di Sergio Di Cori Modigliani
Che noia!
Però è così, e la realtà va presa per ciò che è.
Parte la cosiddetta manovra, il leghista Calderoli parla come Vendola, il comunista Diliberto si oppone con le stesse identiche parole della fascista Mussolini, il pidiellino Alfano rilascia dichiarazioni fotocopiate da quelle di Bersani mentre Casini le fotocopia dalla Bindi; in compenso la Camusso sostiene la Marcegaglia contro la Fornero, la quale, dal canto suo, le sostiene entrambe; i manifesti di Forza Nuova sono identici a quelli di Rifondazione Comunista Tutti dichiarano che il vero nemico è una certa casalinga teutonica, con l’aria da zietta alle prese con lo strudel, ma per evitare il peggio si è costretti a fare tutto ciò che la frau più cool del momento ci dice (non è Claudia Schiffer) perché così è meglio per tutti.
E il circo prosegue con lo spettacolo indecoroso perché, è cosa nota: the show must go on.
Dopotutto viviamo nella società dello spettacolo e quindi ciò che conta è soddisfare i bassi appetiti della platea che paga il biglietto.
Sarebbe interessante sapere chi sono quelli che pagano il biglietto, ma oggi è domenica e forse è meglio lasciar perdere.
Una cosa, però, a me è molto chiara. Anzi chiarissima.
La manovra non è questa.
E’ probabile che questa sia la fondamentale ragione per cui, a un tipo come me ( e a tutti quelli come me, che per fortuna sono ancora tanti anche se silenti, clandestini e invisibili) non soltanto non ci sarebbe nessun partito né organizzazione italiana che affiderebbe mai il còmpito di esserne portavoce ma non ci darebbero neppure l’ultima tessera disponibile con la potenziale prospettiva di vincere un viaggio premio da Roma a Frascati, con panino alla porchetta e un fiasco di vino come regalo.
Questa, infatti, è la dichiarazione che io avrei fatto rispondendo alla domanda relativa alle mie opinioni sull’attuale manovra.
“La mia opinione è irrilevante, perché questa manovra non ci interessa. Ci tengo a chiarire che il nostro disinteresse non nasce da cinica indifferenza e tantomeno da irresponsabilità sociale, quanto piuttosto dal fatto che sappiamo con certezza che la manovra non è questa. Grazie per l’attenzione e buona domenica”.
La manovra, infatti, è un’altra.
Nel caso, poi, avessero insistito per sapere il perché, pretendendo un giudizio su Mario Monti, io avrei risposto con aria disincantata:
“Mario Monti non ci piace perché è piuttosto ignorantello, così come la maggioranza delle personalità che compongono il governo. A noi le persone prive di strumenti culturali non piacciono. Non vogliamo ignoranti al governo. Si vede che non sono persone colte, sono soltanto istruite, nel senso etimologico e letterale del termine: hanno ricevuto istruzioni da applicare. Tra disdicevoli peracottari e pescivendoli bulimici come Ladolcevitola non vediamo alcuna differenza né evoluzione né miglioramenti per la nazione. Buona domenica a tutti”.
A questo punto, inevitabile (non dimentichiamoci che siamo tutti italioti) la domanda classica: “ehhh…ahhhh…e allora, quale sarebbe la vera manovra?”.
Elementare: garantire la tenuta del paese salvaguardando i cittadini che contano, cioè i 2.324.000 proprietari di passaporto della Repubblica Italiana che vivono di politica. Questo, infatti (relazione dell’ultimo rapporto Censis presentato dieci giorni fa dall’esimio –quella sì che è una persona colta- prof. Roma) i quali, complessivamente, costano intorno ai 250 miliardi di euro l’anno. Questa è la cifra calcolata, suddivisa in quota parte, tra tutti i partiti, al governo, di maggioranza, di opposizione, laterali, del nord, del centro e del sud. Una burocrazia solida composta da 14.567 enti, fondazioni, e società che non producono nulla, se non stipendi per 278.000 connazionali, ciascuno dei quali rappresenta almeno cinque persone del nucleo familiare, ciascuno dei quali garantisce almeno dieci voti, per cui ogni stipendio finisce per essere calcolato dai vari capi-bastone dei partiti come il prezzo del biglietto per avere il pacchetto dei voti necessario per poter aspirare a sedersi in uno dei tavoli buoni dove si gioca alto. Soltanto nella regione Emilia-Romagna esistono 1.056 tra riviste, giornali e case editrici che nel 2010 hanno prodotto un profitto equivalente a zero euro, zero dollari, zero franchi svizzeri. In compenso assorbono 14.780 addetti, i cui stipendi, emolumenti, sovvenzioni, privilegi, vengono pagati al 40% dalla regione e dal 60% dallo stato centrale. Sommando tutte le regioni si raggiunge la cifra di 18.970 società per complessivi 6,8 miliardi di euro all’anno pagate dallo stato, che assorbono la cifra complessiva di circa 250.000 persone inutili, perché non producono lavoro, non producono cultura, non producono mercato. E questo soltanto per l’editoria.
Producono, però, consenso. Tutto qui. (tra i più avidi in assoluto quelli di Rifondazione Comunista, da soli incassano una mostruosa cifra che mantiene una pletora di semi-analfabeti e circa 2000 tra riviste, giornali, quotidiani, fondazione studi, che non producono nulla se non perdita economica secca: tanto paga lo stato).
Quindi, a me, questa manovra non interessa.
Qualunque cosa faccia questo governo, mi è indifferente.
E’ chiaro –ed è per questo che l’appoggiano tutti con entusiasmo- che ha ottenuto dai partiti, dai sindacati, dalla confindustria, dal vaticano, dalla massoneria, dalle organizzazioni criminali, dai gruppi finanziari consolidati, dai possessori di ingenti ricchezze finanziarie e patrimoniali passive (nel senso che producono soltanto reddito e non producono né lavoro né occupazione) e da tutte le associazioni di categoria, il semaforo verde a condizione che “faccia cassa purchè non alteri neppure di un millimetro lo status quo”.
Tanto, a tener buona la gente e convincerla a odiare la Merkel invece che andare a prendere a bastonate la Santanchè (per i patrioti di destra) e la Bindi (per i patrioti di sinistra) ci pensano i partiti.
Servono a questo, in Italia: a tener buona la gente, facendo loro credere che.
E’ meglio che se la prendano con Goldman Sachs piuttosto che se la prendano con Banca Intesa magari andando a chiedere loro “scusi tanto, ma ci risulta che il 14 marzo del 2009, in seguito all’intervento di Tremonti avete ottenuto dallo stato 12 miliardi di euro per rilanciare le imprese ma alle imprese non è arrivato il becco di un euro se non a 256 aziende leghiste in Lombardia, Veneto e Piemonte. Potremmo controllare i libri contabili di quel periodo?”. Identica domanda a tutte le altre banche.
Tra il marzo e l’ottobre del 2009 hanno avuto 46 miliardi di euro.
Mario Monti ha chiesto la verifica dei bilanci, rigo per rigo, delle 459 banche italiane che hanno usufruito del pacchetto-salvataggio? No, non lo ha fatto.
In teoria, questo è un compito che spetta a Corrado Passera, ex presidente di Banca Intesa.
C’è il debito pubblico, è vero. Quasi duemila miliardi. Ma chi se li è presi nei decenni?
“C’è qualcuno che ha mai controllato i libri contabili degli ultimi 25 governi?”.
Mario Monti è ignorante come una capra e siccome sono italiano e il mio paese ha da sempre prodotto cultura, ho capito che non potrà mai fare il bene della mia nazione.
E’ ignorante perché non ha mai usato il termine “cultura”, perché non ha mai usato la locuzione “patrimonio artistico” perché non c’è una parola dedicata all’Arte, all’Artigianato, all’Istruzione, alla Cultura, all’Erudizione, alla Scienza, alla promozione dei valori intellettuali umani. Quindi vuol dire che –nella migliore delle ipotesi- non gli interessa. Oppure li odia. Quindi è un ignorante.
Chi odia la cultura è ignorante.
Se la odia perché teme la cultura oppure se la odia perché è distratto, questo non lo so. Mi è irrilevante. Il risultato non cambia. Sempre capra rimane.
Non fatevi intimidire dalle lauree. Chiunque può arraffare un titolo di studio.
La cultura è ben altra cosa.
Avevamo bisogno di disfarci del sultano di Arcore per dar fiato alla cultura e alla scienza italiana, da lui annientate. Con la capra bocconiana va anche peggio. Perché fa finta di.
Non ha toccato il cancro dell’Italia. Non ha intaccato nessun ganglo vitale. Non va a riformare nulla di strutturale.
Sono tutti specchietti per le allodole.
Eppure, di roba da farne (compresi sacrifici pesanti per tutti) ce n’era eccome.
Non è questo il caso. E discuterne, di per sé mi sembra una perdita di tempo.
Che noia!.
Da un pervertito a una capra: ecco la sintesi del declino nazionale.
E’ ignorante perché ha dimostrato di non tenerci, all’Italia, avviata così verso la depressione economica.
Chi non tiene all’Italia è un ignorante: è il mio mantra patriottico.
Sarà ridicolo, ma io me lo tengo ben stretto.
O è complice del meccanismo di corruttela o è stupido, il che è anche peggio.
Io, questo non lo so.
Regalare 5 milioni di euro come buona uscita al presidente di Finmeccanica che meritava invece la galera è la scelta e la decisione di una persona ignorante: si vede che non ha studiato i mass media e non capisce nulla di comunicazione.
I mercati, ahinoi, registreranno l’impatto.
Concludo con una memoria laica.
Il Vaticano, in Italia, è cosa nota, ne ha combinate di tutti i colori. Ma….
Ma…rimane un luogo “anche” di cultura.
E’ avvenuto quindici anni fa, all’incirca.
Il responsabile della direzione artistica (e legale) della cappella di Santa Maria delle Grazie, a Milano, un bel mattino si sveglia e scrive un’angosciosa lettera a Papa Woytila. Nella missiva ufficiale, con raccapriccio, comunica che in conseguenza della polvere dei secoli, “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci sta evaporando. Di lì a breve scomparirà per sempre. Urge un intervento immediato, lungo, paziente, costosissimo.
Il Vaticano registra l’allarme e si muove.
Convoca tutti quelli che doveva convocare, centinaia di persone.
Tutti i partiti si lanciano a far ressa perchè gestire il restauro di un’opera esclusiva (la ricchezza dell’Italia consiste, per l’appunto, nelle dovizia della nostra esclusività che nessun altro al mondo possiede) consente di mettere le mani sull’appalto, calcolando che avranno un immenso guadagno di immagine (e di soldi) da spendere in campagna elettorale. Pressioni a non finire, come potete immaginare. Ma il Vaticano tranquillizza tutti. Conosce i propri polli, soprattutto quelli italioti.
Arriva il giorno decisivo: bisogna fare in fretta.
Casini, Occhetto, Formigoni, Cicchitto, D’Alema, Fini, Berlusconi si leccano già i baffi.
Il cardinale Ratzinger, a nome del papa, comunica di aver scelto una squadra composta da cinque giapponesi, finanziati dalla Mitsubishi, attraverso una fidejussione garantita dai Lloyd’s di Londra tale per cui, nel caso dovessero combinare un pasticcio dovranno pagare la cifra (corrispondente ai valori di oggi) di 6,5 miliardi di euro cash per danni.
250 persone vengono coinvolte. Nessun italiano.
Quando, anni dopo, il lavoro è considerato finito, il Vaticano convoca un consiglio di esperti internazionali: 12 persone, di cui 6 europei, tre statunitensi, un asiatico e un sudamericano. Nessun italiano. Chiede loro di far sapere da 1 a 10 che cosa ne pensano. 11 danno il voto 10. Uno dà voto 8. “Non va bene” dice il papa. Comunicano alla Mitsubishi che un coreano sostiene che il lavoro non è perfetto. Bisogna risolvere quel piccolo dettaglio. Altri nove mesi di lavoro. Alla fine anche quello è d’accordo.
“L’ultima cena” è salva.
Nessun italiano vi ha partecipato, se non come dipendenti di secondo livello.
Per il Vaticano era in gioco la loro credibilità.
Perché sono colti, e conoscono i loro polli.
Anche adesso era in gioco la credibilità dell’Italia.
Ma noi abbiamo una capra ignorante al comando.
No comment.
Buona domenica a tutti.
Dobbiamo fare bene e nella verità tutto ciò che facciamo. Altrimenti, è meglio non far nulla. Questo pensiero mi è sempre presente, ma oggi l'ho sentito come non mai. Oggi era l'anniversario della morte di Ba e, come sempre, ci fu la recita delle Ghita. Ma è stata una recita senz'anima.
RispondiEliminauna recita senz'anima, questo siamo oggi, in alto e in basso, in ogni dove.
facebook e' la nostra perfetta icona, il "libro della facce" o per meglio dire il libro delle maschere, non e' un caso che gli italiani lo abbiamo sposato in massa.
RispondiEliminaspero che carnevale finisca presto.
Pienamente d'accordo con lei sig. Modigliani.
RispondiEliminaQuesta è una manovra di "facciata".
La mia paura è per la manovra "nascosta" che arriverà a poco a poco.
La mia preoccupazione aumenta.
La mia disperazione pure.
Con stima,
Nibiru.
caro sergio
RispondiEliminasono quell'anonimo che qualche giorno fa in un altro commento ha maledetto la scuola media unificata ed il liceo scientifico ed ha affermato che bisognava tornare agli studi classici
perchè da quella malefica riforma voluta dalla sinistra con la favola dell'egualitarismo è partita la distruzione della cultura italiana che tu tanto lamenti
e che ha visto come completamento di questo disegno la distruzione delle due facoltà che sono state le protagoniste del '68 e che producevano teste calde, ovvero pensanti, ovvero pericolose,
cioè le facoltà di lettere classiche ed architettura,
dopo il sessantotto la classe politica (di destra e di sinistra) ha avuto paura ed ha annichilito le due facoltà privilegiando gli studi scientifici che producono solo teste fredde cioè razionali ed obbedienti,
poi ci si è messo pure la chiesa ed abbiamo preti che non conoscono più il latino,
ma la colpa caro sergio è pure di quelli come te che hanno confuso la libertà con l'indecenza,
la soluzione sarebbe una sola riprendere a studiare socrate, platone, omero, pitagora, cicerone, seneca, san tommaso, sant'agostino, kant,
oggi manca la spiritualità, il senso del sacro, del mistero, dell'inconscio,
ti sei mai chiesto cosa spingeva uomini con mezzi ed attrezzature misere ad edificare stonehenge, le piramidi, le cattedrali gotiche, le chiese rinascimentali, mentre oggi le chiese sono simili ad auditorium,
e cosa ha spinto michelangelo a dipingere la creazione o scolpire la pietà o i prigioni, o ha dato vita all'impressionismo e al futurismo
mentre oggi ci ritroviamo la merda d'artista in barattolo,
e come mai abbiamo avuto dante, ariosto, hugo, dostojewski ed ora abbiamo avuto moravia
chieditelo con onestà sergio
e perchè prima le riforme le facevano i filosofi come giovanni gentile e oggi le hanno fatte luigi berlinguer o le fa la gelmini
il problema è che il ritorno alla cultura classica o umanistica non conviene alla classe politica e finanziaria perchè hanno bisogno di pecore ed automi, di teste fredde e docili non di teste calde e sovversive,
e non mi ripetere la solfa di pasolini come uomo di cultura perchè anche lui ha contribuito alla distruzuione della cultura italiana,
ora è inutile che ti lamenti perchè sei di quelli che hanno contribuito a distruggere la cultura italiana
@ Anonimo h 09:09
RispondiEliminaLa tua potrebbe essere una buona analisi ma un pò parziale a mio avviso:è vero che c'è un problema culturale enorme e che non bisogna privilegiare un campo del sapere a scapito di un altro però
la colpa non è della scienza e della tecnica
e neanche dell'economia o della finanza intese come discipline,la colpa è dei sedicenti esperti che in realtà sono dei super-ignoranti privi di senso critico o peggio ancora in mala fede,i quali eseguono solo il compitino affidatogli da qualcuno,giusto o sbagliato che sia,la colpa è dei cattivi esecutori.Un vero economista è sempre pronto a rivedere le sue posizioni e a rimetterle in discussione,così come lo è un vero fisico,oppure un esperto di finanza che studi davvero il modo migliore di far girare il denaro affinchè TUTTA LA POPOLAZIONE ne benefici e non solo pochissimi,potrei continuare a lungo ma preferisco concludere:la vera economia e la vera cultura scientifica e non quella basata sui dogmi,come ad esempio l'economia dei giorni nostri basata sul fallimentare neoliberismo selvaggio,viaggiano di pari passo con la cultura umanistica e ognuna subisce la benefica influenza dell'altra,la mia idea è che tutte le forme di cultura,di VERA CULTURA,portano TUTTE ASSIEME verso il traguardo comune della conoscenza.Jack
prima le riforme le facevano i filosofi mentre ora le fa la gelmini perche' alla Vita piace cambiare.
RispondiEliminaQualcuno ha cambiato idea!
RispondiEliminaQuesti "salvatori" sono ignoranti perché non hanno e non riescono a capire più il senso dell'umanità.
@ TUTTI
RispondiEliminaPerò ragazzi,dobbiamo cominciare a far girare il nostro messaggio e unirci un pò di più altrimenti il mondo migliore ce lo scordiamo...Jack
Per l'anomino classicheggiante.
RispondiEliminaLa tua è solo una di quelle tipiche analise defecate lì solo per dire qualcosa di forte, giocare a fare il bastian contrario e dire qualcosa di duro. Analisi che non portano a nulla!
In Italia c'è anzi poca istruzione scientifica, proprio quella che servirebbe a rilanciare il sistema produttivo. C'è al contrario un abnorme proliferare di studenti in legge, economi e dell'inutile percorso denominato scienze della comunicazione.
C'è stata nei secoli una grossa evoluzione culturale che è andata oltre a Socrate e Platone e tanti alti concetti sono stati detti in lingue diverse dal greco e dal latino.
Anonimo classicheggiante di sciocchezze ne leggiamo e sentiamo già troppe dai media!
Caro m'è ‘l sonno e più l'esser di sasso
RispondiEliminamentre che il danno e la vergogna dura
non veder, non sentir m'è gran ventura
però non mi destar, deh parla basso
Michelangelo Buonarroti
Ciao
Melman