tag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post5731387771958622245..comments2024-03-16T02:53:57.131-07:00Comments on Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria: Ecco che cosa dicono di noi in Usa e in Sudamerica.sergio di cori modiglianihttp://www.blogger.com/profile/14042870605735672010noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-49966979129182352262012-07-15T10:07:19.438-07:002012-07-15T10:07:19.438-07:00sono d'accordo, ma lì esiste ancora la Politic...sono d'accordo, ma lì esiste ancora la Politica, qui in Italia la situazione è peggioresergio di cori modiglianihttps://www.blogger.com/profile/14042870605735672010noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-92226154920013773862012-07-14T20:58:47.923-07:002012-07-14T20:58:47.923-07:00anche io vivo e lavoro in Brasile ormai da 9 anni ...anche io vivo e lavoro in Brasile ormai da 9 anni e sottoscrivo in pieno quello che dici, Valdo, il paese ha fatto grandi progressi negli ultimi 15 anni, ha retto e sta reggendo discretamente bene la crisi e con tutte le risorse umane e naturali che ha a disposizione ci sono ragioni per essere ottimisti per il futuro, considerando appunto il fatto che rimangono ancora grandi margini di miglioramento in tutti gli aspetti socio economici; guai pero' a cantare vittoria troppo presto.....comunque tornando ai paragoni con l' Italia e l' Europa, penso che quello che ha fatto la<br />differenza in Brasile sia stata la capacita' di esprimere una leadership notevole caratura e carisma, parliamoci chiaro, forse sara' stato un colpo di "culo" , ma gente come Lula o Dilma Rousseff in Italia ce li sogniamo.... questi hanno dimostrato di avere le palle (un Presidente donna !! ma ci rendiamo conto....), hanno sostenuto politiche sociali e governative interne e internazionali coraggiose e innovatrici andando contro tutti i poteri forti, scegliendo da subito la Cina come partner economico di riferimento a discapito degli USA e UE; se adesso il Brasile sente meno la crisi internazionale si deve molto alla grande capacita' di controllo del governo sul settore bancario e finanziario, alla reattivita' e celerita' con cui sono state prese e tuttora si prendono misure di stimolo all' economia sul piano fiscale e tributario,e al fatto che programmi di governo iniziati da Lula come Bolsa Familia e Luz para Todos hanno permesso ad alcune decine di milioni di persone di uscire dalla miseria e iniziare a consumare e quindi a recitare un ruolo attivo nell' economia, creando quella domanda interna che sta permettendo al paese di continuare a crescere ( anche se il PIL 2012 sara' probabilmente inferiore al 2%, che per un paese in via di sviluppo non e' che sia un granche') o comunque di non fermarsi di fronte al rallentamento della locomotiva cinese che assorbe gran parte delle materie prime brasiliane. Di fronte al rallentamento dell' economia dovuto appunto al protrarsi della crisi globale, l' attuale governo di Dilma, che non sta facendo rimpiangere il suo predecessore e mentore Lula, sta portando avanti una coraggiosa e rischiosa politica di taglio dei tassi di interesse, che in meno di un anno sono passati da circa il 12% all' 8% e sta anche facendo importanti passi avanti nella faraonica impresa della lotta alla corruzione, avendo sostituito 7/8 ministri (vado a memoria)indagati per corruzione solo nel primo anno do governo, senza neanche aspettare gli avvisi di garanzia, altro che tre gradi di giudizio....Comunque voglio dire concludendo, la strada da compiere per il Brasile ancora e' lunga, ma per dare un futuro ad un paese ci vogliono governanti con le palle, ci vuole il manico ...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-76014324957476035822012-07-11T08:55:32.051-07:002012-07-11T08:55:32.051-07:00Ho vissuto sette anni in Brasile dove ho fatto l&#...Ho vissuto sette anni in Brasile dove ho fatto l'imprenditore e non il turista. Posso quindi condividere l'analisi sull'intelligenza che la classe politica locale ha avuto di applicare una politica economica alternativa al liberismo finanziario che imperversa negli Usa e nell'euro-zona. Ma attenzione a non fare eccessive celebrazioni. Il grado di efficienza della loro economia può sembrare buono se visto da lontano, in termini macroeconomici, ma se vai a guardare da vicino... Un operaio o tecnico italiano mediamente è molto, molto più bravo di un sudamericano in generale e di un brasiliano in particolare. La burocrazia in quel Paese è di una lentezza e inefficienza che noi italiani neanche possiamo immaginarci. La corruzione è ovunque e per quasi tutto devi pagare dazio. Se sei straniero sei trattato male e ostacolato al massimo (a meno che paghi, paghi e ancora paghi). E poi la violenza allucinante, le strade scadenti, i viaggi aerei carissimi, l'approssimazione con cui lavorano quasi tutti, dagli avvocati ai medici... Ovvio che in un Paese-continente con grandi potenzialità ci sono i picchi di eccellenza, ma la media è quella che ho descritto e che ho verificato sulla mia pelle in anni di trincea sul lavoro. Insomma, a livello macro, perpetuando una drammatica forbice tra ricchi e poveri che consente una numerosissima manodopera inefficiente ma a basso costo, in un mercato vergine e con un sacco di risorse naturali, il Brasile macina risultati eccellenti. Ma se poi guardi la realtà di tutti i giorni, le differenze ci sono eccome. E' ancora un altro mondo e per capirlo non basta leggere Veja o la Folha de San Paolo, gustarsi i noir di Rubem Fonseca o le analisi dei talk show di Rede Globo. Con tutto il rispetto per le intelligenti politiche neo-keynesiane (e anche protezioniste) che vorrei tanto si avesse il coraggio di riscoprire anche in Italia e in EuropaValdonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-24706657335695380042012-07-07T02:36:06.495-07:002012-07-07T02:36:06.495-07:00bell'articolo ma a che pro se poi a leggerlo s...bell'articolo ma a che pro se poi a leggerlo sono gli itagliani?indopamanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-57407294299882314972012-07-06T04:40:59.088-07:002012-07-06T04:40:59.088-07:00Sì, mi è più chiaro, La ringrazio.
Se ho capito be...Sì, mi è più chiaro, La ringrazio.<br />Se ho capito bene il dato di fatto comune è che l'Italia verrà esclusa da significative presenze nell'economia dei vari paesi sudamericani, mentre la scacchiera delle alleanze nei vari stati è più variegata. In alcuni gioca un ruolo più importante la Francia, in altri la Germania, mentre gli Usa vorrebbero continuare a conservare un ruolo dominante ma per farlo hanno la necessità di ricorrere a 'prove di forza' perchè sempre di più i paesi latino americani vorrebbero smarcarsi dagli Stati Uniti. <br />A questo punto credo che per l'evoluzione della situazione in una direzione o in un'altra, sarà anche elemento importantissimo la riconferma democratica alla presidenza Usa o la vittoria repubblicana. In quest'ultimo caso credo che difficilmente gli Usa accetteranno di ricoprire un ruolo secondario in sudamerica.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-35209083476842576872012-07-06T04:01:36.088-07:002012-07-06T04:01:36.088-07:00Le dirò il poco che so.
Gli Usa e l'Europa sta...Le dirò il poco che so.<br />Gli Usa e l'Europa stanno combattendo una micidiale guerra economica in Sudamerica, che porterà allo scontro definitivo (sempre in Sudamerica) tra Germania e Usa, nella quale si sta ben inserendo la Francia, la quale con molta intelligenza gode di nuovo prestigio perchè non ha antecedenti colonialisti in sudamerica. Pesante la batosta presa da Marchionne in Brasile dove ha perso 3-0 contro Volkswagen. Pesante la sconfitta di Unicredit a Buenos Aires e Montevideo dove hanno perso per 6-0 (parecchi miliardi di euro coperti dal governo italiano) contro Bnp-Paribas e Deutsche Bank. Pesantissima sconfitta della multinazionale italiana Serono contro la Smith Glaxo Cline. Un'altra botta nel nord dell'Argentina al confine con il Brasile per Benetton che ha perso contro il gruppo Dior, diversi miliardi di euro complessivi e la perdita del controllo territoriale del tessile in tutto il sudamerica, preso dai francesi. E la lista continua. In Sudamerica le grandi multinazionali europee si scannano tra di loro per il controllo del territorio. Il Brasile, leader della zona, in funzione anti-statunitense, ha fatto un'alleanza di ferro con la Germania e insieme hanno fatto fuori l'Italia dal mercato. Tutta la vicenda del terrorista italiano è stata una prova di forza per far vedere a tutti che il Brasile conta più dell'Italia. E' vero, è così. Adesso, in ARgentina, la Kirchner sta costruendo una nuova alleanza con la Francia in funzione anti-tedesca, anti-italiana e anti-statunitense. In ballo investimenti intorno a 50 miliardi di euro. E a Buenos Aires la Renault, la Peugeot e la Citroen la fanno da padroni e le Fiat non le vuole più nessuno. Neanche le volkswagen. Laggiù odiano Monti e la Merkel. Lo chiamano il duo di MM che in spagnolo sta per Mucha Migaja che vuol dire "molta mollica", qualcosa del tipo "tutto fumo e niente arrosto". Il golpe in Paraguay è servito agli Usa per ricordare, comunque, a tutti, che loro sono pur sempre in grado con la Cia di rompere le uova nel paniere a chicchessia. Hanno vinto i francesi che hanno piazzato un bel colpo per le loro multinazionali franco-svizzere, soprattutto sezione agro-alimentare (Danone). Come al solito, gli americani fanno il lavoro sporco, gli abili e perversi francesi ne godono i frutti. Gli italiani fanno gli italiani, quando hanno le spalle coperte fanno gli arroganti e rubano tutto ciò che possono e quando non hanno le spalle coperte perdono impietosamente. Spero di averla aiutata a capire un po' di più.sergio di cori modiglianihttps://www.blogger.com/profile/14042870605735672010noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-69108768223259939992012-07-06T02:21:54.698-07:002012-07-06T02:21:54.698-07:00Due articoli interessanti. Peccato che lei, forse ...Due articoli interessanti. Peccato che lei, forse per colpa e anche grazie a tutti gli anni che e' vissuto all' estero non si accorge che e' sempre stato cosi. L'italiano e' sempre vissuto dentro una botte. Una botte che non fa vedere e dai pochi pertugi che lascia quando non ne puo' fare a meno distorce l'informazione. L'impero FIAT era un impero legato a tutte le dittature, il colore non aveva importanza.<br />Da Franco a Peron, da Tito a Stalin. Vecchie catene di montaggio venivano trasferite in questi paesi per produrre macchine obsolete e dare lustro a dittatori locali che inneggiavano la loro "grande" industria nazionale. Le tangenti volavano. Il primo avviso della fine<br />lo dette la Spagna del Cambio. Volevano una macchina che si potesse esportare. La FIAT perse e subentro' la Volkswagen. Si poteva impunemente fare bombardare dall'aviazione argentina le fabbriche in sciopero o pagare i politici che usavano i squadroni della morte. I nostri giornali tacevano. E i nostri partiti e i nostri sindacati.<br /> L'imperialismo americano si accollava i crimini. (Ancora oggi come un suo lettore fa notare)<br />Ancora piu' ridicolo fu la difesa delle ugole nazionali. Finché poterono non fecero entrare i Beatles. Straordinario partire da Gibilterra e viaggiare fino ad Istanbul. In tutti i paesi si trovano bar e ristoranti inglesi, italiani tedeschi, francesi. Arrivati in Italia si scopre che il mondo e' stato sospeso. Come in un vecchio film western. "Qui possono rubare solo i locali"<br />In Stati Uniti un movimento puo' creare controinformazione, puo'<br />aprire una libreria, addirittura con bar, ristorante e banca annessa.<br />Qui dipende, si e' permesso, ma, quante licenze? Quanti direttori responsabili? Quanti pali, paletti, filo spinato devi scavalcare?<br />E purtroppo non e' solo un fatto di governo. E' una mentalita' antica. La sento persino in certe frasi di Grillo. Senza parlare della Lega. Scenderemo al ottavo posto, al decimo, nessuno vuole investire in questo paese o nessuno che altri investano in questo paese. Dalla difesa nazionale ad oltranza allo sfacelo nazionale il cerchio si e' chiuso.<br /> Si, parlando d'altro, le tasse indirette sono tasse che colpiscono i poveri. Sono le tasse che piu' usa un paese di cattolici che dovrebbero essere dalla parte dei poveri, di socialisti che vogliono la giustizia sociale, di comunisti che vogliono l'uguaglianza sociale, di fascisti che vogliono il bene del popolo italiano.<br /> Se si pensa che in Stati Uniti in molti stati non c'e' tassa su alimentari e medicinali e comunque le tasse indirette sono la meta' delle nostre forse e' ora d'allargare il pertugio della botte dal quale guardiamo il mondo.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-30125685425015878742012-07-06T00:44:56.939-07:002012-07-06T00:44:56.939-07:00Lo confesso, leggo Repubblica sin dal primo numero...Lo confesso, leggo Repubblica sin dal primo numero, ma ormai è da tempo che non sopporto più questa ipocrisia targata Mauro Scalfari Giannini che falsifica volutamente i fatti presentando il verosimile come il "vangelo". I pistolotti di Scalfari, le sue interviste tappetino a Napolitano non gli fanno certo onore.<br /><br />Ma Repubblica, Il Corriere e gli altri non fanno altro che applicare quello che gli americani chiamano il sistema DDT, ovvero "Decoy, Distract and Trash", ovvero esca, distrazione, spazzatura. Come nel caso dell'Iva. Tutti si sforzano di convincerci che la revisione della spesa serve ad evitare l'aumento dell'Iva di qualche punto. Ma siamo sicuri che al cittadino con 500,00 euro di pensione al mese, al cassa integrato, al precario faccia meno danno un servizio sanitario inefficiente, l'aumento dei ticket, un sistema bancario truffaldino dell'aumento di un punto di Iva su consumi ridotti all'osso?<br /><br />Secondo me l'Iva, come la patrimoniale, è una tassa democratica che rispetta la proporzionalità costituzionale. Ognuno paga in proporzione ai consumi e sono sicuro che chi non ha problemi di spesa non rinuncia al caviale o al Suv, alla barca milionaria, alle megaville tipo Daccò e Lusi per qualche migliaio di euro in più. Chi ha ventimila euro al mese di pensione non rinuncia certo al ristorante di lusso o alle vacanze in resort a cinque stelle. E' giusto quindi che paghi in base ai suoi consumi. L'incapiente, il povero, riesce a mala pena a pagarsi pane e companatico, e non sempre; è invece vitale che l'Iva sui beni di prima necessità si mantenga bassa. Tutto qui.<br /><br />I consumi calano non per colpa dell'aumento dell'Iva, ma perché buona parte della gente non ha più soldi da spendere. Non voler dire questo, affermare che sono l'art. 18 e l'aumento dell'Iva a scoraggiare gli investimenti è fare terrorismo psicologico, è semplicemente DDT.Anzi, solo Trashnino p.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6360218359257925861.post-62098938796100621092012-07-05T23:36:45.200-07:002012-07-05T23:36:45.200-07:00@ Sergio Di Cori Modigliani
Leggo sempre con gran...@ Sergio Di Cori Modigliani<br /><br />Leggo sempre con grande attenzione i tuoi articoli, davvero approfonditi e interessanti.<br />Riguardo a questo mi piacerebbe solo avere dei chiarimenti riguardo l'affermazione seguente:<br /><br />Usa ed Europa in pieno accordo (altrimenti non sarebbe stato possibile) hanno compiuto un atto che è molto ma molto importante –perché è un esperimento- sul quale sarebbe bene dibattere, quantomeno informarsi, perché ha dato inizio a quello che in Sudamerica è stato definito “democritura” <br /><br />Non mi è chiaro perchè dici che necessariamente Usa ed Europa sono in pieno accordo. Credo che l'Europa non sia molto interessata in realtà a quanto gli Usa fanno in Sudamerica, che continuano a considerare il 'giardino di casa' degli Stati Uniti.<br />Il punto è fondamentale perchè da esso derivano tutte le conseguenze di cui scrivi nell'ultima parte dell' articolo.<br /><br />Grazie per gli eventuali chiarimentiAnonymousnoreply@blogger.com