mercoledì 14 maggio 2014

Mestizia e miseria dei banchieri italiani: la chiave della crisi attuale.



"Assurdo dire che il nostro paese può emettere $30,000,000 in titoli ma non $30,000,000 in moneta. Entrambe sono promesse di pagamento; ma una promessa ingrassa l'usuraio, l'altra invece aiuta la collettività". 
                                                     [Thomas Edison - New York Times, 1921]

di Sergio Di Cori Modigliani
Nel nostro immaginario collettivo corrente, la figura del "banchiere" spicca per la sua unicità. L'abile propaganda che loro stessi hanno costruito per alimentare il mito della propria autorevolezza, porta la popolazione ignara a credere che "i banchieri" siano persone di un certo livello, che gestiscono patrimoni, hanno a che fare con aziende, sono persone colte che conoscono l'economia, i movimenti della finanza, come dire..."persone che sanno". Ed essendo persone, per l'appunto, di "un certo livello" è per noi, comuni mortali, comprensibile, il fatto che possiedano lussuosi e costosissimi yacht, Ferrari, Maserati, che noi immaginiamo acquistino pagandole in contanti, perchè se lo possono permettere. Questa figura professionale, in Italia, gode di rispetto, vanta un invidiabile status perchè appartiene alla sfera più alta della scala sociale. L'ultimo scalino, invece, è occupato dai cosiddetti "magliari", piccoli truffatori che si arrangiano, hanno ambizioni modeste legate alla sopravvivenza, tentano di aggirare la Legge per rubacchiare qualche briciola, impossessandosi (magari) di una vecchia automobile usata, ingannando degli ingenui malcapitati. Quando un poliziotto li arresta, cogliendoli in flagrante, stilando il suo rapporto al magistrato, è probabile che scriva "certamente non si può dire che i due delinquenti si distinguessero per lo stile". I "magliari" provocano scompiglio e disordine, e se la loro pratica si diffonde, quel paese dove loro sono attivi piomba nella anarchia. I "banchieri", all'opposto, in virtù della loro importanza, garantiscono l'ordine sociale, in quanto producono ricchezza e benessere collettivo.
Circa 80 anni fa, uno dei più geniali intellettuali europei, il portoghese Fernando Pessoa, scrisse un romanzo breve sui banchieri, un piccolo capolavoro dell'intelligenza e dell'ironia, da lui portati ai massimi livelli letterari. Il testo si chiama "il banchiere anarchico" (ne consiglio caldamente la lettura). Il protagonista del romanzo è un anarchico, il quale, nel suo tragitto esistenziale, diventa presidente di una importante banca, senza mai rinunciare ai suoi saldi principi ideologici che si rifanno alla tradizione anarchica. Non solo. Seguita a partecipare alle riunioni clandestine del suo gruppo anarchico finchè -ed è la parte centrale del libro- non viene contestato da alcuni suoi compagni ai quali non va giù l'idea che lui viva nel lusso strabordante, compiendo delle ignobili azioni vessatorie a danno della collettività. Nel corso della riunione decisiva, il protagonista riesce a convincere tutti quanti delle sue ragioni. Spiega, infatti, come "il banchiere" sia la punta più alta mai pensata della vera anarchia, la forma più squisita mai inventata dall'Uomo per distruggere il sistema, per farlo crollare miseramente. Alla fine del suo lungo discorso, riuscirà a convincere i suoi compagni che la strada più intelligente per far trionfare il sogno anarchico rivoluzionario non consiste nel rapinare le banche o gettare delle bombe, bensì diventarne presidenti e vivere alla grande sulla pelle dei cittadini ignari, "il modo più veloce per polverizzare il sistema borghese senza colpo ferire, senza provocare vittime, distruggendolo completamente dal proprio interno, senza che nessuno se ne accorga". 
Leggendo questa mattina le agenzie di stampa mi è tornato alla mente quel romanzo.
La magistratura è piombata, questa mattina, negli uffici di Bergamo della Ubi Banca, il quinto istituto finanziario del paese, una delle più potenti banche d'Europa comunicando a importanti banchieri l'oggetto della loro indagine e accusandoli di riciclaggio, truffa, ecc. L'aspetto più esilarante (e triste) consiste nel fatto che il grande banchiere Pesenti, meglio noto in Italia come "il re del cemento", è stato formalmente accusato insieme ad altri 16 banchieri di spicco e alti funzionari di ben 10 istituti di credito di "associazione a delinquere finalizzata alla truffa privata" perchè avevano costruito un ingegnoso sistema per procurarsi automobili e barche di lusso pagandole pochi euro. Roba, per l'appunto, da veri magliari, certamente non da banchieri. L'aspetto saliente della vicenda consiste nel fatto che i reati sono stati contestati a dirigenti responsabili della sezione "credito alle imprese", quelli che hanno chiuso i rubinetti negando mutui alle aziende e agli imprenditori in difficoltà: usavano i soldi per costruire società fittizie il cui fine era esclusivamente quello di appropriarsi di beni materiali di lusso con dei trucchi da baraccone.
E' l'immagine della miseria italiana, di questo autentico delirio, ormai smascherato e reso palese, che ha prodotto la promozione di magliari al rango di banchieri. Nello squallore della vicenda si mescolano anche aspetti gravi e molto seri (vedi l'accusa di riciclaggio di danaro) che chiarisce molto bene le ragioni per cui lo Stato seguita a pompare danaro nelle banche ma quei soldi non finiscono mai nè alle imprese nè agli imprenditori. Ci spiega anche come mai la Confindustria non abbia mai protestato più di tanto. La Guardia di Finanza, infatti, ha contestato i reati ai massimi dirigenti della Associazione Bancaria del Piemonte e della Lombardia, che in Confindustria godono di un ruolo di prestigio. 
Qui di seguito trovate il dispaccio ufficiale dell'Ansa con la descrizione degli eventi. Nei talk show del mattino, alla Rai, c'era la ressa dei soliti noti di Forza Italia e del PD che a gara spiegavano perchè gli esponenti del M5s sono degli anarchici pericolosi, esattamente alla stessa ora nella quale i finanzieri entravano a Bergamo nella sede centrale di uno dei polmoni finanziari dell'industria nazionale, sequestrando i libri contabili, portandosi via gli archivi sigillati, e comunicando al management direttivo le istanze contestate dal magistrato.
Sono dalla parte di Pessoa, neanche a dirlo.
Viviamo dentro a un osceno paradosso, tutto qui.
Basta scegliere di svegliarsi da questo incubo per rimettere le cose a posto.

http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2014/05/14/perquisizioni-gdf-in-uffici-manager-ubi-banca-_1f083662-0810-4535-a70a-66795fcb6d4a.html

Ansa. 14 Maggio 2014. ore 9.45

Ubi-Banca: Bazoli, Pesenti e altri manager indagati

Nell'inchiesta della Procura di Bergamo su Ubi-Banca e Ubi-Leasing, Giovanni Bazoli e Giampiero Pesenti sono indagati insieme a dirigenti ed ex dirigenti dei due istituti.
Giovanni Bazoli è indagato per ostacolo alle funzioni di vigilanza insieme al presidente del consiglio di gestione di Ubi-Banca Franco Polotti, al presidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio e al vicepresidente Mario Cera, e ai consiglieri dell'istituto Victor Massiah e Italo Lucchini.
Giampiero Pesenti è coinvolto nel filone di indagine che riguarda Ubi-Leasing e i suoi ex dirigenti Giampiero Bertoli, Alessandro Maggi e Guido Cominotti: i reati di truffa e riciclaggio ipotizzati dalla magistratura di Bergamo riguarderebbero una compravendita anomala di beni da parte di Ubi-Leasing. Secondo quanto si apprende, il reato di ostacolo all'attività di vigilanza si riferisce a presunte, gravi anomalie nella modalità di comunicazione riguardo alle indicazioni dei vertici di Ubi-Banca, nata dalla fusione di Banca Popolare di Bergamo e altre Banche Popolari.
Secondo l'accusa, due gruppi di azionisti di Ubi-Banca - l'Associazione Amici di Ubi e l'Associazione Banca Lombarda e Piemontese, quest'ultima presieduta da Bazoli - avrebbero messo in campo, senza che le autorità di vigilanza ne avessero compiuta conoscenza, un sistema di regole tale da predeterminare i vertici di Ubi-Banca. Quanto ai reati di truffa e riciclaggio contestati agli ex dirigenti di Ubi-Leasing - filone nel quale è chiamato in causa anche Giampiero Pesenti - la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aeromobili. Tali beni - sempre secondo le ipotesi dell'accusa - venivano ceduti in leasing a persone fisiche e società. Di fronte alle prime difficoltà di pagamento delle rate concordate, i beni venivano sottratti a coloro che avevano sottoscritto il contratto di leasing e subito ceduti, a un prezzo di gran lunga inferiore al valore reale, a persone vicine a Ubi-Leasing.

6 commenti:

  1. Bello questo articolo. Bravo. Scopro solo oggi il tuo blog da un commento sul Blog di Beppe Grillo. Mi sembra molto interessante. Buon lavoro.

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  2. Insomma, Sergio, lei dice 'svegliamoci!' ma qui per essere ancora addormentati bisogna essere proprio narcolettici.

    Questi banchieri italiani di cui lei parla... che vuole che le dica? Per me son ladri di polli comparati a quegli architetti del malaffare di Wall Street o della City. E' un segreto di Pulcinella che i soldi del narcotraffico hanno dato respiro a questi raffinati - raffinatissimi!!! - criminali durante il crack del 2008. Come lo e' il fatto che da quando ci sono gli occidentali in Afghanistan la produzione di oppio si e' moltiplicata esponenzialmente e al trasporto ci pensano gli eserciti e li hanno pure presi con le mani nel sacco. Questa e' solo una delle tante porcate di cui sono responsabili, un altra e' il land grab, un'altra la speculazione sulle derrate alimentari... ecc. ecc, ecc.

    Io non mi meraviglio piu' di niente anche se continuo ad indignarmi.

    E' anche vero che per fare pulizia bisogna cominciare da casa propria.

    Grazie dei suoi articoli. Continuo a leggerla sempre con molto piacere, anche se non ho piu' tanto tempo per scrivere.

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  3. Magliari e pulciari..... sempre in Portogallo un secolo fa, Alves Dos Reis stava per diventare uno dei suddetti.
    Tutta l'elite da noi conosciuta è rappresentata da arricchiti che ci fanno rimpiangere anche i signori del latifondo. Mediaticamente cercano di inculcare un senso nella superiorità di questi ignoranti e arricchiti che è solo economica ed è fine a se stessa.
    Non c'è nessuno di questi beceri traffichini che ha un fine per ciò che fa, sono come i bulletti, hanno bisogno delle loro vittime per avere un senso e l'attenzione di qualcuno, indipendentemente dai loro guadagni, nessuno di loro si ritirerà mai per vivere la propria vita, non sono in grado di fare i conti con la realtà.
    Finchè avremo gente come "il Flavio" che insegna ai giovani come diventare manager dè noartri o ultraottantenni che vogliono cambiare il futuro dei giovani......
    Saluti a tutti

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  4. L’altra sera quando ho visto per “sbaglio” la lezione tenuta da Briatore alla Bocconi, con la sequela di cazzate e mi sono detto che se la Bocconi è (era) la migliore università italiana allora si capisce tutto dello stato attuale del paese.
    Permettere di fare la lezione ad un tizio simile (indagato per truffa dato che faceva il pieno di gasolio allo yacht in Italia ma pagando le tasse in Lussemburgo e detraendo pertanto le accise … per non parlare della truffa in Formula 1 GP Singapore 2008 Team Renault 1 quando il suo pilota Piquet lo accusò di averlo costretto ad andare a sbattere contro un muretto per fermare la gara e far vincere al compagno di squadra Alonso un titolo iridato, per non parlare del suo primo socio misteriosamente saltato in aria su una bomba tanti anni fa e del relativo tentativo di comprare tutte le copie del libro su di lui che raccontava gli oscuri contorni dell’accaduto, ecc…).
    Davanti a tutto questo, e ce n’è dell’altro basta cercare in Internet, mi dico ma dov’era l’Illustrissimo Rettore? Se fossi stato io avrei licenziato il professorino che aveva avuto la brillante idea di invitarlo!! Morale:se uno deve mandare un figlio all’Università (quella vera con la U maiuscola!) visti i costi della Bocconi fa meglio a mandarlo a Nairobi. Di sicuro impara qualcosa di meglio. Se non altro ad usare l’arco e le frecce….
    Povera Italia: ma gli italiani dove sono???
    Saluti
    FEDRO

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    1. ".............Povera Italia: ma gli italiani dove sono???............."

      Dove sempre, purtroppo: allo stadio e in chiesa.
      stefano

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    2. Ciao stefano,
      Grazie! Sfondi una porta aperta... allo stadio non ci sono mai andato.In chiesa ho smesso dopo che un vescovo ha salutato un prete che avevo scoperto a rubare alla chiesa come uno "che si era impegnato a fare del bene.." si ... a se stesso!!!. Ma cazzarola con che coraggio si può ancora ancora andare in chiesa. Te lo dico io subito con quale: con quello dei cattolici consumatori che il Vangelo non l'hanno mai letto!!! altrimenti farebbero come me e sbatterebbero la porta per non essere accusati un giorno da Cristo di essere stati complici dei ladri!. Di mercanti nel tempioè oramai già tutto pieno...
      ciao Fedro
      P.S. chiaramente sono passato io da "Cattivo" perchè ho smascherato la tresca. Le anime belle soffrono troppo se gli racconti la verità... Ecco un popoplo cloroformizzato da secoli di conformismo. La razza peggiore.

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