giovedì 11 maggio 2017

Finalmente l'industria dell'indignazione trova il suo principe rappresentante.






di Sergio Di Cori Modigliani


Ferruccio De Bortoli è, notoriamente, un esponente di rilievo della Kasta apicale ai suoi massimi livelli operativi.
Da oggi, grazie alla totale idiozia del nostro paese, è stato promosso al rango di principe degli indignati e alfiere dei nemici della finanza, assumendo il ruolo di un esponente di rilievo e di prestigio tra gli antagonisti al sistema. 
De Bortoli viene presentato oggi come il grande accusatore delle perfide e odiate banche, ovvero i suoi sponsor di sempre, essendo lui un prodotto marketing dei salotti buoni dell'Alta Finanza della Milano business che conta. Quelli che, a suo tempo, avevano dato specifici ordini di affidargli la carica di direttore del Corriere della sera, per gestire -con la sua indiscussa abilità professionale- la lunga fase di gestione della narcolessia nazionale, producendo per anni piatta informazione bolsa, precotta e decotta.
Quella che serviva per arrivare al punto in cui siamo oggi.


E così, il gioco delle parti prosegue nella sua deriva più infantile.
 

In tempi più maturi non gli avrebbero neppure pubblicato il libro.
 

Non per il fatto che contenesse tali clamorose verità da imporre ai potenti l'applicazione di una censura preventiva, proprio per nulla. Semplicemente per il fatto che si tratta di aria fritta, rifritta, condita con sugo di fuffa, aggiunta di un pizzico di banalità circensi e l'inevitabile spruzzata di un immeritato battage pubblicitario. In un paese serio, un libro con una tale quantità di inutili banalità, non avrebbe mercato.
La minestra giusta per questa campagna elettorale perenne.
Buon divertimento.

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