venerdì 8 agosto 2014

Quando il sogno americano diventa realtà: lo Stato della Calfornia contro Ebola.



di Sergio Di Cori Modigliani


Manca ancora l'aspetto legale più importante in assoluto: l'approvazione certificata e il semaforo verde da parte del governo Usa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Stanno aspettando l'esito dei controlli a tappeto e le reazioni fisiche dei 23 soggetti cui è stato sottoposto il siero (mancano 4 giorni). Se tutto dovesse andare nel migliore dei modi, probabilmente tra una decina di giorni al massimo la comunità scientifica internazionale potrà mettere a segno una grande vittoria nella battaglia dell'unica guerra che vale la pena di essere combattuta: quella contro le malattie perniciose, i mali incurabili, le epidemie contagiose.
I media statunitensi, nelle ultime 48 ore, si sono scatenati e non parlano d'altro.
Perchè dentro questa bellissima notizia ("trovato il siero per guarire dall'ebola") c'è tutta la sceneggiatura del Grande Sogno Americano, con l'aggiunta di un dato politico che Barack Obama e tutto il Partito Democratico sta già incassando oggi, in prospettiva delle elezioni politiche nazionali che si terranno il 4 novembre prossimo.

E' bene raccontare la notizia dal principio.
L'eroe del giorno è uno sconosciuto (per noi profani) biologo molecolare, Larry Zeitlin, californiano doc, un tempo ricercatore presso la prestigiosa John Hopkins University, la quale -nel nome dell'austerity e delle necessità del pareggio di bilancio- nel 2003 aveva chiuso i rubinetti per le sovvenzioni e i finanziamenti alla ricerca scientifica pubblica per spostarsi su attività legate all'industria bellica. Erano i tempi della famiglia Bush e della guerra in Iraq.
E così, il nostro Zeitlin si trova a gestire un laboratorio senza fondi.
E senza fondi non c'è ricerca. E senza ricerca non c'è innovazione. E senza innovazione non c'è progresso. 
Se ne ritorna in California dove, insieme ad altri quattro scienziati disoccupati, apre un'azienda privata di modesta entità, nel settore biotech, la Mapp Biopharmaceuticals con sede a San Diego. La mansione dei quattro soci consiste nel sintetizzare l'alta tecnologia con la ricerca di biologia molecolare per trovare delle cure per la leucemia. Si quotano in borsa e riescono raggranellare qualche dollaro. Pochi,a dire il vero, ma sufficienti per campare. La loro azienda, in borsa, è quotata intorno ai 0,29 $, quasi nulla. 
Ma nel 2010 la situazione cambia.
Perché alla Casa Bianca, invece di Bush e dei suoi amici guerrafondai, c'è andato Obama, il quale -com'è a tutti noto- ha un'unica ossessione: creare lavoro in Usa, rilanciare l'economia nazionale e riuscire a trovare la forza in Parlamento per rilanciare un New Deal imbavagliando la finanza speculativa. I repubblicani gli mettono i bastoni tra le ruote e quando annuncia il ritiro delle truppe dall'Afghanistan e dall'Iraq, i falchi del Pentagono gli saltano addosso e alla Casa Bianca inizia il braccio di ferro con le lobby che sostengono l'industria bellica. Dopo mesi di trattative, nel corso delle quali i repubblicani bocciano ogni proposta di investimento pubblico a favore dell'istruzione e della ricerca scientifica, Barack Obama riesce a inventarsi una soluzione di compromesso accettabile per tutti. Conferma l'abolizione dei decreti di Bush e annulla i 1500 miliardi di dollari destinati alla Difesa. Ma non li elimina, cancellandoli dal bilancio dello Stato: "li sposta". Li trasferisce nel settore destinato agli investimenti nella ricerca per le nuove tecnologie, con tre clausole: a) La direzione del progetto finisce nelle mani dei generali del Pentagono e quindi la ricerca scientifica passa sotto controllo militare. b) Ogni risultato positivo prodotto dalla ricerca, che abbia anche esiti utili nel campo civile e umanitario, deve essere condiviso con la comunità scientifica internazionale. c) Poiché il denaro è pubblico, deve essere investito solo per ricerche scientifiche a scopo pacifico e deve comportare l'assunzione di laureati specializzati americani attivi in Usa con opzione di preferenza per coloro che sono iscritti nelle liste di disoccupazione. Per far sì che questo progetto decolli vengono istituite due specifiche agenzie, la USAMRIID (United States Army Medical Research Institute for Infectious Diseases) e la DTRA (agenzia preposta allo studio scientifico per contrastare la diffusione di armi di distruzione di massa). E così, grazie a queste due agenzie, Larry Zeitlin e la sua Mapp Biopharmaceuticals ottengono un piccolo finanziamento che consente loro di assumere altri cinque scienziati. L'azienda comincia a lavorare. E' composta di nove persone, tutto qui.
Sei giorni fa, la svolta improvvisa.
Il Dr. Larry Zeitlin telefona a un generale del Pentagono (e contemporaneamente lo fa con i giornalisti televisivi della CNN, CBS e ABC e con il giornalista scientifico del New York Times) sostenendo che nel loro piccolo laboratorio sono riusciti a inventare una cura, già sperimentata con successo su topi, ma soprattutto su 4 scimpanzè contagiati in Africa. Dato lo stato di emergenza assoluta, con due medici statunitensi ricoverati in Usa senza alcuna possibilità di cura, viene deciso di sperimentare il siero su di loro: i pazienti accettano il rischio e firmano la liberatoria.
E la cura funziona.
Da due giorni, dunque, tutti i media americani seguono la storia di Larry Zeitlin e degli altri 8 scienziati, definiti "la più piccola squadra di ricerca scientifica al mondo", che lavorano in un laboratorio di 80 metri quadri, due stanze e un sotterraneo blindato. 
Zeitlin e i suoi colleghi sono stati intervistati ieri su tutte le televisioni nazionali e in pubblico in California, dove hanno brindato insieme agli studenti del Dipartimento di Epidemiologia dell'Università di Stanford alla loro improvvisa (quanto imprevista) ricchezza economica. Le azioni della loro mini azienda, infatti, in una settimana si sono moltiplicate per migliaia di volte e la grande industria multinazionale è andata a bussare alla loro porta.
In Italia, la notizia è stata pubblicata su Il Sole 24 ore. Un articolo piuttosto esauriente a firma Marco Valsania, un bravo professionista che, presumo, abbia letto l'editoriale in prima pagina sul New York Times e quindi ha capito che era necessario scriverci su un pezzo. 
Lo riporto qui di seguito per intero a disposizione per chiunque sia interessato. 
Potete leggere (se siete curiosi) in lingua inglese un ampio reportage pubblicato sulla rivista Forbeshttp://www.forbes.com/sites/davidkroll/2014/08/05/ebola-secret-serum-small-biopharma-the-army-and-big-tobacco/ a firma David Kroll, famoso giornalista e divulgatore.

Ecco l'articolo di Marco Valsania pubblicato oggi su Il Sole 24ore:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-08-07/ebola-minuscola-societa-biotech-californiana-prima-linea-contro-epidemia-170511.shtml?uuid=AB89iHiB.


Ebola, una minuscola società biotech californiana in prima linea contro l'epidemia.

Il Sole 24 ore. Articolo di Marco Valsania

NEW YORK - È una minuscola società di biotech della California, sconosciuta ai più e con legami con il Pentagono, una delle prime linee della lotta per trovare una cura contro l'epidemia di Ebola. La Mapp Biopharmaceuticals di San Diego, ha illustrato il New York Times, ha sviluppato un siero sperimentale - ZMapp - al quale sembra che stiano rispondendo positivamente due pazienti americani che hanno contratto la malattia. 
«Stiamo discutendo con le autorità come fare per rendere disponibile il farmaco il piu' rapidamente possibile e nel modo più sicuro possibile», ha detto al Times il direttore generale e co-fondatore Larry Zeitlin. Una soluzione allo studio è l'avvio di piu' ampi studi clinici di quello che è stato definito come "il siero segreto". E in particolare l'intervento e la collaborazione della texana Caliber Biotherapeutics, nata a sua volta con fondi del Pentagono per rispondere al bioterrorismo e ad altre minacce biologiche.
Nata nel 2003 da ricercatori universitari, Mapp è specializzata nell'utilizzo di coltivazioni agricole per produrre proteine del sistema immunitario con l'obiettivo di curare i malati.

Negli anni ha ricevuto aiuti e contratti da numerose agenzie governative, a cominciare dalla Difesa. La saga della ricerca sull'Ebola - e dei legami tra questa e i finanziamenti delle forze armate americane - compì una svolta promettente nell'agosto dell'anno scorso. Lo U.S. Army Medical Research Institute of Infectious Diseases (USAMRIID) annunciò test di successo su primati, nel trattare la malattia fino a 120 ore dopo l'emergere di sintomi, con un cocktail di anticorpi denominato MB-003 e prodotto dalla Kentucky Bioprocessing.
Il suo approccio è definito "immunoterapia passiva", perché si limita a fornire anticorpi al paziente, tre "plantibodies" (per la loro origine nelle piante) combinati assieme nel caso del trattamento dell'Ebola. Oggi ha solo nove dipendenti e vive di finanziamenti e contratti governativi.
Zeitlin e Mapp erano al fianco di questo progetto, parte di una collaborazione decennale tra industria e governo che comprende Darpa, la divisione del Pentagono che investe in start up, l'Istituto nazionale della Sanità, e la DTRA, l'agenzia predisposta a contrastare le armi di distruzione di massa. Allora Zeitlin rese nota anche la nascita dell'alleanza con la Defyrus proprio per consolidare i progetti sugli anticorpi che ora hanno dato ulteriori frutti.
Il suo nuovo siero, la cui efficacia precisano gli esperti deve ancora essere adeguatamente dimostrata sugli esseri umani, viene ricavato esponendo cavie (topi) a una cruciale proteina dell'Ebola ed estraendo gli anticorpi. Questi sono in seguito geneticamente modificati per renderli piu' simili a anticorpi umani e ridurre il rischio di reazioni negative; il gene di ciascuno di loro viene poi introdotto in foglie di piante di tabacco grazie ad una tecnologia sviluppata dalla societa' tedesca Icon Genetics. Sono le foglie di tabacco, a questo punto, a generare l'anticorpo finale. Una società canadese, Defyrus, ha lavorato su un trattamento simile e le due aziende hanno deciso di combinare i loro migliori anticorpi dando vita a ZMapp.


6 commenti:

  1. aggiungo solo che sarebbe bello dare la possibilità di leggere il suo blog anche alla persone che navigano in internet usando la lingua inglese.
    complimenti

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  2. Non entro nel merito dell'articolo ma, signor Modigliani, quando lei parla di USA
    va veramente tutto in brodo di giuggiole, per lei Obama è come un Dio, mai una parola su l'aver raso al suolo un paese come la Libia con la stessa tecnica (anche mediatica) con cui ha agito Bush, ne più ne meno. Un paese oggi nel più completo caos. Oggi lo vediamo accingersi a bombardare l'Iraq per impedire all'ISIS di impadronirsi del paese e dei suoi pozzi, urlando al genocidio che si starebbe perpetrando in questo momento. Mai una parola su quell'altro genocidio, quello palestinese. Quello perpetrato da un paese che senza i denari e l'appoggio
    degli USA e del suo presidente rivoluzionario, non avrebbe mai la forza di portare avanti, oppure delle politiche e le menzogne che quest'ultimo porta avanti da mesi nella questione Ucraina, per non parlare delle calunnie nei confronti di Putin e della Russia (senza l'intervento dei quali oggi assisteremmo allo spettacolo, non originale purtroppo, di una Siria distrutta e senza futuro e al propagarsi,probabilmente di una guerra anche in Iran). Lo so, non sono mai entrato nel seminato del suo articolo, ma ho sentito il bisogno di comunicarle che ha stufato con questo suo atteggiamento filoamericano e i suoi annunci che gridano all'ennesimo miracolo americano. E lo faccio solo perché ho letto in passato molti suoi articoli interessanti,
    ma adesso basta

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    1. Mi sento di condividere pienamente. Signor Sergio lei per me, nel tempo, è stato davvero illuminante. La seguo sempre con passione e con grande piacere ma ho l'impressione di vederla reticente sul trattare argomenti relativi la questione palestinese / Ucraina / Irachena. Sarei davvero interessato al suo punto di vista. Con affetto.

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  3. Caro gufo, mettiti all'ombra, il sole picchia d'estate, le fonti che tu citi sono stranote per la loro.... diciamo..... eccessiva produzione fantastica, comunque sia, contento te.....

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  4. USA= ricerca del profitto. A tutti i costi. Indifendibili.

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  5. Tutti antiamericani anonimi e senzapalle ..
    Sergio , secondo me Lei e' sotto attacco piddino .. ( generazione di cazzari alla renzie..per interderci ) .

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