di Sergio Di Cori Modigliani
Ma che meraviglia di regalo.
Che splendide immagini, e soprattutto quale insostituibile simbolo del meglio che l’Europa sia mai stata in grado di produrre. E lo è tuttora.
Viene dalla cenerentola del continente, questo splendore d’altri tempi.
E’ un regalo che ci ha fatto la Grecia.
Ed è una grandiosa impennata di orgoglio, di ritrovata identità, di Cultura collettiva.
Il che, oltre ad essere un augurio, è un’ottima notizia per ogni spirito europeo bello.
Ecco la notizia così com’è stata diramata dalle agenzie di stampa, sei righe secche circondate da una valanga di notizie sullo spread, la borsa, la crisi:
Uffcio europeo della International Associated Press:
“Come un’alta sacerdotessa di altri tempi, l’attrice di teatro Ino Menegaki, a conclusione della sua performance di danza, passa la fiamma olimpica al nuotatore Spyros Giannotis, 32 anni, di nazionalità greca ma nato a Liverpool, figlio di emigranti, che nel 2010 a Pechino regalò alla Grecia la medaglia d’argento nella vasca da cinque chilometri. L’evento si è svolto alle ore 11 del 10 maggio 2012 nell’antica città di Olimpia, da cui il tedoforo Giannotis partirà per arrivare a Londra il 27 Luglio e dare inizio all’olimpiade. La cerimonia si è svolta davanti a tutte le più importanti autorità olimpiche eruopee”.
Fine dell’annuncio.
Ma la totale e assoluta meraviglia simbolico-politico-estetica di questo evento (da cui c’è soltanto da imparare) sta nel ritrovato Senso di questa vicenda.
Per un caso, questa mattina, ho avuto la possibilità di vedere l’intera cerimonia trasmessa in diretta dalla BBC e circa 5 minuti su rainews24 (trovate, penso, il tutto, su you tube, e ne consiglio caldamente la visione a tutti, fa bene alla salute spirituale).
Non c’erano sponsor, i greci non li hanno voluti.
Non c’era la polizia a organizzare i cordoni di sicurezza per le autorità. Hanno risposto a Londra: “sorry, non possiamo permettercelo, se non vi va bene, non venite”.
Non c’erano neppure le sedie, le ha dovute portare l’esercito inglese su un aereo.
“Ci dispiace, in seguito ai tagli alla cultura abbiamo venduto anche le sedie”.
Le autorità si attendevano una grandiosa festa nello stadio fatto costruire nel 2003 (per le olimpiadi del 2004) dalla joint venture Engelhardt/Finmeccanica, gestita da Mario Draghi,.una tragedia economica per i greci, una pacchia per tedeschi e italiani.
Li hanno accolti su un prato spelacchiato con le sedie dell’esercito inglese e hanno detto loro: “questo è ciò che possiamo mettere a disposizione: il ricordo di Olimpia, niente di più”
Hanno perso un’occasione pubblicitaria d’oro Karl Lagerfeld, Hugo Boss, Christian Dior, Prada, Versace, Dolce&Gabbana, ecc.,ecc. I greci hanno rispedito al mittente le loro sollecitazioni miliardarie per vestire le 32 danzatrici facendo pubblicità al loro marchio. Hanno affidato il còmpito a un gruppo di scenografi dell’accademia di danza dell’università di Atene (sconosciuti e disoccupati) i quali hanno trovato un’anfora nel museo storico di Tessaloniki, sulla quale c’erano dei bellissimi disegni di un’olimpiade del V. sec.a.C. L’hanno fotografata e poi con un apposito software hanno fatto la ricostruzione digitale dell’abito indossato dalle vestali di allora che curavano il fuoco sacro, le cosiddette “prostitute sacre” così chiamate perché erano vergini, si diceva che facessero sesso soltanto con gli dei, ma rimanevano sempre vergini. Una volta ottenuto l’abito, non avendo più un industria tessile, mangiata viva dai tedeschi nei primi anni dello scorso decennio, hanno fatto cucire a mano gli abiti a degli artigiani locali.
Il risultato è di una eccellenza estetica davvero superba.
E’ stato lo spettacolo più commovente, ma soprattutto bello, anzi Bello, che io abbia visto negli ultimi 25 anni in Europa.
Vassilis Sevastis, presidente della federazione atletica greca ha dichiarato :“Dopo Atene 2004, abbiamo avuto una serie di sviluppi negativi per quanto riguarda le infrastrutture sportive; le industrie tedesche e italiane -perché sono state loro a gestire l’appalto di 9 miliardi di euro per le olimpiadi di allora- una volta finite le gare, incassati i soldi e chiusa la manifestazione, invece di seguitare a fare i lavori e partecipare al rilancio dell’economia locale per costruire infrastrutture, se ne sono andati via. Sono spariti nel nulla. Ci siamo ritrovati in alcune città con un eliporto fantascientifico per vip, ma senza asili nido, senza fogne adeguate e senza neppure le strade asfaltate. Italiani e tedeschi sono peggio delle cavallette, quando passano loro, dopo c’è il deserto”.
E’ quella faccia della realtà di cui non ci parlano perché è scomoda per l’immaginario piagnone, buonista e auto-referenziale di noi italiani. Tant’è vero che la Grecia, in Italia, è divenuta un simbolo negativo, con l’aggravante di essere costantemente presa a paradigma nefasto dal ragionier Mario Monti quando dice “non vogliamo finire come la Grecia”. Che cosa intende dire con queste parole?
Ieri notte, Alexis Tsipras, il giovane radicale che per 72 ore ha tentato di formare il governo, ha gettato la spugna e ha rimesso l’incarico.
Intervistato alla televisione ellenica ha dichiarato. “L’Europa siamo anche noi. Ciò di cui ha bisogno l’Europa è un new deal rooseveltiano, una politica di grandi e massicci investimenti nel settore pubblico con finanziamenti alle imprese per creare lavoro e costruire domanda e consumo”.
Questa mattina, al Bundestag, Angela Merkel dopo aver bocciato l’idea degli eurobond, l’idea degli investimenti, a proposito della Grecia ha detto: “Siamo fortemente contrari alle posizioni estremiste di chi cavalca la protesta e reclama investimenti sul debito”.
Quindi, chi usa il termine “new deal rooseveltiano” e lo fa dall’alto di una posizione istituzionale, viene identificato come un estremista.
Lo trovo di una gravità sconcertante, e invito i lettori a riflettere su questo punto.
Dobbiamo ascoltare la Grecia.
E piantarla di usarla, anche linguisticamente, come referente di paragone negativo.
Se “far la fine della Grecia” vuol dire ascoltare un presidente del consiglio incaricato che ha legalmente vinto le elezioni democratiche due giorni prima, dichiarare in pubblico “l’Europa ha bisogno di un new deal rooseveltiano e di una ampia politica di investimenti per creare lavoro”, se finire come i greci vuol dire andare in giro a sostenere queste ipotesi, allora io voglio che l’Italia faccia la fine della Grecia.
Perché oggi, in Grecia, centinaia di migliaia di persone stanno cliccando sul computer per andare a leggere che cosa diavolo sia il new deal rooseveltiano, mentre noi, invece, ce la dobbiamo vedere con i minuetti governativi e il perpetuo stallo.
Bellissima la performance dell’accensione della fiaccola.
E non è un caso che la Grecia stia dando in questo momento una risposta forte non con suicidi pubblici, cortei violenti o dichiarazioni ideologiche.
Bensì attraverso l’estetica.
Come ha detto Dostoevskij “Sarà la Bellezza a salvarci tutti. La Bellezza salverà il mondo”.
Guardando Ini Menegaki, si capisce davvero come la celebre frase del grande scrittore russo fosse qualcosa di più di una striscetta di facebook.
E’ la traccia da seguire per costruire insieme futuro.
Quantomeno, alimentarne la speranza.
Un bel pezzo, in certi passaggi anche anche commovente.
RispondiEliminaNaturalmente la verità è un po' più complessa e meno "Bella", diciamo meno "esteticamente corretta".
Si potrebbe cominciare a domandare dove erano i greci delle ultime due-tre generazioni mentre le famiglie Papandreu-Karamanlis spolpavano il paese a fasi alterne, nel totale olimpico disinteresse di tutti.
Probabilmente a contendersi qualche mancia gettata loro dagli oligarchi (ogni Paese ha i suoi).
Chi, come me, ha avuto contatti con studenti universitari greci in Italia, figli o orfani di funzionari dello stato ellenico, avrà saputo di borse di studio, date praticamente senza vincoli di profitto scolastico, pari o superiori ad uno stipendio italiano.
Spyros Giannotis ha vinto l'argento nel nuoto.
Fosse l'evasione fiscale uno sport olimpico, i greci avrebbero l'oro assicurato da almeno due-tre decenni (con l'Italia comunque in buona posizione).
Alcune considerazioni di condimento all'articolo sono efficaci e condivisibili, ma è fuorviante, oltre che falso, questo mito della grecità orgogliosa e sofferente come risposta "estetica" al brutto delle tecnocrazie mercatiste.
A volte capita anche ai fancazzisti più sgamati di essere messi di fronte ad un conto da pagare senza sconti-famiglia.
Anche se gli esattori hanno i nomi giustamente vituperatissimi di Merkel, Draghi, Monti e Sarkozy.
Gli inglesi hanno rubato al popolo greco i marmi del Partenone? Probabilmente l'oligarchia ellenica li ha barattati con qualche immobile di lusso nel centro di Londra, meta privilegiata degli investimenti dei numerosi ricchi evasori dell'Ellade. Tanto numerosi da aver determinato, circa due anni fa, una brusca impennata del prezzo degli immobili di lusso a Kensington e Knightsbridge, conseguenza di una rapidissima fuga di capitali da Atene.
Le immagini di un popolo alla fame fanno comunque male, ma se vogliamo smettere di nutrirci del mito de "l’immaginario piagnone, buonista e auto-referenziale di noi italiani", evitiamo anche la marmellata guasta del popolo greco povero e disperato, ma dignitoso nella spartana celebrazione del suo primato culturale e storico.
Cominciassero i greci a svegliarsi e ad incazzarsi davvero, cominciando magari ad appendere a testa in giù i propri oligarchi affamatori: con quello che uscirebbe dalle loro tasche ci sarebbe da sfamare tutta la nazione.
Forse dovremmo farlo anche noi. Probabilmente il detto greco "stessa faccia, stessa razza" dedicato affettuosamente agli italiani ha un suo fondamento di verità. Purtroppo.
P.S.
1 - Gli pseudo-nazi di Golden Dawn? Probabilmente un virus dormiente, da utilizzarsi se i greci non volessero rientrare nel radioso "ordine europeo", per avere un futuro pretesto di "sospensione della democrazia" per "proteggere" il popolo greco. Da che? Da se stesso, come nelle migliori guerre per la democrazia tanto care alla cariatide del Quirinale ed ai suoi sponsor atlantici.
2 - aprite il link qua sotto, tenendo un Malox a portata di mano... http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=117192
Purtroppo, ripeto: purtroppo, non si può non essere d'accordo con te; non a caso la Grecia è il secondo paese con la classe politica più corrotta in Europa, la Bulgaria è il primo e noi il terzo. I sociologi più eleganti la definiscono "balcanizzazione mentale". E' il motivo per cui ho cercato di pescare questa bella notizia per riattivare l'unico meccanismo vincente, a mio avviso, oggi: riacquisire un Senso dei valori forti imparando a rinunciare alle molliche della carità (tipo la zia che conosce il cardinale che fa avere il posto a mio figlio, ecc) e combattere per vivere piuttosto che sopravvivere. La cinesizzazione consiste nello svilire il cittadino spingendolo ad un punto tale per cui si accetta qualunque cosa pur di avere un salario perchè sul mercato non si trova uno straccio di lavoro dato lo stato di stallo. E lì vince la corruzione. Le responsabilità della Germania sono altissime e immonde, in questo senso (idem per gli Usa e GB) perchè nel 2001, 2002 e 2003, agli inizi dell'euro hanno approfittato della corruzione per far man bassa e lucrare spolpando i mercati delle nazioni democraticamente più deboli, invece di lanciare (allora, andava fatto allora) un piano di educazione civile, un piano di educazione civica, per evolversi tutti insieme. Ma se lo avessero fatto, gli squali anglo-sassoni (e complici latini) non avrebbero trovato i tonni italioti e greci pronti a farsi ingoiare con tanta facilità. Ci vogliono corrotti. Così siamo utili alla finanza. Vogliono la crisi così ricattano sul mercato del lavoro. La Grande Estetica può servire a illuminare, forse, la gente. E' la mia personale e perdurante utopia. Purtroppo -e non a caso- dilagano i suicidi, sia in Grecia che in Italia, a dimostrazione che la scelta è tra sopravvivere e morire. L'Estetica può servire come viàtico autentico per inoltrarsi nel percorso di o si vive o si sopravvive. E così si fa un salto mentale, magari usando anche espressioni provocatorie (tipo "il superfluo è necessario") da trasformare immediatamente con abilità intelligente nella necessaria salsa post-moderna da crisi: "l'Arte e la Cultura che producono marketing, innovazione, mercato, occupazione, quindi lavoro, consumo, nella sezione evoluta civile". Un amante del Bello non si suiciderà mai, lo sa che dentro la bara ci sono soltanto vermi affamati che sono veramente bruttissimi. E' la mia dolce illusione nella quale mi piace cullarmi per lenire le mie ferite civili europee.
Eliminaottimo articolo e purtroppo amaramente anche ottimo intervento di marco.f
RispondiEliminaNon sapevo delle società italiane avessero avuto gli appalti, mi vergogno di quello che hanno fatto certi nostri noti connazionali.
RispondiEliminaAll contrario so bene che la Grecia è vittima dell'euro e dell'Europa-Germania.
Non l'ho mai usata come esempio negativo, anche se temo che faremo più o meno la stessa fine. La Grecia siamo noi non solo perchè ci anticipano quello che ci aspetta, ma anche e soprattutto perché noi veniamo dalla Grecia.
paoletta
Ha ragione Sergio, guardate quelle vesti, guardate quelle ragazze.
I nuovi barbari arricchiti potranno pure appropriarsi del Partenone, ma non sarà mai loro.