di Sergio Di Cori Modigliani
“Se volete davvero capire che cosa succede nel mondo, guardate sempre a Sud”.
Jorge Luis Borges. Buenos Aires 1960.
La settimana inizia con l’inedito scenario Sudamerica & media europei.
Al centro della notizia, questa volta, non c’è l’Ecuador, bensì la Bolivia.
Le notizie sono davvero divertenti, succose, e – a mio modesto parere- di estrema importanza, tali da meritare un ampio dibattito sul tema.
Non a caso censurate nella nostra Italia dell’informazione medioevale.
I fatti:
Dieci giorni fa, il ministro degli esteri della piccola e “irrilevante” Repubblica di Bolivia, attualmente in carica, il signor David Choquehuanca – discendente di una nobile stirpe di guerrieri indigeni- (a nome del governo legalmente eletto) ha dichiarato: “Il 21 dicembre 2012, in tutto il territorio della Bolivia, daremo inizio, in concomitanza con il calendario Maya, alle celebrazioni nazionali per la fine dell’era del capitalismo e l’inizio della Cultura della Vita. Il 21 dicembre 2012 sarà l’inizio della fine dell’egoismo e l’inizio della fine della divisione. In tale occasione verrà applicata la nuova Legge in materia sanitaria che segna anche la fine della presenza della multinazionale Coca Cola, di cui verrà vietata la produzione, la distribuzione e la vendita. E’ anche la data dell’inizio del Mocochinchè (ndr. Bevanda tradizionale locale al gusto di pesca e frutti tropicali). Tutto ciò avverrà per amore di Pachamama, la nostra Madre Terra che tutti noi rispettiamo”.
Fine del comunicato.
Alcune informazioni antropologiche (ed economiche) sui retroscena per poter essere in grado di elaborare queste informazioni.
Nel febbrraio del 2008, il presidente boliviano Evo Morales, appena eletto, dichiarò che “è arrivato il momento di porre fine alla immonda piaga della presenza della criminalità organizzata gestita dalla Cia per contrabbandare la cocaina nel mondo. Le foglie di coca sono patrimonio vegetale del territorio naturale della Bolivia, ragion per cui i cocaleros (ndr. contadini che lavorano le foglie della coca lavorandola e trasformandola nella pasta bianca che noi chiamiamo cocaina) hanno il diritto di essere legittimi proprietari delle proprie terre, delle proprie piante, del proprio diritto al lavoro pagato secondo le tabelle sindacali. Di conseguenza, indico un referendum per legalizzare la produzione, diffusione e distribuzione delle foglie di coca, compresi tutti i loro derivati”.
Così fece. Il referendum vinse con una schiacciante maggioranza.
Vennero denunciate ed espulse dal paese, circa 1500 società finanziarie (al 55% statunitensi, al 30% italiane e al 15% misto olandesi-belgi) che in realtà si occupavano di gestire gli ingenti profitti derivanti dalla produzione, distribuzione e vendita delle foglie di coca. (Va da sé, non è stato dato rilievo alcuno a questi eventi in Italia, ma diversi sommovimenti in borsa a Milano furono provocati dall’esito di questo referendum).
Poiché, in seguito al referendum, le piantagioni di coca sono state definite e identificate come “risorsa naturale del popolo boliviano e risorsa strategica di carattere economico a interesse nazionale” la gestione delle piantagioni è passata sotto controllo statale che li dà in gestione a contadini locali. Nessuno straniero è autorizzato a coltivare la coca.
Per la durata di quattro anni, Evo Morales, avvalendosi di consulenti ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha protestato contro “lo strabordante investimento di multinazionali delle bibite che vengono qui e si prendono le foglie di coca per fare le loro bibite da vendere soprattutto in Usa e in Europa occidentale, senza però dire al consumatore che stanno bevendo succo di coca che, in breve tempo, li renderà poi facili e potenziali consumatori della pasta di cocaina. La Coca Cola è tra queste”.
La Coca Cola, va da sé, protestò con vigore, sostenendo che non era vero niente e che Evo Morales sosteneva il falso.. Allora, Morales chiese formalmente alla Coca Cola che dimostrassero “scientificamente” e “oggettivamente” che non c’erano foglie di coca nella bibita e chiese che l’azienda presentasse la ricetta ad un comitato scientifico dell’Onu, i cui nomi dovevano essere selezionati dall’Organizzazione Modiale della Sanità. La Coca Cola si è rifiutata sostenendo che la ricetta “è ancora segreta e noi abbiamo il diritto garantito dalla libertà di commercio di produrre le bibite che vogliamo”.
Il braccio di ferro si è concluso con l’espulsione dell’azienda in quanto produttrice “di bibite lesive della salute” da cui il divieto di venderle.
Al posto della Coca Cola, dal febbraio del 2012 in tutto il territorio boliviano è in vendita la “Coca Colla” bibita gassata rinfrescante prodotta “ufficialmente” con foglie di coca, acqua e zucchero di canna. La parola colla indica il nome di una tribù Maya vissuta nel territorio boliviano come civiltà autoctona fino al 1550, da allora ridotti in stato di schiavitù dagli europei. “Los Collas” erano una variegata popolazione andina molto diffusa in Bolivia e soprattutto Perù. La bibita ha avuto successo. L’hanno acquistata anche tre grosse catene di supermarket californiani che la vendono con enorme successo commerciale, avendo rigettato le proteste formali della Coca Cola che ne aveva chiesto la proibizione alla vendita.
Oltre a questo, Evo Morales personalmente ha annunciato che “in data 21 dicembre, rispetteremo la formalità del calendario Maya dichiarando conclusa per sempre la società capitalista del profitto e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e chiamo quindi a raduno tutte le popolazioni indigene in Sudamerica, i loro discendenti e simpatizzanti, per celebrare in spiaggia nella Isla del Sol la prima “Riunione Mondiale degli Indigeni” per cominciare ad organizzare i progetti relativi a una nuova interpretazione della società e delle relazioni tra persone”.
Va ricordato che il 21 dicembre, in quell’emisfero, si celebra il solstizio d’estate.
La curiosa iniziativa di Morales ha fatto subito breccia ed è piaciuta, trasformandosi in un misto di evento spettacolare, nuovo marketing sudamericano, e nuova moda da lanciare per la prossima estate. Argentini, uruguaiani e brasiliani, pur protestando in maniera davvero “really really soft” rispetto all’espulsione della Coca Cola dalla Bolivia, hanno aderito alla data celebrativa. Diverse compagnie aeree low cost hanno lanciato pacchetti viaggio e affitti di charter per andare a celebrare in tutte le spiagge del Sudamerica “la fine del capitalismo come modello di vita”.
Un’ultima notazione (forse la più importante): la Coca Cola non ha presentato nessuna protesta formale. Si accontentano che non si dia troppa diffusione alla cosa.
Sorry!
In Perù, per lanciare la concorrenza alla Bolivia, hanno lanciato la “Inka Cola” bibita locale a base di foglie di coca peruviana che sta avendo un enorme successo e sarà l’ hit della imminente estate sudamericana.
Non è una notizia strepitosa né può minimamente intaccare l’economia mondiale, essendo il mercato boliviano e peruviano una fettina davvero microscopica rispetto ai grandi mercati euro-statunitensi (che fanno le mode e lanciano i trend).
Da accogliere quindi – in teoria- con raccapriccio (da alcuni) o con un sorriso divertito (da altri).
Ciò che a me interessa ( da cui l’esigenza di proporla come post alla vostra curiosità) è la valenza simbolica di questi atti.
Sono la prova della nascita (e possibilità) di interpretazioni diverse dell’esistenza, della vita e dell’economia, applicando il concetto di “glocal”, da tutti gli economisti più avanzati considerato l’unica modalità vincente oggi per stare sul mercato: tener presente l’esistente della globalizzazione mondiale andando a produrre merci che abbiano un fortissimo impatto di immagine e che appartengano alla produzione locale di questo o quello stato, per rilanciare il territorio, la cultura artigianale di provenienza e capovolgere quindi i diktat dell’oligarchia che vuole de-industrializzare ogni nazione per unificare merci, prodotti e qualità sotto i dettami della cupola finanziaria strozzina. Abolendo la diversità.
In tal modo ogni nazione, ogni popolo, ogni etnia, ha la possibilità di passare dalla pedissequa e passiva necessità di seguire mode lanciate dalla cupola finanziario-economica al ben più affascinante mondo di chi “le mode le fa e le lancia” e quindi non teme concorrenza.
Basta andare ad acquistare un paio di scarpe da uno sconosciuto artigiano marchigiano e friulano, o un capo di biancheria femminile da sconosciuti artigiani pugliesi e toscani e confrontarli poi con la produzione di oggetti cinesi, coreani e indiani che inondano il nostro mercato interno, per capire la differenza. Comprendere, quindi, il vero risvolto di questa crisi economica inventata, fatta esplodere per raggiungere l’unico risultato di abbattere la domanda, creare quindi disoccupazione, far fallire le industrie nazionali, ma soprattutto abbassare ed appiattire il gusto, le aspettative, i bisogni e le esigenze degli italiani. I quali, oltre a non avere più un euro da spendere, spesso non sono più capaci di distinguere tra una merce di qualità e una scarsa. Oppure non possono farlo. Non è un caso che l’unico mercato del made in Italy ancora operativo è quello del segmento di lusso, perché il consumatore che può spendere cerca la qualità italiana che è insostituibile.
Mario Draghi Mario Monti ce l’hanno portata via. Berlusconi era servito per spianar loro la strada, rimbecillendo la nazione, involgarendo il gusto, abbassando il livello, appiattendo le aspettative, uniformando il gusto ad un livello degradante. Finito il lavoro, sono subentrati i tecnici operativi a espletare le formalità legali.
Queste notizie boliviane a me hanno messo allegria, non so perché.
Da noi si dice spesso “se non stiamo attenti finiremo come la Bolivia o come l’Argentina”.
Lì, in Sudamerica, si è ormai affermata una lettura davvero opposta del mondo.
Pur essendo piccoli piccoli rispetto a noi, tra di loro si dicono “stiamo attenti altrimenti faremo la fine dell’Italia e della Spagna”. E’ considerata una tragedia esistenziale.
Siamo diventati maestri di dolore, totem distruttivi, simboli di idiozia collettiva, popoli senza dignità, incapaci di rimboccarsi le maniche e inventarsi un modello alternativo.
E’ davvero tutto un altro mondo.
Amerigo Vespucci lo chiamò “il Nuovo Mondo” attribuendogli delle caratteristiche autoctone molto specifiche che lo identificavano come diverso non come inferiore.
E’ per questo che il continente prese il nome da lui.
Forse era a questo cui pensava Jorge Luis Borges quando scrisse quella frase.
L’avevo letta anch’io questa notizia, senza tutti i particolari da lei fornitaci (grazie!), ed anche a me ha dato allegria. Proprio per il suo valore simbolico. Ed i simboli sono importanti perche’ danno potere. Io li uso tutti i giorni (ho i miei preferiti) per richiamare un sentire che e’ molto radicato nel ‘qui e adesso’ ma che va ben oltre. Credo che tutti lo facciamo, piu’ o meno (in)consapevolmente, purtroppo non sempre scegliamo (bene) i nostri simboli. Vorrei potemi spiegare meglio, sorry!
RispondiEliminaDi boliviani ne ho conosciuti tanti quando ero in Spagna, molti sono tornati a casa per la crisi, portando con loro forse un gruzzoletto, ma soprattutto una grande lezione, che cosi’ (come noi) non si vive. Credo che ne faranno tesoro, perche’ sono piu’ puliti di noi, meno contaminati da tutta questa merda che ci hanno messo in testa. Quella che per noi e’ arretratezza molto spesso e’ sapere.
Una lezione di dignità. Cosa che a noi manca come Popolo. Ahimè!!
EliminaLi hanno schiacciati per anni ma hanno coraggio da vendere. Chissà se l'hanno sempre avuto o s'è costruito fregatura dopo fregatura. Anche questa notizia, come quasi tutte quelle che leggo nel suo Blog, non l'ho vista da nessuna parte. Complimenti ai boliviani, mi sembra di vedere i mercanti alle prese con la disperata rirganizzazione dei traffici. E comunque, chissà che tracollo d'incassi.
RispondiEliminain effetti il concetto di "glocal" potrebbe essere facilmente applicato in Italia, che di merci nostrane di nicchia ne ha da vendere. Ma ormai la direzione presa è quella di trovare a Napoli un caffè Starbucks e magari una PiazzaHut, serviti da qualche cameriere di colore o pachistano pagato due soldi... compriamo prodotti italiani, diamo lavoro ai ragazzi italiani
RispondiEliminaConcordo in pieno. Un bel colpo contro la dittatura delle multinazionali. Speriamo che le ritorsioni non siano troppo cruente. Mascherate magari da colpo di stato o guerre civili. Abbiamo gia visto troppe volte come il potere di queste corporations sia trasversale e subdolo. Alla fine sono loro che finanziano i presidenti di turno. Nelle cosiddette democrazie occidentali. Massimo rispetto ai paesi sudamericani che rispettano il proprio popolo e fanno i loro interessi. El pueblo unido, jamas sera' vencido !!!
RispondiEliminaThe storm is coming, Mr. Wayne.
RispondiEliminaCarissimo Sergio solo una precisazione.
RispondiEliminaLa "Inka Cola" gira in Perù dal 1935 ed è praticamente da allora leader. Mia moglie è sudamericana, quindi ti assicuro che so di cosa parlo.
Scusa non voglio fare il maestrino con la penna rossa, il fatto è che leggendo il tuo post pare una cosa piuttosto recente, se non addirittura recentissima. Cosa che è invece verissima per la "Coca Colla" boliviana.
Con stima.
Paolo
Ciao Sergio!
EliminaConcordo con Piccolo Paolo; ho lavorato in Perù e Bolivia per due anni tra il 2002 e 2003 e la bevanda gialla dal sapore di gomma da masticare chiamata Inka Cola era diffusissima!!!
Complimenti per l'articolo, anche se concordo per la diffusione di qualche link in più ad avvallo della bontà della fonte.
Ricordo inoltre che in Italia non siamo così immobili come spesso descrivi; vi sono miriadi di movimenti che si dissociano dai canoni economici dominanti e propongono vie alternative...io frequento e cerco di diffondere le idee del movimento promosso da Latouche e perpetrato da Pallante qui in Italia sulla cosidetta "Decrescita Felice" e invito i frequentatori del blog a informarsi in merito.
Un saluto a tutti.
Mario
Pero' (cito da Forbes online), sembra che la notizia sia stata smentita con la scusa che le parole di Choquehuanca sono state fraintese:
RispondiElimina"UPDATE: In a statement about Bolivia’s alleged decision to expel Coca-Cola, Consuelo Ponce, the spokeswoman to the South American nation’s Foreign Minister David Choquehuanca, said that the comments made by the politician during a July 13 rally for Bolivia’s president, Evo Morales, “were taken out of context.”
Choquehuanca is known for making comments that some people would consider far beyond the pale (he once said that “rocks have sex”).
A spokesman for Coca-Cola Co in Bolivia said the company had no immediate comment on the matter."
http://www.forbes.com/sites/andersonantunes/2012/08/01/bolivia-set-to-banish-coca-cola-to-mark-mayan-end-of-capitalism/2/
Inoltre, non c'e' traccia della motivazione legata alla presenza di foglie di coca nella Coca Cola. Si puo' avere qualche fonte dell'articolo? In ogni caso, complimenti per il blog. Grazie. Luca
Sergio,
RispondiEliminascusa se ti do del tu ma per me è come parlare con mio padre, quando da bambina mi spiegava la storia raccontandomi retroscena di cui nei libri di storia non si parlava affatto. Sarà per questo che adoro questo blog, leggo i tuoi post ed i relativi commenti e non mi sento più "una noce dentro un sacco", le noci aumentano di giorno in giorno e finalmente cominciano a fare "scrusciu" (rumore), grazie Sergio.
Sono un'altra noce:Facimm rummor e non solo.Guardiamo anche il nostro sud per capirest'italia.
EliminaCompro meridionale,grazie Sergio.Osvaldo
Eccomi! Altra noce sicula in ascolto! Caro Sergio, ti leggo con passione e fervore. Leggerti mi sveglia un appetito culturale incredibile. Sei diventato il mio appuntamento quotidiano. Grazie, di cuore.
EliminaSi fa in fretta a vantare gli artigiani italiani se si hanno 300 euro in più per comprare un paio di scarpe artigianali.
RispondiEliminaNon starai mica perdendo il contatto con l'italiano squattrinato che non arriva a fine mese?
servirebbe un intervento strategico keynesiano da parte dello stato per abbattere i costi e aumentare la concorrenza e il numero di realtà artigianali italiane...
EliminaLa monnezza che vende la Nike di euro ne costa 200, e ci sono mamme che si tolgono il pane di bocca per comprarle ai figli e "farli contenti".
EliminaForse, inoltre, ci basterebbero 2 paia di scarpe italiane da 300 euro invece di 10 paia cinesi da 30 euro.
Ma questo ragionamento va contro il mercato ehh...
Non va affatto contro il mercato, anzi. Questo è il FALSO che vogliono farci credere. Le scarpe belle italiane sono state leader nel mercato, anche se costose, perchè erano "belle e fatte bene" non perchè erano economiche. La scelta non è se andare in vacanza a Firenze o Venezia o Napoli (per un turista extra-europeo) spendendo 10 dollari oppure andare in una città europea diversa dove spendi 2 dollari. L'abilità marketing consiste nello spiegare che Firenze, Venezia e Napoli sono uniche e quindi stimolare e incentivare un bisogno elevato. Sono i cinesi che ragionano "solo"in termini di quantità. Lo capisco anche, sono 1 miliardo e mezzo, è comprensibile. Ma noi non siamo cinesi.
EliminaO meglio: non lo eravamo!
Non sei credibile, le spari a casaccio giusto per fare audience.
RispondiEliminaIl Buenos Aires Herald ha detto che la Bolivia denies plans (nega di aver pianificato) per cacciare la coca cola.
In questo tuo post
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/08/lattacco-alla-repubblica-del-ecuador.html
spari la balla che Morales ha legalizzato la cocaina e poi spari la seconda balla che la Kirchner era andata a New York il 3 agosto di quest' anno.
Dimostra che ho torto
il Buenos Aires Herald lo leggono i malati di Alzheimer, ma dove vivi? Dentro un armadio a muro?
EliminaA) Veramente il Buenos Aires Herald lo si legge al Coffee Shop dello Sheraton di Plaza San Martin, mangiando churros con dulce de leche a colazione; ma la conosci Buenos Aires, sì?
EliminaB)Mi dici dove hai letto che Morales ha legalizzato la cocaina come hai scritto tu nel link che ho messo nel post sopra? Non ha nemmeno legalizzato le foglie di coca immaginati la cocaina. O forse non distingui?
C)Mi dici una fonte che affermi che la Kirchner stava a Manhattan il 3 agosto 2012? Perché se non la citi capisci che sembra che te la sei sognata, no?
Vieni sempre con notizie clamorose e non metti mai i link. Fai venire dei dubbi, sai?
E infatti la Bolivia NON espelle la coca cola.
RispondiEliminahttp://www.la-razon.com/nacional/Gobierno-reimpulsara-proceso-solsticio-verano_0_1684631559.html
Alla fine dell'articolo leggete:
En tono irónico y con una sonrisa de por medio, el canciller del Estado, David Choquehuanca, negó que el Gobierno haya expulsado a la Coca-Cola de Bolivia. Aclaró que a partir del 21 de diciembre, fecha del solsticio de verano, se dará fin a los alimentos artificiales y se consumirán más los naturales.
“Cuando dije que tiene que ser el fin de la Coca-Cola y el comienzo del willkaparu y del mocochinchi, estoy hablando de que tiene que ser el fin de la alimentación artificial”, aclaró.
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Un po' più di serietà nel fornire notizie che in questo blog è almeno la quarta volta che trovo delle news che non hanno alcun riscontro oggettivo.
Abbiamo fonti diverse, non a caso citate sempre fonti dell'opposizione sudamericana. Sono le vostre fonti a essere sbagliate, volutamente. Sappiamo come funziona la faccenda. Ma il mondo è bello perchè è vario.
Eliminava bene
Eliminama allora non puoi postare le tue fonti?
le notizie che hai "dato" mi piacciono e "mettono allegria" anche a me ma senza sapere da dove vengono rimangono "voci".
Per esempio il discorso che la cocacola è fatta con le foglie di coca sembra una leggenda metropolitana e risale agli anni 60 (me la raccontò mio padre quand'ero piccolo ed era una domanda fatta durante una visita guidata in non so quale stabilimento).
cmq ti chiedo delle fonti perchè le notizie un po mi sollevano.
ciao
Adesso forse mi si taccera’ di ficcanaso, non del tutto a torto, immagino, perche’ a questi due signori/e (verdadero & anonimo) ha gia’ risposto, per le rime, Modigliani! E siccome pero’ ho tempo da perdere, e voglia di rompere il c****, voglio aggiungere una cosa. Leggo molto in Internet, quando trovo un blog che mi piace lo seguo. Quando penso che dicono cazzate, smetto di seguirlo. It’s that simple. Quello che trovo controproducente e’ prendermi la briga di scrivergli che penso che si sbagliano, soprattutto con questi toni. Li lascio sbagliare. Una domanda: ma voi, vivete bene cosi’?
RispondiEliminaNo scusa mi rispondi nel merito per cortesia?
Elimina1) Questo è un altro link dove Choquehuanca afferma che la Coca Cola non sarà bandita
http://urlin.it/34b76
2) Mi dici dove trovi la notizia diffusa da Sergio che Morales ha legalizzato la cocaina? Lo dice qui:
http://urlin.it/34b77
con queste parole:
" Il mattino dopo, in Bolivia, Evo Morales annuncia di aver legalizzato la cocaina considerandola produzione nazionale e bene collettivo."
Io dico che non è mai successo, tu trovami un link valido che lo dimostri e io faccio le mie pubbliche scuse a Sergio. Ti informo che Morales non ha nemmeno legalizzato le foglie...
3) Mi indichi un link che dimostri che il 3 agosto la Kirchner era andata a Manhattan? A me non risulta ma Sergio lo afferma, dicendo che era accompagnata da un ministro nello stesso post che ho linkato sopra con queste parole:
"Il 3 agosto 2012, con un anticipo rispetto alla scadenza di 16 mesi, la presidente della Repubblica Argentina, Cristina Kirchner, si presenta alla sede di Manhattan del Fondo Monetario Internazionale accompagnata dal suo ministro dell’economia e dal ministro degli esteri ecuadoregno, Patino"
Io dico che stava da un'altra parte e precisamente qui, alla Borsa di Buenos Aires:
http://www.youtube.com/watch?v=J5GeC6RjAGg
Invece di cianciare MI DIMOSTRATE IL CONTRARIO?
Grazie
basta che vai in un qualunque mercato rionale della Bolivia e ti compri zucchine (carissime)melanzane e mezzo chilo di foglie di coca, te le porti a casa e se ti va ti ci fai un thè, oppure se vuoi restare sveglio puoi leggere questo blog, se non altro è gratis
EliminaSergio per cortesia, parli italiano perfettamente quindi capiamoci. Hai detto che è stata liberalizzata la cocaina e non è vero (una cosa sono le foglie di coca un'altra la cocaina).
EliminaInoltre la legalizzazione delle foglie di coca non è un problema boliviano ma internazionale ossia chi le considera uno stupefacente sono le Nazioni Unite, la battaglia di Morales è proprio quella di renderle legali in quella sede e per adesso non ci sta riuscendo. Morales non ha legalizzato nulla perché in Bolivia le foglie si sono sempre vendute anche prima di lui. Fatto sta che la foglia di coca non è legale internazionalmente come puoi verificare qui:
http://urlin.it/34b95
In Bolivia stanno ancora decidendo se legalizzare la marijuana, figurati se legalizzano la cocaina come hai detto tu
http://urlin.it/34b96
Abbi pazienza, scrivi tanto bene però sei conosciuto a un livello tale che ti obbliga a mettere i link con precisione.
E la Kirchner il 3 agosto non stava a Manhattan ma alla Borsa di Buenos Aires; devi mettere un freno alla tua pur lodevole vena poetica sennò perdi efficacia. Più link metti meglio è, credimi.
Il viperino commento, non tende a dare risalto alla notizia del pagamento del debito....ma...mette in dicussione la data e la sopravaluta,nascondendo la notizia,insinuando che Modigliani propaghi fole. >I trol , tali sono e rimangono.
Elimina(...)El Gobierno abonará el próximo 3 de agosto la última cuota de Boden 2012, el bono que fue concebido en el 2002 como solución para los ahorristas que resultaron afectados por el corralito y la pesificación asimétrica de los depósitos.
Técnicamente, la Argentina pagará con reservas del Banco Central 2.198 millones de dólares en capital y otros 9 millones de dólares en intereses, lo que equivale a un total de 2.207 millones de dólares.
El dinero ya fue transferido desde la entidad monetaria a las cuentas del Tesoro para poder concretar el pago, según confirmaron fuentes del Ministerio de Economía a Télam.
Está previsto que un día antes, el jueves 2 de agosto, la presidenta Cristina Fernández de Kirchner concurra en horas de la tarde a la sede de la Bolsa de Comercio de Buenos Aires, donde se celebrará un nuevo aniversario de la entidad bursátil.
How boring!!!!!
RispondiEliminaP.S.: ma tu, lavori per la CIA? Almeno, ti pagano? o lo fai senza saperlo?
Se non altro il signor sergio ci stimola alla ricerca!D'altra parte un po piu di esattezza nelle notizie non sarebbe male per evtiare commenti sgradevoli purtroppo..!grazie del lavoro ad ogni modo..
RispondiEliminaScusa perché sgradevoli? Io ho detto delle cose che sono dei fatti, sarebbero cose sgradevoli se qualcuno mi avesse smentito ma mi sembra che non sia successo.
EliminaNon basta essere interessanti, bisogna essere affidabili al 100%.
Allora : nell'articolo si parla di foglie di coca non di cocaina,si puo benissimo trovare conferma in tutte le notizie sulla bolivia....riguardo l'espulsione della cocal cola la notizia ormai e a livello internaziomale la trovi amche su wikipedia-)...Puoi dare un'occhiata a fuoriluogo.it o intopics.it dA li puoi farti la tua ricerca...auguri
RispondiEliminaEvidente che il Sig. Modigliani ha preso al notizia del 23 luglio
RispondiEliminale smentite sno arrivate il2/3 agosto.
----dunque , dire che la prima notizia soa un " falso " è NON corretto. Perche salta agli occhi che la notizia era stata scritta prima-della smentita- e non più controllata
Per seguire l'evoluzione della notizia....
RispondiElimina13 julio
Unos 20 días antes de que la noticia se propagara a nivel internacional, varios medios se hacen eco de un teletipo (o noticia vía suscripción a agencia). Casi todos citan a EFE, ANSA o AFP como fuentes. Dado que casi todos coinciden bastante en el titular, entendemos que el teletipo ya venía con un enfoque similar, al ser la fuente común
http://nomasbulos.com/03082012/expulsion-coca-cola-bolivia-nunca-existio/
Comunque, caro Sergio, da "fan" ti consiglio di affiancare ogni affermazione da uno o più link che dicono le stesse cose - in stile wikipedia se vuoi, o come la bibliografia dei testi accademici.
RispondiEliminaIn soldoni, quando leggi una cosa e poi la riferisci, cita la fonte!
Grazie cmq del buon lavoro
Questo link del Corriere sembra contraddire l'affermazione che in Bolivia la coltivazione della coca e' stata legalizzata:
RispondiEliminahttp://video.corriere.it/bolivia-sradicata-piantagione-coca/db2a0c38-fc3f-11e1-8357-ee5f88952ff6
" All’inizio di agosto le notizie annunciavano la morte della bevanda in Bolivia entro fine dell’anno, sostituita dal tradizionale «mocochinchi», a base di pesca." CdS
RispondiEliminaForse c'è un refuso. Che cosa centrano i Maya con la Bolivia? Per il resto ottimo articolo.
RispondiEliminaJosé