sembrava per lui difficile spiegare agli altri il significato di cosa intendesse dire. Ma anni dopo, tutti capiremo e stiamo ancora capendo le sue parole di verità. Grandissima intelligenza, rimane una vergogna il suo omicidio, dove non c'entravano destre o sinistra, ma poteri ben più forti. Tanto in questo Paese le vergogne si sprecano.
    Se vi interessa ascoltate le sue parole anche da questo video dura 3 min., per capire quanto fosse avanti e usasse sempre le sue parole in termini mai offensivi, anche per noi di destra, in quanto diceva in modo molto misurato soltanto la verità, che a noi, come dovrebbe essere, non dava fastidio.
    Il problema grosso è che non abbiamo più avuto e non avremo più nessuno come lui, di intellettuali veri, di livello internazionale e liberi dai compromessi.
    http://www.youtube.com/watch?v=g3OdSvrzMcw

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