martedì 10 aprile 2012

I partiti italiani travolti dagli scandali finanziari affondano il mercato.

di Sergio Di Cori Modigliani


Comincio davvero a pensare che mia zia Maria, una vegliarda a digiuno di tutto, abbia davvero ragione: “sono degli incapaci, è semplice, lo vede anche un bambino”.

 

 I complottisti e i dietrologi, invece, oggi possono sbizzarrirsi come vogliono, c’è davvero pane per i loro denti. Ce n’è per tutti i gusti.

 

Mi riferisco qui alle notizie strettamente economiche del giorno, ma soprattutto alla modalità che i media italiani hanno scelto per dare le informazioni al pubblico.

 

La notizia, nuda e cruda, consiste nel fatto che la borsa valori di Milano va a picco, e che lo spread va alle stelle. Il motivo?

Appunto. (lo capisce anche un bambino): i conti economici dello stato erano sbagliati; tutte le previsioni fatte fino a oggi dal ragionier Mario Monti si sono rivelate sbagliate. Le manovre da lui introdotte si sono rivelate inutili. Anzi, peggio: contro-producenti. A questo bisogna aggiungere il fatto che da quando questo governo si è insediato non ha fatto nulla per combattere la corruttela dei partiti e tagliare i privilegi di cui godono.

Il risultato è stato che i partiti hanno capito che potevano seguitare a far man bassa della liquidità disponibile sul mercato, perché hanno capito che al ragionier Monti bastava il loro appoggio e applauso così hanno ottenuto il semaforo verde per fare ciò che volevano.

L’avrebbe capito anche un bambino che oggi lo spread sarebbe volato alle stelle e la borsa valori di Milano sarebbe crollata impietosamente.

Perché le magistrature di tre procure, poi diventate quattro il venerdì scorso, cinque ieri mattina e sei con quella di Bologna del 10 aprile, portano avanti il loro lavoro e quindi stanno andando ad intaccare –perché sono andati a toccare- il punto centrale che sostiene questi partiti, cioè i soldi sporchi.

Non il sogno dei barbari come sostiene Maroni, il sogno riformista di cui parla Bersani o il sogno liberalizzatore di cui parla Alfano. Macchè.

Per noi cittadini si tratta di un vero incubo, destra o sinistra che sia.
Triste dirlo perché sa di qualunquismo, ma è invece la fotografia impietosa della presa di possesso del cuore dei partiti da parte di una classe politica impresentabile e immonda, con l’esclusivo fine e obiettivo di avvalersi  della possibilità di avere accesso al potere per lucrare per sé, per i familiari, per gli amici, per i propri protetti e protettori, i cosiddetti clientes.. La miglior risposta da dare a coloro che osano accusare di anti-politica chi denuncia la corruzione dei partiti sta nella dichiarazione che l’on. Filippo Penati ha dato questa mattina all’assessore alla cultura del comune di Milano, Stefano Boeri, della giunta Pisapia. L’assessore (intervenendo a un convegno pubblico politico a Milano) ha dichiarato:  “penso che sia una buona occasione per la sinistra riformista per cominciare a prendere atto della realtà. Sarebbe triste che Filippo Penati dovesse trovarsi nella incresciosa situazione di doversi  far dare lezione di etica da Renzo Bossi. I suoi colleghi indagati in consiglio, infatti,, a partire da Filippo Penati e daDavide Boni, ci riflettano bene; le dimissioni da consigliere non sono un atto dovuto, ma certo sarebbero un gesto nobile e sicuramente apprezzato dagli elettori lombardi. Mi sbaglio? Vorrei ricordare che l’ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati, infatti, è indagato dalla Procura di Monza anche per concorso in corruzione in relazione all’acquisto delle quote della Milano Serravalle da parte della Provincia di Milano, di cui era presidente, avvenuto nel 2005. E Penati era già sotto inchiesta a Monza per concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti in relazioni a vicende urbanistiche e amministrative del Comune di Sesto San Giovanni, di cui è stato sindaco”.

Bravo Boeri. Finalmente un politico che interpreta in maniera diciamo così, saggia, la vera realtà del momento.
Agghiacciante la risposta del braccio destro di Bersani che ci ha tenuto a metterla addirittura per iscritto inviando una nota a tutte le agenzie di stampa. Eccola per intero:
rammento a Boeri che mi sono dimesso prontamente dalla carica di vicepresidente del Consiglio. Io sono sereno, ho chiesto di essere esonerato dal partecipare a commissioni d’inchiesta per separare la mia vicenda giudiziaria dalla vita dell’istituzione e ho lasciato tutti gli incarichi nel Partito democratico. Ad oggi la Procura della Repubblica di Monza ha chiesto una nuova proroga delle indagini di altri sei mesi che sono peraltro in corso da quasi due anni. Non è neppure ancora stata presentata la richiesta di rinvio a giudizio, che mi consentirà di stare per la prima volta davanti al giudice dell’udienza preliminare per far valere le mie ragioni. Ciò che chiedo oggi e ho chiesto più volte è di poter essere sottoposto al più presto a processo. Quindi non vedo alcuna necessità di sottrarre la mia persona all’attività politica pubblica”.
No comment.
Da aggiungere il fatto che nessuno (ripeto: nessuno) all’interno del PD ha chiesto a gran voce che Penati se ne vada per il suo destino.
E così accade che:
vanno in picchiata in borsa tutte le banche e gli istituti di credito (e le loro consociate) che negli ultimi cinque anni sono stati associati in affari con la Lega Nord e il PD (Emilia Romagna, Liguria, Toscana) e la Lega Nord e il PDL (Lombardia, Veneto, Piemonte) con l’Udc terzo incomodo: una meraviglia di partito, sempre buono per ogni stagione e per ogni colore.


Pagano i Bossi (per il momento) pagherà Rosy Mauro, personaggio perfetto come capro espiatorio. Ne ha anche la fisicità e il linguaggio. Una di quelle persone che in un film poliziesco, quando lei entra in scena, lo spettatore dice: “mmm, mi sa proprio che questa fa una brutta fine”. Pagherà forse qualcun altro ma intanto le banche tremano. Perché la notizia del giorno (quella vera) in questo bel paese è una e soltanto una: “la magistratura ce la fa o non ce la fa?”.

Prevarranno gli onesti o i compromessi?

Tutto qui.
E noi, popolo che non siamo parte in causa se non come votanti ingannati e defraudati, possiamo fare la nostra parte; che è esattamente opposta a quella sostenuta in queste ore dal PD. Bersani e la Bindi insistono nel dichiarare che bisogna star tranquilli, calmarsi, e consentire al governo di lavorare perché il governo sta facendo bene.
Io penso invece che bisogna indignarsi ancora di più perché il governo sta facendo male, che bisogna infuriarsi, per far arrivare ai magistrati l’eco dell’aria che tira, in modo tale che quelli vadano avanti senza tirarsi indietro. 
Quelli sono magistrati italiani. 
Tranne alcuni eroi, la maggioranza segue il vento e si schiera sempre dalla parte di chi è vincente. Hanno un eccezionale sesto senso per captare e visionare nell’aria di quale materiale e sembianza sia composto il carro del vincitore e da che parte tira l’aria: oplà, quando è possibile ci saltano sopra. 
Erano fascisti al tempo di Mussolini, partigiani combattenti nel 1946, democristiani ai tempi di Andreotti, socialisti quando c’era Craxi, comunisti quando c’era D’Alema, e adoratori di Berlusconi quando il sultano di Arcore era al comando delle truppe dell’esecutivo.
E siccome sono intelligenti e hanno strumenti di analisi, hanno captato e capito che il disprezzo e il disgusto per questi tracotanti partiti, pieni zeppi di funzionari corrotti, ha raggiunto un tale allarmante livello per cui si corre il rischio di inconsulte reazioni da parte dei cittadini inferociti, e quindi loro ne prendono atto, dimenticano di aver chiuso un occhio negli ultimi 20 anni, dimenticano di aver applicato le norme e le leggi per favorire il malcostume, dimenticano di aver accettato con agghiacciante superficialità (per non dire di peggio) la depenalizzazione del falso in bilancio, dimenticano di aver chiuso due occhi quando la criminalità organizzata si impossessava poco a poco del territorio industrial-finanziario del settentrione, e siccome i tempi sono maturi, salgono in cattedra e capiscono che è arrivato il loro momento.
Anche perché se non lo fanno loro finiranno per farlo i cittadini per conto loro.
E allora saranno guai per tutti perché a quel punto la situazione sarà del tutto incontrollabile.

Mediaset, Mediolanum, Milano Assicurazioni, Mondo TV, Banca Intesa, Unicredit, Banco Popolare, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Unipol,  Monte dei Paschi di Siena crollano al listino. E soprattutto crolla Finmeccanica, azienda strategica nazionale perché tutti i nodi del malaffare finiscono lì: la grande tetta pubblica dalla quale i marpioni al comando dei partiti succhiano il latte con la connivenza dei governi in carica.
Tanto sono soldi dello stato.
E così lo stato ha sempre meno soldi ed è costretto a tagliare. E a tassare.

Milano Finanza in testa (che vergogna per una testata ridursi a questo livello) titola così sul suo sito on line:

La solita bordata americana mette Piazza Affari alle corde.

La “colpa” degli americani consiste nel fatto che stanno dando ordine su tutte le piazze finanziarie del mondo di disinvestire dall’Italia, considerata ormai inaffidabile, inattendibile.
Ma come? Non aveva detto il ragionier Monti che Obama lo adora? Non hanno tutti pubblicato vagoni di articoli inventati dal nulla sostenendo che il nostro baldo ragioniere quando era andato a Wall Street aveva convinto gli investitori a venire da noi? Ma non lo amavano tutti? Come mai, allora, nessuno gli crede? Come mai, a Londra, Pechino, Washington, la ricetta neo-liberista di Mario Monti è considerata “una mannaia per l’Italia che produrrà soltanto arretramento e bloccherà ogni sviluppo del paese” (Financial Times).
Il Sole 24 ore, invece, si butta sulla comicità. Così dà la notizia economica del giorno:I Btp hanno visto una mattinata con pochi scambi, che risentono ancora del break pasquale e quotazioni cedenti, in un clima ancora di umore non buono, soprattutto a causa dei timori per i conti pubblici spagnoli, ...La situazione prende una brutta piega per le Borse europee, dopo il lungo ponte pasquale”
Secondo loro la colpa è degli spagnoli. Non spiegano perché.
Le banche italiane non danno crediti alle medio-piccole imprese strozzando gli imprenditori e la responsabilità è degli spagnoli?
I bilanci delle prime dieci banche italiane fanno acqua da tutte le parti perché hanno inondato di soldi (presi dalla BCE) i partiti ai quali gli stessi funzionari sono iscritti e non si può neppure mandarli in galera dato che Berlusconi ha provveduto a depenalizzare il reato di falso in bilancio, e la colpa è dei conti del Regno di Spagna?
Ci si è messa anche Rainews24 con Vera Paggi, editorialista economica esperta (???) che così ha sintetizzato la situazione (da leggere con attenzione) data alle ore 15.30 alla tivvù: “male le borse europee con Milano fanalino di coda, in seguito alle notizie negative sull’economia americana. Ma per fortuna arrivano ottime notizie sulla Cina, il che fa ben sperare. Wall Street apre adesso e quindi sull’onda delle buone notizie da Pechino trascinerà i mercati al rialzo”.
45 minuti dopo le notizie vere diffuse dalle agenzie di stampa non italiane: “la Cina comincia a soffrire e cresce molto meno delle previsioni. Wall Street apre in negativo mentre dagli Usa parte l’ordine di disinvestire dall’Italia. In Italia, in seguito alla gravissima crisi politica che ormai sta travolgendo i partiti, ondata di vendite su tutto il listino che spinge l’Europa verso il basso”.
Auguriamo buona fortuna alla nostra magistratura.
La sesta procura, quella di Bologna, dalle prime notizie trapelate sembra abbia in mano carte sufficienti per sistemarli tutti per le feste. Nei prossimi giorni cominceranno a uscire con il contagocce le notizie.
Il PD sta facendo finta di nulla.
Si stanno preparando alla consueta frase di rito: “Tutto a nostra insaputa”.
Forse è arrivato il momento che dai Barbari Sognanti si passi ai Civilissimi Pragmatici.
E’ l’unica ricetta che può salvarci. Civiltà e Pragmatismo.
Concetti che le segreterie di partito non prendono neppure in considerazione.
La società civile (cioè noi) invece sì.
La borsa di Milano (pragmatici) comincia a battere il tempo del conto alla rovescia.
Con l’augurio che prestissimo comincino a farsi sentire i protagonisti della Civiltà che meritiamo.
Certamente non le solite facce dilettantesche di questi incompetenti arraffoni. 
Che siano leghisti, pidiellini, udicisti o piddini, purtroppo è irrilevante.

3 commenti:

  1. Certo, lo capirebbero anche i bambini.
    Quelli di Milano Finanza, che forse passano il tempo a baloccarsi col Monòpoli anziché con La Piccola Maestrina, lo hanno capito per primi.
    Sarà che il gioco dei bambini angloUsa non è mai cambiato: un po’ di capriccioso disprezzo, di educata sfiducia, i bambini-magistrato che danno in testa ai bambini-politici mentre tengono le manine sporche nel vasetto della marmellata, un’onda anomala di vendite e… oplà, il gioco è fatto: la giocattoleria Italia svende tutto sotto costo e Santa Claus riempirà il sacco a costo zero, o quasi.
    Grande festa per i bimbi buoni di lassù, che saranno premiati con le belle cose prese come sempre quaggiù.
    Del resto da noi non si aspetta Santa Claus, ma un poverello nato, appunto, povero e nullatenente, come è giusto che sia.
    Certo, i bambini-dietrologi vedono l’Uomo Nero dappertutto. Poveri sciocchi, proprio ora che l’uomo nero è Presidente ed è chiaro a tutti che conta meno del bidello dell’asilo…
    E anche certi pessimi genitori. Vai a regalare ai bimbi matita e righello, squadra e compasso, cappuccetto e grembiulino. Guarda che ti combinano.
    Era meglio lasciarli a giocare a cowboy con pistole e fucili, almeno avrebbero imparato qualcosa di veramente utile da grandi.

    P.S.
    Di certe pragmatiche maestrine non mi fiderei tanto. All'inizio ti dicono: studia e non diventerai un asino. Quando l'hai fatto, ti bocciano e ti danno il tuo bel cappello a cono con le orecchie, fatto prima ancora che iniziassi ad andare alla loro scuola, con il tuo bel nome scritto dentro da sempre.

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  2. Vietare le vendite allo scoperto, sarebbe un inizio.

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  3. Beh ti trovo in linea con

    http://www.ilgrandebluff.info/2012/04/stronz-buy-itaglia.html

    e mi fa piacere... ;-)
    Aigor

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