giovedì 12 luglio 2018

Questa immagine contiene un falso.







di Sergio Di Cori Modigliani

Racconto sul mondo in cui viviamo.
Come funziona la comunicazione mediatica ai tempi del populismo?

L'immagine che vedete qui sotto ne è un chiaro esempio:
proclama una indiscutibile verità che -in teoria e nei fatti oggettivi- corrisponde alla realtà, ma allo stesso tempo enuncia un falso perchè cela una verità sottostante.

Provate adesso ad immaginare (o ricordare, nel caso l'anagrafe ve lo consenta) l'Italia del 1965. Sostituite le due immagini e metteteci in una la fotografia di Brigitte Bardot nuda su un letto, avvolta da un lenzuolo malandrino che la copre e allo stesso tempo la scopre, e sotto mettete l'immagine di Maria Rossi, bilbiotecaria comunale a Catania, una donna "normale", piacevole, con gli occhiali (le bibliotecarie hanno sempre gli occhiali) e aggiungeteci la scritta:
"Brigitte guadagna 1 milione di lire al giorno mentre Maria ne guadagna appena 1.000".
Si sarebbero tutti messi a ridere e l'immagine non avrebbe mai colpito -ma proprio mai- l'immaginario collettivo del paese.
Perchè?
Perchè erano più stupidi?
Più bacchettoni?
Più conservatori?
Più infantili?

No. Perchè erano diversi. Perchè erano diversi i loro valori, e la fama, il narcisismo dell'apparenza e il danaro non erano il valore primario nè delle italiane nè degli italiani. Nel 1965 i valore assoluti (primo e secondo nella classifica Istat) erano "la Libertà e l'Indipendenza" e gli italiani si stavano immergendo nella cultura degli anni'60. A questo bisogna anche aggiungere il fatto che l'immagine ci avrebbe comunicato subito la fierezza di una indomita Maria che invece di convolare a ingiuste nozze -perchè combinate in ambito familiare- aveva scelto di affermare la propria indipendenza e autonomia facendo un lavoro che aiutava se stessa e la collettività a crescere ed evolversi per essere tutti più liberi e migliori. Questo la rendeva sexy. A quei tempi, Maria Rossi poteva anche essere sexy, e risultare seducente e appetibile per il giovane maschio di allora. L'immagine di oggi ci mostra un medico che viene definito in partenza a metà tra lo sfigato, la vittima, l'eroe, o -nella migliore delle ipotesi- uno che non ha capito come va il mondo ed è quindi (automaticamente) un poveraccio.
Siccome i valori primari degli italiani oggi (dati Istat) sono il Danaro e l'Apparenza, è scontato che il medico è una vittima del sistema. Quasi nessuno pensa che esiste la libertà di scelta e che un medico può essere felice all'idea di fare il medico guadagnando 40.000 euro all'anno mentre il calciatore ne guadagna 40 milioni.
Perchè oggi, la Sostanza e la Libertà non sono valori percepiti.

La società oggi è ingiusta.
Lo era anche nel 1965.
Gli squilibri sociali oggi sono immensi.
Lo erano anche nel 1965.

Sono i valori dell'attualità quotidiana ad essere diversi.
E sono proprio questi valori che ci rendono infelici.
Ma il sistema mediatico che produce la nostra infelicità certro non ce lo viene a raccontare.

Ecco perchè questa immagine cela un Falso sottaciuto:
ci spinge a pensare: "Mio Dio, che schifo di mondo!" e poi, in aggiunta "magari potessi guadagnare 40 milioni l'anno!".
E allora monta la rabbia e poi la rabbia e poi la rabbia che produce livore e invidia sociale, e tanta ma proprio tanta pubblicità.
Se invece si cambiano i valori a monte, si accetta l'idea che Ronaldo è un uomo intelligente consapevole di non avere alcun talento (tranne quello atletico) e ha scelto di investire su questo. Il medico ha fatto altrettanto. Siccome è possibile che per il medico ciò che conta non è il danaro, la visibilità e la fama, bensì il rispetto della comunità e l'idea di fare un lavoro che lo renda orgoglioso di essere se stesso, allora i due vanno pari.
Entrambi hanno il diritto di essere ciò che sono.
Entrambi sono semplici modelli di riferimento.
Vivere in una società populista, significa dare per scontato che la "Verità" corrisponda alla fantasia piccolo-borghese per cui il danaro e la fama è "il Tutto". Quindi, il calciatore è da invidiare e il medico è da compatire o da santificare (il che lo disumanizza).
E invece esiste un'alternativa: basta sottrarsi alla dittatura della percezione (cavallo di battaglia di Google, Facebook, Twitter, Instagram e Google) e applicare gli immortali codici base della libertà di scelta.
A tutto campo e a tutti i livelli.
A quel punto riguardando l'immagine vedremo qualcosa di diverso.
La nostra salute, fisica, mentale, spirituale, sentimentale, e soprattutto quella civile, ne trarrà ampio beneficio.

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