di Sergio Di Cori Modigliani
Non vi è dubbio che l’Onnipotente, meglio noto come Grande Architetto, Dio, o Pura Casualità (a scelta, a seconda dei vostri gusti) ha un curioso tempismo nell’organizzare i nostri destini.
Perché è giusto e sacrosanto che l’attenzione vigile del potere, in Italia, oggi sia riservata come assoluta priorità alla questione relativa al terremoto emiliano. Quella è una emergenza vera. Lì, lo spread, i servizi segreti, gli illuminati e Goldman Sachs non c’entrano, anche se –c’è da sommetterci- ci sarà pure qualcuno che bloggherà sostenendo che si tratta di un esperimento pilotato da non so chi e come. Ormai la gente è fuori di testa, quindi, attendiamoci di essere sommersi da una valanga di idiozie.
E’ pura sfiga, tutto qui. Mi dispiace davvero per gli emiliani, è solo jella.
Forse ce la siamo attirata. Se fossi un predicatore americano direi che è la giusta punizione per essere stati talmente stupidi da bersi nei decenni le melensaggini infantili che (a turno) la sinistra e la destra hanno sciorinato ipnotizzandoci e questo è il risultato. Siccome sono laico, penso invece che anche i viziosi e gli stupidi sono vittime delle circostanze e della casualità.
Esaurita pertanto la premessa, merita attenzione la vera notizia bomba del giorno.
Una bella notizia vera. Una volta tanto, bella per tutti. Bella per la collettività, bella per la cittadinanza, bella per i nostri conti pubblici, bella per il nostro futuro.
Bella per l’Europa.
Ufficialmente, la firma dell’atto legale che ha prodotto l’evento è di genere femminile. Un magistrato che si chiama Cristina Di Censo ha firmato l’ordine cautelare di arresto per alcune persone a Milano, tra cui spicca questa bella faccetta la cui immagine vedete riprodotta in bacheca, un uomo potentissimo in Italia (fino a ieri notte) già presidente della Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini, punta di diamante come referente all’interno dell’accordo criminale tra sistema finanziario nazionale e mafia siciliana. Lui è l’uomo che ha garantito alla famiglia Corallo di Messina il semaforo verde per agguantare (senza gara d’appalto) la concessione nella distribuzione in Italia delle slot machines, vera piaga diabolica che sta distruggendo tante esistenze, ma che (in teoria) porta allo stato circa 40 miliardi di euro l’anno. Si dà il caso, però, che tale cifra viene regolarmente (e giustamente) messa nel bilancio nella sezione relativa a “entrate” ma i soldi veri, nel senso di cash really cash, non arrivano, quindi, da cinque anni a questa parte (governo Prodi- governo Berlusconi- governo Monti) quella cifra risulta in bilancio ma non c’è: è uno dei grandi buchi neri del bilancio pubblico.
L’Europa l’ha finalmente scoperto.
La società Atlantis e la società Capgemini e altre quattro consociate, sono “deputate dallo stato” a raccogliere il contante e poi pagare le tasse dovute. Incassano il contante, danno allo stato alcune briciole e le tasse non le pagano, il tutto grazie –per l’appunto, questa è la notizia- alla connivenza compiacente del Banco Popolare di Milano, titolo guida in borsa, vero polmone finanziario lombardo di Formigoni e Bossi. Basterebbe pensare che nel 2010 (già in recessione e stretta creditizia) alla famiglia Corallo è stata elargita –tenetevi forte- una linea di credito di 169 milioni di euro senza che nessuna garanzia fosse stata né presentata né scritta né tantomeno richiesta dalla banca. Quei soldi? Spariti.
Dice la nota ufficiale emessa dall’ufficio della procura generale di Milano:
“Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Cristina Di Censo a carico dell'ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini e del suo collaboratore Antonio Cannalire sono state identificati circa 5,7 milioni di euro di tangenti versate da diverse società fra cui Atlantis e Sisal spa. Massimo Ponzellini e Antonio Cannalire hanno ricevuto denaro o promesse di denaro fin qui accertate in una somma complessiva quantificabile in circa 5,7 milioni di euro effettuato dalle società Atlantis BPplus, Sisal spa, Capgemini spa, Energreed srl, PRC srl-Almaviva spa, a fronte di contratti falsi e fatture emesse senza controprestazione o di valore fortemente superiore a quella effettiva prestazione. Pagamenti e promesse realizzati anche all'estero come nel caso di Atlantis BPplus o in favore di società di riferimento di Massimo Ponzellini. I gravi reati sono stati commessi - conclude il gip - da maggio 2009 a novembre 2011".
Caduto Berlusconi è finita la manna per la famiglia Corallo che ha capito l’antifona e si è dileguata dedicandosi a territorio altro. Da aggiungere che la giudice Di Censo ha emesso un ordine di arresto per Francesco Corallo, boss mafioso messinese (in Italia accolto con festoni e champagne nei salotti buoni della borghesia imprenditoriale lombarda sia di destra che di sinistra, dato che c’erano soldi per tutti) ma il Corallo non è reperibile. Sta nei Caraibi.
Davvero una bella notizia.
E’ uno degli aspetti positivi del “ce lo chiede l’Europa”.
Ma non è un caso che non se ne parli.
E’ uno di quegli aspetti di cui non si dibatte mai, finendo per presentare un teatro tutto in bianco e nero, e quindi finendo per creare confusione e favorendo chi vuole vedere il mondo bicolore invece di leggere la complessità attuale della situazione corrente.
E’ il motivo per cui la classe politica che si celava (e tuttora si cela) dietro il banchiere mascalzone colluso con la mafia mafioso pure lui, ha accelerato la propria violenta opposizione contro l’Unione Europea nel nome di “contro le banche, contro la finanza che affama la gente, contro le direttive che ci strozzano” ecc.,ecc. Più di una volta ho espresso la mia opinione in merito, spingendo il lettore a operare un distinguo tra l’opposizione all’austerità motivata, elaborata, argomentata, da chi aspira alla libertà e vuole un’Europa forte e un altro tipo di opposizione: quella di coloro che, invece, devono salvaguardare gli interessi della mafia che l’Europa vuole colpire. Odiano l’Europa perché non vogliono severi controlli.
Eh già.
Perché se è tutto vero quel settore liberista e malefico che ci sta strozzando e si manifesta con lettere imperiose in cui ci ordinano di tassare le pensioni, aumentare le tasse e restringere il credito, è anche vero che l’Unione Europea ha anche un settore (ancora molto forte per fortuna) che spinge per “obbligare” l’Italia a fare i conti con la mafia, con chi l’appoggia, con chi la sorregge.
Se oggi siamo in emergenza è perché il paese è stato sfiancato, disossato, espoliato, rapinato, avvilito, umiliato, bombardato dalle mafie nazionali criminali che si sono avvalse della collusione consociativa di una immonda classe politica che ha garantito loro coperture, illegalità, ingresso con red carpet e standing ovation nelle banche del settentrione e nei salotti buoni della finanza emiliana, lombarda, e di lì europea e planetaria.
Come avevo già segnalato in alcuni precedenti post, si sapeva che le mafie stanno pagando anche loro un prezzo finanziario e quindi hanno innescato i loro consueti meccanismi per recuperare i soldi persi. Ma in Europa non c’è l’irresponsabile complicità che esiste in Italia. C’è senz’altro più di una banca collusa, più di un ministro corrotto da qualche parte della Germania, Francia, Gran Bretagna, ecc., ma quando là i criminali alzano troppo il tiro, poiché in quelle nazioni lo Stato esiste e intende salvaguardare la propria autonomia, alzano la cornetta del telefono e danno un semplice ordine: “date una lezione ai bastardi”. Non è come da noi, dove dall’altra parte del telefono è proprio il bastardo a rispondere.
Una settimana fa, il nostro ragionier vanesio, ritornando dal suo consueto viaggetto a Bruxelles, ci ha elencato la serie di complimenti, baci in bocca, fiori, cotillons, che tutti hanno regalato a lui a nome dell’Italia. Ciò che non ha detto è che, per la terza (e ultima volta) consecutiva nell’arco di dieci mesi, gli sono state consegnate due paginette, identiche ad altre due paginette consegnate il 20 dicembre 2011 (sempre al ragionier vanesio) e identiche ad altre due paginette consegnate –allora la firma ufficiale era di Mario Draghi- in data 12 agosto 2011 al ministro Brunetta e al ministro Tremonti. In quelle due paginette si bacchettava l’Italia “per essere venuta meno all’applicazione dei dispositivi necessari stabiliti dai 27 paesi membri dell’Unione per il recupero della tassazione evasa e per non aver applicato con rigore e determinazione nessuna manovra efficace per colpire la presenza della criminalità organizzata annidata all’interno dei consigli di amministrazione delle grandi banche operanti nel territorio nazionale della Repubblica Italiana”.
Tutto ciò dovrebbe farci comprendere quanto complessa sia, in realtà, la situazione.
Ci presentano soltanto le medicine amare, ma nascondono quella che avrebbe potuto essere una medicina dolce e ben gradita dall’intera popolazione perché va a intaccare gli interessi consolidati di chi appoggia il governo. Una situazione non facile.
Ma che dimostra l’importanza fondamentale di restare in Europa. Di salvare l’Europa. Anzi, ancora meglio: di andare a costruirla. Perché se stare in Europa vuol dire che ciascuno si controlla a vicenda e, conoscendo i propri polli, ci si aiuta l’un l’altro nei propri singoli ludibri mefitici, allora ben venga. Questa sì che è l’Europa che funziona. Perché ci dà una mano ad andare all’attacco della mafia, perché da soli –è bene che ce lo mettiamo bene in testa- da soli fuori dall’Europa, altro che decrescita felice tarallucci e vino biologico: senza alcun fortissimo controllo centrale europeo l’Italia finisce con un governo in cui il 100% dei componenti sarà mafioso, che poi abbia una veste di destra, di centro o di sinistra, è irrilevante.
La partita per la nostra dignità, per l’inizio della nostra tanto sospirata rivoluzione culturale, democratica e di cittadinanza, la si comincia SOLO e SOLTANTO se prima si spezzano le reni alla criminalità organizzata. Altrimenti, non cambierà mai nulla.
In questo senso, le manette al presidente del Banco Popolare di Milano è una bellissima notizia per il paese. Vale molto di più di 150 punti in meno di spread.
La vera mafia operativa sta in Lombardia, Emilia, Piemonte, Veneto, Liguria.
Al sud rimane la tradizione dei capo clan, la struttura del territorio, la gestione delle clientele locali legate a un concetto mentale (e soprattutto culturale) delle baronie esistenziali di stampo feudale, difficilissime da sradicare ma è un lavoro possibile e fattibile dalle tante tante brave persone che in meridione, ogni giorno, portano avanti la propria personale battaglia, a seconda delle proprio mansioni.
Ma l’alimento della mafia viene dal nord.
Paradossalmente, la mafia è meridionale ma è alimentata dal settentrione.
Questo è il cancro dell’Italia.
E’ la cosa bella che ci ha chiesto l’Europa: sradicarla.
E il nostro ragionier vanesio (che al Re Tentenna non ha proprio nulla da invidiare) è tornato da Bruxelles con la coda tra le gambe, tremando come una foglia sapendo che non sarebbe stato facile andare a spiegare la faccenda alla variante post-moderna del trio Lescano, quell’asse impresentabile ABC che da sempre vuol cantare sempre e soltanto la stessa musica: lottare contro la mafia a parole e poi nei fatti andarci a letto insieme. Ma ha avuto un colpo di fortuna, il baldo Monti: ha trovato sulla strada Beppe Grillo. A questo serve l’opposizione, quando è reale. E in questo senso, al di là di ogni perplessità, distinguo e interrogativo argomentato che è giusto porsi su di lui, ritengo che la sua esistenza come movimento e la sua presenza come soggetto politico inèdito stia svolgendo una funzione positiva: fa sentire il fiato sul collo ai mascalzoni.
Anche perché, come ci hanno spiegato da Bruxelles, se l’Italia non avesse cominciato a fare qualcosa di vero, superato il 2 giugno, dal cuore dell’Unione Europea avrebbero cominciato a rendere pubblica la bocciatura del nostro paese perché incapace di arrestare il processo di marcificazione del mercato operato dalla mafia su tutto il territorio nazionale.
C’è la lotta contro la mercificazione, che è un modello elevato.
Noi viviamo nel medioevo, siamo ancora alla lotta contro la marcificazione.
Un sistema in cui classe politica, imprenditori, banchieri, classe intellettuale si mette al servizio della mafia è un sistema destinato al fallimento come società civile. E’ marcio.
E’ per questo che stiamo fallendo.
A meno che la crisi non venga usata e sfruttata come ottima occasione per quel necessario repulisti senza il quale non ci sarà trippa per gatti mai più. E da mici affamati, ci trasformeremo tutti in topastri abituati a vivere nelle fogne di una nazione incivile.
Un grande applauso alla cittadina Di Censo, alla quale va tutto il rispetto della comunità nazionale degli onesti, una giudice che sta compiendo il suo dovere affrontando non poche difficoltà, non pochi ostacoli, non poche pressioni. Se ce la faremo, sarà perché c’è gente come lei che fa il proprio dovere fino in fondo. Non sarà certo seguitando ad aspettare un aiutino esterno come abbiamo sempre fatto nella Storia, rimanendo impassibili e passivi dinanzi al nostro scempio casalingo. Che è nostro, che è italiano e che è nostra responsabilità dover abbattere.
Grazie giudice Di Censo, a nome di tutti..
Il problema principale rimane sempre la sovranità monetaria. Il debito pubblico e' alimentato dagli interessi dovuti alla Bce su una moneta per noi estera, detta euro. Torniamo a emettere moneta con una banca d'Italia di proprietà della stato. Allora saremo liberi dalla vera piovra di questo sistema, la Bce. Poi ben vengano notizie come questa, ma sembra tanto il contentino a chi in Europa non ci sarebbe mai voluto entrare, almeno questa Europa delle banche.
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/tecnologia/2012/05/29/news/dimissioni_rapetto-36156556/?ref=HREC1-12
RispondiEliminaDario
ascoltando Barnard non mi sembra che l'Europa e la commissione europea siano questo grande esempio di legalità
RispondiEliminacomunque sono felice per la notizia
Questa notizia fa il paio con la crisi in Vaticano ed allo Ior, l'inchiesta sul presidente della Regione Sicilia Lombardo, sul sistema Daccò e Regione Lombardia. Insomma il terremoto non è soltanto a Modena, ma sta squassando una certa parte dell'Italia: l'importante è che sotto le macerie non ci finiscano gli operai, i pensionati, i cittadini comuni.
RispondiEliminaCon Ponzellini c'è tutta una fetta della Milano dei Ligresti, Larussa, Dell'Utri, sempre pronti a difendere padrini e padroni. Corallo padre era affliliato dei Santapaola ed il figlio ha ospitato ai Caraibi Fini e Laboccetta. Erano altri tempi. Quando come le tre scimmiette non vedevano non sentivano non parlavano, anche se lo Stato doveva incassare quasi cento miliardi di euro per le slot machines. Altro che manovre Imu, accise e ammazzavecchiette!
Purtroppo questo Corallo si gode il clima dei Caraibi e le sue ricchezze, formalmente è incensurato (anzi chiedeva di fare il console onorario). Fini, Milanese, Laboccetta, Larussa sono sempre in parlamento a spese nostre e per ora non ci sono accuse nei loro confronti, forse per Milanese.
La mafia finanziaria segue la tecnica del giunco, ovvero si piega per non essere trascinata via dalla corrente,pronta a rialzarsi quando l'acqua è cheta. Ed io dubito che Monti & C. diano all'Europa il solito contentino, mentre la legge anticorruzione riduce le pene, non accoglie tutte le istanze europee ed il Cavaliere tenta di evitare la concussione grazie alle sue truppe cammellate. Così, al solito, rischiano di vincere sempre i gattopardi.
Ma basta con questa storia che l'Italia è un paese inferiore, e che per "redimersi" ha bisogno del "vincolo esterno" (l'Europa).
RispondiEliminaE' lo stesso concetto che è stato usato propagandisticamente per portare consenso all'entrata in l'Europa, con il solo ed evidente risultato di portarci al disastro economico, senza risolvere, se non aggravare, i problemi, anche di altra natura, che abbiamo ed avevamo.
Un concetto fascista, tra l'altro.
Perfetta analisi sul perchè siamo dei falliti.
RispondiEliminaSbagliato pensare che "l'Europa" sia la cura migliore, visto che anche in Europa l'andazzo è questo (in Germania le mafie hanno investito enormi capitali dopo la caduta del muro di Berlino. E mica vorremo pensare che si tratti soltanto di imprenditori e assassini, ci vogliono agganci politici capillari per aggiudicarsi certi appalti pubblici tedeschi, partendo da Palermo) e che le ricette europee per la "salvezza" dei falliti arrivano da un paese, la Germania (guarda caso) con un governo totalmente incapace di capire quale sia la cosa migliore da fare.
Per non parlare della disfatta dell'euro.
Totalmente fuori luogo lo spot per Grillo. Chi sa cosa ci sia dietro all'operazione di marketing del movimento 5 Stelle, non può che mettersi a ridere sentendolo definire "il nuovo che avanza".
Resta la bella notizia di uno squalo caduto nella rete. Dobbiamo solo aspettare per vedere se ci resta o se verrà restituito all'oceano con tante scuse.
Siamo in Italia, ci sta che succeda anche questo.